TurnOn
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a cura di Aeffe87
Quante volte vi è capitato, sentendo parlare di creatività, di udire il termine “scintilla”? È un concetto che i produttori di contenuti dovrebbero conoscere molto bene, qualcosa d’intangibile e che non necessariamente nasce in maniera spontanea, ma che è in fondo la miccia di ogni processo che si rispetti, che sia di natura artistica o meramente commerciale. Può legarsi a una suggestione o a un moto interno del singolo individuo, oppure scaturire da un confronto di gruppo; fatto sta che le opere più interessanti, quelle che sanno davvero distinguersi dalla massa, di questa scintilla hanno assoluto bisogno. Naturalmente, questo capita anche nell’intrattenimento e – soprattutto? – nello sviluppo di videogiochi, com’è lampante dando una scorsa al panorama indie degli ultimi anni, che di intuizioni e “scintille” ne ha messe in campo parecchie, seppur con risultati non sempre positivi. Oggi vi parliamo di un quartetto di developer russi, i Brainy Studio, al quale la scintilla non solo è scattata, ma è poi servita come protagonista del proprio universo narrativo. Partiamo dunque alla scoperta di TurnOn, la breve avventura di un’intrepida scintilla. Non creativa, per ovvie ragioni, bensì fatta di elettroni.
Luce amicaTurnon, alieno dal corpicino elettrico proveniente da chissà quale astro lontano, piomba rovinosamente dal cielo tra i muri della centrale elettrica di Electro City, provocando un cortocircuito che mette KO l’intero circondario. Dopo aver conosciuto il dottor Brain, simpatico inventore nonché manutentore dell’edificio, la piccola scintilla dal viso antropomorfo decide di aiutarlo a porre rimedio al gigantesco blackout andando a zonzo per i vari quartieri e ripristinando lampioni e generatori di corrente grazie alla propria carica intrinseca. Il concept alla base di TurnOn è tutto qui, tanto semplice quanto personale, per cui il giocatore ha il solo compito di guidare lo scintillante e azzurro protagonista tra cavi ad alta tensione, insegne luminose e quant’altro sia in grado di trasportarlo al fine di raggiungere i punti sensibili di ciascuno scenario e renderli nuovamente funzionanti. Oltre a procedere lateralmente, Turnon è in grado di compiere piccoli saltelli che gli consentono non soltanto di passare da una superficie a quella immediatamente successiva, ma anche di transitare con continuità dai cavi in primo piano a quelli posti sullo sfondo, in una meccanica che sfrutta senza particolare raffinatezza il concetto di parallasse. Capire quale via intraprendere per toccare tutti i punti che necessitano d’energia rappresenta l’anima enigmistica di un platform in 2.5D dalle meccaniche decisamente elementari, e permette, di rimando, di soccorrere gli anonimi cittadini che affollano le strade di ogni livello, completandolo di conseguenza. Ogni stage è difatti l’equivalente di un micro-racconto a se stante, che porterà la scintilla ora a salvare una bambina da un cagnaccio molesto, ora a coronare l’amore di due ragazzi separati da una serie di cancelli sbarrati, ora a porre freno a un tram fuori controllo. Ciascun setting prevede inoltre la raccolta di piccole saette blu, la cui quantità conquistata sancisce infine un punteggio che varia da una a tre stellette, com’è la norma nella stragrande maggioranza dei titoli casual di questo stampo. Capita inoltre d’imbattersi in saette rosse che danneggiano Turnon nel caso in cui vi ci entrasse in contatto, talvolta statiche e facilmente scansabili, altre volte provenienti a cascata dall’alto: imbattersi in tre scariche rosse consecutive equivale all’estinzione definitiva della povera scintilla, e quindi all’obbligo, da parte dell’utente, di ricominciare il livello daccapo.
Scossa!Dal punto di vista dell’impegno ludico, TurnOn non ha già in partenza grandi pretese, caratterizzato com’è da un mix di platforming e puzzle solving dei più schematici e d’immediata comprensione. Sembra invece che Brainy Studio abbia optato per un’esperienza dagli intenti soprattutto emozionali, per cui tutto l’impianto artistico del titolo vira in maniera abbastanza decisa in questa direzione. Ecco allora che gli ambienti cittadini, rabbuiati dall’assenza di elettricità e accarezzati dalla sola luce naturale della notte, s’incontrano con una colonna sonora rilassante e a tratti quasi ipnotica, di certo la componente più rilevante dell’intera produzione. Ne risulta un’impronta artistica pulita, avvolgente, insomma sinceramente deliziosa, seppur un po’ svilita da una grafica cartoon abbastanza povera di modelli e dettagli. Di opera interattiva comunque si tratta e, in tal senso, non possiamo fare a meno di sottolineare alcune problematiche tecniche che affliggono qua e là l’esperienza, da noi testata su Xbox One – il gioco, ricordiamo, è disponibile anche su Steam. Il primo è legato al basso grado di responsività del comando dedicato al salto, che non inficia più di tanto la bontà dei comuni livelli platform, ma si fa sentire parecchio nelle sporadiche variazioni di gameplay che spostano il gioco dalla sua formula standard a una sorta di semplicistico rhythm game tra gli elettrodi del tessuto urbano. In questi stage il personaggio si muove automaticamente in avanti e l’utente, chiamato a spostarlo in alto o in basso lungo tre file di cavi, deve evitare che il suo assistito esca dai “binari” o sbatta il muso contro le succitate e letali saette di colore rosso. Chi ambisce a uno score perfetto dovrà nel contempo accumulare tutte le saette blu presenti tra i fili, dovendo spesso fare i conti con balzi a ridosso del vuoto che, mal sposandosi con un control system tutt’altro che impeccabile, non tarderanno a scatenare ire e insulti pesanti verso il software. Evidente conseguenza di un polishing non propriamente attento, il gioco soffre inoltre di alcuni bug perlopiù visivi, per fortuna marginali in termini di buona giocabilità, eppure colpevoli nei confronti di una messinscena forse non tra le più ricercate, ma comunque gradevole.
– Gameplay immediato e perlopiù rilassante
– Piccoli racconti in-game deliziosi
– Musiche dolci e raffinatissime
– Soluzioni artistiche affascinanti
– Sistema di controllo impreciso
– Livello di sfida molto basso
– Stage musicali talvolta frustranti
– Qualche bug visivo
6.5
TurnOn si fa carico di una sfida di breve durata e alla portata di tutti, fatta di un incedere platform dai ritmi compassati e di un tessuto audiovisivo magico e rassicurante. È una ricetta ludica minimalista, la sua, ed è quindi già in partenza destinata a una fetta d’utenza ridotta, laddove chi non si accontentasse del mero saltellare tra un filo elettrico e l’altro troverà probabilmente indigesta la ripetitività delle azioni di gioco, che in effetti variano – di poco – solo nei livelli musicali, questi ultimi, peraltro, di fattura mediocre. Qualche problema tecnico, oltretutto, non aiuta l’esperienza a decollare, il che un po’ dispiace, specie data l’originalità di un concept che avrebbe certamente meritato maggiore approfondimento.