Untold Legends: Dark Kingdom
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a cura di Fabfab
Per arricchire un lancio americano non troppo esaltante, quanto a quantità di titoli disponibili, Sony ha pensato bene di proporre uno dei suoi franchise che su Psp ha riscosso un discreto successo. Untold Legends è da un paio di anni sinonimo di action rpg, con netta prevalenza della componente d’azione. La serie nasce ad opera dei SOE, creatori del ben più noto universo di Everquest, di cui UL dovrebbe rappresentare un’appendice. I programmatori lavorano al genere da parecchio tempo, dato che oltre ai due capitoli di UL per Psp ci sono anche i due Champions of Norrath usciti per PS2. Dunque l’intento è quello di traghettare la serie anche sul nuovo gioiello di casa Sony, peccato che ad arrivare sull’altra sponda della next generation sia un titolo che in tutto e per tutto appare identico ai predecessori…
I cavalieri del re contro… il re!Il gioco è ambientato nel mondo fantastico di Dureth e al giocatore viene chiesto di impersonare uno degli eroi che combattono per riportare la pace nel regno. Infatti il sovrano ha tradito i suoi sudditi e i suoi fedeli cavalieri vendendosi alle forze del male in cambio di potere: per questo ora il regno è piombato nella disperazione, mentre non morti e mostri vagano liberamente sulla terra.Dark Kingdom ci permette di scegliere il personaggio da impersonare attraverso un’ampia rosa di eroi che prevede ben tre, e sottolineo tre, scelte: il guerriero, il mago, la gnocca. Il guerriero è ovviamente potente nel corpo a corpo ma piuttosto lento, il mago è imprevedibilmente potente negli attacchi a distanza ma debole negli attacchi ravvicinati, la gnocca è poco vestita ed è una via di mezzo tra i due che fa dell’agilità il suo punto di forza. Il bello (nel senso di “brutto”) è che per ovviare alla scarsità di personaggi, i programmatori hanno ben pensato di non introdurre personalizzazioni di alcun tipo. Il che naturalmente non vuol dire che non si otterranno armi e vestiti più potenti di quelli iniziali, ma che sotto l’aspetto visivo non cambierà niente e l’eroe rimane invariato. Una chicca proveniente direttamente dai tempi di Golden Axe!
Paladini della brutalitàNaturalmente i videogiochi insegnano da sempre che il modo migliore per venire a capo di un problema tipo i demoni che camminano sulla terra è prenderli a spadate/frecciate/palle di fuoco, ed è esattamente ciò che vi verrà richiesto di fare anche in Dark Kingdom. Il gioco mette a disposizione ben due attacchi, uno lento e distruttivo ed uno rapido ma meno efficace, più le immancabili combo (di due tasti). Il 99% del tempo lo si passa a schiacciare a caso i due tasti e solo saltuariamente viene richiesta un minimo di strategia, per sconfiggere avversari particolarmente tosti. Anche le differenze tra i vari personaggi finiscono in realtà per venire quasi del tutto azzerate a causa del piattume del gameplay.Sterminare mostri e non morti ci fa ovviamente guadagnare punti esperienza, da spendersi per potenziare il nostro personaggio e le sue abilità. Levellare è abbastanza rapido e facile, data l’abbondanza di avversari e la loro generosità nel rilasciare, alla loro morte, ricariche per l’energia o per il mana (quello che si consuma utilizzando gli incantesimi). Inoltre recuperando le essenza di cui sono composti alcuni oggetti e pozioni è possibile potenziare il proprio equipaggiamento; tali operazioni vanno effettuate presso i checkpoint, dato che nel gioco non sono previsti negozi presso cui rifornirsi.
Il giro del mondo (fantasy) in 15 oreIl gioco si sviluppa lungo tutta una seri di ambientazioni piuttosto prevedibili come città in rovina, lugubri sotterranei o decadenti pianure. In ogni livello sarà possibile dedicarsi anche a tutta una serie di quest secondarie, oppure a facili enigmi la cui risoluzione è necessaria per proseguire. In totale il soggiorno nel mondo di Dureth non supererà la quindicina di ore, indipendentemente dal livello di difficoltà prescelto. La longevità aumenta sfruttando le opzioni multiplayer: due giocatori sulla stessa console, fino a quattro on-line: peccato solo che in quest’ultimo caso non sia previsto nessun modo di comunicare con gli altri membri del party.
TecnicaTecnicamente parlando, l’impressione è quella di un vecchio gioco riadattato per l’alta risoluzione della PS3. I modelli dei personaggi sono ben definiti, gli “effetti speciali” (incantesimi, esplosioni, giochi di luce) fanno la loro bella figura, ma il resto è di una povertà assoluta, a partire da scenari quasi totalmente non interattivi (e con bug clamorosi relativamente al rilevamento delle collisioni: provate a saltare nei pressi di un ostacolo e mi saprete dire…) per proseguire con una profondità di campo limitata. Il motore grafico è il celebre Havoc, ma non si può certo dire che l’abbiano sfruttato al meglio: tra l’altro si assiste a rallentamenti quando a schermo sono presenti molti avversari. Ci sono pure i soliti, lunghi caricamenti tra un livello e l’altro, come ai vecchi tempi.Sotto tono il doppiaggio dei personaggi, ma se non altro ci si può consolare con la bella colonna sonora, interamente orchestrale.
– Facile e rilassante
– Ripetitivo da morire
– Grafica che non rispecchia le potenzialità di PS3
– Niente, ma proprio niente, di nuovo
5.5
Untold Legends: Dark Kingdom è il classico titolo di lancio, di quel genere che le persone comprano perché tanto non c’è molto altro in giro e che è destinato al dimenticatoio nel giro di pochi mesi. Certo, se ci si accontenta il titolo SOE riesce anche a divertire, in fondo i programmatori possono contare su di una lunga esperienza nel campo degli hack’n slash, ma se siete persone che si accontentano perché mai avete acquistato una PS3? Per giocare ad un titolo del genere bastavano una PS2 ed una copia di Champions of Norrath…
Voto Recensione di Untold Legends: Dark Kingdom - Recensione
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