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MINI RECENSIONE

Ad Infinitum | Recensione - Orrore in trincea

Ad Infinitum è un horror psicologico che vi mette nei panni di un soldato tedesco durante la Prima Guerra Mondiale. Ecco la nostra recensione.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

In sintesi

  • Un horror ambientato durante Prima Guerra Mondiale
  • Fasi stealth troppo banali
  • Le sezioni lontane dalle trincee sono le più riuscite

Informazioni sul prodotto

Immagine di Ad Infinitum
Ad Infinitum
  • Sviluppatore: Hekate
  • Produttore: Nacon
  • Distributore: Nacon
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 14 settembre 2023

Ad Infinitum potrebbe quasi essere definito un gioco dalle due anime o, se preferite, una moneta con due facce dove si sa sin dall'inizio su quale lato cadrà la scelta.

Sono fondamentalmente due le macro zone teatro del tribolato racconto dell'horror psicologico sviluppato dai tedeschi Hekate, che lasciarono intravedere i primi passi di questo progetto ben otto anni fa.

Una è la grande magione di famiglia, l'altra è una sequela di trincee dove si è costretti a salvare la propria vita mentre si assiste alle atrocità della Prima Guerra Mondiale dal punto di vista di un soldato tedesco ormai allucinato, che ha perso il contatto con la realtà.

Ad Infinitum, un ciclo di eterna sofferenza

Bisogna subito mettere in chiaro come Ad Infinitum sia un titolo dai mezzi modesti e dall'esecuzione talvolta un po' sommaria, che in quanto tale non può aspirare a raggiungere la stessa caratura delle opere più importanti all'interno del genere.

Non perché un budget elevato o troppo basso sia automaticamente una discriminante, ma perché a più riprese vi accorgerete come siano sin troppi gli errori di valutazione frutto di inesperienza e di scelte non proprio tra le più brillanti.

Il soldato tedesco angustiato dagli orrori della Grande Guerra è il protagonista che vi racconterà indirettamente il suo dramma. La storia è una ricostruzione delle sue vicende personali che uniscono il dramma familiare a quello del conflitto, attraverso salti temporali che fanno sfumare via ben presto quel confine tra realtà e delirio. 

Tra soldati al fronte ormai sfigurati e visti dal protagonista come creature mortifere dai tratti stravolti, terribili e non più umani; le testimonianze delle atrocità e quel senso disperazione assoluto vissuto al fronte; il nostro soldato non può far altro che resistere e tentare gli ultimi sforzi per mantenere la propria sanità mentale.

Eppure ci sono ricordi di bimbo perduti nella memoria che riaffioreranno, e che potrebbero essere anche peggiori di ciò che è accaduto durante le battaglie. Ecco, Ad Infinitum dà forse il meglio di sé quando abbassa il volume dei proiettili e immerge il giocatore nell'ambiente familiare, con sessioni in cui si cammina, si investiga e si risolvono semplici puzzle per ricostruire ciò che è accaduto.

Quando invece ci si ritrova di nuovo in trincea, è come se si passasse a un altro gioco. Non perché cambino di netto le meccaniche, sia chiaro, ma perché c'è uno scarto qualitativo che non può passare inosservato.

Nella dimora il loop di gameplay è quello tipico di un walking simulator dove si girovaga molto e si portano a compimento mansioni tutto sommato semplici.

Nelle zone di guerra emergono invece gran parte delle criticità di Ad Infinitum (lo trovate in versione PS5 su Amazon), che inserisce delle sezioni stealth che non avremmo visto nemmeno dieci anni fa, con una intelligenza artificiale sin troppo basilare e l'inserimento di metodi per superare gli avversari di una banalità unica, che spengono sul nascere ogni senso di minaccia.

Oltretutto, è proprio qui che tecnicamente vengono a galla diverse magagne, che vanno al di là del frame rate molto ballerino e mai stabile: compenetrazioni poligonali diffuse, inseguimenti goffi e non sempre ben calcolati, un design dei livelli troppo datato ed elementare e una conduzione di gioco che sbaglia grossolanamente i momenti in cui le variazioni di gameplay andrebbero inserite, creando anche degli episodi poco graditi, di inutile e frustrante trial and error.

Dopo tutti questi anni era lecito aspettarsi da Ad Infinitum una qualità ben diversa, e non basta da sola la discreta storia (sottotitolata in italiano) per risollevare le sorti di un progetto probabilmente tirato troppo per le lunghe, sviluppato con delle indecisioni che in fin dei conti si sono rivelate determinanti.

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Voto Recensione di Ad Infinitum | Recensione


6.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Il racconto svela lentamente il destino del protagonista, tra drammi di guerra e familiari

  • Discreta la gestione delle zone dentro la magione, indubbiamente le più riuscite

Contro

  • Stealth banale e sezioni di fuga non calcolate alla perfezione

  • Le aree sul fronte di guerra mettono in luce la marea di problemi in cui affonda l'opera

Commento

Dopo molti anni di sviluppo tribolato e incerto, Ad Infinitum si rivela un titolo mediocre e vecchio, che non riesce nemmeno ad essere un buon horror. Se il modo in cui è narrata la storia funziona discretamente, svelando gradualmente il destino del soldato tedesco in guerra e facendo emergere i drammi del suo passato familiare, lo stesso non si può dire del resto, che condanna il progetto dei tedeschi Hekate a galleggiare appena sopra la soglia minima della sufficienza.
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