Zelda 2: The Adventure Of Link
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a cura di Mugo
Che si sia chiamati a recensire un titolo dei nostri giorni, o che l’avventura in questione risalga a ben vent’anni fa, è sempre un’emozione parlare di un capitolo della meravigliosa saga di Zelda. Oltre all’emozione spesso si rischia di soffrire di un certo timore reverenziale nei confronti di questa serie considerata intoccabile dai più, ma se il titolo di cui parliamo è Zelda 2: The Adventure Of Link allora l’analisi che va compiuta non può prescindere dall’obbiettività che si può anche lasciare da parte nel recensire giochi come Ocarina Of Time o l’ultimo Twilight Princess.
Un episodio a se stante.Pubblicato in Giappone nel lontano 1987 per il buon vecchio Famicom (o NES per noi occidentali), Zelda 2: The Adventure Of Link offre un buon numero di novità rispetto al primo capitolo di un anno prima, alcune delle quali rimarranno nel tempo fino alle ultime incarnazioni dell’eroe dalla tunica verde.La prima cosa che è impossibile non notare è la fondamentale rivoluzione che porta nel gameplay lo scrolling laterale, che va a sostituire la visuale dall’alto che caratterizzava The Legend Of Zelda. Infatti ora l’overworld che collega le varie zone ora occupa un ruolo decisamente ridotto, mentre il grosso dell’azione si svolge tra dungeons e città tutte sviluppate da sinistra a destra. Questo comporta un deciso ridimensionamento delle fasi puzzle, e pone l’accento sui combattimenti, facendone un action-rpg a scorrimento laterale.Action-rpg perché oltre allo scrolling un’ altra fondamentale innovazione è l’inserimento di elementi più spiccatamente RPG che negli altri capitoli, infatti Link guadagnerà punti esperienza per ogni nemico ucciso, che andranno ad incrementare le sue capacità offensive, difensive e magiche. Inoltre sarà possibile recuperare gli indispensabili portacuori che come tutti sapete aumentano il massimo livello di vita.Altro elemento novità, che come i punti esperienza verrà lasciato nello sgabuzzino di Miyamoto, sarà la possibilità di adoperarsi in numerose magie che troveremo al posto degli strumenti a cui siamo abituati.Che i punti esperienza e le magie siano scomparsi è probabilmente un bene, è difficile immaginare un Link dotato di poteri magici o che “livella” farmando mostri. Infondo l’acquisire i nuovi strumenti e l’imparare ad usarli in maniera appropriata è uno dei lati più affascinanti di Zelda, e ad essere sinceri un certo tipo di evoluzione del personaggio c’è, ma il vederla tradotta in percentuali e livelli renderebbe la crescita di Link decisamente meno fluida e naturale di quanto appaia adesso.Abbiamo visto come questo capitolo goda di caratteristiche personalissime, ma è da sottolineare anche il suo apporto alla creazione della “mitologia” zeldiana, per esempio alcuni nomi di città (come Saria o Darunia) saranno presi per i saggi di Ocarina Of Time, Dark Link lo ritroveremo in Ocarina Of Time e in Four Swords, gli strumenti magici avranno un ruolo in alcuni Zelda (come in The Wind Waker) e soprattutto questa è la prima volta che viene sottolineato il ruolo dei personaggi non giocanti. Infatti da Adventure Of Link in poi gli NPC conquisteranno una parte fondamentale nella saga di Zelda, rifornendoci di quest e sub quest tra le più varie (mitica su tutte quella dei cento Skultulla di OOT) e diventando caratteristica portante dei futuri capitoli.Tecnicamente parlando siamo di fronte ad un titolo di ben vent’anni fa, e questo va ovviamente tenuto presente (come per ogni gioco della Virtual Console) nel valutarne la grafica: questa risulta godibile e dotata di buone animazioni ed una convincente scelta di colori. Sul fronte audio, nonostante manchi la mano del Maestro Koji Kondo, abbiamo una colonna sonora ottima, vi assicuro che il risentire il temino di Zelda eseguito da un sintetizzatore come quello del NES porta con se la sua buona dose di malinconia.
– E’ Zelda
– Particolare e personale.
– Per i puristi potrebbe essere troppo lontano dal resto della serie.
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Zelda 2: The Adventure Of Link (a proposito, avete notato che nel titolo manca “The Legend Of”?) è un capitolo decisamente atipico nella saga dell’Eroe Del Tempo, ma non per questo deve essere considerato in qualche modo non degno della serie. Se fosse un gioco a se stante sarebbe stato valutato molto meglio dalla comunità videoludica, ma il portare la parola “Zelda” nel titolo porta con se oneri ed aspettative, che se non vengono soddisfatte causano malcontento ed eccessiva diffidenza.
Siamo al cospetto di un buon gioco, al quale dobbiamo molti degli elementi che tanto amiamo nei capitoli dei giorni nostri. La leggenda di Zelda è una favola fantastica in tutte le sue incarnazioni, e anche questa merita di essere riascoltata per voce del Wii e della sua Virtual Console.