Fin dalla sua prima, lontana apparizione su PC, Unreal Tournament (da adesso in poi, UT) ha fatto capire di essere, in tutto e per tutto, una saga parallela al suo “fratello maggiore”, Unreal, che fa della narrazione, unitamente a un’ottima realizzazione tecnica, il suo punto di forza. Per UT, il discorso è decisamente diverso. Qui la storia, dopo vari accorgimenti e pur mantenendo un filo logico con la saga, diventa un semplice pretesto per un gioco che fa del multiplayer il suo aspetto migliore, e probabilmente anche l’unico in grado di appagare veramente. Si sviluppano così due modi di giocare, entrambi studiati appositamente per chi non vuole rinunciare a nessuno dei due. In questa nuova versione, in seguito alla decisione di Epic Games di non sviluppare più ulteriori Unreal dopo il secondo episodio, abbiamo una fusione dei due aspetti fondamentali, per proporre un abile compromesso tra modalità single player e multiplayer. Il risultato è quello di ritrovarsi tra le mani un prodotto talmente ben fatto da risultare assuefante.
The Story So Far… La vita scorre tranquilla nella colonia. Ogni persona svolge il suo lavoro, seppur con i militari, figure d’obbligo dopo la creazione da parte della misteriosa Phayder Corporation del cosiddetto trattamento Necris, che genera dei “non morti” facenti parte di un gruppo scelto di assassini. Pur non avendo il processo delle caratteristiche prettamente spirituali, col passare del tempo, chi si sottopose a questo tipo di pratica finì col dare vita ad una forma di religione spietata, creando così una vera e propria milizia al soldo della Phayder, al cui comando possiamo trovare Akasha, Grande Inquisitrice. Il gioco inizia mostrandoci – col motore grafico del gioco, prodotto con l’ottima tecnologia dell’Unreal Engine 3 – come la colonia dei Ronin viene brutalmente spazzata via dal Necris e come il sentimento della vendetta aleggi sulla testa di Reaper, che ricorda molto un altro protagonista di un famoso videogioco di Epic Games, Marcus Fenix di Gears Of War. Dopo le scene iniziali, e le cure del caso, la campagna inizia con un breve tutorial in cui vengono illustrate le funzioni primarie dei rigeneratori, oggetti sparsi per il campo di battaglia che vengono utilizzati per potenziare armi, aumentare le capacità del giocatore o per alterare status generali. La cosa che salta subito all’occhio in questa modalità è il metodo con cui sono state costruite le varie missioni: esse si sviluppano in mappe che, in sostanza, sono quelle utilizzate per il gioco online. Se questo può rappresentare un indubbio vantaggio per la conoscenza delle stesse per un eventuale impiego multi, dall’altra, la voglia di free roaming di questo periodo – o meglio, di questa generazione di videogames – non permette di giudicare questa scelta in maniera pienamente positiva. Gli obiettivi della modalità ad un giocatore sono gli stessi del gioco in multiplayer. Si dovrà, dunque, distruggere i nodi di energia nemici, catturare le bandiere, distruggere tutti gli avversari come in un Deathmatch, e via discorrendo. Per fare ciò, avremo a disposizione delle mappe molto grandi, un arsenale di tutto rispetto tra armi, protezioni e, soprattutto, una serie impressionante di veicoli da poter guidare nel pieno della battaglia. La novità principale, però, è un’altra: i ragazzi di Epic Games hanno pensato bene di lasciare al giocatore la possibilità di affrontare la campagna per giocatore singolo sia offline (quindi completamente da soli, con i bot nemici e i compagni gestiti totalmente da un’ottima intelligenza artificiale) sia online (via LAN o Internet), in cui si avrà la possibilità di far partecipare alla campagna anche giocatori reali contro dei bot sempre gestiti dall’IA; quest’ultima opzione è attivabile grazie al Windows Server disponibile in download da qualche giorno (potete trovarlo anche nella nostra sezione Download).
No Frag? No Party! Una volta portata a termine la modalità in giocatore singolo, si può passare a quello che possiamo tranquillamente definire il cuore pulsante del gioco: il multiplayer. In questa modalità è possibile sbizzarrirsi, letteralmente: scegliere in che modo sfidare gli avversari, contro quanti giocatori combattere, quali dovranno essere i Mutator necessari per la partita, la mappa in cui darsi battaglia, i veicoli da impiegare sul campo, e tanto altro ancora.
Deathmatch Tutti contro tutti. Sviluppata egregiamente, regala momenti appaganti ed esaltanti. In questa modalità, la mappa di gioco è cosparsa di rigeneratori, gli oggetti che permettono di alterare i propri status durante la partita. Un po’ confusionaria forse, ma di certo molto, molto divertente.
Deathmatch a squadre E’ uguale alla modalità Deathmatch, con la differenza che, se nella prima si è tutti contro tutti, qui si ha la possibilità di entrare in una squadra, ed affrontare la squadra avversaria. Le squadre si differenziano per i colori di appartenenza: rossa e blu.
Capture The Flag I giocatori si affrontano in due squadre separate. Scopo della partita è quello di catturare la bandiera avversaria, solitamente nascosta e ben protetta, per poterla poi distruggere nella propria base. E’ una modalità molto divertente in quanto è solitamente difficile arrivare a catturare la bandiera e alla sua distruzione. La partita finisce dopo aver distrutto un prestabilito numero di bandiere avversarie, o se allo scadere del tempo limite c’è una squadra che si trova in vantaggio sull’altra nel computo delle distruzioni.
Capture The Flag con veicoli In questa modalità si stravolge completamente la giocabilità del classico CTF. In sostanza, utilizzare i veicoli fornisce al giocatore un vantaggio tattico non indifferente: pensate ad esempio di supportare dall’alto, con un Axon Raptor, i vostri compagni, intenti a scappare con la bandiera appena rubata alla squadra avversaria. Questo modo di giocare aggiunge un pizzico di ragionamento tattico per il conseguimento dell’agognata vittoria.
Strategia Per questo tipo di partita è bene spendere alcune parole in più. Innanzitutto, lo scopo è quello di distruggere il nucleo nemico con la nostra squadra, portando l’energia che lo genera dal 100 % allo 0 %. Per poter fare ciò, disseminati lungo la mappa ci sono i cosiddetti nodi, che sono di vitale importanza in quanto collegati da una parte al nucleo nemico da distruggere e, dall’altra, al nucleo della nostra squadra, che va difeso ad ogni costo dagli attacchi. Tenere sotto controllo un nodo significa avere a disposizione più armi, più veicoli e più punti rigeneratore. La partita si vince se la squadra in cui si milita riesce a distruggere il nucleo nemico prima dell’altra e per poterlo fare si possono conquistare i nodi a disposizione nella mappa, togliendo energia al nucleo nemico, oppure conquistando una buona parte di nodi (con almeno un nodo collegato direttamente all’obiettivo) e puntare direttamente alla distruzione del nucleo avversario. Ogni squadra può decidere quale strategia attuare, considerando però che se la conquista di un nodo implica meno tempo rispetto alla strategia della distruzione del nucleo, il mantenimento della conquista del nodo stesso richiede molti sforzi e molti giocatori che lo difendano. Ogni punto nevralgico della mappa si può conquistare tramite l’utilizzo delle armi oppure mediante l’uso delle sfere, che si rigenerano e devono essere trasportate fino ad un nodo occupato per poterne assumere il controllo e ribaltare immediatamente la situazione. In pratica, questa modalità impiega sicuramente molto più tempo per essere portata a termine ma di certo offre una ventata di aria fresca tra le varie modalità classiche.
Veicoli ed Armi Menzione d’onore per i veicoli, tutti ben realizzati e diveretenti da guidare. Oltre ad avere uno skateboard che ricorda moltissimo quelli visti nella trilogia di Ritorno al Futuro (provate ad andare con l’hoverboard sull’acqua!) e ad un traslocatore che permette di teletrasportarsi immediatamente da un posto ad un altro, grazie all’ottimo lavoro di Epic Games, avremo la possibilità di scatenare la nostra furia tramite carri armati leggeri e pesanti, aerei veloci ma con poca potenza di fuoco come il Manta, oppure lenti ma devastanti come il Raptor, alcuni quad e i veicoli tentacolari della Necris, che forniscono una devastante potenza di fuoco e un ausilio tattico di indubbio spessore. Il combattimento a terra viene supportato dai potenziamenti dell’armatura, divisa per sezioni quali torso, gambe e testa, e, soprattutto, con le armi, che variano dalla classica pistola, al martello pneumatico in grado di annullare i campi magnetici, ai vari fucili, lanciarazzi, cannoni (tra cui spicca il mitico Cannone Flak) e ausili nucleari terra-terra.
Caratteristiche tecnicheL’aspetto grafico del gioco lascia a bocca aperta, dal primo all’ultimo minuto di ogni partita, sia offline che online. Ritornano qui i personaggi muscolosi ed esageratamente massicci di Epic Games, già visti nei precedenti episodi e in Gears of War. Impressionanti le texture, davvero ben realizzate, permettono di rendere al meglio l’idea di ogni superficie, senza mai strafare. Belli gli effetti di Depth of Field, luci sontuose e sempre all’altezza, unite ad esplosioni e animazioni senza precedenti. Siamo su un altro pianeta, è proprio il caso di dirlo, e come sempre i ragazzi di Epic riescono anche a far girare tutto questo ben di Dio ad una velocità tutto sommato soddisfacente, persino su sistemi non troppo all’avanguardia (anche se questi ultimi sono sempre caldamente consigliati, per la serie … più si ha, meglio è!). Particolarmente suggestive sono le locazioni che andremo ad esplorare, soprattutto durante le modalità multigiocatore.Il reparto audio, dal canto suo, riesce a soddisfare anche gli orecchi più abituati ad effetti sonori e rumori di ogni tipo, riuscendo a rendere in maniera verosimile l’idea delle esplosioni, dei rumori delle armi da fuoco futuristiche, dei cosiddetti “environmental sounds” – ovvero suoni e rumori provenienti dall’ambiente circostante e delle grida dei personaggi durante le fasi di attacco.Persino superfluo risulta aggiungere qualcosa sulla giocabilità, praticamente perfetta, con la classica combinazione tastiera + mouse saremo a nostro agio in qualsiasi circostanza. Nulla di più confortevole.
HARDWARE
Requisiti minimiProcessore Single Core a 2.0 Ghz512 Mb RAMScheda video Nvidia 6200 o ATI Radeon 96008 Gb di spazio libero su Hard DiskWindows XP SP2 o VISTA
– Ottima Grafica
– Modalità di gioco online divertenti e ben congegnate
– Arsenale e veicoli devastanti
– Campagna per giocatore singolo poco ispirata
– Non avrete più una vita sociale
9.0
Il titolo di “miglior Studio dell’Anno” sembra più che meritato per i ragazzi di Epic Games, che ci hanno dapprima deliziato con Gears of War, e ora ci propongono la loro nuova, mostruosa, creatura online. Grafica da capogiro, grazie alla potenza e all’ottima scalabilità dell’Unreal Engine 3, una giocabilità ad alti livelli e una modalità multiplayer immersiva ed appagante. Potete state certi: una volta entrati nel mondo di Unreal, difficilmente vorrete far ritorno alla vita reale.
Voto Recensione di Unreal Tournament III - Recensione