Aragami 2 | Recensione - Stealth puro, con un passo indietro
Con il secondo episodio la serie fa un mezzo passo indietro.
Advertisement
a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Lince Works
- Produttore: Lince Works
- Distributore: Yooreka Studio
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Avventura
- Data di uscita: 17 settembre 2021
Il panorama dei titoli indipendenti è sempre più florido, almeno per quanto riguarda il quantitativo di uscite, tanto su console quanto su PC. Se questo è certamente un segnale di salute, al contempo si tratta di un forte rischio per gli sviluppatori: in questo mare magnum è sempre più difficile riuscire a raggiungere le luci della ribalta, soprattutto quando non si hanno grossi nomi a promuovere il titolo.
Ogni tanto, però, la fortuna sorride agli sviluppatori, e la qualità del titolo basta da sola a pubblicizzare il gioco al punto da fargli registrare cifre ragguardevoli di copie vendute. È questo il caso di Aragami, vera e propria sleeper hit uscita nel 2016 su console e
PC. Si trattava di uno stealth game sviluppato dagli ispanici di Lince Works, che è riuscito a conquistarsi una fetta appassionata di pubblico anche su Nintendo Switch, dove è giunta una release tardiva nel 2019. A distanza di cinque anni dal primo capitolo, gli sviluppatori hanno finalmente ultimato i lavori sul sequel, Aragami 2.
Il titolo è disponibile dal 17 settembre su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC. Ovviamente, noi non potevamo esimerci dal testarne la bontà ed oggi siamo qui per proporvi il nostro verdetto.
Il potere delle ombre
La storia di Aragami 2 comincia cento anni dopo quella narrata nel primo capitolo; nonostante il comune mondo di gioco, i due titoli non hanno collegamenti diretti, per cui potrete tranquillamente approcciare il nuovo episodio senza conoscenze pregresse.
Saremo chiamati a vestire i panni di uno degli ultimi assassini scelti della nostra specie, gli Aragami. Gli Aragami sono vittime di una misteriosa malattia in grado di corrompere corpo e mente, che però porta con sé anche un dono, vale a dire la capacità di controllare le ombre.
Proprio come nel primo episodio, dunque, saremo chiamati ad utilizzare i nostri poteri (più o meno soprannaturali) per aiutare i nostri simili nello scontro con le armate nemiche, difendendo a tutti i costi il villaggio di Kakureka. Come potete vedere, si tratta di uno stratagemma narrativo piuttosto semplice, che funziona da pretesto per farci calare nei panni di un assassino che si muove nelle ombre.
Ciò non toglie che la storia, pur nella sua semplicità, abbia un suo fascino, soprattutto grazie alle atmosfere misticheggianti ed orientaleggianti che il gioco è in grado di trasmettere. Immaginate Tenchu, ma con un pizzico in più di magia e di fantastico, insomma.
Ora, chiaramente la trama non era il fiore all’occhiello neanche del primo Aragami, dunque non avevamo aspettative altissime sotto quell’aspetto. Ciò che invece in Aragami brillava era la direzione artistica: il team di sviluppo aveva infatti optato per un cel-shading davvero piacevole da vedere, che rendeva le già lodevoli ambientazioni ispirate al medioevo nipponico ancora più belle da ammirare.
In questo secondo episodio gli sviluppatori hanno optato per una direzione artistica differente, leggermente più “realistica”, per così dire, rispetto al cel-shading del primo capitolo. Il risultato, seppur non brutto da vedere, ci è sembrato meno d’impatto rispetto a quanto visto nel primo Aragami; le ambientazioni, pur conservando un certo fascino, hanno perso molta della loro personalità e risultano, per certi versi, più anonime.
Per quanto riguarda il lato squisitamente tecnico, la versione che abbiamo testato inizialmente soffriva di sporadici cali di frame rate, oltre che di frequenti texture in bassa definizione, che andavano ad inficiare parzialmente sull’esperienza di gioco; questi difetti, tuttavia, sono stati rivisti con la patch del day one, per cui vi consigliamo di scaricarla prima di iniziare a giocare. Queste migliorie, ovviamente, non vanno ad incidere sulle critiche che abbiamo mosso alla direzione artistica.
Abbiamo invece apprezzato senza riserve la colonna sonora. Le tracce che abbiamo ascoltato sono tutte orecchiabili e contribuiscono divinamente a mantenere vivida l’atmosfera trasmessa dal gioco.
Un assassino sceglie la sua strada
Se c’era qualcosa che nel primo Aragami aveva fatto breccia nel pubblico, era il suo approccio piuttosto basilare al genere stealth, paradossalmente una ventata d’aria fresca per una tipologia di gioco che negli anni è andata ad arricchirsi di caratteristiche sempre più complesse.
Ed in questo, Aragami 2 non tradisce lo spirito del primo capitolo, pur andando ad espandere il ventaglio di mosse ed abilità a nostra disposizione. I comandi di base, infatti, sono davvero semplici. Nel corso del prologo avrete modo di prendere familiarità con le azioni di base, e nel giro di pochi minuti vi troverete a muovere il protagonista con una fluidità davvero impressionante.
Rispetto al primo capitolo, è stato rivisto il combat system. Adesso, infatti, combattere sarà un’opzione realistica da perseguire, per quanto sconsigliabile nella maggior parte dei casi. Si tratta di un sistema di combattimento molto semplice ed intuitivo, basato sulle classiche meccaniche di attacco, difesa, schivata e parry.
Tutto ruota intorno alla barra della stamina: ogni azione ne consumerà un pezzo, ma eseguire certe mosse (come un attacco ben piazzato o un parry) ci aiuterà a svuotare quella dei nemici, permettendoci così di eseguire mosse devastanti su di loro. Come dicevamo, però, combattere non è la scelta migliore in Aragami 2: se sconfiggere un nemico è un’impresa fattibile, già due nemici cominciano ad essere troppi, ed il rischio di essere sopraffatti è più che concreto.
Considerando anche che entrare in combattimento con un nemico attirerà l’attenzione degli altri, la cosa migliore è sfruttare la forza bruta solo quando strettamente necessario. Per la maggior parte del tempo, dunque, ci troveremo a muoverci tra le ombre, nascondendoci tra l’erba alta, sui tetti e così via.
I comandi, come dicevamo, sono molto intuitivi, ma nel corso del gioco potremo spendere i punti abilità guadagnati per sbloccare ulteriori mosse a disposizione per il nostro assassino. Le meccaniche di gioco di base, dunque, sono molto accessibili e divertenti: riuscire a terminare una missione senza essere visti, studiando i pattern di ogni nemico presente sulla mappa, regala sempre un buon senso di soddisfazione, ed il gioco trova un buon equilibrio tra profondità ed immediatezza.
Purtroppo, però, dopo questi lati positivi dobbiamo anche parlare di alcuni difetti che vanno a pesare su Aragami 2, e che hanno inciso profondamente sulla nostra valutazione finale.
Partiamo, innanzitutto, dalla struttura di gioco. Aragami 2 si sviluppa intorno ad un hub centrale, da cui potremo accedere alle diverse missioni presenti. L’hub svolge un discreto ruolo di intermezzo, permettendo di prendere confidenza con le abilità in tutta sicurezza e di allenarsi (leggi sbloccare nuove mosse) nei dojo.
Quando sceglieremo una missione da intraprendere, ci sposteremo in un’altra zona attraverso un portale. Le missioni sono solitamente livelli spaziosi ma chiusi, e sono completabili perlopiù in 10-15 minuti. Il gioco lascia libertà di scelta sul come affrontare le missioni: possiamo cercare di stordire solo vittime selezionate, oppure possiamo cercare di eliminare ogni minaccia; ancora, possiamo semplicemente decidere di rimanere nascosti nelle ombre per tutta la durata della missione.
Purtroppo, però, questa libertà è presente solo sulla carta: spesso e volentieri, infatti, il layout della mappa e la disposizione dei nemici ci renderanno uno o più approcci alla missione quasi impraticabili, costringendoci a giocare in una data maniera. E questo è uno dei primi fattori che porta Aragami 2 a diventare ben presto ripetitivo, perché le situazioni di gioco tendono a somigliarsi tra di loro già dopo poche ore.
Al fattore ripetitività contribuiscono anche i nemici. Non solo sono presenti poche varianti di avversario, ma la loro IA lascia spazio a molti dubbi. Li vedrete tranquillamente passare di fronte a pozzanghere di sangue senza farsi domande, e non noteranno la scomparsa dei loro compagni a meno che non li uccidiate di fronte ai loro occhi.
Nonostante il gioco di base sia divertente per le prime ore, la mancanza di varietà nelle situazioni e nei nemici, oltre alla loro scarsa capacità di reagire alle nostre azioni, comportano una notevole perdita d’interesse, che può tramutarsi in noia ben prima della fine del gioco, che per noi è giunta dopo circa 12-13 ore.
Sempre per questi motivi risultano futili gli incentivi a rigiocare i livelli, come la presenza di collezionabili e di una valutazione assegnata a fine livello. La vera manna dal cielo per Aragami 2 è allora la possibilità di giocare le missioni in cooperativa.
Giocando con un amico, alcuni dei difetti presenti nel gioco diventano meno evidenti, ed è più facile chiudere un occhio. È anche abbastanza evidente che il gioco è stato pensato con la cooperativa bene in mente, perché in alcune situazioni è possibile mantenere un approccio completamente stealth soltanto coordinandosi con un secondo assassino.
Se avete dunque una persona con cui giocare l’avventura (rigorosamente online) e vi piacciono gli stealth, potete valutare di tuffarvi in Aragami 2, considerando che i difetti che abbiamo elencato saranno per voi meno evidenti. Se invece siete intenzionati a giocarci da soli, allora vi raccomandiamo di ponderare bene il possibile acquisto. Se il primo capitolo vi è piaciuto potreste comunque trovare pane per i vostri denti, ma sappiate che sotto alcuni aspetti questo secondo passo, purtroppo, è stato rivolto all’indietro.
Versione recensita: PS5
Se volete recuperare la serie con il giusto ordine, vi segnaliamo che potete acquistare il primo Aragami ad un prezzo scontato.
Voto Recensione di Aragami 2 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Intuitivo e divertente, soprattutto in co op
-
Appagante
Contro
-
IA deficitaria
-
Mancanza di varietà nelle missioni
Commento
Advertisement