Windjammers, la recensione per chi non vuole che l’estate finisca
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Il tempismo con cui arriva Windjammers sulle nostre PS4 (e PSVita) è oltremodo eccezionale. L’estate è agli sgoccioli, sebbene ormai da qualche anno sappiamo che il caldo durerà fino a settembre inoltrato. Se può sembrare oltraggioso andare al mare nel periodo settembrino, ben meno oltraggioso sarà tirarsi dei frisbee, come in estate. Ci pensa DotEmu a farci sudare pad di PlayStation 4 alla mano, come sudavamo davanti ai cabinati o ai primi emulatori per PC.Questa nuova edizione di Windjammers è, in tutto e per tutto, una riproposizione molto fedele dell’originale targato Data East del 1994: stessi personaggi, stesse modalità di gioco, con l’aggiunta della componente online che dà letteralmente una marcia in più al titolo. Il gioco dell’estate videoludica 2017? Forse sì.
Un’altra estate che facciamo?Un pochino di storia per chi non fosse abbastanza acculturato e/o anziano. Windjammers in Giappone si chiamava Flying Power Disc e, come detto, fu pubblicato da Data East nel 1994. L’idea è semplice: prendere Pong ed infilarci dentro un frisbee e sei personaggi dall’estetica tipicamente “nineties”. Le partite si svolgono uno contro uno, in campi che ricordano quelli del tennis. La differenza è che i lati lunghi del campo fungono da sponde, quindi il frisbee può rimbalzare per creare traiettorie imprevedibili. Proprio sulle traiettorie e sulla velocità di risposta si basa il gameplay di Windjammers. A seconda della velocità con cui si rilancia il frisbee, il tiro sarà sempre più veloce, con l’esecuzione del “tiro supersonico” in seguito al tempismo perfetto di rilancio. Oltre al tiro normale è possibile effettuare un pallonetto, con il quale si guadagnano due punti se il frisbee cade a terra. Normalmente, un tiro andato a segno può conferire tre o cinque punti, a seconda della zona in cui il frisbee va ad impattare, rispettivamente gialla o rossa.Ogni campo, inoltre, ha delle differenze in termini di dimensioni. Ci sono campetti più stretti, in cui le partite saranno giocoforza la fiera dei rimbalzi, o alcuni che in concomitanza della rete hanno dei paletti, i quali renderanno ancora più imprevedibili le traiettorie dei frisbee. Windjammers è tutto riflessi e velocità, ma non solo, perché ci sono alcuni tecnicismi che rendono il gioco più profondo e non un button smasher senza senso. Per i tiri normali è possibile anche applicare un effetto al frisbee, compiendo una mezza luna con l’analogico (o con la croce digitale, ben più precisa in generale) in una delle direzioni, per far curvare il frisbee nella rispettiva direzione. Inoltre, oltre alle differenze in termini di velocità e potenza del tiro, ogni personaggio è capace di eseguire un tiro speciale. Farlo non è semplice, perché bisogna ricevere il frisbee con una difesa completamente immobile, così che l’oggetto compia una traiettoria in aria per qualche istante. In quel momento, sarà necessario spostarsi sotto al frisbee e caricare il tiro, sempre immobili, che potrà essere normale ma anche un pallonetto ad altissima velocità. Ogni personaggio ha il suo tiro, dicevamo, che viene urlato dallo stesso come fosse una mossa speciale di un cartone animato giapponese. Lo spettacolo, insomma, è altissimo e il sistema di gioco aiuta a buttarsi fin da subito nella mischia senza nessun problema, per poi concedere altrettante soddisfazioni a chi invece vorrà diventare un jammer senza rivali in tutto il globo.
Vabbé, tiriamoDotEmu ha fatto anche un buon lavoro per quanto riguarda l’estetica. Il gioco gira di sana pianta senza aggiustamenti radicali di sorta. Si può scegliere se giocare in 16:9 o 4:3 (vi consiglio caldamente quest’ultima opzione), dove in questo caso si può anche selezionare una cornice a tema per riempire lo schermo. Sono stati aggiunti anche una serie di filtri per modificare lo schermo, con tanto di emulazione dell’effetto CRT, fastidioso ma godibile per gli aficionados del vintage tecnologico. A parte queste soluzioni, le uniche modifiche stanno nei menù e nell’estetica dei personaggi off-screen per così dire. Si sprecano ovviamente gli sprite e la pixel art, tutti ottimi e ben integrati nel tema di Windjammers.Detto questo, la modalità single player è rappresentata dal classico arcade, nel quale si vestono i panni di uno dei personaggi per affrontare tutti gli altri e sconfiggerli. Già a difficoltà normale il gioco rappresenta una bella sfida, nonché un ottimo tutorial per imparare a conoscere i pregi ed i difetti di ogni atleta. In mezzo all’arcade sono presenti due minigiochi (riproposti anche a parte per essere giocati singolarmente), Dog Distance e Bowling. Nel primo bisogna lanciare il frisbee e, nei panni di un cane, cercare di inseguirlo per poi raccoglierlo schivando i bagnanti distesi sulla spiaggia, ed altri ostacoli. Sul bowling c’è poco da dire, se non che al posto della palla a tre buchi si tira il frisbee.Si può giocare in multiplayer locale ovviamente, ma soprattutto online come accennato prima. Partita rapida e partita classificata è il binomio classico del genere che viene riproposto anche in Windjammers. Ho giocato un po’ in entrambe le modalità, e devo dire che ho trovato l’esperienza altalenante. Purtroppo, non essendoci la possibilità di selezionare la regione di ricerca dei giocatori, capita che si giochi con persone dall’altro lato del mondo, con il ping che ovviamente sale alle stelle. Tuttavia non ho mai riscontrato problemi di latenza ma solo dei rallentamenti costanti, seppur molto fastidiosi in alcuni casi. Insomma, se la vostra intenzione è quella di scalare le classifiche mondiali (si parte dalla lega legno fino a salire, con acquisizione o perdita di punti per ogni vittoria o sconfitta) potete farlo mettendovi il cuore relativamente in pace.
Divertentissimo ancora oggi
Buon inserimento del multigiocatore online
L’effetto nostalgia è devastante
È un porting diretto, nel bene e nel male
Un paio di personaggi inediti in più e il multigiocatore a quattro non avrebbero guastato
7.5
Windjammers è un grande ritorno che chiude questa estate insospettabilmente ricca di titoli. Tolta l’aggiunta del multiplayer online, si tratta sostanzialmente di un porting del titolo del 1994. Un porting però di un titolo che, ancora oggi, è divertentissimo e funziona ancora alla grande. L’esperienza è gioco forza ripetitiva alla base, ma il sistema di gioco abbastanza stratificato può tenervi incollati con lo scopo di perfezionare tutti i tecnicismi. Certo, inserire un paio di nuovi personaggi e una modalità per quattro giocatori sarebbe stato il colpo di grazia, lo ammetto.