Recensione

Ys: The Ark of Napishtim

Avatar

a cura di Fabfab

Circa un annetto fa Halifax distribuiva a sorpresa nei negozi italiani un action/gdr di scuola nipponica, un certo “Ys: the Ark of Napishtim”. La sorpresa derivava da tutta una serie di ragioni: la saga di Ys non è particolarmente nota o amata in occidente, il comparto tecnico risultava volutamente old-gen, il prezzo di vendita era piuttosto basso (tenendo presente gli standard di Halifax) e il gioco era pure localizzato in italiano, una scelta inattesa considerando che nel nostro paese i gdr giapponesi raramente vengono tradotti. Per tutta questa serie di ragioni il gioco ha riscosso un discreto successo tra gli appassionati del genere, pur non potendo certo annoverarsi tra i grandi classici.Ora, a dodici mesi di distanza, la stessa Halifax ci propone anche la sua versione portatile, contribuendo ad incrementare il numero di giochi di ruolo che ultimamente inondano la Psp. Inoltre Ys è il primo gdr giapponese per il portatile Sony a venire localizzato in italiano: basterà ad elevarlo al di sopra degli altri?

Un eroe rossocrinitoTrattandosi di un porting da PS2 e non di un capitolo inedito, il protagonista è sempre Adol Chrstin, un coraggioso combattente dalla capigliatura rosso fuoco e dalla spada implacabile. La nave su cui Adol viaggia viene risucchiata da un tremendo vortice acquatico e il ragazzo naufraga così su un’isola sperduta. Per sua fortuna viene soccorso da due giovani e graziose sacerdotesse, che si caratterizzano per le orecchie a punta e la coda di animale, tanto per renderle più kawaii possibile. Ben presto Adol avrà modo di farsi valere aiutando le due ragazze e gli altri abitanti dell’isola contro i mostri che la infestano. La cosa più curiosa che emerge dalla trama di Ys è che – una volta tanto – il protagonista è un eroe che si limita ad aiutare in una situazione di pericolo contingente, e non il solito predestinato su cui poggiano le speranze di salvezza dell’intero universo: una trama più raccolta che ben si accompagna col minimalismo del prodotto in questione.

Ruolo e azioneL’impatto grafico è quasi identico a quanto visto su PS2: sprite di personaggi super deformed, ambienti colorati ma piuttosto spogli, visuale isometrica dall’alto. Come in ogni gioco di ruolo di matrice nipponica molto del tempo lo si spende nella costante esplorazione di ambienti e dungeon, sempre ostacolati da orde di creature ostili. Inizialmente il protagonista dispone di una semplice spada, ma col procedere dell’avventura verrà in possesso di armi ben più micidiali, ognuna affine ad una qualche potere naturale (fuoco, vento, fulmine) e passabile di venire ulteriormente upgradata mediante raccolta ed utilizzo di apposite pietre. Inoltre queste armi dispongono di un attacco elementale disponibile una volta riempita l’apposita barra a suon di uccisioni.Il gameplay è molto basilare, tutto ruota attorno all’esplorazione ed ai combattimenti. Questi ultimi sono in tempo reale, i nemici risultano pertanto evidenti a schermo ma è sempre sconsigliabile evitare le battaglie perché per procedere nel gioco è indispensabile dedicare buona parte del tempo di gioco ad aumentare il livello del personaggio. La frequenza e ripetitività degli scontri uniti a una scarsa varietà di mosse a disposizione (attacco, salto, attacco in salto, poteri speciali dell’arma utilizzata) richiedono una certa pazienza ed amore per il genere, altrimenti si rischia seriamente di stancarsi presto, problema ulteriormente evidenziato dai troppi caricamenti presenti nel gioco. Non essendo la mappa di gioco particolarmente ampia, occorre aspettare qualche secondo ogni volta che si passa da una schermata all’altra, ma in questo modo l’esplorazione finisce col risultare troppo frammentata e sfiancante.La storia procede attraverso numerose scene di intermezzo realizzate mediante la medesima grafica del gioco, oltre ad alcune sequenze animate in stile anime ed alle belle silouette dei personaggi che ci permettono di ammirare il raffinato character design.La longevità si attesta sulla decina di ore, a seconda di quanto tempo si dedica al level up e ai vari mini-giochi che si sbloccano durante la partita.In tema la colonna sonora, che accompagna adeguatamente le varie situazioni, mentre rispetto alla versione PS2 é misteriosamente scomparso il doppiaggio, ora tutti i dialoghi sono solo testuali…

– Tanta azione e combattimenti

– Buona varietà di nemici

– Troppi caricamenti

– Gameplay decisamente ripetitivo

6.2

Il titolo Konami è un action rpg di matrice palesemente nipponica, decisamente classico sia nel comparto tecnico che per quanto riguarda la giocabilità. Se su PS2 il risultato finale si poteva considerare comunque piacevole, specie per gli appassionati retrogamer, questo porting per Psp soffre invece di una cattiva conversione che comporta un’eccessiva frequenza e durata dei caricamenti: considerando che la natura stessa del gioco richiede continui passaggi da un’area all’altra, il problema incide non poco sulla godibilità finale.

Voto Recensione di Ys: The Ark of Napishtim - Recensione


6.2

Leggi altri articoli