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Capcom Fighting Collection | Recensione - Picchiaduro invecchiati bene

Dieci picchiaduro storici di Capcom, che comprendono tutti i Darkstalkers mai usciti su arcade e alcune sorprese come Red Earth e Super Puzzle Fighter

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Capcom Fighting Collection
Capcom Fighting Collection
  • Sviluppatore: Capcom
  • Produttore: Capcom
  • Distributore: Capcom
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Picchiaduro
  • Data di uscita: 24 giugno 2022

Capcom tiene molto al suo passato storico: basti pensare a quante diverse collezioni di vecchi classici ha fatto uscire negli ultimi anni. Un comportamento da elogiare, vista l’importanza del catalogo della software house giapponese che ha indubbiamente fatto la storia del videogioco e continua a farla ancora oggi.

Gli anni ’90 in particolare hanno visto i giochi della casa di Street Fighter dominare nelle sale giochi di tutto il mondo e, data la difficoltà di oggi di reperire alcuni titoli usciti solo su cabinato, ben vengano le collezioni che, parallelamente all’emulazione, riescono a preservare il patrimonio storico della software house.

Di recente è uscita una nuova interessante raccolta chiamata Capcom Fighting Collection, contenente ben dieci picchiaduro storici in versione aggiornata e migliorata con opzioni più moderne (tra cui il gioco online) disponibile su PS4, Xbox One, PC e Nintendo Switch. Dopo aver provato la versione per Nintendo Switch, siamo qui per raccontarvi di questo tuffo nel passato dei picchiaduro Capcom.

Grandi classici restaurati

La Capcom Fighting Collection è una collezione di ben dieci titoli tutti provenienti dai gloriosi anni ’90 di Capcom. All’interno abbiamo ben cinque capitoli di Darkstalkers, con in pratica tutti i giochi della saga usciti su cabinato, tra cui due mai usciti al di fuori del Giappone.

Non manca poi la versione definitiva di Street Fighter II, l’originale puzzle game Super Puzzle Fighter II Turbo e il suo derivato, ritornato a essere un picchiaduro, Super Gem Fighter, a cui si aggiungono due interessanti esperimenti di Capcom sempre nell’ambito "picchiaduristico": Red Earth e Cyberbots: Fullmetal Madness.

Tutti i titoli sono riportati nella loro versione arcade, con l’aggiunta di tante opzioni che li rendono più abbordabili anche per chi non ha mai vissuto l’epoca d’oro dei cabinati. Le opzioni extra sono moltissime: si va dalla possibilità per i nostalgici di utilizzare dei gettoni virtuali per giocare (ma si può anche selezionare una modalità libera senza gettoni), fino alla selezione della difficoltà della CPU e il numero di round giocabili.

Aggiunta anche una modalità Allenamento per quasi tutti i titoli, così da poter prendere confidenza con i comandi e con le mosse di ogni personaggio.

Un’importante aggiunta è quella di poter rimappare completamente i comandi per qualsiasi gioco (tranne Super Puzzle Fighter 2 Turbo, per ovvi motivi) e in questo caso è stata anche aggiunta la possibilità di registrare dei comandi semplificati per fare le mosse speciali, tendenza che sta diventando sempre più comune nei picchiaduro più recenti. Adesso basterà premere un tasto con un direzionale per fare un Hadoken o uno Shoryuken oppure per fare la super mossa di qualsiasi personaggio. Dato che i Joy-Con di Switch non sono molto adatti a un picchiaduro tecnico (e anche il Pro Controller non è il massimo) quest’opzione è una salvezza sulla console Nintendo, specie se si gioca in modalità portatile.

Esiste anche la possibilità di creare un salvataggio rapido in qualsiasi momento, il che ricorda un po’ i Save State degli emulatori, anche se l’unico limite sta nel fatto che è possibile averne soltanto uno condiviso tra tutti e dieci i giochi, quindi dovrete per forza sovrascrivere quello precedente per farne uno nuovo. Ora andiamo ad analizzare nel dettaglio i titoli presenti in questa collezione.

I Darkstalkers al gran completo

Iniziamo dalla saga i cui titoli sono presenti in numero maggiore all’interno della Capcom Fighting Collection, ossia i Darkstalkers. Questi sono in totale cinque giochi:

  • Darkstalkers: The Night Warriors (1994)
  • Night Warriors: Darkstalkers’ Revenge (1995)
  • Vampire Savior: The Lord of Vampire (1997)
  • Vampire Hunter 2: Darkstalkers’ Revenge (1997)
  • Vampire Savior 2: The Lord of Vampire (1997)

I primi tre sono i capitoli classici della saga giunti anche da noi in Occidente, gli ultimi due sono invece delle varianti uscite solo in Giappone, con un cast di personaggi leggermente diverso. Per quanto questi due capitoli, inediti al di fuori del Paese del Sol Levante, siano interessanti, non hanno in realtà niente di davvero significativo se non qualche personaggio diverso e poco altro, dato che le meccaniche sono le stesse dei titoli giunti anche da noi.

Sarebbe stato probabilmente meglio inserire, al posto di questi due, qualche altro gioco storico per aumentare la varietà della collezione.

I Darkstalkers, nonostante la loro età, sono sempre un piacere da giocare, grazie al gameplay molto più veloce e fatto di lunghe combo rispetto a Street Fighter. Giocandoli in serie si può vedere la loro evoluzione negli anni, con diversi sistemi che ancora oggi risultano ben fatti e anche insoliti per chi è abituato ai picchiaduro più classici.

Negli ultimi titoli, ad esempio, la salute di un combattente non si rigenera dopo aver vinto un round, ma resta la stessa anche se si è vicini alla sconfitta. In questo modo le strategie da attuare sono molto differenti da quelle di un fighting game classico.

Il sistema di combo, che permette di concatenare i diversi attacchi a seconda del loro grado di potenza, e l’ottima caratterizzazione dei personaggi sono poi degli elementi che hanno influenzato alcuni anni dopo l’esplosione degli anime fighter, come ad esempio Guilty Gear e Melty Blood. Indubbiamente la saga dei Darkstalkers – o Vampire Savior se preferite – è una presenza forte e di qualità per questa collezione, nella speranza che la serie prima o poi torni con un nuovo capitolo.

Red Earth è la sorpresa che non ti aspetti

Gli altri cinque titoli presenti nella Capcom Fighting Collection (che potete trovare anche su Amazon) sono tutti titoli molto diversi tra loro e riescono a dare una buona varietà alla restante metà della collezione.

Come rappresentante dell’immortale Street Fighter II abbiamo la versione uscita nel 2004 per festeggiare i 15 anni della serie, ossia Hyper Street Fighter II: The Anniversary Edition. Questa è in pratica la versione definitiva di Street Fighter II (se volete una collection del secondo capitolo potete trovare l'edizione per il 30esimo anniversario anche su Amazon) che contiene tutti i personaggi mai fatti per il secondo capitolo del picchiaduro più famoso di sempre.

Oltre a ciò sarà anche possibile selezionare tutte le varianti di ogni combattente presente nelle diverse incarnazioni di SFII; ad esempio, sarà possibile far scontrare un Ryu della versione originale di Street Fighter II con la sua versione del II Turbo e via dicendo.

Abbiamo poi un titolo che all’epoca venne premiato per il divertimento offerto e la sua genialità, ossia Super Puzzle Fighter 2 Turbo, che unì il puzzle game al picchiaduro. Il gioco ricorda in parte Tetris, anche se le meccaniche per cancellare le varie gemme sono un po’ diverse. Inoltre, bisognerà essere veloci per evitare che le gemme cancellate dall’avversario intasino il nostro lato dello schermo portandoci a una rovinosa sconfitta.

Super Gem Fighter, invece, è un derivato di Puzzle Fighter che unisce alcune meccaniche del puzzle game a un gameplay più da picchiaduro. Nel gioco, infatti, bisognerà raccogliere le gemme sparse nell’arena di combattimento per potenziare i propri attacchi speciali, mentre il design dei personaggi rimarrà quello in usper deformed visto in Puzzle Fighter.

Il titolo è molto valido anche per le sue meccaniche particolari, che lo rendono differente dagli altri picchiaduro, e anche per l’ironia presente sia nei dialoghi dei personaggi che nelle loro mosse.

Gli ultimi due picchiaduro presenti erano invece molto sperimentali per l’epoca e altrettanto interessanti da giocare, anche oltre vent’anni dopo. Cyberbots: Fullmetal Madness è un fighting game a suon di robottoni, dove dovremo prima selezionare il pilota e poi il suo Variant Armor, ossia il robot con cui combatterà.

Ogni robot potrà essere creato da una combinazione di armi, braccia e gambe differenti, in modo da utilizzare il proprio stile di combattimento preferito. Il gameplay, poi, ricorda molto un classico picchiaduro 2D per quanto riguarda mosse e movimento.

Il titolo più particolare della Capcom Fighting Collection è sicuramente Red Earth, che per la prima volta in assoluto approda su console. Red Earth è un’interessante fusione tra picchiaduro e RPG: avremo solo quattro personaggi selezionabili e, una volta scelto l’eroe, bisognerà affrontare otto livelli in cui ci scontreremo con vari tipi di mostri, tra draghi, creature marine, chimere e molto altro.

I combattimenti sono alla base dell'esperienza, come in un normale picchiaduro 2D, con anche i comandi composti da tre calci e tre pugni come in Street Fighter; la differenza è che ogni personaggio ha un livello che aumenterà man mano che si otterrà esperienza sconfiggendo i nemici e prendendo gli oggetti che compariranno nell’arena di combattimento, aprendo dei forzieri o colpendo i nemici. Aumentando di livello, vengono aumentati l’attacco e la salute del personaggio, si ottiene nuovo equipaggiamento e si imparano nuove mosse.

Ogni personaggio potrà arrivare al massimo al livello 32, che necessiterà di più playthrough per essere raggiunto. Agli inizi, infatti, i mostri saranno molto più potenti dei personaggi di basso livello, infatti difficilmente si riuscirà a prevalere senza essere mai sconfitti.

Fortunatamente, dopo ogni volta che si continuerà, il mostro rimarrà con la stessa salute dell’ultimo incontro, così da rendere più facile la vittoria per il giocatore. Il titolo è dotato anche di un sistema di password che salverà il livello raggiunto da un personaggio, così da non dover ricominciare l’avventura sempre dal primo livello.

Red Earth è un titolo atipico, ma sicuramente originale e interessante anche dopo oltre vent’anni dalla sua uscita. Persino la grafica, realizzata con lo stesso chip di Street Fighter III, lo rende ancora oggi molto bello da vedere nonostante la sua età.

Multiplayer moderno

L’opzione più importante aggiunta a questa collezione è indubbiamente il multiplayer online per tutti e dieci i titoli. Capcom Fighting Collection, inoltre, utilizza il rollback netcode, cosa che lo fa funzionare davvero bene anche su Switch. Nella nostra prova abbiamo affrontato giocatori giapponesi e americani, oltre che europei, sia in modalità portatile che su schermo, con una fluidità dell’azione che era nella maggior parte dei casi simile a quando si gioca con un amico in locale.

Soltanto in alcuni match abbiamo notato dei rallentamenti, ma molto sporadici. Dunque il netcode è promosso anche su Nintendo Switch, dove solitamente si tende ad avere qualche problemino in più. Peccato soltanto che non ci sia il cross-play tra diverse piattaforme: dato che il titolo è dedicato soprattutto agli appassionati di picchiaduro, ne avrebbe molto giovato per il numero di giocatori presenti online, soprattutto sulla lunga distanza.

Il comparto multiplayer offre delle opzioni piuttosto classiche, tra match amichevoli o competitivi, oltre alla possibilità di creare una stanza propria in cui aspettare come sfidanti degli sconosciuti oppure i propri amici. Mentre si attende, ci verrà data la possibilità di giocare a uno qualsiasi dei titoli presenti nella collezione o si potrà visitare il Museo, di cui parleremo a breve.

Una cosa intelligente del sistema online è la possibilità di selezionare più titoli alla volta quando si cerca un match online, così da non dover per forza cercare avversari setacciando titolo per titolo e ottimizzando i tempi.

Come dicevamo, Capcom Fighting Collection ha anche una modalità Museo che contiene centinaia di immagini, artwork e bozzetti di tutti i titoli presenti. All’interno sarà anche possibile ascoltare tutte le musiche dei giochi della collezione. Presente anche il Medagliere, una sorta di sistema di achievement interno al gioco per chi ama le sfide.

Graficamente, infine, il titolo presenta delle conversioni davvero ben fatte di questi dieci grandi classici, che ancora oggi risultano molto belli da vedere grazie a una splendida grafica 2D. Su Switch è una goduria per gli occhi poter vedere muoversi a 60 fps in portabilità un Darkstalkers, ma questo vale anche per gli altri titoli.

Su un televisore, invece, i modelli appaiono più sgranati, anche per via dell’età, ma sempre godibili. Presenti anche diversi filtri grafici per chi magari vuole l’effetto da vecchio cabinato, così da sentirsi realmente come in una sala giochi anni ’90.

Versione recensita: Nintendo Switch

Voto Recensione di Capcom Fighting Collection - Recensione


8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Dieci picchiaduro molto variegati in cui sono presenti grandi classici e perle dimenticate

  • I Darkstalkers sono sempre una garanzia

  • Red Earth è molto valido anche graficamente ancora oggi

  • Multiplayer con un netcode solido e affidabile

Contro

  • I due titoli inediti della saga di Darkstalkers non hanno poi delle differenze così sostanziali da giustificarne la presenza

  • Il titolo avrebbe giovato molto del crossplay nel multiplayer

Commento

Capcom Fighting Collection è un’ottima collezione, che racchiude nei dieci titoli da cui è composta alcune pietre miliari del mondo dei picchiaduro, come i Darkstalkers e Hyper Street Fighter II, oltre ad altri titoli molto interessanti che all’epoca non ebbero la giusta visibilità come Red Earth. La collezione presenta molte migliorie, che rendono i giochi più appetibili, come ad esempio la semplificazione dei comandi, le varie opzioni di allenamento e i salvataggi rapidi. Chiude il cerchio una modalità online molto valida anche su Switch, grazie a un buon rollback netcode. L’unica pecca è l’assenza del crossplay tra diverse console.
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