Xenosaga Episode II - Jenseits von Gut und Bose
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a cura di Alastor
La nascita di Xenosaga ci rimanda un pò a ritroso nel tempo, quando, nel 1998, Square pubblicò quello che è considerato il miglior JRPG per PlayStation insieme al leggendario Final Fantasy VII: Xenogears. Come da tradizione, il gioco non arrivò in Europa, ma divenne ben presto venerato da migliaia di fan giapponesi e americani (e da quei pochi fortunati europei che hanno avuto la possibilità di giocarci). Nel 2001, il team che aveva realizzato Xenogears si staccò da Square, fondando la Monolith Soft, sussidiaria di Namco, che nel 2002 riportò alla luce il progetto Xeno-Saga, con Der Wille zur Macht (Volontà di Potenza: ricordo che ogni capitolo della serie ha come sottotitolo il titolo di un’ opera del filosofo dell’ ‘800 Niezstche, infatti il terzo episodio, attualmente in lavorazione, sarà sottotitolato Also Sprach Zarathustra, Così parlò Zarathustra) , che, come il suo illustre predecessore, non raggiunse i lidi europei. Nel 2004 arriva Jenseits von Gut und Bose (Oltre il Bene e il Male): ma stavolta la musica è cambiata: anche i giocatori europei, da Novembre 2005, possono immergersi nell’ universo di Xenosaga…
XenotramaSin dalla sua prima apparizione, questo travagliato ma intrigante progetto di Square prima, e di Namco poi, è stato caratterizzato da un intreccio complesso, profondo e coinvolgente, in virtù di una trama capace di affrontare temi forse addirittura troppo profondi per quello che, alla fine, rimane un “semplice” videogioco. In Episode I, la “Volontà di Potere” degli uomini, che sempre tendono a conseguire i propri obiettivi di conquista non riconoscendo i propri limiti, era il punto focale di alcune dure riflessioni dell’ enigmatico Margulis, uno dei “cattivi” della trama. “Cattivi”? Esistono il “male” e il “bene” in senso assoluto? Come possaimo affermare con certezza che un qualcosa è “male”? Sarà così per tutti? Episode II parte esattamente da questo concetto, ovvero la mancanza di criteri assoluti nel poter giudicare ciò che è “bene” e cio che è “male”; è incredibile constatare come ciò che viene definito “videogioco”, un gioco virtuale, possa essere veicolo di tematiche vicinissime al mondo della filosofia (il relativismo morale), che potrebbero per alcuni sembrare inopportune in una forma di intrattenimento quale è il videogioco. A ben vedere, l’intero intreccio di Xenosaga, mix di teorie religiose, filosofiche, politiche, sociali, rappresenta un punto decisamente a favore dell’ opera Namco, che offre spunti di riflessione non da poco. In Episode II ritorna, profondamente modificato nel design, il fantastico cast del primo episodio: Shion, l’ ingegnere della Vector insicura e tormentata, Chaos, l’enigmatico ragazzo che sembra in qualche modo legato a KOS-MOS, lo splendido automa creato da Shion (da notare il dualismo caos-cosmo), MOMO, il Realian custode dei segreti del Dr. Mizrahi, Jr., l’ URTV legato al folle Albedo, Ziggy, il soldato suicida reso robot; vi è però una new-entry, Jin, fratello di Shion, di cui faremo la conoscenza nel prologo del gioco. Il nostro folto gruppo, alla fine di Episode I, è ancora alle prese con i misteri dello Zohar, ma molti di questi non hanno ancora una risposta…
XenogameA pieno diritto Jenseits von Gut und Bose rientra nella categoria degli RPG giapponesi, JRPG (Japan Role Playing Game per gli smemorati), nonostante annoveri tra le sue caratteristiche alcune particolarità, che è giustio menzionare. Innanzitutto, nel gioco non è possibile acquistare/vendere alcun tipo di articolo, dagli oggetti alle armi, a differenza della quasi totalità dei JRPG, da Final Fantasy a Dragon Quest: gli oggetti sono acquisibili dai mostri sconfitti, le armi invece, molto semplicemente, non esistono (parleremo più avanti delle caratteristiche del Battle System)! E’ palese che questa mancanza di negozi implica la necessità di utilizzare con oculatezza le risorse disponibili, per fare in modo di non farsi mancare al combattimento contro il boss di turno gli oggetti di primaria importanza. Anche il sistema di battaglie presenta peculiarità non indifferenti: oltre alla già citata mancanza di armi, il sistema messo in piedi dai Monolith non presenta il solito BS; i combattimenti si svolgono con un sistema di turnazione ripreso da FFX, quindi con turni reali, in cui le azioni sono effettuabili con un ordine preciso (ma ovviamente modificabile tramite abilità o/e magia): tutti i protagonisti (tranne Shion e MOMO, che utilizzano attacchi ES, ovvero di potere magico) possono portare attacchi a tre altezze diverse, A (alto) B (medio) C (basso): ciò è fondamentale, in quanto ogni nemico ha il suo punto debole, che una volta abbattuto, ci darà un discreto vantaggio; è possibile attaccare con combo di 2 colpi, per esempio BC (medio e poi basso), BB (medio-medio) CB (basso e poi medio) e così via. Nella necessità di concatenare il maggior numero di combo si inserisce il comando Stock (Riserva), che permette, sacrificando un turno, di accumulare energia, che potrà essere utilizzata al turno successivo per incatenare un ulteriore attacco (il massimo di Stock effettuabili è 3): questo sistema permette di effettuare giocate estremamente gratificanti. Esempio: party formato da KOS-MOS, Shion e Chaos. KOS-MOS, (dopo aver stockato una volta) con una combo CBC lancia il nemico in aria, allora Shion lo colpisce mentre è in aria (solo lei, MOMO e Jr possono attaccare dalla distanza), e infine Chaos infligge ulteriore combo una volta che lo sofrtunato di turno è arrivato a terra: inutile dire che il danno inflitto avrà dell’ incredibile, e che questa è solo una delle possibilità che si aprono nei combattimenti. Gli attacchi combinati rappresentano una gusotsa possibilità: due personaggi possono effettuare all’unisono un attacco incredibilmente potente, possibile quando i due hanno uguale quantità dell’ energia stockabile richiesta per la micidiale tecnica; ulteriori Double Attack vanno sbloccati tramite svariate sub-quest. Ogni personaggio può utilizzare la magia (offensiva, difensiva e di cura), senza restrizioni: questo ci rimanda a una scelta poco felice del gameplay di Xenosaga, ovvero l’ apprendimento delle skill. Ogni skill è acquisibile da ogni personaggio tramite gli Skill Points ottenuti nelle battaglie, senza differenze di sorta: nelle intenzioni del team di sviluppo questo doveva garantire libertà decisionale, ma l’effetto ottenuto e che alla fine i memebri del party hanno tutti le stesse abilità; era sicuramente necessario un minimo di diversificazione delle abilità, per fare in modo che ogni personaggio avesse delle proprie tecniche esclusive, per rendere il tutto meno piatto e più variegato. Oltre ai classici combattimenti a piedi, la serie Xenosaga è sempre stata caratterizzata dalle battaglie a bordo dei mastodontici mech della serie, gli ES (AGWS in Episode I), utilizzabili in sezioni prestabilite e dotati di propri parametri e punti esperienza; gli ES sono 3, e in ognuno di essi sono presenti due personaggi, uno come pilota principale, l’altro come pilota di supporto (sono modificabili solo i personaggi di supporto, quelli principali sono fissi nei rispettivi mech): per quanto le battaglie degli ES non siano molto diverse rispetto a quelle pedestri, offrono un’apprezabile variazione sul tema. Come abbiamo visto, i difetti non mancano dal PDV del gameplay, ma l’esperienza messa a disposizione del titolo, fatta di esplorazione, enigmi e combattimenti rimane piacevole e per nulla problematica. Le sub-quest occupano una posizione di rilievo, poichè, tramite la loro risoluzione, si renderanno disponibili nuove skill, Double Attacks e molto altro. Le missioni secondarie principali sono due: la Global Samaritan Campaign e i Segment Address; la prima, come dice il nome stesso, ci farà affrontare svariate sfide, nell’intento di risolvere i grattacapi di svariati abitanti dell’universo: si va dall’ evitare il black out di Second Miltia fino alla scoperta del cocktail adatto al Capitano dell’ Elsa, Matthews; gran parte delle sub-quest è racchiusa in questa spassosa ma impegnativa sotto-missione. Nella Segment Address, invece, dovremo scovare porte di color rossastro disseminate per i dungeon, che al loro interno nascondono inestimabili premi, oggetti di preziosa rarità introvabili in altri luoghi. Le missioni secondarie non si fermano qui, e per chi cerca un’ulteriore sfida sono presenti dungeon segreti, boss opzionali dall’incredibile potenza e molto altro ancora. La longevità del titolo migliora alla grande se si ha intenzione di portare a termine tutte questi compiti secondari: infatti, completando solo la main quest, è impossibile impiegare più di 25 ore, un valore un pò al di sotto della media del genere, noto per la grande longevità di cui ogni titolo si può fregiare.
Xenographics & SoundDal punto di vista grafico, i due anni passati dall’esordio nipponico si fanno indubbiamente sentire: la resa grafica generale si assesta su livelli più che dignitosi (con picchi di gran qualità nei filmati di intermezzo), con ambientazioni ricercate e ben realizzate, modelli poligonali discreti nonostante le imperfezioni (aliasing) ed effetti di luce che rendono il tutto più colorato e piacevole alla vista; unico aspetto non sempre convincente sono alcune animazioni, poco realistiche e leggermente legnose. Nei combattimenti la resa generale si fa meno pulita, pur mantenendo un livello qualitativo più che discreto. Lavoro totalmente positivo si segnala sul fronte del Character design, che, nonostante la forte sterzata verso il realismo e alle perfette proporzioni rispetto al look manga-style di Episode I, matiene quello stile semplice e pacato ma fortemente caratteristico, a partire dal design di Shion e KOS-MOS, fino ad arrivare alle forme sinuose dei mech ES, che più di una volta rimandano alla mente i lavori di Yoji Shinkawa per la serie Zone of The Enders della Konami. L’ audio conferma la cura riservata da Monolith nella realizzazione di ogni aspetto del titolo: si passa dalle tracce dai suoni freddi e metallici delle città ai motivi corali incredibilmente evocativi vicini alla religione, fino ad arrivare allo splendido Ending Theme, Sweet Song; gli effetti sonori sono discreti, nonostante talvolta vi siano evidenti imperfezioni (nelle battaglie su territorio sabbioso, a volte i passi hanno un suono metallico…), e il doppiaggio, di buonissimo livello, non lascia molto spazio alle critiche (perfetta la voce di Chaos, si adatta perfettamente al personaggio).
Note a margineAlcune considerazioni su aspetti di secondaria importanza. Il cofanetto contenente 3 DVD (2 DVD di gioco e uno con il riassunto di Episode I), assolutamente eccezionale dal punto di vista estetico, oltre a rappresentare il classico pezzo da collezione per ogni appassionato di JRPG, testimonia la cura con cui il titolo è stato portato in Europa da Sony (certo, il rammarico per la mancata traduzione in italiano rimane, anche se l’inglese impiegato non è affatto complesso….). Il DVD con le scene di intermezzo di Episode I, nonostante non presenti la trama del primo capitolo per intero, è utile per riuscire a comprendere le vicende che hanno portato a Episode II: non allarmatevi, grazie al DVD bonus, è possibile comprendere la trama senza difficoltà, anche senza aver giocato il primo episodio.
– Grafica piacevole…
– Finalmente Xenosaga in Europa!
– Trama e personaggi di incredibile spessore
– DVD bonus per la trama di Episode I
– ….ma vecchiotta!
– Per gli standard dei JRPG, longevità non eccelsa
– Discutibili alcune scelte di giocabilità
8.0
La pubblicazione di un episodio di Xenosaga in territorio europeo è un vero evento del mondo videoludico. E’ quello che non ti aspetti, un fulmine a ciel sereno, che arriva quando i giocatori europei sono sempre più presi dal solito tie-in del film del momento oppure dall’ ennesimo capitolo di PES e GTA: eppure, a una più attenta riflessione, è incredibile constatare che, in poco più di un anno, gli JRPG stanno iniziando a prendere piede anche in Europa, da sempre ultima ruota del carro per questo genere prettamente nipponico. Nonostante un comparto grafico che risente dell’età e scelte non sempre felici nel gameplay, il secondo capitolo dell’epopea di Namco è un titolo meritevole di attenzione da tutti gli appassionati del genere, che hanno voglia di immergersi in un fantastico universo, in cui si dipiana una trama incredibilmente credibile e coinvolgente, come raramente si è visto in questa generazione. In definitiva, chiunque si ritiene appassionato di questo genere, ha l’obbligo di acquistare Xenosaga Episode II, per far si che l’avventura di Xenosaga in Europa non si concluda, prematuramente, con l’apparizione di questo secondo capitolo.
Voto Recensione di Xenosaga Episode II - Jenseits von Gut und Bose - Recensione
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