Ad uno anno esatto dal debutto del franchise in occidente, torna, sugli schermi della famiglia di console 3DS, Yo-Kai Watch, brand amatissimo dai più giovani che ha saputo ritagliarsi una consistente fetta di mercato, soprattutto in patria, dov’è da poco stato pubblicato il terzo episodio.
Seguendo le orme di Game Freak, Level 5 ha stavolta optato per una doppia versione: Yo-Kai Watch 2 sarà quindi disponibile sul mercato, a partire dal prossimo 7 aprile, tanto nella versione intitolata Spiritossi quanto in quella intitolata Polpanime, con spiriti e quest secondarie esclusive per ognuna delle due.
Dopo aver passato ore a catturare spiritelli nei posti più improbabili, per poi arruolarli nel nostro party, siamo pronti a dirvi cosa pensiamo di questo seguito diretto, a cui la stampa specializzata statunitense, a differenza di quella nipponica, ha riservato un’accoglienza molto più tiepida rispetto al primo capitolo.
Il trionfo del cliché
In questa occasione più che mai, vista la marcata somiglianza con il predecessore, consigliamo di leggere la recensione del primo capitolo, pubblicata su queste pagine durante la scorsa primavera:
Yo-Kai Watch 2, tanto nella sua versione Spiritossi quanto in quella Polpanime, ricalca pedissequamente quanto visto nel primo capitolo, per una ragione molto semplice che già il buon Buddybar ha evidenziato nel suo
provato di qualche giorno fa.
In Giappone, questo secondo episodio è stato il primo a uscire dopo la pubblicazione dell’anime, che, di fatto, ha sancito l’enorme successo del franchise anche al di fuori dei consueti confini del medium videoludico, generando giocattoli, merchandising, gadget e tanto altro.
Come spesso accade, l’anime ha settato standard leggermente differenti nei toni, nei rapporti tra i personaggi (soprattutto quello tra Whisper e Nathan, più buffo e sopra le righe che mai), e nella scrittura generale, che ha virato maggiormente verso i gusti di un pubblico ampio.
Questo ha spinto Level 5 a fare del secondo episodio una sorta di nuovo inizio, visto che, dopo il successo della serie televisiva, il bacino di pubblico era enormemente aumentato, con la grande maggioranza dei nuovi adepti che non aveva giocato alla prima sortita videoludica del franchise.
Questo spiega perché, soprattutto durante la prima decina di ore di gioco, Yo-Kai Watch 2 risulti una copia carbone del prodotto giocato solo dodici mesi fa, a partire dalla trama, che si appoggia pigramente a due dei cliché più abusati della storia dei videogiochi (l’amnesia e i viaggi nel tempo) per provare a spingere un plot onestamente molto debole, che risulta uno degli aspetti meno riusciti della produzione.
In questi frangenti, come anche per quanto concerne tutto il resto della produzione, come vedremo in seguito, Yo-Kai Watch 2 risulterà tanto stucchevole a coloro i quali conoscono già ogni vicolo di Valdoro quanto fresco e godibile per tutti i neofiti: parliamo di un prodotto bifronte, a cui non è stato per nulla facile affibbiare un voto.
Senza dilungarci ulteriormente su un plot stanco e ritrito, che migliorerà solamente nella seconda metà dell’avventura, basti sapere che il protagonista si troverà derubato dei suoi ricordi e del suo Yo-Kai Watch, e sarà quindi costretto a ripercorrere esattamente le sue stesse orme di un anno prima, quando aveva incrociato Whisper quasi per caso ed era stato iniziato al variopinto mondo degli Yo-Kai.
Versione 1.5
Anche a livello di meccaniche di gioco questo sequel si discosta davvero poco dal titolo che lo ha preceduto: il combat system, centrale come in ogni JRPG che sia degno di questo nome, è rimasto sostanzialmente immutato rispetto ad un anno fa, e, come avrete capito se avete letto la precedente recensione, questa non rappresenta una brutta notizia per quanto ci riguarda, visto che non ci era affatto dispiaciuto.
Il giocatore è ancora al comando di sei Yo-Kai disposti in cerchio, con tre sempre in prima linea e tre pronti a subentrare in qualsiasi momento con un semplice tocco di pennino: a seconda della tribù di appartenenza e del carattere, ogni Yo-Kai si comporta in un modo diverso una volta in combattimento, preferendo affidarsi alle magie piuttosto che alla forza bruta, favorendo i propri compagni o, semplicemente, fermandosi e pensando agli affari suoi.
Il giocatore deve tenere conto di un discreto numero di varianti: per caricare le super mosse è necessario disegnare o picchiettare come dei forsennati sullo schermo tattile di 3DS, così come è necessario affrontare minigiochi basati sul pennino anche per purificare gli Yo-Kai rimasti vittima di status alterati durante lo scontro.
Nonostante sia innegabile un certo grado di passività, abbiamo trovato rilassante ed unico questo sistema, che viene peraltro rifinito in questa seconda uscita dopo qualche ora di gioco, quando il protagonista entra in possesso dello Yo-Kai Watch Zero, costruito da suo nonno sessant’anni prima.
Alle consuete funzioni degli orologi contemporanei, questo modello affianca il Poke e la M-Skill, che innalzano, in qualche modo, il coinvolgimento del giocatore durante i combattimenti, cercando forse di ovviare alle critiche mosse da una parte della stampa specializzata ai tempi dell’uscita del primo capitolo.
La prima di queste due funzioni può essere utilizzata in due maniere: una offensiva, con la possibilità di concentrarsi su una specifica parte del corpo di un nemico e colpirla ripetutamente durante tutta la durata dello scontro (utilissima soprattutto in occasione di certe boss fight sul finire della storia principale), ed una di supporto, se così vogliamo dire, che consente di strattonare e spingere a combattere i summenzionati Yo-Kai pigri, che si limitano a sbadigliare e battono la fiacca nel bel mezzo di uno scontro.
L’altra funzione, M-Skill, introduce una dinamica di rischio e ricompensa che può tornare utile in caso ci si trovi alle strette: attivandola, si aumenterà la potenza delle mosse Energimax, ma, per farlo, sarà necessario risucchiare energia non solamente dallo Yo-Kai direttamente interessato, ma anche dai due che gli stanno accanto.
Nonostante vi abbiamo fatto ricorso solamente in due circostanze durante le oltre venti ore necessarie al completamento della storia, questa meccanica potrebbe tornare utile ai giocatori più giovani, magari in difficoltà contro i boss più impegnativi.
In quanto ad offerta ludica, poi, Yo-kai Watch 2 non lesina contenuti, e, anzi, quasi raddoppia le cose da fare rispetto al predecessore, se si tiene presente che, oltre ad avere accesso a nuove aree di Valdoro, contenenti numerose quest opzionali, adesso è possibile visitare altri tre centri abitati, raggiungibili tramite noiosi viaggi in treno prima e specchi riflettenti poi.
Anche il numero degli Yo-Kai complessivi è aumentato considerevolmente, passando dai trecento del capostipite ai circa quattrocentocinquanta di questa doppia versione.
A proposito di doppia versione, abbiamo avuto modo di spendere qualche ora anche con l’altra versione del gioco, e, sulla falsariga dei titoli dedicati ai Pokemon, abbiamo constatato che le differenze sono minime, relegate ad una manciata di Yo-Kai esclusivi (ma comunque scambiabili via internet con gli amici) e di quest secondarie, molte delle quali legate proprio alla cattura di alcuni di questi esemplari.
L’acquisto dell’una o dell’altra versione, quindi, dipende solamente da preferenze estetiche.
Tutto come prima
Più che spendere parole inutili su un comparto tecnico praticamente identico a quello del capitolo precedente, che brilla soprattutto per la caratterizzazione e la cura nella direzione artistica complessiva, preferiamo concentrarci sull’altra novità consistente rispetto al titolo uscito nel 2016: l’implementazione del multiplayer online.
In Yo-Kai Watch 2 sarà possibile, oltre a scambiare, come anticipato, le medaglie Yo-Kai con i propri amici, sfidarli online in un combattimento tra party che segue le stesse regole di quelli visti nella modalità single player.
Questa feature funge anche da sprone a collezionare più Yo-Kai possibile, soprattutto quelli più rari e difficili da addomesticare, perché, se arrivare in fondo alla storia principale si rivela compito assai poco impegnativo, com’era, d’altronde, già nel prequel, primeggiare nelle sfide online contro i party dei giocatori più agguerriti è tutta un’altra storia.
– Ingloba e migliora il predecessore…
– Godibile dai più giovani ma non solo
– Multiplayer online e quasi duecento nuovi Yo-Kai…
– …tanto da sembrare quasi lo stesso gioco
– …ma per il resto le novità latitano
Il voto finale assegnato a Yo-Kai Watch 2 rappresenta una media matematica tra l’otto pieno che il titolo merita se fruito come punto d’ingresso nel franchise, visto che espande, migliora e completa l’offerta ludica del predecessore, e il sette che sembra invece il voto più giusto per tutti coloro che hanno già battuto palmo a palmo Valdoro dodici mesi fa.
Il riciclo di tantissimi elementi di gioco, dalla trama (quantomeno nella prima parte) al sistema di combattimento, potrebbe far storcere il naso a chi si aspettava novità più sostanziali, ma è pur vero che, preso in sé, questo capitolo migliora, seppur senza stravolgere, tutti gli aspetti che ci erano piaciuti del primo titolo, aggiungendo le funzionalità online e quasi duecento nuovi Yo-Kai.
Se, quindi, non conoscete il franchise, questo secondo capitolo rappresenta una ghiotta occasione per fiondarvici, mentre potreste voler aspettare un calo di prezzo se avete finito solo da pochi mesi le vostre scorribande in compagnia di Whisper e Jibanyan.