Phelios era un titolo disponibile su Sega Mega Drive: si trattava di uno sparatutto a scorrimento verticale in cui il giocatore, che impersonava Apollo, doveva salvare la sua amata Artemide (che, non si sa perché, iniziava il gioco vestita e finiva gli ultimi livelli in bikini) dalle grinfie di Tifone; ora, sappiamo che secondo la mitologia greca la faccenda non è andata proprio in questo modo, ma non è questo il punto. Quello su cui vogliamo soffermarci è che Phelios è uno di quei titoli che, se giocati in passato, danno ora la possibilità di esprimere con tronfia soddisfazione l’opinione secondo la quale i titoli di oggi sono troppo facili e semplici. In effetti, il gioco era veramente molto ostico, e talmente infido che se si sceglieva il livello di difficoltà più basso la storia veniva troncata a metà, e per vedere il vero finale bisognava per forza accettare la sfida a livelli più elevati. Tutto questo, ovviamente, ci porta a parlare del vero gioco oggetto di questa recensione, ovvero l’ottimo Zenzizenzic: vediamo subito il perché.
Vedo la luceSviluppato da
bitHuffel, e disponibile su PC, Mac e Linux,
Zenzizenzic è uno sparatutto bidimensionale che appartiene al sottogenere dei twin-stick shooter; il perché di questa categorizzazione è semplice: pad in mano, infatti, tutto quello che si dovrà fare sarà muovere la propria navicella con i due stick analogici, e sparare a qualsiasi cosa si muova sullo schermo.Dal punto di vista delle opzioni di gioco, il titolo offre due scelte principali: si può scegliere, allora, di lanciarsi nella modalità Classica, oppure di provare la sfida Macro. Con la prima opzione, il giocatore potrà avventurarsi in cinque differenti livelli (anche in compagnia di un amico, grazie alla cooperativa locale), che si concluderanno nel più classico dei modi, ovvero con un boss. C’è da dire che il gioco dimostra subito di essere molto preciso, e in qualche modo attento alle esigenze del giocatore: prima di iniziare a giocare, infatti, un tutorial illustrerà le dinamiche salienti delle due modalità del titolo, e in ogni momento è possibile allenarsi contro i singoli boss dei vari stage. Tutto questo avrà una sua utilità soprattutto scegliendo i due dei tre livelli di difficoltà più elevati.Qual è, allora, lo scopo del gioco? La risposta ha un che di classico e, per così dire, moderno. Va da sé che l’obiettivo primario è quello di sconfiggere tutti i nemici che si affronteranno, e facendo ciò otterremo dei punti che rappresenteranno il nostro score (il quale, ovviamente, è incluso in una classifica online). I punti raccolti, però, serviranno anche ad acquistare potenziamenti vari per la nostra navicella, che si potrà così arricchire di nuove armi, sistemi difensivi e quant’altro. Tutto questo torna assai utile durante la modalità Gauntlet, che consente di affrontare i cinque livelli di cui abbiamo parlato in precedenza tutti in una volta, ma anche e soprattutto nella modalità Macro.In questa particolare sfida, infatti, il giocatore affronterà livelli più grandi e complessi, popolati da nemici generati casualmente. Esiste una specie di componente roguelike, in questa modalità, nonché una vena RPG, considerato che nelle arene che si visiteranno non mancheranno negozi dove potenziare le proprie abilità, bonus vari da scovare e i soliti, agguerriti boss che occuperanno molte volte la totalità dello schermo.
Tra tradizione e modernitàAbbiamo detto dunque che
Zenzizenzic è uno sparatutto bidimensionale frenetico e per certi versi tradizionale, che però non manca di inserire variazioni sul tema decisamente più moderne; il giocatore, ad esempio, ha a disposizione le classiche tre vite che vengono perse una volta che si viene colpiti dai nemici. Durante il gioco, però si potrà investire parte dei nostri punti (l’ammontare dipende dal livello di difficoltà) per acquistare una nuova vita, di modo da continuare a darle di santa ragione a qualsiasi cosa ci si pari davanti.Un altro aspetto interessante, poi, riguarda il sistema di controllo, e di conseguenza la gestione dei propri power up; dobbiamo dire che il pad ci è sembrata l’opzione più sensata, e che offre una immediatezza maggiore rispetto all’alternativa composta da mouse e tastiera. Con in mano il nostro controller, allora, si dovrà impiegare lo stico analogico sinistro per muoversi, e quello destro per sparare con il fuoco primario. Molta importanza è data al movimento della nostra navicella: agendo sui grilletti, infatti, si potrà rallentarne o accelerarne il moto, e questa dinamica si dimostra veramente molto efficace durante gli affollatissimi scontri che avverranno su schermo. Agire sulla velocità, poi, ha effetti anche sull’impatto delle armi da noi utilizzate, che scivoleranno sulla loro traiettoria in maniera più o meno spedita.L’utilizzo del pad torna utile anche nell’utilizzo delle armi secondarie, azionabili attraverso i tasti dorsali: queste opzioni offensive, che vanno da classici raggi laser a letali missili a ricerca, consumano però una barra di energia (utilizzata peraltro anche dalla accelerazione o decelerazione descritta in precedenza); tutto questo costringe il giocatore a dosare l’utilizzo delle varie armi: se questo è un compito tutto sommato agevole nei livelli della modalità classica, la faccenda si complica nella sfida Macro, dove i boss sono molto più frequenti, e in generale il carattere della sfida si alza.I tre livelli di difficoltà proposti consentono di modellare l’esperienza di gioco sulla base della propria esperienza, ma da questo punto di vista il titolo non va tanto per il sottile: il livello di sfida sarà sempre alto, e i fallimenti saranno veramente tanti. La frustrazione potrebbe prendere il sopravvento, ma è anche vero che la dinamica ruolistica che prevede l’avanzamento della propria navicella grazie ai power up acquistabili mitiga questa sensazione; questo accade perché i punti a nostra disposizione deriveranno anche dai risultati delle partite andate a finire male, e quindi in un certo senso i fallimenti sono necessari per ottenere upgrade e potenziamenti vari.Il problema maggiore del titolo, allora, più che un livello di difficoltà elevato (cosa peraltro sacrosanta, considerato il genere a cui appartiene), è una certa scarsità di contenuti; certo, i cinque livelli possono essere ripetuti a varie difficoltà e sono pieni di obiettivi e achievement da raggiungere, e la modalità Macro offre un’ottima variazione sul tema, ma di sicuro la presenza di più stage avrebbe giovato.
Stile da vendereZenzizenzic ci ha convinto pienamente dal punto di vista del gameplay, e non abbiamo particolari problemi nell’affermare che gli appassionati di twin stick shooter dovrebbero farci più di un pensierino. Questa opinione positiva peraltro viene rinforzata dall’analisi dell’aspetto tecnico, che propone scelte stilistiche decisamente peculiari. A farla da padrone sono figure geometriche squadrate, definite, che si stagliano su uno sfondo sempre molto chiaro e dominato talvolta da strutture tridimensionali. La combinazione di questi elementi è ottima, e in particolare fa sì che anche nelle situazioni più concitate non ci sia troppa confusione su schermo; in un titolo dove verremo a contatto con ondate di nemici quadrati e boss composti da enormi figure geometriche, e dove noi stessi non saremo altro che un piccolo quadratino blu che schizza da una parte all’altra dello schermo, tutto questo è un aspetto da non sottovalutare.Positivo anche il comparto audio, con le musiche elettroniche composte da Bignic: il carattere elettronico delle composizioni ben si addice alla grafica analizzata poc’anzi, e difatti tutto ciò innalza il livello dell’esperienza. L’accompagnamento audio riesce a non stancare, e soprattutto non cade nel tranello della ripetitività.
– Sfida impegnativa e stimolante
– Stile visivo affascinante
– Le modalità di gioco sono profonde e divertenti…
– …ma i livelli proposti potevano essere di più
Uno sparatutto bidimensionale impegnativo, per certi versi cattivo, ma mai troppo frustrante: questa potrebbe essere una buona sintesi dell’esperienza offerta da Zenzizenzic; un titolo che, come abbiamo visto, abbina aspetti dei classici sparatutto a scorrimento con alcuni elementi più moderni, come ad esempio la presenza di obiettivi sbloccabili, dei power up per la propria navicella, e della modalità Macro. Proprio le possibilità di gioco, però, risultano un po’ limitate, e difatti è la possibile ripetitività, più che la difficoltà della sfida, il difetto più importante del titolo bitHuffel. Se però siete appassionati di questa particolare tipologia di titoli, considerato anche l’affascinante comparto tecnico, fareste bene a considerarne l’acquisto.