Recensione

True Crime: Streets of L.A.

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a cura di Matty

Che l’assenza di titoli in stile Grand Theft Auto abbia rappresentato, fino ad ora, una grossa mancanza per la console Microsoft, è difficile da negare. Una lacuna che sta comunque per essere definitivamente colmata, dato che proprio GTA – nella sua versione Double Pack – raggiungerà a brevissimo anche i negozi europei (precisamente il 2 di gennaio), dopo aver ricevuto tantissimi consensi in terra yankee; un titolo che dovrà vedersela con True Crime: Streets of L.A., prodotto di Luxoflux che dichiara sfida aperta a Rockstar Games, coniugando elementi del già più volte citato GTA ad alcuni tratti caratteristici di Max Payne e Matrix, nonché di The Getaway.True Crime si presenta dunque come un mix di spunti notevoli, che, messi insieme, dovrebbero saper donare un coinvolgimento stellare.

Welcome to Los AngelesNel corso dell’avventura vestiremo i panni del detective Nick Kang, incaricato di occuparsi di numerosi crimini, in una vicenda che lo vedrà opporsi alla mafia russa ed alla Triade cinese. Non tarderemo a riconoscere in Los Angeles – True Crime è ambientato proprio nell’assolata capitale californiana – una città di delinquenti, tra risse, gare clandestine, persone armate, ladri di auto e drogati: ci troveremo dinnanzi a questo ed altro.Potremo decidere se seguire la trama principale – una serie di missioni il cui fallimento non pregiudica comunque il prosieguo del gioco – o se errare senza una precisa meta per le vie della metropoli statunitense e sedare gli animi. A noi la scelta.Nick però, essendo una forza dell’ordine, avrà l’obbligo di non lasciarsi andare alla pura follia e dovrà badare a non uccidere troppi innocenti, pena l’essere giudicato un “bad cop” (“cattivo poliziotto”, appunto) e l’incontrare un finale negativo. Viceversa, risolvendo sempre più casi di malavita (arrestando, ad esempio, persone che commettono infrazioni), l’indicatore arriverà a segnare un “good cop” e verremo reputati all’altezza della situazione; il finale risulterà a sua volta positivo.

GameplaySono principalmente tre i tipi di situazioni cui andremo incontro con True Crime, ovverosia la guida, i combattimenti e le sparatorie.Partendo dalla prima, c’è da segnalare come le auto abbiano un comportamento che è molto difficile definire realistico, anzi saranno l’ideale per divertirsi sgommando e dando vita ad incidenti ed affini. Ed è giusto così.Gli scontri corpo a corpo, poi, evidenziano una certa cura riposta dai programmatori: azzeccando le giuste sequenze di tasti, infatti, non si dimostrerà particolarmente arduo originare spettacolari combo, alle quali è stata data un’impostazione molto vicina al cinematografico. Piacevole, seppur non ai livelli – chiaramente – di un picchiaduro.Alle sparatorie, per contro, appare non troppo soddisfacente prendere parte, a causa soprattutto di un sistema di mira ben lungi dall’essere perfetto (sfruttate parecchio male le leve analogiche del D-Pad), su cui comunque si riesce a sorvolare dopo aver fatto pratica. Ciononostante, qualche incertezza è manifestata dalla telecamera, che, sebbene si possa ruotare a piacimento, in alcune circostanze non facilita affatto l’orientamento al giocatore. Gradevole ed apprezzata è invero l’introduzione del bullet time, ovvero dei movimenti in stile Matrix (e Max Payne), al rallentatore, del protagonista. Per Nick sarà così tutto più facile: prendere adeguatamente la mira, evitare i proiettili altrui sarà come bere un bicchiere d’acqua!Come si sarà intuito, è evidente la mole di mosse attuabili da mr. Kang, che rendono il sistema di controllo non semplicissimo da gestire, anzi, leggermente difficoltoso specie inizialmente.Detto questo, non si possono che giudicare in maniera complessivamente positiva l’intento e l’idea dei programmatori, che hanno provato – con discreto successo – a creare un gameplay quanto più vario e variegato fosse loro possibile.Altra nota di merito va data alla possibilità di incrementare le proprie abilità, previo il pagamento di un prestabilito “tot” di crediti, che dona al titolo qualche affinità con gli RPG. Nelle fasi iniziali, il gioco scorre che è un piacere: ci si diverte moltissimo ad andare in giro per Los Angeles, perquisire gli abitanti (eh, il bello dell’essere dalla parte dei buoni) e arrestarli se sono in possesso di droghe o di armi, rubare qualsivoglia macchina, e via di questo passo. Ogni tanto, poi, verrà voglia di affrontare le missioni proposte che, tuttavia – bisogna dirlo – conferiscono una (forse) eccessiva linearità a True Crime, visto e considerato il tipo di videogame. Vero pure che qualcuno potrebbe ragionevolmente obiettare che, a patto che la missione non sia a tempo, è possibile girare liberamente sebbene ci si trovi nel mezzo della stessa. Da questo punto di vista, però, GTA offre al giocatore tutt’altra indipendenza rispetto agli sviluppi della trama.Alla fine, in ogni caso, è questione di gusti, e la suddetta peculiarità del titolo Luxoflux può (deve?) essere intesa semplicemente come un pregio o un difetto in base alle sole preferenze del singolo utente.Venendo ai veri e propri problemi del gameplay, impossibile non citare una (probabilmente inevitabile) ripetitività dell’azione: ci troveremo sempre dinnanzi ai medesimi casi da risolvere, che, numericamente parlando, non sono più di cinque o sei (risse, gare clandestine e pochi altri: questi teppisti californiani peccano davvero in fantasia). Nemmeno le missioni brillano particolarmente per varietà; al contrario, finiscono per risultare molto analoghe l’una all’altra dal punto di vista dei tipi di obiettivi proposti. Alla lunga tutto ciò, immancabilmente, stanca.

TecnicaAnalizzando il titolo sotto l’aspetto prettamente visivo, ai possessori di Xbox non può che rimanere un pizzico di amaro in bocca. Passi pure l’enormità di Los Angeles, che implica parecchi sacrifici in termini di dettagli grafici (in effetti, il primo impatto è tutto fuorché positivo), ma si sarebbe certamente potuto fare qualcosa in più.Risulta difficile parlar bene specialmente della palette di colori – eccessivamente incentrata su spente tonalità di grigio – utilizzata per renderizzare la città americana, che, in più, si caratterizza per delle texture deludenti, al di sotto della media. Si nota, inoltre, troppo aliasing per quelle che sono le reali potenzialità della console. Gli elementi che fungono da contorno, quali gli alberi ed i cittadini, non stupiscono data la loro non eccezionale realizzazione. In particolare, la varietà dei modelli 3D dei passanti appare – com’è forse quasi logico – pressoché nulla, e le animazioni degli stessi si dimostrano legnose e poco credibili, così come quelle del nostro Nick.Non è finita, perché un esagerato pop-up (apparizione improvvisa di poligoni in lontananza) ci rovina l’esperienza di gioco, anche se – ammettiamolo – dopo un po’ non vi si bada minimamente. Più fastidiosi sono i rallentamenti che, seppur sporadici, si fanno notare e… disprezzare, soprattutto perché avvengono in momenti privi di concitazione per l’engine grafico. Paiono poi incredibili alcuni errori di collisione, che fanno passare il nostro veicolo attraverso determinati muri, facendoci poi rimanere incastrati (!), costringendoci non di rado a ricominciare la partita.Bisogna invece promuovere quella che è la riproduzione tridimensionale delle auto, veramente di pregevole fattura, e in parte altresì il sistema di danni che, sebbene siano precalcolati, sono abbastanza spettacolari.

SonoroPer quanto concerne le musiche, Activision si è accaparrata i diritti di alcune canzoni di genere rap e hip hop (non moltissime, per la verità: venti in totale) di sicuro apprezzamento per i fan. Diverso il discorso, ovviamente, per chi predilige altri tipi di brani; ciò che dispiace è la mancanza dell’opzione che consente di modificare la colonna sonora prelevando le tracce audio da hard disk.Gli effetti sonori sono buoni, nella media, ma un po’ ripetitivi a lungo termine. Più che discreti, dal canto loro, i dialoghi, decisamente divertenti.

Longevità Sul fronte durata del titolo non ci si può davvero lamentare, complice anche la possibilità di sbloccare come secondo personaggio giocabile il celebre rapper Snoop Dogg che si schiererà dalla parte dei buoni e saprà aiutare Nick Kang nello smascheramento dei cattivi di turno. Le missioni poi, come già accennato, sono numerose e i tre finali differenti stimolano l’utente a rigiocare l’avventura. Lodevole.

– Los Angeles è vastissima!

– Buona l’idea di base

– Divertente

– Longevo…

– … anche se, alla lunga, ripetitivo

– Comparto grafico da rivedere

– Musiche non per tutti

– Sistema di controllo ostico

– Diversi bug

7.3

L’idea che stava alla base di True Crime era, senza dubbio, degna di nota e avrebbe fatto sperare nella riuscita di un capolavoro più che annunciato. Dispiace purtroppo constatare come il titolo Luxoflux mantenga solo parte delle promesse e risulti un videogioco apprezzabile, sì, ma non in grado di impensierire i mostri sacri del genere. Genere che poi è difficile circoscrivere, vista la complessa natura del prodotto Activision, un mix di elementi caratteristici dei vari GTA, Max Payne e The Getaway.

I difetti maggiori risiedono in un comparto grafico non propriamente all’altezza e afflitto da numerosi bug, oltre che in un gameplay (strutturato di per sè abbastanza bene) alla lunga eccessivamente ripetitivo che rischia di minare la pur buona longevità. Il gioco comunque diverte, soprattutto all’inizio, e saprà farsi apprezzare dai fan di John Woo e compagnia bella. Da provare, prima di un eventuale acquisto.

Voto Recensione di True Crime: Streets of L.A. - Recensione


7.3

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