Un picchiaduro a scorrimento vecchia scuola non può prescindere da un sistema di combattimento ben strutturato e un livello di sfida impegnativo. Zheros, titolo di debutto dei siciliani Rimlight Studios, onora questa regola alla grande, dando filo da torcere a chi cerca una difficoltà assai elevata e tagliando fuori tutti coloro che giocano alla leggera e si dedicano al button mashing. Anche scegliendo di affrontare l’avventura a facile, dopo i primi livelli di assestamento Zheros diventa l’incubo di chi abbassa la guardia o non dedica la giusta attenzione alle ondate nemiche. Se cercate un po’ di indulgenza da questo titolo, dunque, siete completamente fuori strada: se si vuole evitare che le partite sfocino nel fiume nero della frustrazione, c’è bisogno di una gran bella dose di dedizione, soprattutto alla massima difficoltà.
Come in molte produzioni del genere, anche in Zheros la storia è solo un pretesto per menare le mani: per contrastare la minaccia del Dr. Vendetta, il cattivo di turno che tutto vuole conquistare, viene scelta la squadra degli Zheros, composta da Mike e Dorian, ossia i due agenti dello spazio che potrete selezionare per avere la meglio sui nemici. Il primo, un mascellone biondo dall’imponente stazza, è il più potente dei due ma anche il più lento. Dorian, una rossa snella e tutto pepe, è più rapida e agile, ma è anche un po’ più esile e meno potente del compagno. I due hanno attacchi pressoché identici, con differenze minime legate soprattutto all’estetica e ad alcune animazioni, sempre ben realizzate e armoniche.
Il sistema di combattimento, ben più profondo di quanto possa apparire di primo acchito, è piuttosto stratificato e preciso, ma è solo sbloccando le mosse successive che ciò appare veramente evidente. Di base, i due personaggi hanno a disposizione un attacco leggero, uno pesante, i rispettivi attacchi caricati, la schivata, un tasto per sparare brevi raffiche di mitra e uno per parare. Quest’ultimo in particolare, per essere davvero efficace, va usato sempre col giusto tempismo: sollevare lo scudo laser poco prima di ricevere l’attacco significa infatti deflettere il proiettile e, se posizionati nella giusta direzione, rispedirlo al mittente. Alcuni nemici, tra l’altro, possono essere uccisi solo così, pertanto non si tratta solo di un modo per limitare i danni, ma di una mossa che assieme alle schivate è parte integrante di un sistema ben congegnato, dove riflessi e abilità risultano essere indispensabili. Dopo aver superato il terzo livello, infatti, la difficoltà diventa subito più aspra, lasciando intendere che fino a quel momento si era trattato in sostanza di un tutorial esteso studiato appositamente per far acquisire in breve tempo le meccaniche basilari di gioco. Oltre a questo scalino evidente, nel corso dell’avventura vi renderete conto di ulteriori e improvvise impennate della difficoltà, che mettono in luce un bilanciamento di gioco non sempre equilibrato. A ciò vanno aggiunti i checkpoint rarefatti, che costringono nella maggior parte dei casi a ricominciare un intero livello da capo, con buona pace dei meno pazienti. Naturalmente si tratta di una scelta di game design voluta, che punta tutto sulle capacità dei giocatori; ciononostante, l’avanzamento di gioco a compartimenti stagni può talvolta creare qualche imprevisto, costringendovi a una mobilità irrisoria per via dei muri che si formano durante i combattimenti. Non si tratta di un grosso difetto, parliamoci chiaro, ma quando il numero dei nemici da affrontare in contemporanea cresce in modo evidente, prendere le distanze senza dover menare le mani nel mucchio diventa un’esigenza immediata che può salvarvi la vita.
Nemici galattici
le tipologie dei nemici presenti in Zheros sono ben differenziate e hanno degli attacchi (e dei precisi movimenti) che bisogna imparare immediatamente, se non si vuole ripetere lo stesso livello a oltranza. Quelli che sembrano più ostici degli altri hanno solitamente un punto debole, come ad esempio i proiettili che gli rifletterete contro o gli attacchi caricati. In ogni caso, affrontarli a testa bassa rimane la scelta più stupida che possiate fare, perché Zheros è un picchiaduro più tecnico di quanto possiate pensare. Lo si evince persino dalle sezioni platform con pavimenti elettrificati e velocissimi raggi laser: la precisione è sempre fondamentale. Basta perdere la concentrazione per un attimo e fare un paio di movimenti sbagliati per mandare in malora una partita: provatelo a difficile e capirete subito di cosa stiamo parlando, se ve la sentite, ma siate pronti sin da subito a sudare le proverbiali sette camicie.
A fronte di un sistema di combattimento soddisfacente e superiore alla media, e di uno stile che ricorda molto i lavori di Insomniac con Ratchet and Clank, va segnalato un level design un po’ sottotono, con zone sin troppo simili tra loro e con varianti tutto sommato trascurabili. Nonostante si tratti di un beat ’em up a scorrimento in due dimensioni mascherato da 3D, semplice ed essenziale nella struttura, si poteva fare decisamente di più per variare gli ambienti di gioco, soprattutto considerando che i mondi sono due.
Tecnicamente Zheros si difende bene pur presentando alcuni difetti: la pulizia grafica è molto buona e la resa estetica globale restituisce un piacevole impatto, soprattutto grazie all’ottima saturazione dei colori; tuttavia, si notano degli sporadici fenomeni di tearing nelle transizioni da una zona all’altra e un po’ di aliasing su certi elementi degli scenari. I 720p della versione per Xbox One sono il compromesso per aver mantenuto i fatidici 60 frame al secondo, essenziali per garantire la giusta fluidità in un titolo di questo genere, dove la reattività è la carta vincente per ottenere il successo.
Zheros è in definitiva un gran bell’esordio che vi raccomandiamo di vedere più da vicino per saggiarne tutta la sua profondità. Nonostante qualche difetto, si tratta di un picchiaduro ben realizzato, esigente e assai impegnativo, che non lascia molto spazio ai giocatori della domenica.
– Impegnativo
– Sistema di combattimento profondo e convincente
– Co-op locale divertente
– Piccoli problemi tecnici
– Level design sottotono
Disponibile coi Games with Gold di Xbox One e in arrivo sulle altre piattaforme, Zheros è il felice debutto di un altro gruppo di ragazzi italiani di belle speranze, capaci di dimostrare – con budget e personale contenuti – che è possibile portare a termine un buon lavoro senza farsi cogliere da immotivati complessi di inferiorità verso i colleghi di altri paesi. Quello di Rimlight è davvero un buon inizio, una solida base su cui costruire un futuro interessante.