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Pro
- Lo Story mode è fatto davvero con cura.
- Parecchi personaggi tutti ben diversificati in battaglia
- Sistema di combattimento interessante e con diversi elementi originali...
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Contro
- ...ma ci sono troppi personaggi sbilanciati e altri problemi tecnici.
- Certe animazioni sono terribili, soprattutto nelle scene d'intermezzo.
- Componente online piena di problemi.
- Si sente che è una produzione a basso budget.
Il Verdetto di SpazioGames
Il combat system è davvero originale e incarna bene lo spirito degli scontri di Bleach, ma gli sbilanciamenti tra i personaggi, i problemi di animazione e di collisione lo frenano molto. La cosa che però penalizza di più il picchiaduro è l’online, di cui non si salva praticamente niente, soprattutto a causa del pessimo netcode. Se però siete dei grandi fan di Bleach e vi interessa rivivere in prima persona le avventure di Ichigo e dei suoi compagni, la sua ottima modalità Storia può comunque dire la sua.
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Tamsoft Corporation
- Produttore: Bandai Namco
- Distributore: Bandai Namco
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX
- Generi: Azione , Picchiaduro
- Data di uscita: 21 marzo 2025
Ci fu un’epoca in cui One Piece, Naruto e Bleach regnavano incontrastati nel mondo degli shonen manga. Ogni uscita di un volume era un evento, con milioni di copie vendute soltanto in Giappone, e gli anime tratti da queste opere conquistavano fan in ogni angolo del mondo. Per loro fu coniato il termine “Big Three”, a indicare proprio come fossero insuperabili nell’ambito dei battle shonen.
Di questi tre grandi titoli è ormai rimasto ancora in corso solo One Piece, mentre Naruto e Bleach sono conclusi da molti anni (cosa che mi fa sentire vecchio, dato che mi sembra ieri che ne seguivo settimanalmente i capitoli, ndr).
Nonostante la loro conclusione, la fama di Naruto e Bleach non è mai totalmente tramontata, grazie anche a sequel, nuovi anime e tie-in videoludici, proprio come Bleach: Rebirth of Souls, che ci troviamo qui a recensire.
L’uscita di una nuova serie animata – che porta sugli schermi la saga finale del manga lasciata in sospeso dopo la conclusione del precedente anime – ha riacceso in parte la popolarità della serie e questo ha portato anche alla creazione di questo nuovo picchiaduro da parte di Bandai Namco e Tamsoft. Quest’ultima è una software house molto famosa per aver dato alla luce la saga di Battle Arena Toshinden (uno dei primissimi picchiaduro in 3D, che ebbe un discreto successo sulla prima PlayStation), mentre più di recente si era occupata di un altro famoso tie-in, ossia Captain Tsubasa: Rise of New Champions, uscito nel 2020.
Bleach: Rebirth of Souls si affaccia ora sul mercato dei picchiaduro ad arene 3D tratti da anime, un genere che ha visto di recente l'uscita di Dragon Ball: Sparking! Zero, considerato uno dei suoi migliori esponenti.
Riuscirà Bleach a raggiungere lo stesso livello di eccellenza?
Rivivere Bleach
Parliamoci chiaro: Bleach è stato senza alcun dubbio uno degli shonen più importanti degli ultimi vent’anni, con momenti altissimi e personaggi davvero ben caratterizzati; la prima saga ambientata nella Soul Society è ancora oggi incredibile da leggere.
Eppure, dalla seconda saga ha iniziato a perdere sempre più colpi, fino a diventare un’accozzaglia di scelte di trama estremamente sbagliate – fino a quando non si è arrivati alla saga conclusiva, in cui non solo ha toccato il fondo, ma ha anche iniziato a scavare. Fortunatamente, nonostante la saga finale sia quella al momento sotto i riflettori, grazie all’anime che la sta adattando tutta, il gioco si concentra sulle prime due parti dell’opera, ossia le migliori.
Siamo rimasti molto stupiti dalla Story Mode, che è anche la modalità più importante del gioco, perché fa un lavoro certosino nell’adattare nei minimi dettagli la storia delle prime due saghe di Bleach – o forse sarebbe meglio dire delle prime tre. Parte infatti dall’inizio, quando Ichigo incontra Rukia per la prima volta, per poi passare alla saga della Soul Society e poi a quella dell’Hueco Mundo.
La struttura della storia è in realtà molto basilare: ci sono dei filmati d’intermezzo che mostrano l’avanzamento della trama, fatti con l’engine del gioco e a volte delle scene particolari accompagnate da alcune illustrazioni originali. La maggior parte dei capitoli ha un combattimento da affrontare, anche se non mancano quelli solo narrativi (ma non obbligatori per proseguire); inoltre, man mano che la trama avanza, i capitoli si dividono in vari rami, per seguire le vicende dedicate ai tanti personaggi coinvolti. A volte sarà anche necessario completare gran parte dei capitoli con combattimenti, per ottenere delle chiavi che serviranno a sbloccare la successiva parte di storia.
La Story Mode di Bleach: Rebirth of Souls (trovate il gioco su Amazon) non è affatto corta: serviranno oltre 20 ore per portarla a termine nella sua interezza. Certo, gran parte del tempo sarà dedicato alla narrazione della storia più che al gameplay, ma onestamente non ci sentiamo di criticarlo per questo, anzi.
Solitamente questo tipo di giochi è fatto per i fan, e poter rivivere la storia originale del manga nella maniera più completa possibile è segno di una certa cura da parte degli sviluppatori, e da questo punto di vista il lavoro di Tamsoft è stato impeccabile.
La Story Mode infatti non salta praticamente nulla della trama originale di Bleach – anzi, ci permette di combattere persino contro personaggi minori creati appositamente per questa modalità, come gli Hollow o degli Shinigami generici.
Certo, questi non sono all’altezza dei combattimenti contro i personaggi regolari, avendo mosse più limitate, ma a livello di coinvolgimento nella narrativa del titolo funzionano e rendono l'esperienza di gioco più intrigante e dinamica. Inoltre, nella seconda saga dell’Hueco Mundo ci sono anche moltissimi personaggi affrontabili, anche se non sono attualmente utilizzabili dai giocatori. Ne abbiamo contati almeno una decina, che sono in pratica dei combattenti già pronti per essere utilizzati anche dai giocatori, ma immaginiamo che verranno pian piano aggiunti come nuovi combattenti nel già confermato Season Pass.
Come se non bastasse, effettuare certe mosse fedeli a quanto avvenuto nell’opera originale in alcuni combattimenti sbloccherà scene narrative extra, oppure sbloccherà delle nuove storie giocabili – racchiuse in una seconda modalità chiamata Storia Segreta. Queste approfondiscono alcuni personaggi secondari e raccolgono anche vari episodi "What If", per la gioia dei fan dell’opera di Tite Kubo, che potranno così vivere combattimenti e scambi di battute tra personaggi che nella storia originale non interagiscono molto.
Se ore e ore di dialoghi e scene d’intermezzo tra un combattimento e l’altro non vi spaventano, allora sappiate che adorerete la Story Mode di Bleach: Rebirth of Souls, che vi farà rivivere tutta la storia di Bleach fino alla fine della saga dell’Hueco Mundo in maniera impeccabile, per quanto riguarda la fedeltà ai contenuti originali.
La grossa pecca che purtroppo pesa su ogni aspetto del gioco è che questo è stato fatto con un budget davvero risicato, e ciò si vede in tante cose. Le animazioni di molte scene d’intermezzo sono davvero atroci, specialmente alcune in cui i personaggi corrono in maniera insensata o hanno delle animazioni facciali indescrivibili per quanto risultano mal realizzate.
Cosa che per fortuna è molto meno evidente nei combattimenti, che sono comunque animati decentemente, ma i pochi fondi destinati al progetto, insieme al fatto che il titolo è cross-gen con PlayStation 4, pesano come un macigno anche su tanti altri aspetti che ora andremo a vedere.
Bankai!
Bleach: Rebirth of Souls prova a differenziarsi rispetto agli altri picchiaduro grazie all’inserimento di alcune meccaniche particolari che rendono il suo combat system unico.
Innanzitutto, la barra della salute funziona in modo molto diverso rispetto al solito. Ogni personaggio ha in media 9 tacche di salute, chiamate Konpaku, e una barra della salute più classica chiamata Reishi. I vari attacchi diminuiranno il Reishi fino a portarlo a zero; dopodiché, basterà colpire l’avversario con una combo per lanciarlo in aria ed eseguire automaticamente una mossa chiamata Kikon.
Questa, introdotta solitamente da un breve filmato molto scenico in cui il personaggio esegue una delle sue mosse più potenti, distrugge i Konpaku degli avversari, ma il numero che andrà distrutto dipende da vari fattori.
La mossa Kikon potrà essere utilizzata anche manualmente, quando il Reishi va sotto il 30% del suo valore, ma in questo caso si distruggerà un Konpaku in meno rispetto a quando si azzera la barra. Inoltre, certe trasformazioni e abilità possono attivare Kikon più potenti in grado di distruggere molti più Konpaku del normale.

Si parla di trasformazioni perché chi segue Bleach sa quanto queste siano al centro dei combattimenti della serie. Gli Shinigami, infatti, sono in grado di usare due stati della loro Zanpakuto (ossia la spada da loro usata): lo Shikai, che attiva il potere di base dell'arma, e il Bankai, il loro massimo stato di potenza, solitamente raggiungibile solo dai Capitani del Gotei 13. Ci sono poi anche i personaggi Arrancar, in grado di usare la Resurreccion, e altri personaggi con altri tipi di poteri attivabili.
Le trasformazioni sono attivabili dopo il caricamento di una speciale barra, che si riempie attaccando e subendo danni. Alcuni personaggi hanno anche una seconda trasformazione, dopo aver raggiunto la prima, ottenibile riempiendo nuovamente la barra. Chi non ha una seconda trasformazione può però attivare uno stato in cui tutte le sue statistiche vengono potenziate.
Solitamente, con una trasformazione attivata la mossa Kikon potrà distruggere molti più Konpaku, così da chiudere più facilmente gli scontri, anche ribaltando situazioni di svantaggio. Vien da sé che sfruttarle sarà alla base del sistema di combattimento di Bleach: Rebirth of Souls.
Ci sono però anche altri elementi interessanti nel gioco. La barra del potere spirituale permetterà di utilizzare le tecniche Reiatsu di ogni personaggio, ossia le sue mosse speciali – solitamente due diverse – ma la barra più importante da tenere a mente è quella dell’Inversione (o Reverse).
Questa, dotata di un massimo di tre segmenti, permette di utilizzare diverse azioni nel gioco: la prima è l’utilizzo dello Shunpo o Sonido (il nome cambia a seconda della categoria di personaggi), in pratica un movimento ad alta velocità che si potrebbe paragonare alle immagini residue di Dragon Ball. Attivandolo, dopo aver lanciato lontano l’avversario con una combo, si compare nuovamente vicino a lui per proseguire con ulteriori colpi; se invece si utilizza poco prima di venire colpiti, si attiva uno speciale contrattacco molto scenico. Lo si può utilizzare anche per avvicinarsi istantaneamente all’avversario se usato in stato neutrale.
Un altro utilizzo consente invece di attivare un potenziamento che rende gli attacchi più potenti e in alcuni casi attiva una mossa speciale più forte tra le tecniche Reiatsu – e anche un nuovo Kikon che distrugge ancor più Konpaku. Quest’attivazione consente inoltre di estendere le combo oltre il loro limite naturale, come succede in altri picchiaduro più tecnici.
Infine, può essere utilizzata in maniera simile alle Roman Cancel di Guilty Gear, per interrompere una combo degli avversari e aumentare le proprie difese.
Le azioni di base invece sono molto semplici: avremo un attacco leggero, uno pesante, un colpo unico che cambia per ogni personaggio, lo schianto, che è in pratica una presa, e la classica guardia.
Il gioco utilizza un sistema di “sasso, carta, forbici" in cui l’attacco batte lo schianto, lo schianto batte la guardia e la guardia batte l’attacco. A livello di combo, però, non è molto permissivo e non permette grande creatività oltre al concatenare qualche attacco leggero e forte tra loro o con una mossa speciale, con poche opzioni per estenderle, dipendenti dall’utilizzo della barra Inversione.
Il gioco ha al momento 33 personaggi e siamo rimasti compiaciuti dalle differenze nello stile di combattimento: alcuni saranno più diretti e brutali, come Ichigo, Renji o Zaraki, altri si baseranno sull’agilità e il concatenamento di colpi, come Rukia, Soi Fon e Yoruichi, e ci saranno poi personaggi che combattono meglio dalla distanza, come Uryu o Coyote Stark.
Stiamo però semplificando molto, perché ogni personaggio avrà peculiarità uniche legate ai suoi poteri speciali – e, anche tra personaggi simili, ci saranno differenze sostanziali. Ad esempio, anche se Ichigo e Zaraki si basano soprattutto sul corpo a corpo a stretto contatto, quest’ultimo avrà molte mosse con l’armor per cui non verrà interrotto se colpito dagli avversari.
Ammettiamo che all’inizio eravamo scettici sul combat system e ci è voluto un po’ per assimilare ogni sua meccanica – ma, una volta capito, Bleach si rivela un picchiaduro piuttosto valido, specialmente se paragonato ad altri titoli simili tratti da anime.
Le esecuzioni sono semplici e i tecnicismi ci sono – ma non troppo complessi – ma l’aspetto in cui il sistema brilla di più è la strategia, perché bisognerà capire come gestire al meglio le trasformazioni e le proprie barre Inversione e delle mosse speciali, in modo da poter distruggere più Konpaku dell’avversario nel minor tempo possibile.
Ci siamo dunque divertiti con le spettacolari battaglie di Bleach: Rebirth of Souls che, proponendo un sistema di combattimento molto originale, riesce a distinguersi dagli altri suoi simili, anche se non riesce a raggiungere i livelli di Sparking! Zero, che riteniamo attualmente il migliore in campo anime.
I motivi sono dovuti a vari fattori: innanzitutto animazioni non sempre perfette e imprecisione nelle collisioni, che sono sempre difetti dovuti al basso budget. Inoltre, come in ogni picchiaduro con numerosi personaggi tratto da un anime, ci sono degli sbilanciamenti enormi tra alcuni di loro, tanto che per alcuni si sono persino scoperte delle combo infinite (che speriamo vengano patchate).
Infine, anche se il sistema dei Konpaku ci è piaciuto, non abbiamo gradito il fatto che le mosse più potenti e spettacolari di ogni personaggio vengano eseguite tramite il Kikon: in pratica sono mosse che si attivano automaticamente una volta azzerato il Reishi. Questa meccanica non dà la sensazione di avere il pieno controllo del personaggio, dato che il quando si utilizzeranno questi potenti colpi non dipenderà da noi.
Online non pervenuto
Il difetto maggiore di Bleach: Rebirth of Souls è legato soprattutto al suo comparto online.
Questo è veramente striminzito e al momento è possibile combattere solo con battaglie veloci o creando una stanza e non sono presenti gli incontri classificati, che ormai sono un must per ogni picchiaduro. Questi dovrebbero arrivare con un aggiornamento a breve, ma per il momento, nella nostra recensione scritta al momento del lancio, non erano presenti.
Il gioco ha poi alcuni problemi nel matchmaking, ma soprattutto il suo netcode è basato sul Delay e non sul Rollback, aspetto che penalizza tantissimo il titolo, visto che il lag si farà sentire tantissimo durante le battaglie contro altri giocatori, specialmente se questi sono in un altro continente.
Un vero peccato perché, dopo aver finito lo Story Mode e le eventuali storie segrete, non resta molto da fare. Le modalità presenti in singolo sono davvero poche: oltre all’Allenamento avremo il classico VS e una modalità chiamata Missioni divisa in diversi livelli di difficoltà. Ognuno di questi avrà diversi avversari da affrontare, con l’ultimo più potente del normale. Ci sarà anche una sorta di meccanica da survival in quanto non recupereremo i Konpaku persi tra uno scontro e l’altro.
Tramite questa modalità sarà possibile sbloccare anche del denaro per comprare alcuni oggetti speciali presenti nel negozio del gioco, tra cui alcuni cristalli che si potranno equipaggiare (anche nella Story Mode) per potenziare le caratteristiche di ciascun personaggio. Questi non fanno la differenza, ma indubbiamente possono essere un valido aiuto per certi scontri, insieme ai Talismani (utilizzabili solo nella modalità Storia), che aggiungono ulteriori bonus soltanto per un singolo scontro.
Come già detto per diversi aspetti del gioco, anche a livello tecnico Bleach: Rebirth of Souls sente il peso del basso budget e del freno posto da PS4, e questo si nota tantissimo anche nelle arene di combattimento molto spoglie, oltre che per le animazioni dei personaggi, soprattutto fuori dai combattimenti, come già specificato.
Si salva invece la direzione artistica del gioco, che si rifà molto, nei menu e negli stacchi tra le scene d’intermezzo e tra i combattimenti, a quella del manga. Buona anche la colonna sonora – completamente inedita, ma che ricorda molto quella dell’anime – e il doppiaggio giapponese, realizzato dagli stessi doppiatori storici dell’anime.