Recensione

Ultimate Marvel vs. Capcom 3

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Continua inarrestabile la cavalcata di Capcom nel mondo delle rimasterizzazioni dei suoi vecchi titoli. La software house, in compenso, ha detto molto chiaramente che avrebbe riportato buona parte della sua softeca su hardware di nuova generazione.Dopo tanti Resident Evil (e altri ne arriveranno) e Dead Rising (ve ne ho parlato qui), adesso tocca anche a Ultimate Marvel vs. Capcom 3, ultimo capitolo della storica saga di picchiaduro uscito nel 2011 per le console della scorsa generazione. Su quanto grande sia il bisogno di riportare in auge tali titoli dopo anni di distanza potremmo discutere per settimane, probabilmente. La certezza è che, anche stavolta, la software house nipponica voglia cavalcare l’onda dell’annuncio o dell’uscita di un nuovo titolo (in questo caso Marvel vs. Capcom Infinite in arrivo nel 2017) con una conversione senza troppe pretese.

Nel dubbio, premi a casoPer chi non conoscesse il franchise, facciamo ora un breve ripassino d’obbligo. Trattasi di una serie di picchiaduro che vedono protagonisti, neanche a dirlo, i personaggi di Marvel e Capcom darsele di santa ragione per motivi più o meno risibili. Non che la storia nei picchiaduro sia mai troppo importante, diciamolo.La serie è stata sempre meno tecnica della sua illustre concorrenza, ma più votata alla spettacolarizzazione e al divertimento in primo piano. Questo non significa che il button smashing regni sovrano, anzi, proprio in Ultimate Marvel vs. Capcom 3 è possibile giocare in due modi diversi, sostanzialmente.Il sistema di controllo normale prevede le classiche mezzelune e intrecci vari di croci direzionali e pulsanti per attivare le combo più esaltanti, delizia per i giocatori che masticano picchiaduro 2D a colazione. Con il sistema semplificato, invece, la maggior parte delle mosse “scompaiono”, o semplicemente possono essere attivate con la pressione di un singolo tasto. Il compromesso è che un personaggio attiverà sempre e solo una mossa speciale. Ad esempio, Ryu scatenerà, sempre e solo, la sua shinku hadoken e nient’altro.Questo rende il gioco adatto a più giocatori diversi, e quindi anche a partite diverse. Ultimate Marvel vs. Capcom 3 lo potete giocare con un amico che segue i suoi personaggi preferiti e muore dall’idea di veder combattere insieme Capitan America, Ryu e Chris Redfield (poi chiedetegli anche perché, magari), come con il giocatore più smaliziato che inizia a fare la cernita dei personaggi “op” dopo le prime due partite e sceglie addirittura il tipo di assist che ognuno di loro deve eseguire.L’azione è un piacere per gli occhi. Ultimate Marvel vs. Capcom 3 è assolutamente frenetico e butta il giocatore in un bailamme di effetti particellari, onomatopee da fumetto, luci e suoni. Il gioco è la fiera del fanservice per i seguaci dei prodotti legati ai due marchi, e lo fa con una dignità unica. Rispetto al passato, questa iterazione del franchise pone parecchio l’accento sulle differenze tra personaggi. Non c’è quindi il classico effetto “cappa e spada”, ma ognuno dei combattenti ha un moveset dedicato con meccaniche esclusive, ed elementi estetici a tema col personaggio stesso. Phoenix Wright, ad esempio, ha una serie di mosse che riguardano la caccia agli indizi per potenziarsi; She Hulk ha alcune mosse di preparazione che possono sfociare in diverse altre mosse, in tipico stile wrestler; Ryu ha il moveset tipico delle sue apparizioni nei vari Street Fighter (la shinku hadoken rimane la mossa esteticamente più appagante degli ultimi anni, concedetemelo); e la mossa finale più potente di Deadpool è la “4th Wall Crisis”, con la quale stacca la sua barra dell’energia per prendere a sprangate il suo avversario.

Cinque anni e sentirli tuttiRicordo che all’epoca con la prima versione del gioco, che era scevra del prefisso “Ultimate”, ci fu una delle prime polemiche importanti riguardo i DLC, allora quasi inediti. Si scoprì, a qualche giorno dal lancio, che nel codice del gioco su disco era presente il personaggio di Jill Valentine con tanto di costume alternativo, che invece Capcom commercializzava a parte negli store dedicati di Microsoft e Sony. Il fulcro della discussione era, a livello ideologico, il dover comprare qualcosa che già si possiede nel supporto fisico acquistato regolarmente. Col tempo Capcom e molti altri si sono fatti furbi e, complice l’avanzamento tecnologico, i DLC non sono sbloccabili ma vengono in larga parte scaricati successivamente. Così Capcom fece uscire la versione Ultimate del gioco che conteneva i nuovi personaggi, tra cui Occhio di Falco. 

Questa remastered per PS4 infine include la pietra dello scandalo Jill, insieme al personaggio Shuma Gorath, e tutti i costumi alternativi usciti come DLC nel corso degli anni per tutti i personaggi. Oltre ad essere completa a livello contenutistico, Ultimate Marvel vs. Capcom 3 per PS4 è ovviamente all’avanguardia in termini tecnici. Il gioco scorre fluidissimo a 1080p nei 60 gloriosi frame per secondo, il che è un grande valore aggiunto visto il “casino” di cui sopra.Il problema è che cinque anni di differenza si sentono eccome, soprattutto sotto due aspetti: il netcode e il bilanciamento dei personaggi. Non ci aspettavamo che Capcom rimettesse mano alla struttura di base del gioco, ovviamente, ma oggi come allora il peso della differenza di potenziale tra personaggi è ancora pesante. Vi accorgerete subito di quanto Wolverine, per dirne uno, sia su un altro pianeta rispetto a Phoenix Wright. Ci sono personaggi che, con combo anche relativamente facili, sono in grado di generare un output di danni devastante rispetto ad altri che devono sudare le proverbiali sette camicie. Se si decide di recuperare il gioco con l’intenzione di voler giocare ad alti livelli a Ultimate Marvel vs. Capcom 3, questa è una cosa con cui dover fare i conti, soprattutto online.E qui ci agganciamo al secondo problema, non da poco, della produzione. Già nel 2011 il netcode del gioco non era eccezionale, trovare partite era difficile e quelle trovate erano funestate da una latenza ballerina. Oggi la situazione del netcode è identica, e tra l’altro, essendo il titolo una rimasterizzazione (che da quello so vede l’originale ancora giochicchiato, tra tornei e una fanbase solida), il popolo di giocatori online è decisamente parco. In buona sostanza, se sperate di passare ore a scatenare combo su malcapitati da tutto il mondo, vi consiglio di rivolgervi altrove. Oggi, su PS4, Ultimate Marvel vs. Capcom 3 è un’esperienza squisitamente offline. Purtroppo in single player il divertimento rischia di durare poco per via delle poche modalità che sono ancorate al classico Arcade, alle Missioni (tutorial intelligentemente mascherati da “obiettivi”) e alla modalità Eroi & Araldi che, per gli stessi motivi, non funziona online. Capcom, comunque propone il titolo a un prezzo modesto, che vale moltissimo nell’ottica di avere un picchiaduro onesto e divertente con tantissimi personaggi, esteticamente appagante, divertente e accessibile pad alla mano, ma che non andrà oltre la partitella ogni tanto o la serata multiplayer feroce “da divano”, niente di più.

– Il roster dei personaggi

– È l’unico modo per giocare nei panni di Viewtiful Joe, oggi

– Prezzo onesto

– Il gameplay è accessibile e divertente…

– Si tratta di una conversione, niente più

– Scordatevi di giocare online

– Il roster non è affatto bilanciato

– …ma è un collo di bottiglia: amore o odio

7.5

Ultimate Marvel vs Capcom 3 è, nel bene e nel male, una rimasterizzazione senza grosse pretese. La versione per PS4 è completa nei contenuti, e si porta dietro tutti i pregi e difetti che ha sempre avuto. Considerata l’inesistente esperienza online, il titolo Capcom rimane un picchiaduro solido e onestamente appagante, adatto non solo ai maniaci del genere. Buona parte del fascino del gioco è inevitabilmente nel roster dei personaggi: se siete appassionati dei franchise di riferimento non potete assolutamente lasciarvelo scappare, fidatevi.

Voto Recensione di Ultimate Marvel vs. Capcom 3 - Recensione


7.5

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