Recensione

Twin Peaks: 3x01 - 3x02

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a cura di YP

Venticinque anni sono tanti. In amore, in amicizia, nella vita in generale. Figuriamoci quando si parla di televisione, dove tutto è in costante evoluzione. Twin Peaks fece la storia per via del suo essere unico e visionario, affascinante e astratto; ma i tempi sono cambiati, e forse riguardandolo oggi ci possiamo rendere conto che non è invecchiato poi così tanto bene. Perché l’impalpabilità di Lynch è sicuramente motivo di vanto, ma al tempo stesso un difetto: il pubblico contemporaneo è stato educato ormai a un tipo di mistero più reale e meno meta-fisico, per questo motivo riportare in vita uno show come Twin Peaks dopo tutti questi anni poteva, e può essere, un rischio. Sembra pazzesco, ma dopo tutti questi anni quei luoghi e quei personaggi sono pronti a riaccoglierci, e noi siamo curiosi di scoprire se la mente geniale del duo Lynch/Frost sia riuscita a superare la sfida più grande: attualizzare e rendere appetibile la serie tv più importante di tutti i tempi anche a un nuovo pubblico di appassionati e non solamente ai nostalgici. 
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Nella Loggia Nera il tempo scorre in modo diverso, e sembra farlo anche nella visione di David Lynch: se non fosse per la qualità tecnica delle riprese, potremmo quasi dire che questo revival di Twin Peaks sia quanto di più fedele all’originale si potesse immaginare. Nello stile registico, con scene lunghe e verbose, nella caratterizzazione dei personaggi e nella descrizione degli eventi, e ovviamente nel mondo strano e cupo in cui Twin Peaks è da sempre ambientato. Ci sono poi gli effetti speciali datati e davvero poco rifiniti, molto old school e probabilmente anche un po’ esasperati in questo senso. Poi c’è la trama, di cui non parleremo, ma che riparte esattamente com’era cominciata venticinque anni fa: confusione, spaesatezza e personaggi che fioccano come se fossimo a natale. Non c’è più solo Twin Peaks poi: ci si muove un po’ in giro per l’America in compagnia di un personaggio che definire ambiguo è un complimento, che vi spingerà a chiedervi perché abbiano voluto svilirlo con quel look alla Crocodile Dundee, che lo rende davvero poco credibile, almeno sulle prime. Ma una cosa è innegabile: lo stile, rimasto puro e vivido nella mente di un regista che più invecchia più sembra delirare, sopratutto nella costruzione mentale di alcuni dettagli che lasciano davvero a bocca aperta.  Queste prime due puntate sono molto strane da valutare, vuoi per l’impatto emotivo, vuoi perché ci si trova a fare i conti con una concezione della serialità che vi sembrerà datata: è paradossale come, dopo aver dato il via all’evoluzione del genere, sia proprio Twin Peaks a rimanere fermo sulle sue posizioni senza la benché minima voglia di mutare e sperimentare. Perché tutto quello che vediamo a schermo è la normalità per Lynch e soci, questa contestualizzazione esoterica, disturbante e stordente è da sempre marchio di fabbrica della produzione, che ora però ha l’occasione di migliorarsi. Difficile quindi dire cosa succederà nelle restanti sedici puntate, il punto di partenza però è una serie tv che ad oggi può risultare stucchevole e stramba per alcuni, fenomenale e magnetica per altri. Se Twin Peaks doveva essere, Twin Peaks è stato, ora però sarebbe bello vedere di più. Ovvero una storia che abbia un proseguo e una conclusione logica, cosi come dialoghi e personaggi che nonostante vaghino nel buio dell’incomprensibile in realtà si dimostrino veri e non solo caricaturali. Perché è vero che questi erano -e sono- i marchi di fabbrica della serie, ma è anche vero che il pubblico di oggi non è più quello degli anni ’90 e potrebbe non gradire o rimanere esageratamente confuso di fronte a quest’esaltazione del cinema secondo Lynch, perchè di questo si tratta. Lo si vede in ogni sequenza, da quelle più basiche a quelle più trascendentali: nei lunghi silenzi, nella tensione continua creata solo con una parola non detta o un’inquadratura permanente, nelle scenografie e nei sogni ad occhi aperti che stentiamo a capire e che probabilmente non capiremo mai, perché, lo sappiamo, Lui è fatto cosi. Inizia dunque così il viaggio alla riscoperta di un immaginario affascinante e che ha la forza per tornare ad esserlo, anche se quest’inizio molto autoriale e personale dovrà necessariamente trovare un equilibrio maggiormente sostenibile e comprensibile, visto e considerato che le puntate saranno molte, e altrettante saranno le storie principali e parallele da sviluppare. Niente più saluti nostalgici dunque, non sarà più necessario aspettare altri venticinque anni: Twin Peaks tornerà settimana prossima, e cosi farà per molte settimane a venire.

Twin Peaks è tornato, unico e glorioso come sempre

Un nuovo punto di partenza, non una mera operazione nostaglia

Parla molto ai fan, pochissimo ai neofiti

9

Lynch e Frost riportano in vita Twin Peaks venticinque anni dopo: il sapore, le atmosfere e il disorientamento sono esattamente gli stessi che resero la serie un vero e proprio fenomeno di culto. La strada però è molto lunga, e nonostante Twin Peaks abbia il diritto di continuare a essere il prodotto televisivo più unico di sempre, dovrà necessariamente trovare un equilibrio più concreto per soddisfare un pubblico che negli anni si è evoluto, apparentemente più di quanto abbia fatto lo show stesso.

Voto Recensione di Twin Peaks: 3x01 - 3x02 - Recensione


9

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