Nata nel 1999 con Homeworld, Relic Entertainment si è affermata nel corso degli anni nel campo degli strategici su PC, consacrandosi definitivamente con il mai troppo apprezzato Company of Heroes.Con Dawn of War II la casa di Vancouver tenta di bissare il successo ottenuto con la fortunata licenza di Games Workshop. Il risultato è un titolo che vive di una vera e propria doppia identità: da una parte, un single player votato più all’azione che alla strategia vera e propria, dall’altra un multiplayer di stampo più classico. Queste due esperienze offrono stili di gameplay molto differenti, facendo di Dawn of War II un prodotto del tutto particolare.
Corvi SanguinariIl focus della longeva campagna singolo giocatore è incentrato sulle vicende dei soli Space Marines, e più in particolare dei Corvi Sanguinari. Il pianeta Calderis rischia di cadere sotto le pressioni degli Orki, e nei panni di nuovo comandante della task force dovremo impressionare il Capitolo respingendoli con successo.La vicenda si infittisce già alla fine del tutorial, andando a coinvolgere anche le altre fazioni tipiche del background di Warhammer 40.000, tra cui i Tiranidi e gli Eldar.Ciononostante, la componente narrativa rimane per tutto l’arco della campagna in secondo piano, affidata più ai dialoghi di fine missione che alle poche, seppur ispirate, cut scene. Gli appassionati troveranno pane per i loro denti, sotto forma di citazioni e collegamenti, mentre i neofiti rischieranno di rimanere confusi, e di non appassionarsi più di tanto al brand.
Azione o strategia?L’approccio alla campagna singolo giocatore potrebbe stupire, o addirittura scoraggiare, l’appassionato di RTS classici: ci si trova al comando di un massimo di quattro squadre con a capo altrettanti Eroi, con un risultante esiguo numero di unità a schermo. Gli obbiettivi implicano perlopiù la conquista di punti strategici o l’eliminazione di bersagli, e spesso le missioni si chiudono con boss fights. Non vi è alcun accenno alla raccolta di risorse, né alla costruzione di una base.Questo inusuale gameplay ibridato con l’action non rinuncia del tutto alla gestione tattica degli scontri, grazie ad un intuitivo sistema di coperture, all’importante ruolo giocato dal fuoco di copertura e sbarramento, ed alle abilità uniche che caratterizzano i comandanti delle varie squadre. Equipaggiate con armi differenti, le squadre tendono infatti ad essere strutturare in modo da ricoprire ruoli precisi sul campo di battaglia, dalla prima linea, alla copertura con armi pesanti, all’infiltrazione dietro le linee nemiche. Il gameplay risultante è frenetico, e richiede una buona visione complessiva della battaglia, unita ad una gestione rapida dei punti di forza delle varie squadre. L’intelligenza artificiale nemica è ben sviluppata, e sfrutta a dovere i vantaggi offerti dal terreno di scontro, effettuando talvolta interessanti accerchiamenti.La longeva campagna singolo giocatore comincia con una fase di tutorial molto ben sviluppata, che abbraccia le prime cinque o sei missioni sul pianeta Calderis: a quel punto il giocatore riceve la possibilità di spostarsi verso altri pianeti tramite una mappa stellare di facile utilizzo: alla rappresentazione grafica di ogni pianeta corrisponderà anche l’indicazione di quali battaglie è possibile combattere, con brevi descrizioni a fianco. Man mano che si fa carriera, si ottengono via via più squadre, ognuna con la propria abilità speciale: dato che sul campo di battaglia se ne possono portare sempre e solo quattro, la scelta di quali condurre in battaglia di volta in volta in base al tipo di obbiettivo da completare diventa fondamentale. L’elemento ruolistico, tipico della licenza di Warhammer, è stato implementato in due aspetti: l’accumulo di punti esperienza, il cui quantitativo a fine missione viene calcolato in base alla qualità del giocato, che possono essere distribuiti su 4 valori di ogni Comandante, all’occasione sbloccando nuove abilità speciali. Inoltre, l’inventario, che permette di equipaggiare armi ed armature rinvenute sui campi di battaglia, oppure ottenute in ricompensa di fine missione.Purtroppo la campagna singolo giocatore soffre di missioni tutte troppo simili tra loro, con le stesse mappe rirproposte più volte, e tipologie di nemici tutto sommato simili tra loro. Per quanto il mix action/rts funzioni, a volte si sente la mancanza di un approccio più profondo al combattimento. Il livello medio di difficoltà è piuttosto basso, data l’impossibilità di game over a meno che tutti e 4 i comandanti non rimangano incapacitati, cosa davvero molto rara; le stesso bossfights di fine livello non presentano una particolare sfida.
MultiplayerInteressante la possibilità di giocare in cooperativa, anche se il giocatore guest non manterrà i punti esperienza ed il loot maturati una volta tornato alla propria campagna.Il comparto multiplayer si delinea come un’esperienza completamente differente dalla campagna: innanzi tutto il giocatore trova a sua disposizione 4 differenti razze, che agli Space marines affiancano Orki, Eldar e Tiranidi, ognuna con le sue peculiarità.Una volta sul campo, si scopre un gameplay che fa della conquista e del mantenimento delle risorse sul campo una delle chiavi per la vittoria; si avrà a disposizione una base, da cui si potranno sfornare le unità, ed all’occasione potenziarle con un consueto sistema ad albero, che sblocca via via upgrade sempre più importanti.Questa impronta più strategica farà senza dubbio la gioia degli appassionati.Purtroppo le modalità sono solo due, una conquista di punti strategici, ed un semplice deathmatch. Anche il carnet di mappe non soddisfa: sono in tutto sette, divise per modalità tra scontri a sei giocatori e uno contro uno.
Comparto TecnicoIl comparto tecnico che muove Dawn of War II si basa su un design che sfrutta al meglio la licenza di Games Workshop. Il livello di dettaglio che è possibile notare al massimo livello di zoom lascia a bocca aperta, ed a chiudere il cerchio ci pensano un comparto animazioni vastissimo, effetti particellari ottimi ed ambienti parzialmente distruttibilil.Il comparto audio sfoggia una colonna sonora degna di un kolossal hollywoodiano, ed effetti sonori meritevoli di essere ascoltati ad altissimo volume.Il titolo gode del supporto Games for Windows Live, che dà accesso allo sblocco di obbiettivi in stile Xbox 360 ed al matchmaking dedicato, e di Steam, che garantisce aggiornamenti in background costanti.
HARDWARE
Requisiti minimi:
Windows XP SP2 o Windows Vista SP1 processore Pentium 4 @ 3.2 GHz (single core) o qualsiasi Dual Core 1 GB RAM (XP) / 1.5 GB RAM (Vista) scheda video da 128 MB (Shader Model 3) – Nvidia GeForce 6600 GT / ATI X1600 5.5 GB di spazio su disco
Requisiti consigliati: Windows XP SP2 o Windows Vista SP1 processore AMD Athlon 64×2 4400+ o qualsiasi Intel Core 2 Duo 2 GB RAM (XP e Vista) scheda video da 256 MB (Shader Model 3) – Nvidia GeForce 7800 GT / ATI X1900 5.5 GB di spazio su disco
– Campagna singolo giocatore longeva e dinamica
– Gameplay innovativo
– Comparto tecnico d’eccezione
– Gameplay troppo action
– Missioni ripetitive
– Solo 7 mappe e 2 modalità multigiocatore
8.0
Giudicare questo Warhammer 40k: Dawn of War è un compito reso difficile dalla sua doppia natura. La campagna singolo giocatore, fortemente contaminata con l’action, aiuta senza dubbio a svecchiare il genere e ad avvicinare fette di pubblico più ampie al genere strategico, ma la mancanza di una vera base tattica e il livello di difficoltà blando difficilmente incontreranno il favore dei puristi del genere.
Dall’altra parte vi è un multiplayer che, a fianco di un’ottima struttura, propone un numero di modalità e mappe troppo esiguo per durare a lungo.
Nel complesso, il lavoro di Relic si rivela per certi versi innovativo e molto curato nei dettagli, ma alcune mancanze tanto nel single player quanto nel multi giocatore non permettono di elevarlo al rango di capolavoro che molti aspettavano.
Il consiglio d’acquisto va a tutti coloro che sono disposti a provare un’interessante miscela di action ed RTS, mentre i puristi del genere strategico dovrebbero perlomeno provarlo prima di decidere.
Voto Recensione di Warhammer 40.000: Dawn of War II - Recensione