Titoli come Amnesia sono stati pionieri in un genere che ultimamente sembra andare a gonfie vele. L’idea di eliminare gli scontri diretti, costringendo invece il giocatore ad acquattarsi in qualche buio anfratto per non farsi scorgere dal mostro di turno, ha funzionato a dovere. Il doversi muovere nelle ombre con la consapevolezza di essere fatti a pezzi ad un minimo passo falso è una soluzione capace di generare livelli di tensione mostruosi. Molti sviluppatori hanno deciso di adottare questo concept per le loro produzioni; alcuni sono riusciti a fare centro, mentre altre volte la mela è rotolata via ben lontana dall’albero. Questo è il caso di UnderDread, un clone di Amnesia che però non si avvicina nemmeno alla grandezza del titolo a cui si ispira; ecco di che si tratta.
Passi nelle tenebre
Diciottesimo secolo; un uomo e sua figlia si fermano in un accampamento, decisi a concedersi un po’ di riposo dal loro lungo viaggio. Prendono alloggio presso una locanda ma durante la notte Lisa, la figlia del protagonista, sparisce nel nulla. L’uomo chiede disperatamente aiuto agli abitanti del villaggio ma nessuno sembra aver visto niente. Qualcuno gli dice che non è la prima volta che succede qualcosa di simile e che strani eventi si stanno verificando al maniero poco distante. L’uomo parte quindi alla ricerca della figlia, seguendo le orme di un detective che aveva già affrontato la medesima missione prima di lui. Il gioco ha inizio proprio nelle viscere del castello, dove verremo introdotti ai pochi comandi disponibili tramite un breve tutorial. Il nostro alter ego porta con sé una lanterna che può sollevare per illuminare meglio l’ambiente, oppure spegnere accovacciandosi a terra. Il titolo, come detto in precedenza, si ispira ad Amnesia e ne ripropone grosso modo la medesima struttura di gioco. Bisogna infatti muoversi tra le ambientazioni, risolvendo i vari enigmi ed evitando al contempo di entrare in contatto con le entità maligne presenti sul nostro cammino. Nella prima parte dell’avventura la nostra nemesi prenderà la forma di un grosso spirito scheletrico. Dovessimo averci a che fare troppo da vicino, l’unico modo di scampare a morte certa è quello di utilizzare una speciale abilità (la cui fruizione è limitata) in grado di bandirlo per breve tempo. Per riuscire a sfuggirgli possiamo inoltre avvalerci di alcuni specifici spot in cui rintanarci a torcia spenta in attesa che l’aberrazione passi oltre. Purtroppo gli enigmi sono uno dei punti deboli della produzione, soprattutto a causa del backtracking necessario a risolverli. Il titolo infatti permette al giocatore di avanzare di area in area, costringendolo però a tornare sui propri passi per recuperare oggetti che si rivelano necessari a posteriori ma che non erano recuperabili in precedenza. ci spieghiamo meglio con un esempio: all’inizio del livello c’è un tavolo con una fialetta appoggiata sopra, sembra importante, proviamo a prenderla ma non è possibile interagirvi. Dopo due ore di gioco si scopre che ne servono sette per risolvere un enigma, bisogna quindi tornare sui propri passi e recuperare tutte quelle lasciate indietro. Questo espediente si ripete svariate volte, una soluzione decisamente infelice soprattutto a causa della lentezza con cui il protagonista è in grado di spostarsi. Egli ha invero a disposizione uno sprint ma servirà a ben poco considerando quanto dovrà scarpinare nei sotterranei.
Orribile oscurità
UnderDread dispone solo di due ambientazioni: i sotterranei del castello ed un complesso di miniere a cui accederemo nella seconda parte dell’avventura. La pochezza poligonale con cui sono realizzate le location è tristemente abbinata ad un evidente anonimato che rende il tutto piatto e lascia un amaro retrogusto di già visto. Il comparto tecnico è inoltre afflitto da vari bug: a partire da innocui sfarfallii delle texture, passando per il mancato caricamento di tutti i testi in lingua italiana, cosa che ci ha obbligati a fruire del titolo in versione inglese. La lanterna tende poi a incastrarsi in cassetti e mensole dando vita a lunghe serie di convulsioni, a tratti più disturbanti delle creature che infestano i dungeon. Le animazioni di morte inoltre sono veramente poco curate e ci vedono spesso riversi all’interno di qualche colonna piuttosto che in una pozza di sangue. Anche l’audio vuole fare la sua parte proponendo dei jumpscare in maniera spudoratamente gratuita, forse con l’intenzione di farli passare per il crollo di alcune statue, cosa che avviene quasi sempre fuori dal nostro raggio visivo. A conti fatti questo UnderDread non ha praticamente nulla da offrire che non si sia già visto, spesso in forme decisamente più godibili. Le annotazioni che troveremo sul nostro cammino, stilate dal detective che ci ha preceduto, ci aiuteranno nel nostro incedere durante l’avventura, la quale però subisce un taglio netto sul finale, dopo le quattro ore circa necessarie al suo completamento. Niente spoiler ovviamente, ma ve lo comunichiamo chiaramente: l’ultima scritta a schermo dice To Be Continued. Onestamente non ce lo saremmo aspettati quando abbiamo preso in mano il gioco, soprattutto perché la descrizione sulla pagina ufficiale di Steam non lascia in alcun modo presagire una distribuzione di tipo episodico. Riteniamo questo tipo di politica scorretta nei confronti dell’utente pagante, il quale non viene in alcun modo informato del fatto che sta per acquistare un prodotto incompleto. D’altro canto, speriamo che eventuali episodi successivi vengano rilasciati gratuitamente e che siano in grado di risollevare il livello di una produzione che, allo stato attuale, si rivela essere insufficiente.
– Non ha ancora detto tutto
– Comparto tecnico debole e afflito da bug
– Tanto, troppo backtracking
– Enigmi poco coinvolgenti
– Incompleto
UnderDread è un gioco mediocre che non reinventa nulla, anzi, ripropone un piatto da molti già gustato con piacere realizzato in maniera maldestra. La risoluzione degli enigmi ambientali è legata ad un backtracking noioso e snervante che ci porta ad attraversare le stesse, brutte, ambientazioni innumerevoli volte. Il tutto è costellato da bug grandi e piccoli, che non minano alla base l’esperienza ma la rendono sicuramente meno appetibile. Il finale in sospeso è la cosa che ci ha stupito (negativamente) di più. La nostra unica speranza è che questo preluda a dei successivi episodi che possano farci cambiare idea in merito alla produzione. Vi consigliamo quindi di tenere in sospeso l’acquisto e di orientarvi verso nomi di più elevata caratura, perchè al momento non ne vale veramente la pena.