C’era una volta un tempo in cui Nintendo aveva ancora qualche rapporto con le terze parti. Un tempo in cui, al di fuori dei confini della prefettura di Kyoto, qualcuno credeva nel progetto Wii U e nel suo strano ma innovativo sistema di controllo. Ubisoft, che con Nintendo Wii aveva fatto soldi a palate, era uno di questi: l’azienda francese si presentò al lancio della nuova console con una serie di giochi annunciati e, soprattutto, con un titolo che inaugurò questa nuova era: ZombiU.
Ok, graficamente era ben lontano dal concetto di nuova generazione, ma il suo uso del pad di Nintendo Wii U ci aveva fatto emozionare, lasciandoci speranzosi per il futuro di questa console e per le potenzialità del suo hardware. Col senno di poi, ci sbagliavamo di grosso: oggi Nintendo Wii U è un sogno infranto, una console con titoli straordinari ma con un sistema di controllo che non è mai stato sfruttato a dovere. Così, ci restano i ricordi di quello ZombiU come gioco che ha saputo per primo – e forse anche per ultimo – sfruttare in maniera intelligente il gamepad dotato di schermo.
Ora che ZombiU è arrivato sulle console di nuova generazione e ha cambiato il proprio nome in Zombi, possiamo cercare di capire se questo gioco sia ancora interessante se spogliato del suo sistema di controllo, e se vi siano dei buoni motivi per giocarci ancora dopo quasi tre anni e su di una nuova console.
Il re è nudo
Dobbiamo ammettere che Zombi, con tutti i suoi limiti tecnici, è un gioco divertente e coraggioso. Un horror game con permadeath e qualche bel colpo di scena, con una campagna piuttosto divertente e alcuni momenti memorabili. Il punto è che buona parte del divertimento derivava dal particolare uso del gamepad, che obbligava il giocatore a utilizzarlo per gestire il proprio inventario e come radar, costringendolo di fatto a distogliere lo sguardo dal televisore in numerosi momenti di gioco. Proprio in questi frangenti poteva accadere di essere assaliti da uno zombie, infondendo nel giocatore un costante senso di inquietudine che lo costringeva a guardare due schermi contemporaneamente in una maniera del tutto innaturale e, per questa ragione, davvero entusiasmante per chi si approcciava per la prima volta al mondo della double screen experience.
Ecco, tutto questo è sparito in questa versione per le console di nuova generazione. La mappa – visibile solo sul gamepad – è stata sostituita da una mappa in sovrimpressione, il menù si attiva in finestra, il radar funziona a tutto schermo. Non vi è più alcun elemento originale in questo gioco, e tutto si è semplificato in maniera importante. Quel senso di terrore che si infondeva nel giocatore ogni volta che abbassava lo sguardo per controllare la mappa o riorganizzare il proprio inventario è sparito del tutto, e in generale Zombi è un gioco infinitamente meno terrificante del suo predecessore.
Non è tutto da buttare, però. Nonostante questi limiti, l’esperienza sa ancora divertire e i diversi colpi di scena che si alternano durante l’esplorazione di una Londra in preda a un’epidemia zombie sono ancora lì. Il gioco riesce così a sorprendere il giocatore in alcune fasi, e l’esperienza si rivela tutto sommato piacevole, senza tuttavia raggiungere mai delle vere e proprie vette. Bisogna anche ammettere, in seconda analisi, che la rimozione di alcuni utilizzi forzati del pad abbia apportato un certo beneficio al gioco, che si presenta per certi versi più accessibile del suo predecessore per Wii U. Ovviamente ciò si traduce anche in una maggiore facilità e rapidità del gioco: vi basti pensare che se in ZombiU siamo morti almeno due volte nella prima ora di gioco, in Zombi abbiamo raggiunto la terza area (e siamo resistiti a un’ondata di non morti) prima di sollevare bandiera bianca, il tutto in tempi sensibilmente ridotti rispetto a quanto fatto sulla console Nintendo. Per i più temerari, in ogni caso, il massimo livello di difficoltà offre davvero un ottimo livello di sfida, anche in questa versione.
Invecchiato male?
Come abbiamo affermato in apertura, la grafica di ZombiU non faceva certo gridare al miracolo, e la cosa si è ovviamente ripetuta in questa versione next gen. Si tratta di un port nudo e crudo, con alcune piccole differenze a livello grafico che vi sorprenderanno, ma per il motivo sbagliato. Anche se la versione per le console Xbox One e PS4 sembra presentare texture più definite e molto meno aliasing, sono stati tolti alcuni filtri che avevamo molto apprezzato su Wii U. Ad esempio, è sparito il lens flare presente in numerose sequenze al chiuso, dove gli asettici neon delle sale scarsamente illuminate della metropolitana di Londra ci sparavano in faccia artefatti ottagonali che creavano un effetto da pellicola Super 8 degli anni Settanta. Questo elemento è sparito in Zombi, e non abbiamo potuto fare a meno di notarlo storcendo un po’ il naso.
– Alcuni bei momenti
– Permadeath
– Senza gamepad con schermo perde molto
– Tecnicamente molto datato
Zombi non riesce a ricreare le stesse emozioni e quel senso di sorpresa provato con l’originale per Nintendo Wii U. Ciononostante, il gioco è ancora un prodotto divertente per tutta la sua durata, e in alcuni frangenti sa essere un gioco davvero inquietante. Ubisoft ha scelto di ripubblicare questo gioco a un prezzo molto contenuto: se vi piace il tema e non avete avuto l’opportunità di giocarlo sulla console Nintendo, potrebbe valerne la pena. Al contempo, tenete a mente che si tratta di un gioco di tre anni fa che non è stato praticamente toccato, e che – a causa del differente sistema di controllo – risulta meno interessante dell’originale.