Amnesia: The Bunker | Recensione - A passi incerti nel buio
Amnesia: The Bunker è un survival horror puro e senza compromessi, ma la gestione della creatura non risulta essere sempre ottimale. La nostra recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
In sintesi
- Meccaniche di gioco da vero survival horror
- Gameplay creativo e senza compromessi
- Una creatura che vi dà costantemente la caccia
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Frictional Games
- Produttore: Frictional Games
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX
- Generi: Survival Horror
- Data di uscita: 06 giugno 2023
Se Amnesia: Rebirth rappresentava un buon cambio di rotta per la serie, e in definitiva anche un esperimento molto riuscito e in grado di far evolvere la formula, Amnesia: The Bunker è un ritorno alle origini e una decisa dichiarazione d'intenti da parte di Frictional Games.
Non si tratta di un gioco che vuole prendervi per mano; al contrario, è un survival horror puro e senza compromessi, che vuole tenervi costantemente nell'incertezza e far smarrire ogni vostra certezza. Dimenticate i piccoli aiuti, i salvataggi automatici o quel modo molto indulgente di gestire la progressione che ha contraddistinto molte delle produzioni moderne.
In Amnesia: the Bunker sarete completamente da soli mentre una creatura vi braccherà tra stretti e umidi cunicoli, pronta a farvi fuori all'istante in qualunque momento durante il continuo vagabondaggio in un labirinto dove le luci sono un lusso e la morte è una certezza.
Amnesia: The Bunker, storie di guerra
Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, Amnesia: The Bunker vi mette nei panni del soldato francese Henri Clément. Dopo una rapida introduzione che lo vede fuggire assieme a un suo connazionale tra le trincee, l'uomo si ritrova accidentalmente in un profondo bunker, senza nessuno a dargli manforte e con un revolver a cui sono rimasti soltanto un paio di colpi. L'atmosfera è subito opprimente, e tra gli umidi corridoi di pietra si sentono rumori sinistri, indecifrabili.
Come la serie insegna, il giocatore rimarrà sempre nel dubbio se tutto ciò che sta vivendo il protagonista è del tutto reale o in qualche modo alterato da percezioni deviate da uno stato mentale critico, già oltre il limite della sopportazione.
Sopravvivere alla solitudine, mantenere in qualche modo la sanità mentale e testimoniare la tragica consuetudine della morte, con cadaveri di soldati divorati da ratti, esplosioni e sussulti che arrivano dall'alto, mentre da qualche parte si odono i flebili lamenti dei morenti e i laceranti ruggiti della belva, sarà per il giocatore un'esperienza molto intima e ad alta tensione.
La storia (sottotitolata in italiano) viene raccontata soprattutto attraverso le missive lasciate dai soldati, da reperire sui cadaveri straziati e lungo gli scenari di gioco. La vicenda diventerà man mano sempre più chiara solo quando inizierete a comprendere i rapporti tra i commilitoni.
Alcuni tra loro racconteranno di strane macchinazioni dall'interno, altri ancora di azioni poco incoraggianti e oltre il limite del buon senso; non mancano dichiarazioni di accuse, di paura, di straziante dolore; e c'è anche chi punta il dito verso uno strano culto, verso azioni controverse messe in atto mentre il conflitto infuriava.
Nonostante il buon approccio narrativo di Amnesia: The Bunker, siamo un passo indietro rispetto ad Amnesia: Rebirth, mentre viene compiuto in passo in avanti con le nuove meccaniche di gioco che riescono a offrire nuovi approcci creativi e grande credibilità in relazione al periodo storico.
Tra gli elementi più di spicco, segnaliamo la dotazione di una rumorosa torcia a dinamo per rischiarare debolmente il buio, con la corda che deve essere tirata continuamente per riuscire a vedere cosa si trova davanti a voi.
Il bunker è disseminato di trappole che cambiano la loro ubicazione in maniera casuale a ogni partita (non a ogni morte), i topi che divorano le salme sono molto aggressivi se disturbati, e il comportamento della creatura si adatta ai movimenti del giocatore e reagisce prontamente a tutti i tipi di rumore che causerete. Da ciò si evince quanta incertezza ci sia nella gestione della progressione, che costringe il giocatore ad adattarsi continuamente a ogni imprevedibile circostanza.
Capiamo bene come gli sviluppatori si siano ispirati in modo piuttosto chiaro ad Alien: Isolation, per quanto concerne il comportamento della belva. Riteniamo però che ci siano stati alcuni errori di valutazione che non possono essere sottovalutati, perché tendono a rendere un po' frustranti alcune specifiche sezioni. La casualità – come succede con gran parte delle opere che si affidano ad algoritmi – è nemica di Amnesia: The Bunker, e non di certo un valore aggiunto.
Dei momenti specifici di gioco comprendono sezioni scriptate in cui la creatura fa capolino nell'esatto istante in cui sono previste azioni clou o l'approdo in determinate zone di snodo narrativo.
Per il resto, abituatevi a morire una marea di volte anche quando non vi accorgerete se il nemico sta alle vostre spalle o se si trova invece a distanza di relativa sicurezza. Non esistono zone franche – e anche nella stanza di salvataggio, dove dovrete interagire con una lanterna per salvare i vostri progressi, se non sbarrerete in tempo le porte di metallo sarete comunque in pericolo.
Un gameplay da vero survival horror
Gli autori di Amnesia: The Bunker hanno adottato delle scelte di gameplay e design da puro survival horror (trovate il remake di Resident Evil 4 su Amazon), ignorando mode moderne, tendenze e forzature che guardano nella direzione di quei giocatori incapaci di avanzare senza avere sempre un aiuto.
Ecco dunque che non avrete la mappa sempre appresso da poter consultare in qualunque momento, non troverete munizioni che fioccano dal nulla in qualunque istante, né tanto meno medikit o suggerimenti su come agire nei momenti di impasse.
Dalla stanza del salvataggio (ne sbloccherete altre, durante l'avventura) potrete gestire il vostro inventario con pochissimi spazi, decidendo cosa lasciare all'interno del baule per ogni evenienza. Potrete inoltre dare uno sguardo alla mappa tentando di avere un'immagine mentale del bunker e indovinare il giusto percorso da intraprendere, stando comunque attenti a capire se avete lo strumento adatto per avanzare in una specifica direzione. Accanto avrete a disposizione anche un vecchio generatore, che funziona solo con le poche taniche di benzina che troverete lungo il cammino.
Attivare il generatore farà accendere le luci del presidio, se avrete nel frattempo abbassato tutte le leve, ma l'autonomia è davvero poca e sarete costretti a lottare contro il tempo. Potrete anche portare con voi un vecchio orologio da taschino, che si imposterà automaticamente col tempo residuo previsto prima di rimanere di nuovo al buio.
Amnesia: The Bunker incoraggia inoltre la creatività del giocatore, che può sperimentare con ambiente e inventario per venire fuori da situazioni al limite. Gli autori sostengono che se pensate di poter fare qualcosa di specifico per superare un ostacolo, probabilmente potrete farlo sul serio.
Questo è vero a metà, come abbiamo verificato, perché non tutto riesce ad avere una ferrea coerenza col mondo di gioco. Grazie alle meccaniche di creazione degli oggetti potrete ad esempio combinare la benzina con una bottiglia di vetro vuota e uno straccio per avere una molotov, o magari creare medikit di fortuna e diversi altri oggetti essenziali per difesa e attacco.
Usarli nel mondo di gioco nella maniera corretta può aprirvi delle vie che pensavate fossero sbarrate, e persino un grosso mattone lanciato con forza contro una porta di legno può sfondare assi malferme o spaccare un lucchetto. Lo stesso legno però non può essere bruciato, per quelle porte che vi richiedono di fare il giro largo e sbloccare il chiavistello.
E questo, diciamolo chiaramente, spezza la credibilità delle buona intenzioni di base. Certo, alcune porte potrete farle saltare col revolver o con una granata, ma in quel caso la bestia vi sarà subito addosso e morirete all'istante.
Proprio a proposito degli scontri, sappiate che non sono mai incoraggiati, e che con un paio di proiettili il nemico si ritirerà momentaneamente per poi tornare all'assalto, dandovi però il tempo di allontanarvi e trovare un riparo momentaneo.
Ripetiamo però che le munizioni sono pressoché nulle, e che infierire sul nemico avrà l'effetto di aizzarlo ulteriormente. Per avere un paio di oggetti utili in più potrete recarvi presso la stanza degli armadietti dei soldati, tutti bloccati con una combinazione numerica (a ogni partita, queste cambieranno in maniera randomica).
Le combinazioni le troverete sulle piastrine metalliche di riconoscimento, e per farle vostre dovrete spesso disperdere i topi che banchettano coi loro corpi usando le fiamme. Potrete anche ignorarle quasi tutte, ma fare a meno di determinati oggetti nel vostro inventario renderà l'avventura ancora più complicata. E vi assicuriamo che già al livello di difficoltà di base non è una passeggiata di salute.
Per chi vuole avere meno grattacapi si può optare per la modalità storia, ma anche in quel caso non verranno meno le dinamiche di gioco di cui vi abbiamo parlato. Perfetta per una seconda partita è invece la difficoltà estrema, e possiamo assicurarvi che anche i giocatori più abili suderanno le proverbiali sette camicie.
Audio ancora una volta ottimo, capace di coinvolgere e atterrire anche chi di survival horror ne ha giocati parecchi. L'atmosfera funziona davvero alla grande, e il senso di incertezza a ogni passo è molto forte.
Siamo invece piuttosto indietro col comparto tecnico, perché da SOMA in poi il team di sviluppo non ha fatto nulla per svecchiare in modo importante il motore grafico. La prossima produzione deve necessariamente andare oltre da questo punto di vista, perché il colpo d'occhio non è certamente dei migliori.
Voto Recensione di Amnesia: The Bunker | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Gameplay integralista e senza facilitazioni, per veri amanti dei survival horror
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Fa compiere un passo in avanti alla serie, in termini di innovazioni del sistema di gioco...
Contro
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... Ma la gestione randomica delle apparizioni della creatura non ci ha convinto
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Graficamente siamo rimasti grossomodo ai tempi di SOMA
Commento
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