Nel corso degli ultimi anni, il panorama indie internazionale ha visto il proliferare di numerosi platform 2D vecchia scuola, capaci di riportare in auge un modo di giocare che si pensava perduto nel tempo, specie dopo l’avvento del 3D e la conseguente trasformazione del genere di appartenenza, evolutosi un bel po’ dai tempi dell’epoca a 8 e 16-bit. Oggi, però, grazie anche a una costante voglia di tornare con la mente a quegli anni, sono tantissimi i giochi a piattaforme che ci catapultano in contesti bidimensionali unici nel loro genere: basti pensare al recente – e bellissimo – Shovel Knight, passando per Super Meat Boy e tantissimi altri ancora. A questi si aggiunge ora Unit 4, titolo annunciato alcuni mesi fa dall’italianissima Gamera Interactive, casa di sviluppo con sede a Padova attualmente al lavoro anche su Alaloth: Champions of the Four Kingdoms. Di che si tratta? Semplice, di un action platform rigorosamente 2D e con un look in pixel art realmente irresistibile. Senza dimenticare neppure una sapiente dose di humor, riferimenti a videogiochi e film del passato e dialoghi all’insegna del nonsense. Il tutto in chiave hardcore, non guardando in faccia a nessuno, soprattutto al novellino che si avvicina al genere per la prima volta. Basterà questo a rendere Unit 4 un titolo da ricordare?
Nella solita galassia lontana, lontana
Come detto poche righe più in alto, Unit 4 si ispira al filone dei platform bidimensionali che catapultano il giocatore in tutta una serie di livelli a tema, contraddistinti da un level design contorto e masochistico e in cui il Game Over non è una scelta, ma una costante. Il titolo Gamera ci lancia nello spazio profondo con un pretesto piuttosto semplicistico, partendo del resto con la classica opening crawl alla Guerre Stellari (avete presente il “Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana” tipico della trilogia di George Lucas?). Nei panni di quattro improbabili eroi dello spazio saremo quindi impegnati ad esplorare alcuni mondi lontani per difendere il nostro pianeta dall’impero malvagio di turno, cercando allo stesso tempo di recuperare un misterioso artefatto dai poteri realmente straordinari. Quattro eroi, ognuno dotato di uno stile e delle abilità differenti, immersi in un universo che non ama prendersi troppo sul serio. A differenza del gameplay del titolo, che invece punirà severamente chiunque osi avvicinarsi con sudditanza. L’universo di Unit 4 è scandito da tre mondi principali, ognuno dei quali composto da cinque aree per un totale di quindici livelli. E se ciò non vi sembrerà abbastanza, sappiate che per terminare uno schema vi serviranno tra i 15 e i 20 minuti, i quali raddoppieranno nel caso in cui morirete cercando di prendere tutti i collezionabili presenti all’interno degli stage (tra cui le tradizionali monete da spendere poi nello shop dedicato).L’impostazione, come accennato poche righe più in alto, è quella del platform inquadrato bidimensionalmente, coi personaggi in grado di muoversi e saltare in una singola direzione, cercando di evitare o eliminare i numerosi (e decisamente ostici) nemici sparsi nei vari livelli di gioco. Ognuno dei protagonisti avrà però a disposizione un’abilità speciale, utilissima per uscire dalle situazioni più spinose o semplicemente per sfruttare lo scenario a nostro vantaggio. In primis, il tradizionale doppio salto, essenziale per una maggiore precisione degli atterraggi. Segue il rampino, utile non solo ad attaccarsi alle pareti ma anche per spazzare via velocemente un avversario nel caso in cui ce lo ritroveremo nel nostro raggio d’azione. Nel caso invece volessimo oltrepassare indenni una barriera, un nemico o qualsiasi altra cosa ci sbarri la strada, potremo usare la capacità di diventare “trasparenti” rallentando però la nostra capacità di movimento, la quale invece raddoppierà la sua velocità nel caso decidessimo di utilizzare l’ultima caratteristica in dotazione ai nostri eroi intergalattici, ovvero lo scatto in avanti, fondamentale nel caso ci venisse in mente di prendere letteralmente a spallate chiunque pensi di ostacolarci, muri e ostacoli inclusi.
Balle spaziali
La possibilità di cambiare personaggio con la semplice pressione di un tasto del joypad è una caratteristica che non solo si rivelerà fondamentale ai fini del gioco, ma permetterà anche di variare, e non poco, un gameplay che, al contrario, sarebbe risultato piuttosto consueto.
Alternare in tempo reale i personaggi vorrà dire creare combinazioni a mezz’aria, magari proprio nel mentre di un salto, passando velocemente da un eroe all’altro sfruttandone al volo il potere di base. Solo la pratica renderà perfetti, così come le numerosissime morti avvenute per colpa di un salto sbagliato, di un nemico più infame degli altri o di un baratro che a prima vista ci era del tutto sfuggito. Se state pensando a Super Meat Boy, avete fatto bene i vostri calcoli: anche nel titolo Gamera il sistema di gioco non scende a compromessi, e nonostante i checkpoint siano fortunatamente piuttosto numerosi, nulla e nessuno ci prenderà per mano accompagnandoci alla fine del livello. Si tratta di un inferno di piattaforme, trappole, salti al millimetro e – appunto – la capacità di usare a dovere le abilità speciali.I checkpoint salvano inoltre anche tutte le monete guadagnate sino a quel momento, cosa questa che scongiura l’effetto “a là Dark Souls”, necessario per riprendersi in fretta e furia il loot. Tutto ciò che riusciremo a recuperare nel corso dei vari stage di
Unit 4 potrà essere speso per rendere più bella e sgargiante la nostra aeronave, spostandoci tra i pianeti anche per comprare veri e propri oggetti di arredamento per il nostro quartier generale, o addirittura skin per i vari personaggi (e da questo punto vista, c’è davvero l’imbarazzo della scelta). Deliziosa anche la mappa spaziale che strizza l’occhio a Mass Effect, sempre in chiave 8-bit, grazie alla quale potremo viaggiare in lungo e in largo per la galassia, scegliendo noi il pianeta su cui atterrare.
Eroi spaziali – poco – solitariLa campagna single player ci terrà impegnati per un discreto numero di ore, visto e considerata l’elevata difficoltà. Ad ogni modo, il team di sviluppo ha ben pensato di includere all’interno anche una gustosa modalità cooperativa locale fino a 4 giocatori, composta da alcuni minigiochi a tema che avvicinano Unit 4 a un party game a tutti gli effetti (e potete stare certi che il delirio che ne verrà fuori farà passare dei brutti quarti d’ora ai vostri vicini di casa). Niente online – purtroppo – al momento, sebbene non è escluso che si decida di implementare successivamente la caratteristica, magari in un primo e corposo DLC che aggiunga anche tutta una nuova serie di missioni speciali da affrontare in giocatore singolo.Infine, va detto tecnicamente il gioco è un tripudio di pixel art: optando per una ben più classica ed efficace impostazione in 2D, i Gamera hanno partorito un omaggio alla vecchia scuola dei titoli a piattaforme, un po’ Mega-Mag un po’ Super Mario, non tralasciando neppure la colonna sonora rigorosamente “chiptune” che ci catapulterà in quegli anni in cui ogni salto era una scommessa, ogni livello un’impresa, e giungere alla fine dello schema era più una sfida con noi stessi che un motivo di vanto. Unit 4 è questo e molto altro, non uno svogliato tentativo di omaggiare qualcosa di già visto, bensì una Wikipedia di tutto ciò che un platform game bidimensione può e deve contenere al suo interno. Inclusa una buona dose di imprecazioni, ovviamente.
– Una valanga di citazioni ed Easter Egg
– Tanto appagante quanto punitivo
– Stile in pixel art delizioso
– Non stravolge il genere di appartenenza
– Alcuni potrebbero lasciarsi scoraggiare dal livello di difficoltà
Unit 4 è tutto quello che vi aspettereste da un platform 2D di stampo classico: precisione, level design e boss fight al cardiopalma. Un gioco, quello realizzato dal team padovano di Gamera Interactive, in grado di prendere tanto a calci il giocatore quanto rincuorarlo e divertirlo, in particolare con le migliaia di citazioni, riferimenti e strizzatine d’occhio più o meno velate a una valanga di franchise tratti da cinema e videogame (da Star Wars, a Metal Gear Solid, passando per Zoolander e No Man’s Sky). Attenzione però: non sarà di certo una passeggiata di salute. Si tratta di un’esperienza di gioco molto punitiva e che vi farà spesso imprecare come il più ostico dei Dark Souls. Siate altrettanto sicuri di una cosa, però: giocarlo vi esalterà come pochi, potete starne certi.