Nato nel lontano 2008 da uno studio di progettazione bielorusso, World of Tanks è una favola tutta moderna sul come un gioco free-to-play non debba essere forzatamente un pozzo oscuro dove dover gettare i risparmi di una vita se si vuole competere o, perlomeno, divertirsi in modo serio. Nato da appassionati di militaria e mezzi corazzati come un piccolo progetto competitivo per utenti PC, in meno di dieci anni World of Tanks ha saputo guadagnarsi la fiducia di milioni di videogiocatori sparsi un po’ ovunque nel globo, facendo sì che la versione PC fosse poi nel tempo affiancata prima da una versione Xbox 360, poi da una versione Xbox One, e infine una versione PS4 pubblicata gratuitamente sul PSN. Come detto poc’anzi, la creatura di Wargaming.net è cresciuta a tal punto – grazie ad una community forte di circa 80 milioni di giocatori sparsi nel globo – da divenire nel 2014 il primo e-sport tutto europeo, con tanto di torneo finale a Varsavia, in Polonia. I più assidui del nostro sito, difatti, potranno ricordare l’intervista che proprio il sottoscritto fece a Mohammed Fadl (la trovate
QUI, se volete recuperarla) che, nei suoi uffici parigini, ci parlò dei progetti ambiziosi e a lungo termine che Wargaming.net aveva in serbo per la sua splendida creatura. Ma ora, senza dilungarmi oltre, vi spiegherò perché World of Tanks, che viene dall’ottima versione pubblicata su Xbox One, sia a tutti gli effetti un buon titolo anche su PS4 e del perché molti di voi che oggi sentono parlare per la prima volta di Wagaming.net dovrebbero farci un pensiero. Che tanto il primo giro è gratis, non vi preoccupate.
Niente pollici, ora si usa il cervello
Partiamo da lontano che una rinfrescata fa bene a tutti, magari anche a quelli che non hanno mai messo mano a World of Tanks in vita loro. World of Tanks è un competitivo solamente online in cui due squadre si sfidano in diverse modalità a bordo di cingolati di diverse epoche, e gli obiettivi possono variare, andando dal distruggere per intero la squadra avversaria fino al conquistare la base nemica. Dimenticate la frenesia degli fps a cui siete abituati di solito: seppur le partite non durino molto, in WoT la tattica e la pazienza sono gli ingredienti fondamentali per portare a casa la vittoria. Quello che vi troverete tra le mani, difatti, sarà un prodotto ibrido, che si distacca di molto dall’orizzonte del panorama videoludico odierno, e mixa diversi generi in un titolo abbastanza unico. Il giocatore e la sua squadra sono al centro del combattimento, sarà dunque di vitale importanza dividersi per compiti e ruoli, un po’ come succede in altri giochi di natura diversa. Nato come shooter dalla forte inclinazione MMO, WoT è un tps tattico, lento ed intelligente tanto nelle sezioni di shooting quanto in quelle di manovra dell’intera squadra. Del resto, nel competitivo online, le partite si portano a casa solamente con un serrato teamwork. Dal lavoro di scout, fino a quello di artigliere nella retroguardia che serve a bloccare le eventuali avanzate nemiche, tutti avranno un compito ben preciso e solo una buona coordinazione permetterà alla squadra di sottomettere l’altra. A seconda del proprio stile di gioco, i giocatori potranno scegliere centinaia di carri armati, suddivisi in cinque classi a seconda della loro struttura e della loro funzione sul campo di battaglia (leggeri, medi, pesanti, cacciacarri ed artiglierie semoventi). Ogni cingolato, a meno che non venga modificato, avrà una gittata medio-lunga, una velocità e un’armatura variabili a seconda del tipo di mezzo scelto. Vista la complessità del titolo e dei movimenti in campo, l’unica strategia che paga, almeno all’inizio, è quella di specializzarsi in un certo tipo di ruolo, facendo progredire il nostro mezzo verso un certo tipo di sviluppo tecnologico e di equipaggio che ci permetterà di assecondare meglio il nostro gioco.
Mamma, mi hanno invaso la PlayStation
Figlia in tutto e per tutto della versione PC e gemella della sua controparte Xbox One, questa versione di World of Tanks per PS4 mostra tutta la maturità tecnica e creativa raggiunta da Wargaming.net. Nella versione di casa Sony, difatti, potremmo trovare le centinaia di carri armati rilasciati via via nel tempo e tutte le modifiche aggiunte al gameplay. Attraverso un albero tecnico diviso per nazionalità di costruzione, potremo scegliere tra tantissimi modelli di cingolati che spaziano da quelli prodotti negli anni ’30 fino a fine anni ’70. Dalla versione gemella della Xbox One questa versione PS4 eredita anche la fluidità e la semplicità dei comandi. Far migrare un videogioco pensato su mouse e tastiera ad un joypad lo sappiamo che non è mai facile, ma in questo caso gli sviluppatori bielorussi hanno saputo integrare al meglio l’uso dei due stick analogici, che comandano rispettivamente la torretta del cannone e la direzione di marcia del veicolo, e dei dorsali, con i quali è facile mirare, zoomare ed infine fare fuoco. Dunque nulla da dire su gameplay e comparto tecnico, con quest’ultimo che riesce ad attestarsi stabilmente sui 1080p e sui 60fps fissi, e non viene scalfito da cali marginali fino a 55fps in alcuni momenti, forse dovuti allo “stress” da lag. Quello che non convince, invece, è il comparto grafico, molto al di sotto della potenza dell’ammiraglia Sony. Seppur un lavoro di pulizia e rinvigorimento delle texture, rispetto alle vecchie versioni PC ed Xbox, sia stato fatto un po’ dappertutto, di certo World of Tanks non brilla per bellezza scenica, soprattutto di fronte agli effetti di esplosioni e fiamme che appartengono in tutto e per tutto alla generazione passata. Poco male se si pensa al quadro generale, aiutato sicuramente da una scientifica minuziosità nella ricreazione dei carri armati e nella più totale fedeltà in fatto di nomi, forme e volumi dei veicoli(seppur alcuni di quelli inseriti siano solo dei prototipi e mai dati alla produzione in serie). In pratica, appassionati di militaria siete avvertiti, qui c’è del pane per i vostri denti.
Concludendo l’analisi tecnica del titolo, non si può non parlare dei server di Wargaming.net, sempre puntuali e raggiungibili, fondati su una stabilità che ha reso celebre la casa di produzione bielorussa. Nelle svariate ore di test del titolo, i picchi di lag apparenti su cui sono inciampato li potrei contare adesso sulle dita di una mano. E probabilmente mi avanzerebbe pure qualche dito.
Quando finisce il divertimento ed iniziano i soldi
Di certo i titoli free-to-play sono titoli ostici da valutare e, eventualmente, da consigliare ad un pubblico già mediamente informato che segue abitualmente il giornalismo settoriale videoludico. Il perché è presto detto: un titolo che permette l’avanzamento del giocatore solamente a fronte di un esborso monetario è difficile da analizzare in maniera oggettiva. Nel caso di World of Tanks questa affermazione è vera, ma solamente in parte. In un competitivo online free-to-play, infatti, ciò che potrebbe alterare gli equilibri e assottigliare la differenza di potenziale tra un giocatore esperto e un novizio sta tutto nel bilanciamento dei mezzi e degli equipaggiamenti che si possono ottenere pagando o meno con soldi veri. In World of Tanks questa tendenza è rimpicciolita dal grande lavoro che gli sviluppatori hanno portato avanti in tandem con la community e che il team di Wargaming.net ha implementato con gli aggiornamenti arrivati negli anni. Non nego che avere un account Premium dia diritto ad avere dei vantaggi non indifferenti, come ad esempio il conseguimento di doppia esperienza a fine combattimento che quindi permette di sviluppare il proprio cingolato al doppio della velocità, o per esempio l’accesso ad alcuni carri armati altrimenti bloccati per il resto degli utenti, chiamati proprio per l’occorrenza Mezzi Premium. Ma che questo non vada a sfiduciare troppo i nuovi giocatori o quelli che semplicemente non vogliono investire nel titolo bielorusso dei soldi reali: con molta pazienza e tanto grinding sarà possibile raggiungere gli stessi risultati e soprattutto, cosa assai più importante, competere alla pari con gli utenti Premium. Nonostante il divario di fondo tra utenti che possono permettersi di spendere soldi veri ed utenti che non possono permetterselo, World of Tanks è comunque un titolo gratuito che si lascia giocare da tutti, in modo completo, fin dal primo momento. Ciò che non ho del tutto apprezzato, ma sono sicuro aumenterà con il tempo, è la ricchezza limitata di mappe e modalità, al momento su PS4 ferme ad una manciata.
– Profondo ed appagante
– Strategico puro senza troppi fronzoli
– Gratuito
– E’ pur sempre un free-to-play
– Il comparto grafico non è al passo con i tempi
– Talmente impegnativo che non può essere adatto a tutti
Forte dell’esperienza maturata negli anni, World of Tanks approda su PS4 nella più splendida delle sue forme. Nonostante la natura free-to-play che permette – senza mai obbligare – di avvantaggiarsi all’interno del titolo con molte microtransizioni, World of Tanks si presenta come uno shooter tattico estremamente competitivo, in cui il lavoro di squadra deve essere coordinato al secondo e dove la più futile delle incertezze può compromettere un’intera partita. Vi avvertiamo, per la sua intrinseca difficoltà e la vitale necessità di fare del grinding, World of Tanks non è un gioco adatto a tutti, meno che mai ai giocatori occasionali che si aspettano partite veloci in cui far roteare i pollici e staccare il cervello. Nonostante ciò, la creatura di Wargaming.net è uno dei tps più completi in circolazione e saprà ripagare il vostro impegno con grandi soddisfazioni. Un giro ve lo consigliamo: il primo è sempre gratis.