Recensione

Virtual On: Oratorio Tangram

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a cura di Star Platinum

Recentemente rilasciato attraverso il marketplace di Xbox Live, il gioco che vi presentiamo oggi rappresenta una delle produzioni Sega di maggior carisma, che purtroppo non riuscì a conquistare un successo al pari di altri celebri titoli pur conquistando un’ampia fetta di appassionati per via dell’innovativo sistema di gioco introdotto. Virtual On: Oratorio Tangram resta di fatto un gioco interessante e particolare, in quanto ispirandosi ad un mondo cibernetico costituito da robot e ambientazioni fantascientifiche, cala il giocatore all’interno di dinamiche che per l’epoca erano molto originali ed anche oggi, a distanza di tanti anni, appaiono comunque piacevoli nel complesso. Cerchiamo di scoprire cosa potreste portavi a casa investendo 1200 Microsoft Points.

Armi non convenzionaliPrecisiamo subito, a beneficio di tutti coloro che non avessero avuto modo di giocare al titolo nella sua versione originale, che l’edizione in oggetto non ha subito particolari miglioramenti se non a livello puramente estetico e per quanto riguarda l’introduzione della modalità online, che in origine era stata richiesta a gran voce da tutti i fans della serie. Fatta questa breve premessa, è importante sottolineare come questa produzione possa risultare molto più accattivante al di là del puro valore qualitativo rappresentato, agli occhi di tutti quegli appassionati di animazione giapponese che con Gundam e simili hanno trascorso la propria infanzia. L’atmosfera che avvolge Virtual On è infatti pesantemente influenzata da tali richiami e tutti quegli elementi che si penserebbe di trovare in un combattimento tra robot sono stati in questo caso sapientemente riprodotti, a beneficio di una struttura che nella sua immediatezza è contraddistinta da una certa profondità di gioco.All’atto pratico, la meccanica si compone di una sorta mix tra due generi ben distinti, ossia quello degli sparatutto in terza persona e gli action game di stampo più recente. In quest’ottica, potremmo definire il prodotto Sega come una sorta di antenato di Dynasty Warriors: Gundam 2, in quanto pur presentando notevoli differenze dal punto di vista dei contenuti e delle possibili azioni effettuabili, si tratta in buona sostanza di dover combattere contro un avversario (sarete voi a scegliere se umano o controllato dalla cpu) in duelli all’ultimo bullone all’interno di arene tridimensionali di forte ambientazione futuristica. Ogni momento che precederà l’azione vera e propria, ad esempio come la scelta del proprio alter ego, rappresenta di fatto un perfetto anello di raccordo realizzato in stile alla produzione, in cui il giocatore prenderà il comando della propria unità assistendo al lancio di quest’ultima verso il campo di battaglia. La telecamera virtuale, posta alle spalle del proprio personaggio, segue in maniera convincente l’azione sottolineando con repentini spostamenti ogni attacco ed azione difensiva intrapresa verso il nemico. Come descritto in precedenza infatti, tutti i personaggi altro non sono che robot, diversi tra loro per dimensioni, potenza di fuoco, scudi, armi a disposizione e caratteristiche estetiche. Alcuni risultano più bilanciati ma non eccedono in alcuna caratteristica, altri invece appaiono orientati ad esempio verso i combattimento a corto raggio risultando carenti dal punto di vista dell’arsenale per attacchi da lunghe distanze. Solo con molta pratica ognuno potrà riuscire ad individuare il robot che meglio si adatta alle sue preferenze, ed è proprio a questo punto che si colloca uno dei difetti del gioco.

Distruzione onlineRispetto a quanto si possa erroneamente pensare, nonostante un’apparente linearità del gameplay (potrete variare pochi parametri modificando il set di armi a vostra disposizione e personalizzando a livello di colori il mech) l’approccio vero e proprio necessita di un periodo d’apprendimento mediamente lungo. Nonostante il buon sistema di controllo studiato, che risulta in linea con quanto era stato messo a disposizione con l’originale cabinato da sala giochi, per utilizzare al meglio le varie tecniche d’attacco, ma soprattutto per acquisire tutti i fondamentali rudimenti di tipo difensivo occorrerà ben più di una partita in quanto ogni avversario agisce secondo un’intelligenza artificiale ben sviluppata e prima che possiate rendervene conto potreste ritrovarvi a corto d’energia finendo inesorabilmente distrutti senza averne capito le ragioni. Il ritmo di gioco è infatti molto (anche troppo in certi casi) elevato e solo se disporrete di tempi di reazione minimi potrete aver ragione del nemico ricorrendo al vostro intero potenziale e sfruttando al meglio non soltanto le caratteristiche del mech ma anche gli stessi elementi dello scenario, utili a trovare parziale riparo dal fuoco nemico. A livello di varianti, la possibilità di affrontare un avversario umano attraverso l’online si rivela divertente ed apprezzabile, anche se sempre rapportata al grado di esperienza di cui si dispone, che potrebbe penalizzare non poco la giocabilità se doveste incontrare avversari già preparati. Dal punto di vista tecnico, nonostante i miglioramenti grafici presenti, che in teoria dovrebbero consentire al gioco di beneficiare di una risoluzione ben maggiore, l’impatto iniziale non lascia intravedere grandi cambiamenti in positivo. Ciò è dovuto principalmente al fatto che gli elementi poligonali già in origine non brillavano certo per varietà, soprattutto per quanto riguarda le strutture presenti nei livelli, mentre per quanto riguarda il mecha design adottato è ancor oggi pregevole e ricco di fascino. L’engine poligonale supporta l’azione in maniera ottima, mostrando grande fluidità su schermo e aiutandosi con una telecamera virtuale che si rivela efficace anche se non sempre ottimizzata al meglio come punto d’osservazione. Ottimi invece gli effetti di luce e le esplosioni riprodotte. Discreto il sonoro, con musiche di sottofondo nella media ed effetti apprezzabili, che riescono a fornire una bella prospettiva dei combattimenti riproducendo in maniera convincente il rumore del proprio robot e delle armi utilizzate, risultando simili a quelli di un anime di genere robotico.Dal punto di vista dell’originalità non si può certamente parlare di un prodotto incredibile e nemmeno a livello di modalità a disposizione le opzioni sono particolarmente estese, se si escludono le varianti della Battle in single player. Sicuramente la possibilità di giocare contro un avversario umano rende le cose migliori, ma la longevità varierà di conseguenza a seconda di quanto il gioco riesca a catturare la vostra attenzione.

– Uno dei più carismatici giochi Sega

– Gameplay ad alto ritmo…

– Eccellente per gli appassionati di serie robotiche

– Longevità limitata

– …ma a tratti potrebbe risultare caotico

– Curva d’apprendimento mediamente lunga

7.3

Virtual On: Oratorio Tangram potrebbe essere considerato come un efficace mix tra uno sparatutto in terza persona ed un action game, ispirato da un forte mecha design che lo rende accattivante ed in parte diverso dai soliti arcade. La particolarità del prodotto Sega, sopravvissuta immutata nonostante gli anni, è legata principalmente all’ottima atmosfera che permea la produzione facendola assomigliare ad un anime giapponese grazie ad un gameplay che con spettacolarità e dinamismo potrebbe ricordare molti famosi prodotti legati all’animazione, primo fra tutti Gundam.

A livello tecnico si avverte un po’ il peso degli anni, soprattutto per quanta riguarda la realizzazione delle strutture poligonali e di alcune scelte cromatiche non sempre azzeccate. Se saprete andare oltre i difetti segnalati in sede di recensione e v’interessa avventurarvi in sfide all’ultimo raggio laser anche online contro un avversario, prendete in considerazione questo prodotto, considerando che non si tratta di un capolavoro assoluto ma rappresenta uno dei migliori titoli che appartenne alla ludoteca del Dreamcast, riproposto oggi ed ancora appezzabile.

Voto Recensione di Virtual On: Oratorio Tangram - Recensione


7.3

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