Recensione

Zafehouse: Diaries

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a cura di Francesco Ursino

Il Verdetto di SpazioGames

7

Parlare di avventure testuali, nel contesto videoludico moderno, è un po’ come paragonare i colossal cinematografici in 3D di oggi alle prime sequenze girate dai fratelli Lumière. Si può dire infatti che il fine dei videogiochi odierni e di quelli più datati, ovvero l’intrattenimento, sia uguale, ma che il mezzo con il quale si raggiunge l’obiettivo sia incredibilmente differente.Le avventure testuali, in ogni caso, sono state presenti fin dagli albori dell’era dei videogiochi, capaci di trasportare in mondi lontani e creati totalmente dalla propria fantasia: ci si trovava, dunque, davanti uno schermo fitto di linee di testo che guidavano il giocatore attraverso avventure e viaggi stravaganti; questa sensazione retrò torna oggi, seppur mista a rilevanti elementi strategici, grazie a Zafehouse: Diaries, titolo indie sviluppato da Screwfly Studios in vendita a € 11,99, presente anche su Steam Greenlight. Vediamo di capire meglio di cosa si tratta.

Gente che sbroccaAvviato Zafehouse: Diaries, ci si ritroverà davanti a una schermata che raffigura le pagine di un diario; il testo che comincia ad apparire delinea la situazione, con cinque sopravvissuti che sono riusciti a formare un gruppo e a trovare rifugio in una casa. Tutta la città pullula di zombie: non si sa né perché, né quando, né come, ma di fatto l’invasione dei non morti è ormai è in atto e l’obiettivo è, in modo non proprio originale, sopravvivere all’orda assassina fino all’arrivo di un provvidenziale elicottero.Le similitudini con titoli come Left 4 Dead, ma se si vuole anche con la serie di avventure Telltale dedicate a The Walking Dead, finiscono qua: il giocatore infatti avrà un ruolo meno diretto, non andando ad agire in prima persona sforacchiando zombie. Ciò ci permette di definire Zafehouse: Diaries in almeno due modi: da una parte, infatti, troviamo senza dubbio l’avventura testuale, che indica al giocatore l’evolversi della storia attraverso linee di testo, ma in definitiva tutta la struttura di gioco si rifà in buona sostanza ai classici schemi della strategia a turni.Queste due anime si coniugano in modo del tutto soddisfacente: quello che infatti il titolo richiederà di fare sarà, in definitiva, coordinare le azioni dei vari sopravvissuti, sfruttando le abilità dei personaggi. Nel concreto, ciò significa che il giocatore dovrà impartire ordini a ognuno dei cinque protagonisti (su questo aspetto torneremo meglio dopo): una volta stabilito il da farsi, cliccando sull’icona di un orologio posta in basso a destra dello schermo si passerà al turno successivo, il gioco avanzerà di un’ora e, tramite le righe scritte sul diario, provvederà a informarci delle conseguenze delle nostre scelte.Il risultato è, senza particolare timore di smentite, sicuramente soddisfacente: Zafehouse: Diaries risulta essere un titolo dalla natura fortemente strategica, ma profondo anche a livello narrativo. Le varie interazioni tra i personaggi, infatti, avranno delle grandi ripercussioni su tutta l’avventura, e garantiranno anche un certo grado di rigiocabilità, almeno fin quando non si riuscirà a raggiungere l’agognato elicottero (impresa tutt’altro che semplice): ogni partita, infatti, proporrà personaggi e ambienti differenti, con tutte le conseguenze del caso. Alcuni frangenti, poi, richiederanno anche una certa capacità di giudizio, visto che il gioco metterà il giocatore difronte a snodi narrativi: decidere se accettare l’aiuto di uno sconosciuto, cosi come punire un proprio compagno per aver rubato degli antidolorifici, avranno importanti conseguenze su tutta la durata della storia.

“And besides…no one liked her anyway”Cercando di essere sintetici, è possibile dire che l’obiettivo del titolo è quello di arrivare con almeno uno dei cinque sopravvissuti al luogo dell’evacuazione, dove il fantomatico elicottero verrà a salvarci. Arrivare dal punto A al punto B, evidentemente, non è cosi semplice: in primo luogo, la casa in cui ci si ritroverà all’inizio del gioco è solo un piccolo punto rispetto alla mappa esplorabile; l’ambiente di gioco, infatti, è composto da vari immobili esplorabili in cui si potrà mandare i vari personaggi al fine di trovare armi, cibo, arnesi o, semplicemente, un rifugio più sicuro. Questo implica che i cinque sopravvissuti avranno varie necessità legate al cibo, al riposo, e alla protezione personale. Le diramazioni strategiche che ne discendono sono numerose: un ospedale è un buon luogo in cui curarsi, ma probabilmente troppo grande per stabilire una sistemazione duratura. Una piccola abitazione, invece, è l’ideale per costruire fortificazioni e trappole, ma per fare ciò è necessario prima trovare i materiali adatti, e quindi occorrerà perlustrare magazzini, scuole e stazioni di polizia. E’ bene dire infatti che gli zombie faranno sentire sempre la propria presenza, attaccando i vari personaggi sia quando questi sono fuori da un qualche edificio, sia tentando di fare breccia negli immobili, in special modo durante le difficili ore notturne; è una buona idea, ad esempio, mandare qualche sopravvissuto a perlustrare la zona in cui ci si desidera spostare, oppure restare fermi in un’abitazione a proteggersi con trappole e fortificazioni, oltre che con armi di vario tipo. La ricerca di cibo e armi, e in buona sostanza l’opera di sopravvivenza del gruppo, si rende necessaria a causa della natura aleatoria delle informazioni riguardanti il proprio salvataggio: all’inizio della partita, infatti, si sa che un elicottero potrebbe venire a salvarci, ma non si sa né dove, né quando. Sarà solo esplorando i vari edifici, con tutti i rischi che ciò comporta (attacco zombie, stanchezza, liti tra i personaggi, ecc. ecc.), che si verrà a conoscenza dell’intero puzzle di informazioni necessarie. Per fare un esempio, bisognerà trovare una ricetrasmittente per poter comunicare col pilota dell’elicottero, ma bisognerà altresì sapere dove questo atterrerà, e in che ora del giorno. Insomma, la sopravvivenza è legata al filo delle proprie decisioni strategiche, e tutto ciò rende la sfida estremamente interessante e tutt’altro che semplice.Un elemento che contribuisce, infatti, a dare ancora più complessità al tutto, è dato dalle capacità, dalla psicologia e dai rapporti tra i vari personaggi. Facciamo un esempio: tra i nostri cinque sopravvissuti, abbiamo un chirurgo proveniente dalla classe più agiata della società, un agente di polizia della classe media e un atleta di colore. Uno schema possibile vedrà il chirurgo che potrebbe avere dei pregiudizi verso la gente proveniente da una classe sociale inferiore alla sua (quindi verso l’agente di polizia), oppure con l’agente di polizia che potrebbe avere pregiudizi razziali (quindi verso l’atleta), e cosi via. Le cose si complicano ulteriormente se si considerano il sesso del sopravvissuto e i vari orientamenti sessuali. Da non sottovalutare il fatto, poi, che a seconda della professione i personaggi avranno abilità differenti: gli agenti di polizia saranno bravi nella difesa con le armi da fuoco, gli ingegneri potranno costruire più in fretta armi modificate. Insomma, far convivere i cinque sarà cosa assai difficoltosa, e questa situazione porta a due conseguenze: si può cercare di far stringere quante più amicizie possibili (per esempio facendo spargere delle voci tra il gruppo), oppure creare dei veri e propri blocchi, dividendo in due il piccolo team di protagonisti. Questa situazione potrebbe portare a conseguenze drammatiche nel momento in cui si potrà scegliere di sacrificare un sopravvissuto (il meno amato dal gruppo, ad esempio), per cercare di prendere tempo sull’ennesima orda famelica di zombie.

Un giorno ci ripenseremo e ci rideremo suNon crediamo che l’aspetto grafico di Zafehouse: Diaries, constatata la natura quasi del tutto testuale del titolo, debba essere oggetto di particolari riflessioni, cosi come sembra superfluo soffermarsi sul comparto sonoro, che si compone di un tema principale e alcuni effetti ambientali. Parliamo, infine, delle possibilità di personalizzazione dei titolo, che permette di inserire la propria immagine e i propri personaggi nel “roster” dei sopravvissuti. Una volta inserita la propria foto, si potrà andare a modificare i dati del proprio personaggio (età, classe sociale, lavoro, ecc. ecc.); lo stesso discorso può essere fatto con le varie locazioni visitabili, che quindi possono essere aggiunte a piacere. Nel gioco è incluso anche un editor che permetterà di aggiungere e modificare gli eventi presenti nei vari diari.E’ da segnalare poi che, alla fine della partita, sia questa finita bene o male, sarà possibile esportare il proprio diario da sopravvissuti, al fine di poterlo condividere con altri giocatori.

HARDWARE

Il gioco non ha dei veri e propri requisiti di sistema dichiarati: trattandosi di una serie di schermate statiche, senza elementi tridimensionali ed effetti grafici, è possibile dire che la quasi totalità dei sistemi attualmente in circolazione potrà far girare tranquillamente il titolo.

– Profondità strategica notevole

– Positivo comparto narrativo

– Potrebbe risultare frustrante per i meno perseveranti

7.0

Zafehouse: Diaries è un titolo dalla natura estremamente complessa. Un gioco che coniuga narrazione e strategia in modo positivo e convincente, e che riesce a offrire una sfida sicuramente non banale.

Vero è che la natura stessa del gameplay non concede spazio a errori di valutazione, e che prima di arrivare all’agognato elicottero è probabile che si debba passare da alcuni tentativi fallimentari.

Si tratta, dunque, di un prodotto particolare, di nicchia, destinato a una precisa tipologia di giocatore: un titolo da consigliare agli appassionati degli strategici a turno, che magari dopo aver provato la versione dimostrativa potrebbero pensare di sborsare gli € 11,99 (forse un po’ troppi) richiesti.

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