Avowed | Recensione - Lo Skyrim di questa generazione
Obsidian percorre nuovamente la strada del gioco di ruolo action in prima persona con Avowed – e con risultati più che soddisfacenti: ecco la recensione.
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Un gioco di ruolo vasto ma con tanta cura per i dettagli, in pieno stile Obsidian.
- Il percorso è reso vivido da personaggi ben scritti.
- Sistema di loot da rivedere.
-
Pro
- Ottimo livello di scrittura.
- Level design delle aree sorprendente.
- Impegnativo se giocato alle difficoltà più alte.
- Tecnicamente inappuntabile su console, anche prima della patch day one.
-
Contro
- Sistema di rarità del loot limitante.
- Dov'è il New Game Plus?
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto
![Immagine di Avowed](https://cdn.spaziogames.it/storage/products/images/l3Q45yW4wnPRmtR6pUfBtT0Leevzk0bmtP83atI3.jpg?height=240)
- Sviluppatore: Obsidian Entertainment
- Produttore: Xbox Game Studios
- Distributore: Microsoft
- Testato su: XSX
- Piattaforme: PC , XSX
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 18 febbraio 2025
Tra i titoli più attesi dall'utenza Microsoft in questo 2025, Avowed rappresenta il culmine del lavoro quinquennale di Obsidian – e, in misura minore, di The Coalition, che ha contribuito, con il suo know-how – sotto l'ombrello degli Xbox Game Studios.
Com'era prevedibile, è passato diverso tempo, ma finalmente la casa di Redmond sta iniziando a raccogliere i frutti dei massicci investimenti fatti qualche anno fa e, sebbene qualcuno potrebbe obbiettare che sia troppo tardi, visto che la battaglia per questa generazione di console sembra irrimediabilmente "persa", da parte nostra non siamo mai stanchi di ottimi titoli, su qualunque piattaforma arrivino e qualunque sia la data di uscita.
E sì, Avowed è decisamente un ottimo titolo.
Una vacanza nelle Terre Viventi
Il nostro alter ego in Avowed può essere creato a piacimento tramite un editor molto efficace, che porterà via la prima ora di gioco a quanti impazziscano per i particolari e per la personalizzazione della propria esperienza di gioco.
Ciò che non cambierà, però, è l'ingrato compito che ci spetterà: in qualità di messi ufficiali dell'Imperatore degli Aedyr, che la maggior parte della gente delle Terre Viventi reputa (a ragione) degli sporchi invasori, dovremo recarci in una delle frontiere meno civilizzate e più pericolose di tutta Eora, per indagare sulla Piaga dei Sogni, un'epidemia tanto strana quanto mortale.
Da qualche tempo, infatti, molte delle persone che vivono nelle Terre Viventi, tanto locali quanto soldati ed emissari dell'impero Aedyr, subiscono un'inquietante metamorfosi fungina, che ne preclude le funzioni cerebrali e li trasforma in zombie affamati di sangue che attaccano indiscriminatamente qualsiasi essere vivente capiti loro a tiro.
Tra chi ci vuole morto, chi vuole aiutarci e chi ci supporta nell'ombra, chiude il cerchio la presenza della Garrota d'acciaio, una setta di sciamannati con un debole per la violenza e lo sterminio che l'imperatore Aedyr ha deciso di mandare sulle Terre Viventi insieme a noi come braccio armato.
Tenerne a bada gli istinti omicidi e tentare una mediazione con la popolazione locale sarà allora difficilissimo, anche perché il nostro eroe è un Godlike, ovvero un toccato dagli dei – e, come tutti i diversi, non attira esattamente le simpatie delle masse.
Se ancora queste non bastassero come variabili, sappiate che le Terre Viventi sono una polveriera pronta ad esplodere – e, purtroppo per lui, il nostro eroe ci atterra proprio in mezzo senza sapere fino in fondo a cosa va incontro.
La cura per la scrittura ed il worldbuilding sono le stesse che hanno reso Obsidian una delle software house più apprezzate in ambito ruolistico, e l'inserimento del gioco nella lore pregressa di Eora, già teatro di entrambi i Pillars of Eternity, aggiunge senza sottrarre nulla.
Chi non conoscesse i precedenti lavori del team statunitense potrà comunque godersi Avowed perdendosi solo piccoli riferimenti e un paio di facce note, laddove, invece, chi avesse speso centinaia di ore in questi mondi apprezzerà ogni piccolo riferimento.
Senza dilungarci oltre, citiamo solamente un particolare per evidenziare la bontà del lavoro svolto: se si posiziona il proprio personaggio accanto al fuoco dell'accampamento e si lascia il controller, è possibile udire dialoghi continui, ben ritmati e sensati, dei personaggi non giocanti presenti nel nostro party, che si raccontano aneddoti a vicenda, si dividono del cibo e sparlano persino delle gesta del nostro alter ego.
Non siamo ai livelli di Baldur's Gate 3, ma il lavoro svolto sulla personalità dei compagni, sui dialoghi opzionali, sulla bontà narrativa delle quest facoltative è ottimo, e a giovarsene è il senso di coinvolgimento del giocatore nel mondo creato da Obsidian.
Nel solco della tradizione, ma con grazia
Controller alla mano, Avowed si gioca esattamente come si poteva dedurre sin dai primi video reveal del gameplay, ma lo fa con una precisione ed un senso di fisicità sconosciuti a parecchi congeneri, a partire da sua maestà Skyrim: il combat system poggia su un sistema di stamina che limita in un certo qual modo il button mashing, che comunque non uscirà del tutto di scena soprattutto contro i nemici più deboli, ma a sorprenderci è stata la varietà di armi e build.
Indipendentemente dalla scelta iniziale, che non vincola in alcun modo lungo il prosieguo dell'avventura, il giocatore potrà sbizzarrirsi con l'armamento che preferisce per ognuna delle sue mani, controllate in maniera indipendente con i due grilletti: dual wielding, armi a due mani, spada e scudo, bacchette e tomi, arco, archibugi – ci sono decine di combinazioni possibili tra cui scegliere, con la possibilità di passare ad un secondo preset alla semplice pressione di un tasto.
Detto che differenti nemici richiedono differenti approcci, dopo ore di gioco abbiamo trovato il nostro bilanciamento ideale in una combo con pistola nella mano debole ed arma da mischia ad una mano in quella forte, ma la natura stessa del gioco spinge a sperimentare e tentare nuove soluzioni.
La sensazione di fisicità e di pesantezza dei colpi durante gli scontri è tangibile, e riempiendo la barra dello stordimento nemica è poi possibile infliggere notevoli danni tramite una spettacolare sequenza in slow motion, che lascia il nemico stordito al suolo per qualche secondo.
Per quanto inevitabilmente ripetitivo dopo svariate decine di ore di gioco, come moltissimi combat system in prima persona similari, quello di Avowed riesce a divertire e ad unire semplicità e ampiezza di scelte, aprendosi a vari approcci e alla creatività del giocatore nella scelta degli strumenti di offesa.
In questo quadro stona la scelta di vincolare alla rarità dell'equipaggiamento il livello di danno inferto e subito: un'arma di livello Eccellente infliggerà sempre danni molto limitati ad un'armatura Leggendaria, a prescindere dai reali valori di attacco e di difesa in gioco, creando un corto circuito per il quale spesso certi combattimenti dureranno una vita (o saranno resi artificialmente più impegnativi) solo perché il grado di rarità del nostro equipaggiamento non sarà sufficientemente alto.
Ci spieghiamo meglio.
Nel gioco ci sono cinque gradi di rarità del loot, ognuno dei quali suddivisi in tre tier: affrontare un nemico che brandisce una lancia Eccellente mentre si indossa un pettorale Comune è la ricetta per un game over quasi istantaneo, a prescindere dai reali valori numerici di difesa del nostro equipaggiamento e di attacco dell'arma nemica.
Ci è capitato in più circostanze durante la nostra prova, soprattutto in prossimità del passaggio tra un'area e quella successiva, di trovarci dinanzi ad un muro causato proprio da questa scelta di game design: la nostra arma, che aveva mietuto vittime fino a cinque secondi prima, diventava improvvisamente inadatta, come i nostri compagni non mancavano immediatamente di farci notare.
Peggio ancora, in un'area di nemici ben armati, indossare l'armatura sbagliata significa perire al secondo o terzo colpo, e quindi molto rapidamente in teatri di scontro in cui ci sono dai dieci ai quindici nemici contemporaneamente. Quando le finanze lo permettevano, bastava recarsi nell'avamposto più vicino, acquistare un'armatura di rarità superiore e tornare sul luogo del delitto, ma troviamo questa scelta contro-intuitiva ed inutilmente cervellotica.
Le interazioni con i compagni sono organiche e credibili, e i rapporti intessuti con loro durante il viaggio risentiranno, nel bene e nel male, delle suddette scelte intraprese dal giocatore, con la possibilità che l'amicizia si cementi tanto da imparare da loro nuove abilità o che si guasti, minando la fiducia ed il supporto di questi in battaglia.
Obsidian e Microsoft non hanno di certo inventato nulla, e nessuno degli ingredienti qui presenti autorizzerebbe a gridare al miracolo, ma l'amalgama è molto riuscito, le dosi sono quelle giuste e la cura per i dettagli riesce ad immergere il giocatore in un mondo altro, senza che evidenti limitazioni o magagne tecniche limitino il livello di coinvolgimento.
Una pulizia mai raggiunta prima
Chi ha giocato e apprezzato i precedenti lavori di Obsidian saprà che uno dei punti deboli dello studio americano era rappresentato dalla quantità di bug, glitch ed imperfezioni tecniche di varia natura che molti dei codici dei loro giochi portavano in dote.
Sebbene la loro presenza, nel disegno più ampio delle cose, non abbia impedito a prodotti come Fallout New Vegas, Star Wars KOTOR II e Pillars of Eternity di raggiungere lo status di titoli imperdibili per gli appassionati di giochi di ruolo, i bug facevano parte del pacchetto, un po' come accade con Bethesda, e li si vedeva com e un prezzo da pagare.
Considerando che abbiamo ricevuto la copia review con largo anticipo, e che abbiamo speso le nostre sessanta ore di gioco su console senza la famigerata patch day one (né aggiornamenti di altro tipo), eravamo preparati a schivare bug di ogni sorta per giungere ai titoli di coda finali.
E invece siamo estremamente lieti di raccontarvi che Avowed segna un punto di svolta nella carriera di Obsidian (anche) da questo punto di vista: durante la nostra run principale abbiamo riscontrato un singolo crash di sistema, che ha addirittura spento la nostra Xbox Series X, ed una sola missione secondaria buggata, in cui non compariva un oggetto di missione e ne rimaneva solo l'indicatore sulla mappa.
Considerando che, come detto, abbiamo speso circa sei decine di ore nelle Terre Viventi, il miglioramento è lampante non solo confrontando Avowed ai precedenti lavori Obsidian, ma anche alla quasi totalità dei prodotti che riceviamo oggigiorno per le review.
Non sappiamo se questo miglioramento clamoroso dipenda anche dalla collaborazione con The Coalition, ma supponiamo che l'ingresso sotto l'egida Microsoft, con tutto ciò che ne consegue in termini di budget e forza lavoro, abbia consentito ad Obsidian di dedicare molto più tempo al beta testing e alla pulizia del codice, con risultati che, siamo sicuri, i giocatori apprezzeranno.
Ciò detto, non è che i pregi visivi di Avowed si fermino all'assenza di bug e glitch: il colpo d'occhio dell'ultima fatica Obsidian è notevole, e la scelta di dividere le Terre Viventi in macro-aree invece che farne un unico, immenso open world ha pagato in termini di livello di dettaglio, densità delle mappe, complessità del level design.
La varietà del bestiario nemico lascia un po' a desiderare, ma questo ha consentito ad Obsidian di concentrarsi su un numero limitato di modelli, animati perfettamente e piuttosto credibili sia nelle routine comportamentali sia nell'aspetto fisico: combattere un orso mutato dalla Piaga dei Sogni ed uno Xaurip (lucertoloidi territoriali di cui le Terre Viventi sono infestate) richiede un approccio drasticamente differente in battaglia.
Il set di animazioni dei nemici e dei compagni in battaglia è vario e convincente, a patto di rimanere in prima persona, perché, proprio come Skyrim, giocando in terza, con una visuale over the shoulder, i controlli del proprio alter ego si fanno più legnosi e assai meno intuitivi.
Certi scorci sono splendidi, soprattutto optando per la modalità grafica che predilige la qualità, e la sensazione che si ha lungo tutto il gioco è quella di un tripla A con valori produttivi finalmente all'altezza dell'enorme talento che in Obsidian hanno dimostrato nella loro più che ventennale carriera.
Non manca qualche texture in bassa risoluzione, il ray tracing è assente abbastanza ingiustificato e le espressioni facciali rimangono lignee ed ingessate, ma sull'altro piatto della bilancia ci sono caricamenti fulminei, prestazioni sempre sul pezzo e una direzione artistica efficace, che aiuta a differenziare Avowed da altri prodotti similari, scongiurando il rischio di venire percepito come l'ennesimo rpg di stampo occidentale in prima persona.
Siamo comunque nell'ambito del sopportabile, ma, come spesso sostenuto su queste pagine, abbiamo preferito un frame rate più solido ad uno più rapido ma meno costante.
Considerata anche la bellezza di certi scenari, abbiamo perlopiù optato per la modalità che predilige la risoluzione, ovvero 4K, supporto alla modalità HDR e 30 fps granitici, che non si sono mai smossi dal loro target in tante ore di gioco.
Al netto delle preferenze dei nostri lettori, Avowed rimane un titolo tecnicamente notevole e decisamente pulito, privo di grosse sbavature su Xbox Series X. Il colpo d'occhio è molto bello anche su PC, dove abbiamo dato un rapido sguardo al gioco (le immagini della video recensione vengono da quella versione), anche se con alcune configurazioni c'è qualcosina da sistemare nei tempi del pre-caricamento degli shader all'avvio.
Non siamo riusciti a testare su console, invece, la terza ed ultima modalità, quella bilanciata, con frame rate sui 40 fps, in assenza di un televisore che supporti i 120hz: comunque una buona scelta, sulla carta, per quanti possano avvalersene.
Dispiace solo che Patel ed il suo team abbiano deciso di non implementare la modalità New Game Plus sin da subito, riservandosi (forse) di aggiungerla in un secondo momento: il gran numero di scelte, capaci di indirizzare la storia, e le diverse relazioni che è possibile intraprendere con i quattro compagni di viaggio avrebbero richiesto questa feature sin da subito, e crediamo che tutti i giochi di ruolo dovrebbero includerla.
Per i più frettolosi tra i nostri lettori, che vorranno limitarsi a seguire perlopiù la storia principale, una quarantina di ore potrebbero essere sufficienti ad arrivare in fondo: noi ne abbiamo impiegate oltre venti in più perché ci siamo dedicati all'esplorazione, a svuotare le bacheche delle taglie in tutti gli insediamenti e a correre in aiuto di quasi tutti gli NPC incontrati sul nostro cammino.
Menzione finale per il comparto sonoro: se la colonna sonora ci ha lasciato abbastanza indifferenti, non riuscendo a raggiungere i livelli di epicità di altre produzioni simili, siamo invece rimasti molto colpiti dalla bontà del doppiaggio, non solo perché la quasi totalità dei dialoghi è interamente coperta dal voiceover, ma anche per la scelta delle voci e la qualità complessiva delle interpretazioni.
La sincronizzazione labiale con il parlato inglese è eccellente, e, al netto di qualche errore di ortografia, anche i sottititoli italiani svolgono bene il loro lavoro.
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