Recensione

Unmechanical

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a cura di Francesco Ursino

Il Verdetto di SpazioGames

6.5

I puzzle game, specie in ambiente indie, godono sempre di una certa considerazione: la possibilità di concentrarsi su enigmi e sfide logiche rappresenta sempre una buona opportunità per “staccare la spina” dallo stress della realtà quotidiana. Lo studio indipendente Talawa Games, con sede a Stoccolma, in Svezia, propone un titolo adatto proprio a chi abbia voglia di spremere un po’ le meningi: si tratta dell’opera prima Unmechianical, disponibile per PC e tra qualche mese anche per iPad, che si è rivelata essere di un certo interesse.

L’idillio spezzatoIl protagonista del titolo è un povero elicottero dal nome Heli; il piccolo ammasso di ferraglia in questione si ritrova, suo malgrado, rinchiuso nel sottosuolo, strappato al proprio mondo in superficie. Il gioco, è bene dirlo, non è prodigo di spiegazioni: l’incipit narrativo funge, almeno all’inizio, come semplice pretesto per “piazzare” il protagonista nell’ambiente di gioco. La scarsa loquacità del gioco si traduce anche nella quasi totale assenza di istruzioni: preso infatti il controllo di Heli (pilotabile tramite la classica combinazione WASD o, in alternativa, grazie alle frecce direzionali), il titolo mostrerà solamente una piccola vignetta che spiegherà la sola e unica azione riproducibile dal protagonista. Si tratta, nello specifico, di una sorta di raggio che consente di attirare pietre, travi e altri elementi mobili dello scenario. Per quanto minimale possa essere, l’intero gioco si basa su questa particolare capacità di Heli, che per raggiungere il proprio obiettivo dovrà risolvere enigmi e puzzle di natura logica. Rimandando al prossimo paragrafo l’analisi del gameplay, è giusto dire che il lato narrativo, se cosi si può definire, di Unmechianical, riesce in qualche misura a regalare qualche spunto interessante, soprattutto se si guarda all’ambientazione di gioco. E’ da sottolineare infatti come il sottosuolo riprodotto da Talawa Games sia un luogo estatico, sospeso nel tempo, un misto di elementi meccanici e organici, dove enormi cuori pulsanti si mischiano a complicati meccanismi composti da rotelle, timer, e leve (il più delle volte rotte). Vero è che la esigua durata del titolo, che raggiunge a malapena le tre ore, non consente particolari sviluppi di un certo livello: in questo senso, in ogni caso, è giusto ribadire che Unmechianical presenta due differenti finali, i quali daranno un diverso epilogo alla storia di Heli e, a seconda dell’interpretazione del giocatore, potrebbero forse giustificare o meno il titolo dato al gioco.

Il cuore spezzatoVeniamo adesso all’approfondimento relativo al gameplay: se è vero che il fine di Unmechianical è quello di far uscire Heli dal sottosuolo, il mezzo per riuscire nell’impresa è rappresentato dalla risoluzione di differenti enigmi. C’è da dire che le sfide proposte sono discretamente varie: solo per citare alcuni esempi, è possibile dire che il giocatore avrà bisogno di una buona dose di memoria (utile per ripetere sequenze visive e sonore), oltre che di un certo intuito, visto che il più delle volte bisognerà comprendere cosa fare per arrivare alla risoluzione dei puzzle. In altre situazioni ancora, poi, il titolo propone delle situazioni in cui bisognerà interagire con dei laser, utili ad aprire porte e attivare meccanismi, in modo tutto sommato simile a quanto visto in Portal 2. In altre occasioni si dovrà capire quale elemento dello scenario trasportare e verso quale punto, in che modo premere un pulsante utile ad aprire un varco, cosi come si renderà necessario interagire con l’ambiente al fine di aggirare un ostacolo (che può essere una porta chiusa cosi come una leva scalcagnata). Tutte queste azioni si rendono possibili grazie al sistema di controllo intuitivo e asciutto, basato su non più di cinque tasti, quattro per il movimento e uno per azionare il raggio (azionabile peraltro anche via mouse).Il gioco, sotto il profilo del level design, è strutturato in macro-aree, divise in zone più piccole inizialmente non comunicanti tra di loro. Per riuscire a superare questa sorta di livello, bisognerà andare alla ricerca di particolari sfere luminose, le quali permetteranno di attivare dei singolari macchinari che daranno di volta in volta l’accesso a nuove zone da esplorare. Una volta espletati tutti i compiti, e rintracciate le sfere richieste, si potrà continuare. Questa soluzione ha consentito agli sviluppatori di fare un po’ di economia nella fase di progettazione, anche perché alcune volte il giocatore sarà costretto a tornare indietro sui propri passi ripercorrendo zone già visitate.Il livello di difficoltà, elemento fondamentale in un puzzle game dalla durata cosi esigua e con una storyline solo accennata, è discretamente livellato verso il basso: se infatti i primi puzzle riescono a essere intuitivi, vero è che col passare del tempo la situazione si farà più interessante, soprattutto grazie all’aumentare delle dimensioni degli ambienti di gioco. Riuscire a intendere dove andare, e capire cosa fare per arrivarci, sarà un’attività di volta in volta un po’ più complicata. Vero è che difficilmente si rimarrà bloccati in un determinato punto: nel caso si presentasse questa evenienza, però, premendo l’apposito tasto il gioco si produrrà in suggerimenti sotto forma di vignette che rappresenteranno il da farsi.Questo accorgimento è sembrato discreto e funzionale: difatti, i suggerimenti non appariranno nella totalità delle occasioni, e in ogni caso andranno interpretati visto che, comunque, bisognerà basarsi solo sul significato di piccoli disegni a volte un po’ ermetici.Il gameplay di Unmechanical viene penalizzato, ancora una volta, dalla scarsa longevità: le situazioni proposte, in effetti, avrebbero potute essere sviluppate maggiormente, a tutto vantaggio dell’esperienza di gioco. Vero è poi che, forse, una maggiore difficoltà avrebbe potuto aumentare la sfida che, difatti, dal punto di vista scenico riesce a farsi ricordare solo per un paio di particolari momenti di gioco. Troppo poco, probabilmente, per giustificare una eventuale ripetizione della campagna di gioco dopo averla ultimata per la prima volta.

Questo elicottero…ha un’anima?L’aspetto grafico del titolo è sicuramente gradevole e, per certi versi, affascinante. Basato sull’Unreal Engine, Unmechanical propone ambienti in 2.5D definiti e dalle tinte fosche. L’impressione è quella di essere dentro a un mondo sospeso, in cui ci si aspetta che Heli irrompa per poter far riprendere a far funzionare un macchinario, o un particolare meccanismo. Questa catarsi si esplica anche grazie al comparto audio, decisamente minimalista e, per la verità, poco incisivo. Senza linee di dialogo e con pochi effetti sonori, la mancanza di una linea di accompagnamento musicale maggiormente presente stona con le suggestioni suggerite dal sottosuolo, che rimane uno degli elementi più riusciti della produzione.Dal punto di vista hardware, infine, il gioco non si segnala per particolari problematiche: la fruizione del titolo è stata sempre fluida e senza intoppi, con una configurazione minima che permette a una larghissima fetta di PC di poter apprezzare il lavoro di Talawa Games.

HARDWARE

Requisiti minimi:

OS:Windows XP SP3 o Windows VistaProcessore :2.0+ GHz o equivalenteRAM: 2 GbScheda Video:SM3-compatibleDirectX:9.0Spazio su HDD:1 GBScheda audio compatibile DirectX

– Ambientazione suggestiva

– Piacevole impatto grafico

– Per alcuni sarà una discreta sfida

– Decisamente troppo corto

– La difficoltà poteva essere aumentata

6.5

Unmechanical è un titolo che presenta elementi sicuramente positivi, i quali però vengono oppressi da alcune mancanze che non consentono di ottenere giudizi assai lusinghieri. L’opera prima di Talawa Games si è dimostrata infatti una sfida piacevole la quale, soprattutto in ambito futuro, potrebbe avere un buon riscontro su iPad; bisogna pur sottolineare però che il livello di difficoltà non cosi alto fa si che il gioco scorra tutto sommato senza sussulti. L’ambientazione è di certo suggestiva, ma la sensazione è che la breve durata del titolo vada a tarpare le ali a un prodotto che avrebbe potuto raggiungere una maggiore profondità in tutti i suoi aspetti. Disponibile a € 8,99, Unmechanical è un titolo che in definitiva risulta essere consigliato agli appassionati dei puzzle game: allo stesso prezzo, però, la scena indie PC è capace di offrire prodotti se non altro di maggior durata e profondità, per cui il consiglio, per coloro i quali non siano fan sfegatati del genere, è quello di provare la versione dimostrativa del titolo, disponibile anche su Steam.

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