Recensione

Voldemort: Origins of the Heir, la recensione del fan film italiano

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a cura di YP

Voldemort: Origins of the Heir è sulla bocca di tutti da diverso tempo: si tratta di una produzione italiana, Tyangle Films, che ha voluto realizzare un fan film ambientato nel mondo di Harry Potter che racconta le origini del Mago Oscuro, l’erede di Serpeverde. Il progetto ha riscosso successo sin da subito, grazie ai primi trailer e screenshot che mostravano una qualità visiva pazzesca, per una pellicola prodotta con neanche quindicimila euro. Opera di Gianmaria Pizzato, autore e regista abile nell’uso degli effetti speciali in grado di unire una componente estetica degna di nota a una storia assai intrigante. Origins of the Heir infatti ci porta nel passato remoto di Hogwarts per raccontarci le fasi della vita di Tom Riddle più cupe e significative, quello che lo trasformeranno definitivamente nell’essere ripugnante che tutti conosciamo e, nel mio caso, apprezziamo. Fatte le doverose promesse, e congratulandoci con i ragazzi di Tryangle per quello che sono stati in grado di realizzare, tuffiamoci nell’analisi di un film che, nonostante l’ottima base di partenza, non è esente da difetti. Vi ricordiamo che Origins of the Heir è disponibile su YouTube, trovate il video comodamente qui sotto.

Le Origini dell’Erede vive di luci e ombre: da una parte l’immensa qualità visiva, della fotografia e della messa in scena, dall’altra un plot forse troppo ambizioso che compromette in parte il risultato finale, unito al doppiaggio, di cui parleremo in seguito. Partiamo dalla componente puramente tecnica, incredibile se consideriamo il budget con cui è stata realizzata: la tecnologia contemporanea permette di ottenere grandi risultati anche con budget ridotti, ma il fan film di Tryangle gioca comunque in un’altra categoria. Dalle scenografie, agli scontri con le bacchette, passando per gli incantesimi e tutto il resto; quello che si presenta davanti ai nostri occhi è un prodotto dall’enorme qualità, che talvolta non sfigura neanche se accostato a produzioni con budget milionari. Saremmo davvero curiosi di vedere un backstage delle fasi di post-produzione, perché il risultato è senza dubbio notevole e invidiabile. Dopo che l’occhio ha avuto la sua parte, bisogna però prestare attenzione anche al modo in cui quest’affascinante storia ci viene raccontata; ebbene è proprio qui che il film presta il fianco a più di qualche critica. 
L’incipit narrativo intrigante si perde in inutili complicazioni, infarcendosi di dettagli e personaggi che se evitati avrebbero solo giovato alla storia. Ci spieghiamo meglio: inserire i diversi eredi delle casate e andare in quella direzione narrativa, piuttosto che concentrarsi unicamente su Tom, la sua vita e la sua psiche, è stata una scelta che ha compromesso in parte la solidità di un racconto che in fin dei conti risulta piacevole, moderatamente intrigante ma purtroppo poco incisivo. Mettere al centro della storia solamente Tom Riddle avrebbe sicuramente generato un altro effetto. A questo si unisce il doppiaggio, in alcuni momenti un po’ imbarazzante: gli attori, in quanto italiani, hanno recitato nella nostra lingua per poi esser doppiati in un separato momento. Questo ha portato a scene con audio fuori sync, oppure a sfumature vocali ed emozionali poco consone a quello che accade all’interno della sequenza. Aprire il film alla scena internazionale è stata una scelta azzeccata (ad oggi 8 milioni di visual su YouTube), ma non potevamo non esprimere il nostro dubbio, soprattutto perché in certi momenti la scarsa bontà del doppiaggio è stata alquanto fastidiosa.

Visivamente mozzafiato

Prodotto con un budget molto ridotto, ne esce a testa più che alta

Il nuovo punto di riferimento per i fan film

Trama che in fin dei conti risulta poco efficace

Doppiaggio mediocre

7

Tirando le somme, Origins of the Heir ha coraggio ed entusiasmo e, soprattutto, vale la pena d’esser visto. Certo, è pur sempre una produzione che ha dovuto fare i conti con un budget risicato e per quanto sia impacchettata benissimo, mostra comunque più di qualche difetto. Non si può comunque non premiare un’operazione del genere, orgoglio nostrano che sta facendo il giro del mondo: al netto di pregi e difetti, siamo sicuri che apprezzerete un film che trasuda amore e passione verso la saga di J.K Rowling. Siamo inoltre curiosi di sapere quale sarà il futuro di Tryangle Films, ennesimo esempio di come il cinema italiano possa partorire anche prodotti d’intrattenimento slegati dal solito cliché della commedia di Zalone e simili, avvicinandosi a quello che è il format dei blockbuster internazionali.

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