Quando si tratta di wrestling videoludico, il primo nome che viene alla mente è sempre Yuke’s. Il team di sviluppo di Osaka ha un pedigree che pochi altri possono sfoggiare in questo campo, e ha accumulato numerosi successi grazie alla cura quasi maniacale dei suoi prodotti, e alla notevole passione per la spettacolare disciplina dimostrata quasi ogni anno.
Con WWE ‘12 gli sviluppatori nipponici avevano promesso una rivoluzione della serie, ma la ghigliottina gli si è parzialmente rivoltata contro, facendo non pochi feriti. Da una parte la critica è rimasta estasiata dal solito impegno dimostrato in fase di sviluppo e dalla massa del titolo, ma altrettanti giocatori hanno vociato non poche preoccupazioni riguardanti il rinnovato sistema di combattimento, e la non riuscitissima modalità “Road to Wrestlemania”.
Saranno riusciti gli Yuke’s a risolvere le magagne del predecessore e a creare il wrestling game definitivo con il capitolo appena uscito?
A champion needs attitude
Cominciamo con il fiore all’occhiello di WWE ’13, i contenuti. Nelle modalità quest’anno sono state aggiunte alcune chicche interessanti, ed è stato reintrodotto il WWE Universe mode, il cui ritorno era richiesto a gran voce da molti appassionati. Per chi non lo sapesse, il WWE Universe mode vi darà assoluto controllo sulla stagione, permettendo di decidere quali incontri disputare tra quelli previsti, di modificare la lista degli eventi a piacere, gestire lo svolgersi e l’evoluzione delle storyline e persino scegliere a chi affidare le numerose e sempre luccicanti cinture da campione. Si tratta di un’ottima modalità carriera, che farà la felicità di tutti coloro che hanno sempre voluto vestire i panni del buon Vince McMahon, ma a nostro parere impallidisce di fronte al valore della Attitude Era, una nuovissima opzione che farà rivivere ai fan gli anni d’oro del wrestling.
L’Attitude Era Mode non è semplicemente una variante della carriera spinta dalla narrativa, è una sorta di enciclopedia giocabile della storia della WWE. Interpreterete oltre trenta superstar diverse, tra cui figurano nomi leggendari quali Bret Hart, i D-Generation X e Steve Austin, e ne rivivrete la storia tramite numerose missioni a obiettivi e un gran quantitativo di video storici. Se siete fan dell’industria da anni o semplicemente volete ripercorrerne i momenti migliori, l’Attitude Era per voi sarà una manna dal cielo.
Entrambe le modalità principali mantengono la solita finezza tipica delle produzioni Yuke’s, ma pur essendo in grado di estasiare molti utenti non mancano alcuni piccoli problemi. Il principale è la mancanza di un tutorial cristallino in grado di spiegare a dovere le complesse meccaniche delle numerose tipologie di match che si affrontano, e di introdurre un neofita al profondo sistema di controlli (ci sono varie schermate che spiegano il tutto, ma l’apprendimento tramite pratica diretta è da sempre il migliore). WWE ’13 è chiaramente pensato per chi è già un proselito della serie, eppure un paio di sforzi in più per rendere il tutto più accessibile non sarebbero stati una scelta sciocca. L’altro problema sono gli obiettivi della modalità Attitude, non sempre chiarissimi e a volte alquanto irritanti, visto che basta un piccolo errore per costringere a ripetere uno scontro spesso duraturo.
Il gameplay del gioco, poi, non aiuta. Saremo anche davanti a un lavoro impressionante, che offre agli utenti praticamente ogni mossa esistita o esistente nel wrestling professionistico, ma permangono le mancanze notate già nel capitolo precedente, prima fra tutte un sistema di counter tutt’altro che impeccabile. Prese, lanci, submissions e compagnia bella sono ancora facili da eseguire e piuttosto intuitive, peccato che il combattimento ruoti ancora quasi tutto attorno alle contromosse, che richiedono la pressione di un tasto con il giusto tempismo una volta subita una specifica tecnica. La finestra temporale nella quale inserire l’input è ancora poco chiara: varia a seconda della mossa e a forza di pratica è possibile per un giocatore dominare la tecnica, ma la precisione della risposta non sembra mai essere impeccabile, e capita di veder fallire un counter apparentemente perfetto senza ragione, o di trovarsi in difficoltà contro lottatori dalle statistiche particolarmente elevate (che sembrano influire sulle tempistiche almeno in minima parte). Come prevedibile, l’intelligenza artificiale non avrà invece alcuna difficoltà a trasformarvi in un mocio Vileda durante un contrasto, cosa che costringe spesso ad abusare di colpi e prese in corsa per avere la meglio ai livelli di sfida più elevati. Anche la precisione dei comandi non è perfetta, e la semplice richiesta di lanciare l’avversario sul tavolo dei commentatori può risultare spesso più fastidiosa di quanto sia lecito pensare. Certo, a forza di combattere le mancanze del sistema si possono aggirare, ma era comunque necessario lavorare sulla staticità del tutto e non è stato fatto.
Ho muscoli che nemmeno esistono
C’è un aspetto dell’opera di Yuke’s che non può in alcun modo venir criticato, l’editor dei personaggi. La personalizzazione del proprio combattente rasenta la follia: le possibilità sono sconfinate, ogni singola mossa può venir modificata e ogni fattore, dalle pose di vittoria alle singole statistiche, può venir selezionato a piacere. I già numerosissimi oggetti disponibili per ogni creazione inoltre aumentano esponenzialmente a forza di completare i capitoli dell’Attitude Era. Ci vuole poco per creare il proprio lottatore ideale, ma è sempre possibile modificarlo in ogni momento, e un perfezionista potrebbe facilmente perdere settimane solo allo scopo di plasmare la superstar dei suoi sogni.
Tecnicamente il titolo purtroppo non vanta la stessa qualità dell’editor, a causa di un motore ormai datato, con modelli tridimensionali non dettagliatissimi, animazioni poco fluide e ring estremamente basilari popolati da spettatori cubettosi. Carina l’aggiunta degli OMG! Moments, attacchi speciali che fanno partire brevi quick time events e aggiungono spettacolarità agli incontri, ma non basta a risollevare una grafica che andrebbe aggiornata.
Nulla da eccepire sul sonoro, che sfrutta il materiale televisivo per offrire ai giocatori un’esperienza il più possibile vicina a quella originale, e sul roster, enorme come sempre. A un blasfemo della WWE molte delle scenette potranno sembrare eccessivamente over the top, ma è da sempre lo stile del marchio e i veterani lo ameranno. Vorremmo potervi dare informazioni precise anche sulla qualità dei server, altro neo del precedente capitolo. Yuke’s ha promesso un lodevole miglioramento dell’esperienza online in questo capitolo, ma è impossibile testare a dovere il netcode finché le lobby non si popolano. Noi ci fidiamo… più o meno.
– Tantissimi contenuti e grande cura per il dettaglio
– L’Attitude Era Mode farà la gioia dei fan di vecchia data
– C’è il WWE Universe Mode
– Opzioni di personalizzazione impressionanti
– Le serie problematiche del sistema di combattimento non sono state risolte
– Tecnicamente datato
WWE ’13 è sicuramente un netto miglioramento rispetto al precedente episodio, ma era necessaria una spinta evolutiva più massiccia per ritornare a livelli di eccellenza. Le problematiche del sistema di combattimento non sono state risolte, e tecnicamente la serie inizia a mostrare i suoi anni. Il lavoro di Yuke’s rimane sempre un must have per i fan del wrestling, un’enorme enciclopedia giocabile contenutisticamente sconfinata, ma sarebbe ora di rifinire ogni aspetto a dovere. Siamo fiduciosi, il team nipponico non è solito stagnare troppo a lungo.