Recensione

Twin Peaks 3x12

Avatar

a cura di Antron93

Parte dodici. Ennesimo ingranaggio ben oliato che va ad incastrarsi perfettamente nel meccanismo perfetto di David Lynch. Se vi aspettate un’altra puntata metafisica, metaumana e metacinematografica, il dodicesimo episodio non è nulla di tutto questo. Si torna a casa. Si torna agli anni ’90. Si torna a Twin Peaks.

La recensione contiene spoiler. Vecchie conoscenze, vecchie dinamicheQuesto revival/remake di Twin Peaks ci aveva fatto capire una cosa fin dall’inizio: la terza stagione sarebbe stata diversa dalle precedenti, così come le prime due erano state un capostipite, precursore della televisione che l’avrebbe seguita negli anni ’90.David Lynch, ancora una volta, decide di spiazzarci totalmente, regalandoci così una puntata dal sapore vintage. Sì, perché la dodicesima parte è tutto quello che era il Twin Peaks che i fan di vecchia data ricordavano bene: una storia per lo più ancorata alla realtà, condita da personaggi sui generis mischiati al drama e alle quelle dinamiche da soap opera tanto care a Mark Frost. Infatti, in questa dodicesima parte dell’infinito lungometraggio di David Lynch, assistiamo al ritorno di personaggi iconici e, in una sola puntata, rivediamo quasi tutti quei protagonisti che sono rimasti nei cuori di tutti gli appassionati: si parte con Sarah Palmer, vedova di Leland e madre di Laura, Ben Horne, Nadine e, infine, Audrey Horne. Quest’ultima era proprio uno dei colpi di scena rimasti irrisolti dopo la brusca interruzione della seconda stagione, rimasta legata nella banca di Twin Peaks che era successivamente saltata in aria. A quanto pare è viva e la sua relazione con Billy è proseguita, in un modo o nell’altro.

La rosa bluSe da un lato, David Lynch decide di stuzzicarci con le prime due stagioni, dall’altra decide di tirare in ballo il controverso Fire Walk With Me. Sì, perché molto spesso, i fan tendono a dividersi sulla riuscita del film del 1992 ma David Lynch non è d’accordo, anzi, la sua pellicola è quasi il nuovo fulcro di questa terza stagione.A quanto pare, il maggiore Briggs era coinvolto in un’operazione segreta dell’FBI: Blue Rose. Proprio in questa missione sono coinvolti cinque personaggi protagonisti del prequel Lynchiano: Cooper, Albert, Gordon Cole, Chester Desmond e Philip Jeffries, quest’ultimo interpretato all’epoca da David Bowie che, nei piani originali, avrebbe dovuto riprendere il ruolo. In tutto questo, Diane sa qualcosa e non vuole dirlo, ma Albert lo sa e decide di avvertire Gordon.David Lynch decide di inserire l’elemento sovrannaturale ma opta per tenerlo lì, sullo sfondo. Questa puntata ha bisogno di rimanere nel tangibile, nel reale, non nel sovrumano. Fa “lo spiegone”, per citare Boris, ma senza mai essere prolisso. Tutto scorre. Liscio. Ci viene dato un primo, fondamentale indizio per scoprire cosa sia successo al maggiore e perché sia sparito all’improvviso. Capiamo che FBI ed esercito lavorano a qualcosa. E in tutto questo c’entrano anche gli abitanti della Loggia Nera. Finalmente, dopo dodici puntate, ci avviciniamo a qualcosa, ci viene dato un assaggino di quello che arriveremo a capire nei prossimi episodi.Come al solito, il regista decide di buttare ami qua e là, pronto a tirarli su per raccogliere i frutti della sua oculata semina. Personaggi vecchi e personaggi nuovi riescono ad intrecciarsi perfettamente nel gioco di Lynch, andando a formare i pezzi di un intricatissimo puzzle che, ormai, ha solo sei puntate per essere completato.

Il ritorno di personaggi amatissimi

Primi indizi rilevanti

Troppe scene fini a se stesse

8.0

La dodicesima parte di Twin Peaks ci riporta alle atmosfere calde e asfissianti della serie classica. I personaggi sono cambiati, maturati ma non per questo meno potenti. Tutto viene centellinato, non si arriva mai ad avere troppi dettagli, troppi indizi tutti insieme. Lynch vuole che lo spettatore pensi, azzardi e che, addirittura, possa venire spiazzato da questi cambi di direzione così repentini. Perché Twin Peaks è e rimane la serie che, probabilmente, è riuscita ad innovare la televisione, per come la conosciamo, più di qualunque altro prodotto mai prodotto. Sei puntate alla conclusione, tutto è pronto per essere svelato. BOB e i suoi piani, il fato di Dale Cooper/Dougie Jones e, più in generale, i segreti della Loggia Nera e della cittadina più inquietante dello stato di Washington.

Voto Recensione di Twin Peaks 3x12 - Recensione


8

Leggi altri articoli