Recensione

True Crime: Streets of L.A.

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a cura di Maxnikk

Se non c’è GTA: Vice City…E’ inutile negarlo, oltre alla cronica assenza di titoli di simulazione automobilistica, uno dei difetti più evidenti della ludoteca GameCube è la mancanza di un gioco tanto discusso quanto capace di conquistare milioni di giocatori in ogni angolo del mondo: GTA: Vice City.Una mancanza che oggi risulta ancor più marcata grazie all’uscita di Grand Theft Auto: Double Pack sia su Playstation 2 che su Xbox.L’unica strada che rimane all’utente Nintendo è dunque quella di ricorrere a titoli che, in un modo o nell’altro, cerchino di riproporre il gameplay del capolavoro Rockstar, sperando che il risultato finale sia all’altezza dell’illustre modello.True Crime: Streets of L.A. è uno di questi. O meglio, è l’unico di questi sulla console targata Nintendo. Cerchiamo allora di capire insieme se il gioco sviluppato da Luxoflux (già nota, ad esempio, per Vigilante 8) e prodotto da Activision ha tutte le carte in regola per sfondare o è piuttosto una bella promessa non mantenuta fino in fondo.

Sulle strade di Los AngelesProtagonista indiscusso del gioco e Nick Kang, il classico poliziotto dai metodi spicci e sbrigativi che, spesso e volentieri, “esagera” nell’adempimento dei suoi doveri.Non è un caso, dunque, che risulti sospeso dal servizio a causa dell’eccessiva violenza e delle continue violazioni di proprietà di cui si è reso colpevole.Nonostante ciò, è comunque un ottimo elemento, se non il miglior poliziotto di Los Angeles: è esperto di arti marziali, sa sparare con qualsiasi tipo di arma ed è inoltre capace di guidare come uno stuntman professionista. Per questi motivi viene reclutato dall’EOD (Elite Operations Division, Reparto Operazioni Speciali), il nuovo reparto speciale della polizia di Los Angeles fondato nel 2003 per combattere i crimini più efferati e controversi che insanguinano le strade della città.Agli ordini del capo degli ispettori Wanda Park, senza dimenticare l’aiuto di Rosie Velasquez, la sua nuova compagna, il nostro Nick si troverà invischiato in una complessa vicenda nella quale la mafia russa e la Triade cinese sembrano avere un ruolo di primo piano nella scomparsa di suo padre…

GiocabilitàLa libertà di gioco che caratterizza True Crime, con la possibilità di girare in auto o a piedi, interagendo in maniera diversa con tutti gli altri personaggi, ricordo molto da vicino la struttura di GTA, ma con alcune sostanziali differenze: questa volte ci troviamo dalla parte delle legge e il mondo in cui ci muoviamo non è una città di fantasia, ma una metropoli realmente esistente, Los Angeles, di cui sono stati riprodotti ben 380 Km quadrati.Il gameplay si articola essenzialmente in tre diverse situazioni di gioco complementari, guidare, combattere e sparare (con pure un pizzico di azione stealth, seppure piuttosto abbozzata e semplificata: i nemici non si accorgono mai di voi che li state prendendo alle spalle), che ci troveremo ad affrontare nel corso di un’avventura che non si sviluppa in maniera rigidamente sequenziale. Nick, infatti, ha sì un obbiettivo da raggiungere per ogni missione, ma potrà anche decidere di vagare liberamente per Los Angeles e conseguire così tutta una serie di sotto-obbiettivi che il gioco propone in maniera completamente casuale. Queste missioni secondarie avranno comunque una loro importanza perché, a seconda del modo con cui saranno affrontate (più o meno consono alla legge) la trama prenderà una diversa piega. Il tutto, infatti, è gestito da un apposito punteggio che valuterà la nostra condotta stabilendo se siamo un buono o cattivo poliziotto.Le sessioni di guida presentano una struttura molto semplice che, di solito, prevede il raggiungimento di un determinato traguardo entro un tempo limite, piuttosto che il pedinamento di un altro veicolo o la fuga per allontanarsi dal criminale di turno che vuole ad ogni costo impallinarci. Nulla di nuovo, come classica è l’impostazione arcade di fondo, sebbene l’auto possa comunque riportare dei danni che andranno fatti riparare nelle apposite officine.Le sequenze di combattimento, invece, mostrano una maggiore cura, soprattutto sul versante delle mosse implementate. Non solo calci e pugni, quindi, ma anche devastanti combo e spettacolari prese (con tanto di azioni al rallentatore) con le quali scaraventare il criminale di turno contro tutta una serie di oggetti frantumabili e caratterizzati da un buon livello di interazione. Va comunque detto che una maggior profondità sarebbe stata auspicabile: non è raro, infatti, sconfiggere i nostri avversari semplicemente pigiando a caso sui tasti del joypad e senza adottare una ben precisa tattica.Infine abbiamo le sparatorie che sono caratterizzate da un sistema di controllo che ci è parso un po’ laborioso e non troppo intuitivo. True Crime, infatti, prevede due differenti modalità di mira: una in terza persona con puntamento automatico e una in prima persona con puntamento libero (attivabile premendo un apposito tasto) che però mostra qualche indecisione di troppo, in modo particolare negli spazi ristretti.Da ultimo segnaliamo la possibilità di migliorare le nostre abilità (un po’ come avviene nei giochi di ruolo): nel Dojo, infatti, miglioreremo la nostra tecnica di combattimento, nell’Accademia di Polizia apprenderemo i trucchi per diventare dei veri e propri assi del volante, mentre al Poligono affineremo la nostra mira.

GraficaChe True Crime, essendo un titolo multipiattaforma, non sfrutti a fondo le capacità hardware del GameCube è un fatto tanto palese quanto irritante. Certo non sarà né il primo né l’ultimo porting da Playstation 2, ma i difetti grafici sono oltremodo evidenti.Certamente va premiato l’impegno degli sviluppatori che hanno voluto riprodurre nel gioco ben 380 Km quadrati della città di Los Angeles, ma questo non può giustificare una certa povertà in fatto di poligoni e dei fenomeni di pop-up in tal senso inspiegabili.La fluidità del gioco mostra qualche incertezza di troppo e anche le texture non brillano certo per definizione e qualità, sebbene le cose migliorino un po’ negli ambienti chiusi.Le animazioni poco naturali dei personaggi e una certa ripetitività nel loro character design contrastano invece con la resa di Los Angeles che, nonostante tutto, presenta quartieri architettonicamente ben differenziati e credibili.Gli effetti di compenetrazione da poligoni purtroppo non sono rari, mentre l’interazione con l’ambiente, soprattutto durante le fasi di combattimento, rientra tra le note più positive di un gioco che comunque mostra il fianco a parecchie critiche.Ultima considerazione riguardo alla telecamera virtuale che segue le imprese del protagonista e che il giocatore può comunque controllare in prima persona: a volte le incertezze in fase di gestione possono essere letali e portare alla repentina morte del nostro Nick.

SonoroIl comparto sonoro risulta senza dubbio migliore rispetto a quello grafico, grazie anche ai numerosi brani (oltre 50) hip hop e rap (tra gli artisti presenti segnaliamo Coolio, Snoop Dogg, Hollywood e altri ancora) di cui Activision si è accaparrata i diritti. Il doppiaggio (in lingua inglese) è ben realizzato e vanta voci di attori professionisti quali Christopher Walken e Gary Oldman. Una spruzzatina di Hollywood che non fa mai male…

LongevitàTante missioni e sotto-missioni che si sviluppano in maniera casuale, tre finali differenti e la possibilità di sbloccare nientemeno che il famoso rapper Snoop Dogg quale secondo personaggio giocabile sono un buon biglietto da visita per la longevità del gioco anche se, dopo diverse ore, si può avvertire un fastidioso senso di “deja vu”.

Libertà d’azione

Gameplay vario

Sul Cubo non c’è Vice City…

Tante buone idee…

…ma non sviluppate a fondo

Realizzazione tecnica non convincente

Telecamera non sempre all’all’altezza

Sistema di controllo con qualche imprecisione

7.2

Dare un giudizio sulla versione GameCube di True Crime non è semplice, anche perché sulla console di casa Nintendo manca (purtroppo) il titolo (GTA: Vice City) che, in maniera più o meno velata, ne rappresenta la fonte ispiratrice.

Certamente la libertà d’azione e la varietà del gameplay rappresentano due motivi di grande interesse, ma i difetti sono molti e non possono passare inosservati. In primis una realizzazione tecnica assolutamente non all’altezza dell’hardware del GameCube (si tratta di un porting PS2 non ottimizzato), con bug grafici fin troppo marcati e una profondità di gioco che rappresenta un passo indietro rispetto al titolo Rockstar Games. True Crime, in altre parole, avrebbe potuto essere un capolavoro se solo le tante buone idee che lo caratterizzano fossero state sviluppate a fondo e in maniera adeguata. Invece, la sensazione generale è quella di un titolo un po’ superficiale che cerca di fondere insieme situazioni diverse senza averle prima sviscerate in tutta la loro potenzialità.

Una situazione che lascia in bocca un sapore agrodolce, soprattutto perché gli utenti GameCube non hanno altri titoli simili nella loro ludoteca… Probabilmente se sulla macchina Nintendo fosse stato disponibile anche GTA: Vice City il voto globale sarebbe stato inferiore ma, vista tale lacuna, il giudizio finale è stato più misurato.

Voto Recensione di True Crime: Streets of L.A. - Recensione


7.2

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