Il genere dei giochi di ruolo giapponesi ormai non è più, e probabilmente non lo è mai stato, uno dei capisaldi dell’offerta ludica disponibile su PC. Ebbene tra porting non effettuati e conversioni più o meno riuscite che hanno caratterizzato l’intero genere vi è una storica saga da sempre legata a doppia mandandata con il mondo PCistico. Ys: The Oath in Felghana è il remake del terzo capitolo della saga già ammirata in Europa su PSP lo scorso anno e disponibile per PC già dal lontano 2005 anche se solo in giapponese. Ora lo sviluppatore Nihom Falcom, cogliendo l’occasione del lancio su Steam, lo ha aggiornato nuovamente, dichiarando di averlo finalmente completato dopo aver introdotto il supporto a nuove e moderne feature come gli achievement o il cloud saving. Riuscirà a rivelarsi come un titolo degno di essere acquistato nonostante il peso degli anni che si porta sul groppone o crollerà schiacciato dal peso dell’età? Lo scopriremo tra poco ma nel frattempo non possiamo fare altro che sperare in una reazione positiva da parte del pubblico, che in parte è già avvenuta, considerando come il titolo sia stato in grado di dominare la classifica delle vendite di Steam per qualche giorno, così da poter dare credibilità e speranza ai fan che chiedono a gran voce il ri-rilascio di altri capitoli della serie.
Wanderers from Ys
Come già accaduto spesso nel corso di questa serie la storia finisce in secondo piano rispetto a elementi come il gameplay.
Ci si ritrova quindi a vestire i panni di Adol, storico protagonista della serie caratterizzato dall’inconfondibile ciuffo di capelli rossi, e vivere una nuova avventura. Questa volta giungiamo in aiuto della città di Felghana, terra natia del nostro caro amico Dogi. Si vive quindi una storia abbastanza banale e stereotipata, non particolarmente coinvolgente ma sufficiente nel dare un motivo alle nostre gesta procedendo in maniera lineare senza grandi scelte né clamori o momenti esaltanti. I dialoghi si rivelano brevi, comunque spesso e volentieri saltabili rapidamente senza perdersi nulla, piacevoli e divertenti, mai troppo noiosi. Ys: The Oath in Felghana non vuole nemmeno provare a puntare sull’aspetto narrativo, l’idea è infatti quella di non spezzare eccessivamente il ritmo frenetico che permea per intero questa avventura.
Purtroppo, sopratutto se paragonato a tantissimi giochi moderni, il titolo non sempre riesce a dare al giocatore indicazioni chiare su dove andare o cosa fare. Nulla di grave anche se chi è abituato ad avere sempre una destinazione ben segnalata potrebbe magari perdersi in qualche fase di backtracking.
Action JRPG
Il titolo dello sviluppatore giapponese Falcom punta tutto su una dose sensazionale di azione frenetica.
I combattimenti in tempo reale, che permeano e caratterizzano l’esperienza ludica, riescono nella loro disarmante semplicità a convincere pienamente nonostante la natura prettamente side-scrolling, di quello che è comunque un ambiente tridimensionale, possa apparente sembrare limitante. Sia che si giochi con la tastiera, sia che si utilizzi con il pad, ovviamente supportato nativamente sebbe non configurabile a piacimento, i comandi convincono: con un solo tasto si eseguono gli attacchi fisici mentre con un altro si effettua l’attacco speciale selezionato mentre con un terzo si salta. Mitragliarli riesce in qualche modo a essere estremamente appagante; riesce ad esserlo fin dai primissimi istanti di gioco in virtù della sua semplicità. Forse non sono sempre precisissimi quando ci si ritrova ad affrontare nemici volanti ma dopo poco ci si fa il callo. Da segnalare l’introduzione di una modalità “no-fall”, attivabile a piacimento, che impedisce al buon Adol di cadere nel baratro, per poi dover per forza di cose ripetere lunghe sezioni dei dungeon, risolvendo con eleganza un problema che aveva attanagliato la versione per PSP.
È fondamentale essere rapidi nell’eliminare i nemici e nell’avanzare imperterriti così da concatenare lunghe combo, continuando a mettere a segno colpi, e aumentare di conseguenza il fondamentale moltiplicatore dell’esperienza accumulata . Ovviamente i dungeon pullulano letteralmente di nemici così da rendere spesso attuabile suddetta tattica. Con una certa frequenza, a spezzare il ritmo, interverrano imponenti, maestosi ed epici boss a rincarare la dose; è questo infatti uno dei punto salienti del titolo per il quale lo si può apprezzare maggiormente. I check-point di salvataggio sono tutto sommato ben disposti senza mai essere veramente troppo lontani tra loro così da non far rimpiangere l’impossibilità di salvare quando e dove si vuole, anche se effettivamente in alcuni momenti la tensione sale nell’attesa di imbattersi nel prossimo punto di salvataggio.
Per quel che riguarda la complessità Ys: The Oath in Felghana è in grado di soddisfare tutti palati grazie a sei diversi livelli di difficoltà. A molto facile si passeggia letteralmente anche sui nemici più ostici mentre già a normale la sfida proposta riesce a farsi decisamente intrigante, figurarsi ai livelli superiori.
La longevità si attesta sulla decina di ore scarse. La rigiocabilità è praticamente nulla anche se incentivata da qualche modalità aggiuntiva, leggasi time attack e boss rush, e tutta una serie di achievement che richiedono di completare il gioco a diversi gradi di sfida; a meno di non scoprirsi fan incalliti non sussite un vero e proprio motivo tale da rendere necessario completarlo più di una volta.
Direttamente dal 2005
Tecnicamente si intuisce facilmente, anche solo dagli screen, che The Oath in Felghana sia decismente superato ma nonostante ciò mantenga una sua precisa, e tutto sommato piacevole, identità.
La miscela di sprite e personaggi bidimensionali in un ambiente tridimensionale ha un non so che di nostalgico. I poligoni scarseggiano, sopratutto nei dungeon, e le texture non sempre convincono appieno nonostante il sostanziale upgrade rispetto alla versione per PSP. Al contrario gli interni si rivelano decisamente meno spogli e più ricchi di dettagli. Nel complesso si adatta bene alle alte risoluzioni odierne. Non mancano ovviamente i tipici disegni giapponesi dei personaggi che accompagnano i dialoghi. Detto tutto ciò non si può non sottolineare il vero punto di forza di un titolo così anziano: i requisiti minimi sono semplicemente ridicoli. Talmente bassi che anche PC portatili dotati di schede video integrate svolgono egregiamente il loro lavoro senza incorrere in incertezze di sorta.
Per quel che riguarda l’audio si nota la mancanza del doppiaggio: i dialoghi sono esclusivamente scritti e in inglese. Fa da contrappeso una strepitosa colonna sonora. I brani sono variegati e ben ritmati oltre che caratterizzati da quella capacità di lasciarsi contaminare da più generi che nei giochi giapponesi abbiamo ammirato più e più volte. Impossibile che non piacciano: danno la carica e stimolano ad avanzare senza rallentare il proprio incedere.
Segnaliamo, e apprezziamo, infine il già accennato supporto al salvataggio in cloud di Steam.
HARDWARE
SO: Windows XP o successiviProcessore: Pentium III 800 MHzMemoria: 1 GB di RAMScheda Grafica: 32 MB di VRAM, compatibile w/ DirectX 9.0cHard-Disk: 1 GB di spazio libero
– Gioco di ruolo giapponese come di rado si vedono su PC
– Requisiti minimi risibili
– Ottimo accompagnamento musicale
– Azione, azione e ancora tanta frenetica azione
– Non brilla a livello narrativo
– Poco Vario
– Manca di profondità
Tutto sommato Ys: The Oath in Felghana si rivela ancora oggi un buonissimo titolo, riproposto a un ottimo prezzo, per di più appartenente a un genere che sembra latitare sempre di più su PC. Nonostante qualche pecca il titolo risulta comunque piacevole e divertente grazie alle sue meccaniche action. Consigliato senza particolari riserve ai fan del genere, sopratutto nel caso in cui si sia nostalgici o puristi.