Recensione

Twin Peaks 3 parte 14, la recensione

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a cura di Antron93

Il puzzle comincia a ricomporsi. Dopo quattordici episodi, David Lynch ritorna, ancora una volta, alle atmosfere del Twin Peaks più classico, continuando, però, a tenere d’occhio e a citare Fuoco Cammina con me.

La Rosa Blu
Mentre Gordon Cole e Albert spiegano a Diane e Tammy la questione Rosa Blu, si viene a conoscenza di dettagli fondamentali per l’intera indagine riguardante la morte del maggiore Briggs. A Twin Peaks, invece, lo sceriffo Truman, Andy, Hawk, Bobbie indagano a loro volta sulla questione Cooper/Briggs. Sempre tra le montagne di Twin Peaks, Andy fa la conoscenza del Fuochista che lo mette al corrente della situazione, passata e presente. Intanto, Sarah Palmer dimostra che l’oscurità aleggia da sempre sulla famiglia Palmer e a farne le spese è un uomo, in un bar, che voleva solo spassarsela.
Collegamenti
In molti, ormai, avevano perso le speranze. C’è chi ha abbandonato una serie che, a detta di queste persone, aveva perso la propria anima e la propria identità. C’è chi la vede per inerzia. C’è chi la vede perché ha realizzato come Twin Peaks sia, in realtà, un esperimento continuo. Ci sono state puntate zeppe di dialoghi, ci sono stati episodi quasi veicolati solo da immagini. Questa quattordicesima parte, dimostra chiaramente che David Lynch ha aperto situazioni e vicende disparate e disperate per poi ricollegarle. Tutto, nell’universo di Twin Peaks, succede per un motivo. 
Non per nulla, l’inspiegabile (fino a poco fa e per i più) Fuoco cammina con me è tornato prepotentemente protagonista in questa terza stagione di Twin Peaks, andando così a giustificare le scelte di David Lynch e le storyline a lungo termine architettate dallo stesso regista. David Bowie torna sotto forma di flashback, andando così a rimarcare quanto il suo ruolo potesse essere importante e vitale nell’economia della serie e di quanto sia stato, giocoforza, ridimensionato dopo la sua prematura dipartita.
Inoltre, alzi la mano chi ancora non aveva capito nulla della questione Dougie Jones. Chi ci sarebbe mai arrivato? Chi avrebbe mai capito che Dougie Jones è stato sostituito da Cooper per un motivo e di come quel motivo sia, in realtà, così vicino all’ex agente dell’FBI?!
Come già detto, nell’America di Twin Peaks, tutto accade per un motivo.
La puntata scorre via abbastanza velocemente, senza troppi fronzoli. Lynch decide di dare una lieve accelerata puntando prepotentemente sul fattore onirico: dal sogno di Gordon Cole con Monica Bellucci, non troppo a suo agio nemmeno nei panni di sé stessa, fino all’incontro tra Andy e il Fuochista che, inspiegabilmente, ha deciso di mettere al corrente di tutto l’agente della polizia di Twin Peaks. Probabilmente, lo stesso Andy è stato scelto per il suo cuore puro e la sua ingenuità o, sempre per tornare al solito discorso, perché tutto avrà senso più avanti.
Nel frattempo, Sarah Palmer miete una vittima, dimostrando così che Twin Peaks è e rimane un ricettacolo di malvagità e paura. L’oscurità si annida da sempre all’interno della famiglia Palmer. Una famiglia apparentemente felice che nascondeva ben più di qualche scheletro nell’armadio: un marito posseduto, una figlia vittima e una madre che, apparentemente, nasconde in sé qualcosa di tremendo.

Narrazione serrata, scene completamente funzionali alla narrazione senza perdersi in dialoghi inutili

Troppo spazio ad alcuni protagonisti mentre si perdono le storie del falso Cooper e di Dougie Jones

7.0

Una puntata più che discreta che porta avanti le storie senza eccedere troppo nei dialoghi barocchi o nelle scene fini a sé stesse, come in alcuni episodi precedenti. Narrazione semplice e lineare che, però, perde di vista altri personaggi come Dougie Jones e lo stesso falso Cooper, o le storie dedicate al nipote di Ben Horne e Becky. Proprio questo, forse, rimane uno dei punti più deboli dell’intero Twin Peaks, il fatto di dover aspettare, a volte, anche due settimane per avere qualche indizio in più. Inoltre, le origini di Bob e la missione Rosa Blu sono state solo accennate ma mai approfondite, probabilmente riservandole per il finale di stagione. Si parla di finale di stagione e non di serie perché, proprio nelle ultime settimane, alcuni rumor suggeriscono che Showtime voglia chiedere a Lynch di continuare con la sua opera anche se, come già affermato spesso dallo stesso regista, questa terza stagione dovrebbe servire solo a chiudere tutte le storie aperte ormai venticinque anni fa e per dare una degna conclusione ad una delle serie più storiche e amate di sempre.

Voto Recensione di Twin Peaks 3 parte 14, la recensione - Recensione


7

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