Recensione

Unreal II

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a cura di umbojami

Gli sparatutto in prima persona stanno vivendo un periodo particolare della loro storia: tutto il folto popolo di appassionati non sta aspettando altro che l’uscita del terzo capitolo di DOOM e del secondo di Half Life, entrambi potenzialmente rivoluzionari seppur in modo diverso. Finisce così per passare quasi inosservato l’arrivo di un titolo importante come Unreal II che finalmente, grazie ad Atari, approda sulla console di casa Microsoft nella speranza di strappare un posto nel cuore dei giocatori.

GameplayLa modalità in singolo ci mette nei panni del capitano Marshal Dalton che dovremo accompagnare nella sua breve avventura in un universo a noi sconosciuto, il quale ricorda molto le ambientazioni viste in tutta la saga di Star Trek. L’azione è scevra da enigmi che non vanno oltre la semplice ricerca di pulsanti e meccanismi vari per l’accesso a locazioni fino a quel momento inaccessibili. Ci limiteremo quasi esclusivamente a girovagare armi in spalla uccidendo una quantità spropositata di nemici; a favore del titolo, dobbiamo però dire che siamo dotati di un arsenale davvero notevole: ciascun nostro mezzo d’offesa dispone di una doppia funzione che amplia notevolmente le nostre possibilità e permette di affrontare le singole situazioni in modo ragionato, alla ricerca della strategia che ci consente di sprecare il minor numero possibile di energie e munizioni.Molto meno esaltante il comportamento degli avversari che, mal gestiti da un’intelligenza artificiale approssimativa, hanno la pessima abitudine di muoversi quasi casualmente nel campo d’azione. Ciò, oltre a non avere senso, rende davvero impegnativa la scelta dei tempi con cui agire e la memorizzazione dei percorsi perché si rischia costantemente di essere smentiti. Armi come le mine e le granate perdono buona parte della loro efficacia, così come i fucili di maggior precisione, rendendo preferibili gli strumenti capaci di riversare in breve tempo grandi quantità di fuoco.Mi sono interrogato a lungo se fosse stato meglio parlare delle inquadrature e della gestione delle telecamere in questa sede o soltanto più avanti, nella sezione dell’articolo dedicata agli aspetti più tecnici. Alla fine ho optato per la prima, visto che il discorso coinvolge maggiormente il gameplay. La scelta del team di Legend Entertaiment è ricaduta su un’impostazione molto spettacolare e cinematografica che mettesse in risalto le nostre imprese più avvincenti e le inquadrature più accattivanti. Siamo quindi costantemente di fronte a movimenti repentini a 360° attorno all’asse del personaggio con cambi di direzione continui. Capite che questa scelta può rendere moltissimo, se non penalizza la chiarezza complessiva e il gioco. Unreal II si ferma al primo passo, disorientandoci e facendoci perdere il filo; per carità, non immaginatevi nulla di letale, ma dispiace che un buon proposito si sia fermato a metà.Vi evito la lunghissima descrizione dei comandi di gioco che, come sempre accade negli FPS di derivazione PC, sono davvero elaborati e sfruttano tutti i tasti disponibili, limitandomi semplicemente ad alcune considerazioni di carattere generale. Certamente giocare con mouse e tastiera è tutta un’altra cosa soprattutto riguardo alla comodità. Tutto sommato però è stato svolto un discreto lavoro: non mancheranno le difficoltà iniziali, cui nelle fasi più avanzate subentrerà però il fattore “abitudine”, regalando non poche soddisfazioni al videogiocatore più allenato.

Unreal II on LiveAbbiamo accennato ad una non incredibile longevità della modalità single player che tutti si aspettano venga bilanciata dall’opzione a più giocatori, vero cavallo di battaglia della serie e capace, nella versione Tournament, di contrastare qualche anno addietro il dominio di Quake III. La buona notizia, anche se inevitabile, è l’implementazione del gioco online, che, oltre ad evitarci estenuanti ricerche di amici disposti a venire in trasferta a casa nostra, ci concede di confrontarci con moltissimi giocatori di tutto il globo. Dopo esserci connessi dobbiamo scegliere il nostro alter ego virtuale tra tre differenti classi a nostra disposizione: tutte hanno diverse caratteristiche e ci vuole parecchio tempo per provarle e apprezzarle a fondo, solo così capiremo quale sarà quella più adatta alle nostre esigenze. Il ritmo è sempre incalzante e in rete troveremo davvero molti fanatici del gioco che si allenano parecchio, dandovi, perlomeno nel corso delle prime partite, la sensazione di essere impotenti nei confronti del loro dominio. In realtà dedicando un po’ più di tempo i risultati non tarderanno ad arrivare. Rimane comunque il fatto che gli hardcore gamer troveranno pane per i loro denti mentre i giocatori più saltuari rimarranno indietro. Addentrandoci nei numeri si contano inizialmente quattro mappe giocabili, non moltissime in linea teorica ma davvero molto vaste e ben pensate, per un massimo di otto giocatori. Non bisogna però dimenticarsi che quasi certamente questi numeri saliranno con il passare del tempo grazie ad innesti scaricabili gratuitamente (si spera). A donare maggior divertimento e longevità ci pensano i lunghi momenti in cui è possibile utilizzare dei mezzi come le jeep e i carri armati in pieno stile Halo.Tirando le somme sulla modalità Live quindi ci possiamo rallegrare per un lavoro ben fatto, forse non rivoluzionario ma che presenta una base solida su cui creare poi diverse espansioni. È inoltre disponibile una modalità in cooperativa che non offre nulla di nuovo ma quantomeno è una piacevole variante ed offre la possibilità di condividere l’avventura con un amico.

GraficaGraficamente c’è da segnalare come non si sia riusciti a replicare tutto quello che di buono si era visto ormai un anno fa su PC, impresa che onestamente non sembrava impossibile per una console potente quale Xbox: comunque il risultato delude solo fino ad un certo punto, perché presenta ugualmente elementi che lasciano sufficientemente soddisfatti. Le ambientazioni, nel loro essere fantascientifiche, sono abbastanza realistiche con delle texture non dettagliatissime ma molto pulite e dai colori sgargianti; un po’ meno bene i modelli dei nemici a causa di una certa ripetitività che si fa sentire dopo alcune ore e che dà la sensazione di combattere sempre con gli stessi avversari di forza crescente. Le luci e le esplosioni sono gestite da algoritmi di riflessi ed esplosioni molto avanzati con un picco in positivo per le gli urti tra le nostre armi e le diverse superfici che si comporteranno in modo sempre differente e credibile.Il frame rate non è esaltante e, se lo possiamo ritenere accettabile nel multiplayer e durante le situazioni più concitate e ricche di elementi su schermo, è meno tollerabile che ci siano rallentamenti, seppur non clamorosi, mentre ci spostiamo in quasi completa solitudine da una zona all’altra; questo difetto si manifesta quasi sempre nelle stesse zone ed è da imputare ad eventuali errori nel motore sui quali – per distrazione o mancanza di tempo – si è clamorosamente sorvolato.Della telecamera e del suo taglio estremamente cinematografico abbiamo già parlato per quanto concerne gli effetti sul gameplay, ma tecnicamente bisogna dire che l’implementazione ha dato buon esito e specialmente nei filmati è un vero piacere per gli occhi.

SuonoIl sonoro difficilmente risulta una componente fondamentale negli FPS e perciò anche le aspettative non sono delle più esaltanti. Il titolo Atari non fa nulla per smentire questa abitudine, se non grazie al supporto del sorround che – in presenza di una attrezzatura adeguata – regala una maggiore immedesimazione, dimostrando che non è necessario avere una certificazione ufficiale THX per fare un buon lavoro in questo senso. I dialoghi sono scritti bene, ma sono recitati da voci spesso un po’ ridicole e con un tono che non si addice appieno al clima ed alla storia narrata; comunque vi dovrete rassegnare ad ascoltarli tutti perché spesso contengono spunti importanti e riferimenti che si rivelano fondamentali. Gli effetti convincono sotto tutti i punti di vista, mentre la musica passa davvero inosservata, senza infamia e senza lode.

– Buon servizio Live

– Giocabilità impegnativa ma appagante

– Sorround coinvolgente…

– …ma per il resto sonoro incolore

– Single player poco longevo

– Non rivoluzionario

7

Ed eccoci nuovamente a dover scrivere un commento finale all’ennesimo sparatutto in prima persona che si aggiunge ad una già lunga lista. A dire il vero, per ambientazione e caratteristiche multiplayer Unreal II non ha moltissimi rivali e sono convinto che riuscirà a ritagliarsi una fetta di utenza abbastanza consistente. Detto questo, siamo lontani da altri titoli in procinto di uscire e provocatoriamente mi sento di affermare che, in un periodo della storia del videogame in cui l’originalità non è alle stelle, è forse preferibile un esperimento riuscito a metà come XIII, piuttosto che un buon gioco incapace di apportare innovazioni considerevoli e che non riesce nemmeno a mascherare l’età che si porta dietro. Un acquisto quindi da ponderare e riflettere. Se siete fan di Unreal e non avete provato l’originale per PC potrebbe valerne la pena, altrimenti tenetivi stretta la versione per computer che risulta decisamente superiore a quella Xbox.

Voto Recensione di Unreal II - Recensione


7

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