Dopo la calorosa accoglienza riconosciuta al loro Until Dawn, i ragazzi di Supermassive Games ci riprovano con uno spin-off ambientato nel mondo da loro creato, cambiando però completamente genere e passando agli shooter su binari. Questo matrimonio tra shooter e VR s’ha da fare?
The Rush of Blood
Fin da subito il titolo colpisce per la sua discreta resa grafica, oltre che per il livello di immersione offerto dal visore. Le ambientazioni, tutte abbastanza malate da rimanere impresse nella memoria, contribuiscono a creare un senso di ansia costante nel giocatore, che non saprà mai da quale direzione aspettarsi un attacco da parte dei mostruosi nemici che si nascondono in questo malsano circo degli orrori. A questo rimedia però l’ottimo audio 3D offerto dal visore, che ci permetterà di capire dove si trovano i nostri nemici, anche al buio, una volta che faranno qualche tipo di rumore. Ambientazioni e nemici contengono numerosi richiami al titolo originale, e non mancheranno numerose comparse proprio durante il corso della nostra avventura, che faranno sicuramente piacere ai giocatori del titolo canonico: Until Dawn.
Una volta avviato il gioco, ci troveremo nel bel mezzo di una carrozza da montagne russe, che proseguirà lentamente per permetterci di colpire vari tipi di bersaglio disseminati lungo il percorso, che potremo colpire per cercare di fare un punteggio più alto a fine livello. La carrozza subirà di tanto in tanto brusche accelerazioni, che daranno la sensazione di trovarsi davvero a bordo dell’attrazione: durante queste fasi dovremo anche evitare ostacoli muovendoci con la testa e spostandoci con il corpo, cercando di arrivare interi alla fine del percorso. Fortunatamente, nonostante i continui movimenti, anche in nelle situazioni più concitate la motion-sickness si fa sentire davvero poco, per non dire che, per i meno sensibili è quasi totalmente assente.
Avremo a nostra disposizione due armi, una per mano (a questo proposito, è consigliato giocare con due Move), ed inizialmente saranno due semplici pistole, dai proiettili infiniti. Durante il percorso troveremo potenziamenti o anche nuove armi, che avranno però una durata limitata, in quanto una volta finito il caricatore torneremo alle nostre amate pistole. Quali che siano le bocche da fuoco a nostra disposizione, dovremo usarle per farci largo tra schiere di nemici, da spaventosi clown ad inquietanti spiriti, fino ad arrivare anche a veri e propri boss di fine livello che sapranno darci del filo da torcere.
Ancora, ancora!
La vera longevità degli shooter su binari non sta tanto nel numero di livelli o nella lunghezza degli stessi, quanto nella capacità di farsi rigiocare. E Rush of Blood riesce bene in questo: non solo il gioco diverte per tutti i suoi sette livelli, ma riesce anche a strappare qualche spavento, grazie a dei jumpscare che, sebbene talvolta palesi, raggiungono il loro obiettivo grazie all’immersione del giocatore nel mondo di gioco. A questo si aggiunge la presenza di percorsi alternativi che, sebbene non vadano ad alterare di troppo l’esperienza di gioco, costituiscono comunque un buon diversivo per chi è al suo secondo playthrough. Come accennavamo, poi, sono presenti numerosi bersagli nei percorsi che, insieme alla nostra precisione, andranno ad influire sul punteggio finale del livello. La spinta a migliorarsi viene aumentata grazie alla presenza di classifiche, sia locali che online, che ci metteranno in competizione con i giocatori di tutto il mondo. A questo proposito, è una pecca l’assenza di una vera modalità multiplayer, che avrebbe reso l’esperienza sicuramente più divertente e longeva. Al punteggio di fine livello vanno ad aggiungersi numerosi oggetti speciali numerati, nascosti lungo il livello, che richiederanno tutto il nostro ingegno per essere scovati. Infine sono disponibili quattro livelli di difficoltà, che potrebbero spingere i più coraggiosi a rigiocare il titolo altrettante volte.
– Ambientazioni malate ed inquietanti
– Riferimenti al titolo originale
– Gameplay divertente
– Jumpscare efficaci…
– Senza Move perde parzialmente di senso
– Niente multiplayer
– … ma prevedibili
Until Dawn: Rush of Blood è un esperimento riuscito che, sebbene punti troppo su jumpscare prevedibili, porta su VR un’esperienza che riesce a divertire (a patto che possediate due Move) e a creare qualche genuino spavento. Nonostante la breve durata, ci sono numerosi motivi per tornare a giocare, ed il prezzo budget è un’attrattiva non da poco. Peccato però per l’assenza di una modalità multiplayer.