Recensione

Yu-Gi-Oh! Capsule Monster Colosseo

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a cura di Fabfab

Quello di Yu-Gi-Oh! é, al momento, uno dei franchise più importanti nelle mani di Konami: nato come fumetto (manga), è poi diventato un cartone animato ed un gioco di carte di successo, sbarcando infine nel mondo dei videogiochi. Si tratta in pratica di una di quelle operazioni multimediali attentamente studiate a tavolino e che dopo il successo ottenuto ha dato vita ad una marea di cloni (qualcuno ha detto “Duel Monster”?).Tuttavia se il gioco di carte, il manga ed il cartone animato sono prodotti discreti, per quanto riguarda i videogiochi non si è mai superata la soglia della mediocrità, specie per quanto riguarda quelli concepiti per le console maggiori: titoli come “Yu-Gi-Oh! I duellanti della rosa” per PS2, “Yu-Gi-Oh! Il regno dell’illusione” per GameCube e “Yu-Gi-Oh! L’alba del destino” per XBox, pur localizzati in italiano, sono andati incontro ad un destino di meritato anonimato, apprezzati solo dai fan più incalliti e disposti a perdonare loro le molte lacune. Ora Konami ed Halifax ci riprovano con questo “Yu-Gi-Oh! Capsule Monster Colosseo”, uno strategico a turni sul genere di Tactics Ogre, ma i risultati non si discostano molto dai predecessori…

Tanti mostri e una scacchieraIl genere dei giochi di ruolo strategici gode di grande tradizione sulle console Sony: è dai tempi della prima PSOne che titoli come “Tactics Ogre” e “Final Fantasy Tactics” deliziano gli appassionati, che poi hanno trovato dei degni successori nei più recenti titoli della Nippon Ichi come il celebratissimo “Disgaea: Hour of Darkness”.Facile dunque capire come sia tutt’altro che facile inserirsi in un mercato simile, anche presentandosi con un prodotto espressamente pensato per i più giovani. Nel titolo Halifax ritroviamo tutti i più popolari eroi (buoni e cattivi) della saga del reincarnato faraone egiziano intenti a sfidarsi nuovamente in duelli non più basati su carte da gioco, ma sull’impiego diretto dei mostri sul campo di battaglia.Quest’ultimo, come da tradizione, è rigorosamente diviso in quadrati, che servono a determinare la quantità di movimento a disposizione di ogni creatura oltre che il suo raggio offensivo; le arene di gioco, inizialmente molto piccole, vanno via via allargandosi col procedere della storia. Il giocatore costruisce il suo mazzo scegliendo i mostri che preferisce e che siano più adatti allo scopo: inizialmente dovrà accontentarsi di quelli messi a disposizione dal gioco, ma in seguito potrà aggiungerne altri acquistandoli oppure strappandoli agli avversari battuti. A differenza che nel gioco di carte normale non esistono magie o trappole, solo i mostri ed i loro eventuali poteri.Ogni creatura è caratterizzata dall’affinità con un determinato elemento (acqua, terra, albero, luce, oscurità e così via) che è, rispettivamente, forte contro un determinato elemento e debole nei confronti di un terzo elemento: ad esempio l’acqua è forte contro il fuoco ma debole nei confronti del vento. Bisogna sempre tenere a mente queste correlazioni perchè attaccare il nemico più sensibile all’elemento del nostro mostro ci pone in una posizione di evidente vantaggio.Inoltre gli elementi naturali influenzano anche i vari terreni di gioco (ce ne sono solo quattro: antiche rovine, città, dungeon e base spaziale anche se ognuna presenta più di una variante), e la cosa può influire pesantemente sullo scontro: combattere con mostri di fuoco su un terreno allagato ci pone in netto svantaggio! Quindi prima di ogni battaglia è bene studiare le caratteristiche del terreno e quelle dei mostri dell’avversario, quindi decidere il proprio schieramento scegliendo i mostro migliori per fronteggiare la minaccia.Curiosamente i mostri sul terreno non vengono raffigurati con le loro fattezze, ma sembrano piuttosto delle varianti dei pezzi degli scacchi (dei mezzibusti, insomma): solo quando due mostri collidono parte una brutta cut-scene – tra l’altro sempre uguale – che illustra l’esito della battaglia e che, per fortuna, può essere disabilitata.

La tattica del kamikazeRimane poco altro da dire: ogni mostro ha un determinato tipo di movimento (in orizzontale, in verticale o in salto, come il cavallo degli scacchi) ed un particolare tipo d’attacco (che si avvale delle stesse modalità del movimento); muovere un mostro o farlo attaccare consuma punti azione e, una volta esauriti, non è possibile fare più alcunché ed occorre passare il turno (ma si ricaricano ad ogni turno). Anche il numero di creature schierabili in ogni battaglia è limitato: ogni terreno mette a disposizione un certo numero di punti ed ogni mostro per essere schierato ha un suo costo. Battaglia dopo battaglia le creature guadagnano esperienza e crescono di livello, guadagnando nuove capacità (come quella di curare gli alleati) e, talvolta, evolvendosi in nuove creature; alcuni mostro possono essere addirittura fusi assieme per dare vita ad una creatura più potente.Vince lo scontro chi annienta tutti i mostri del nemico oppure riesce a distruggere il suo simulacro (un pezzo sul terreno privo di potere offensivo e che và quindi attentamente preservato); purtroppo l’impresa è tutt’altro che difficile, sia perchè il poter sapere in anticipo mostri nemici e composizione del terreno ci avvantaggia non poco, sia perché l’inesistente I.A. degli avversari li spinge a caricarci a testa bassa, senza elaborare uno straccio di strategia, cosicché per trionfare non resta che attenderli al varco.Alla scarsa profondità strategica e all’eccessiva facilità del titolo, che orientano il prodotto verso un target adolescenziale, si aggiunge un comparto tecnico non certo entisiasmante.La grafica delle arene è discreta ma tutt’altro che ricca di dettagli, mentre i mostri in versione pedina degli scacchi sono parecchio anonimi, per non parlare delle loro pessime versioni digitalizzate durante le scene di battaglia! Le silhouette statiche dei protagonisti dell’anime compaiono prime, dopo e durante le battaglie sparando banalità a raffica in lingua inglese o tedesca (a discrezione dell’utente, la voce americana di Yugi è uno spasso…), ben sottotitolate in italiano, mentre il sonoro fa il suo dovere senza irritare, ma non rimarrà certo impresso negli annali dei videogiochi…

– Adatto ai novellini

– 3 carte speciali in regalo

– Facile e superficiale

– Tecnicamente scarso

5.5

L’ennesimo gioco di Yu-Gi-Oh! si concretizza, questa volta, in forma di strategico a turni, sulla falsariga di “Tactics Ogre” e “Disgaea”: peccato che il titolo Konami sia troppo facile, troppo poco strategico e troppo mediocre tecnicamente per riuscire nell’intento.

Consigliato solo ai fan sfegatati del personaggio senza particolari pretese…

Voto Recensione di Yu-Gi-Oh! Capsule Monster Colosseo - Recensione


5.5

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