Recensione

Trigger Runners

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a cura di Forla

Chi di noi ha vissuto l’epoca d’oro dei coin-op, non può che ricordare con nostalgia i pomeriggi trascorsi a pigiare sui pulsantoni in plastica di quelle fantastiche macchinette mangiasoldi. Che fosse in una sala giochi illuminata dai neon o nel baretto dietro casa dove i vecchietti andavano a farsi il bianchino, le ore passate tentando di scrivere a chiare lettere il nostro nome in cima alla classifica del quartiere, avranno sempre un posto speciale nel nostro cuore. I classici di quei tempi ora sono relegati in pack da collezione o nella lista delle rom del MAME, ma alcuni sviluppatori sfoderano di tanto in tanto titoli che tentano di riportarci alla memoria quei tempi ormai trascorsi. Così fa Trigger Runners, un misto tra un platform e uno shooter a scorrimento laterale, scopriamo insieme quanto vale questo cowboy senza cavallo ma dal grilletto estremamente facile.
Run ‘n’ gun
Il debole impianto narrativo della produzione si avvale di schermate fisse senza testi, per raccontare la sua storia. Vediamo quindi un cowboy con il viso parzialmente coperto da una sciarpa rossa venire soccorso da una misteriosa fanciulla. Ella, pallida e quasi eterea, lo aiuta a rimettersi in sesto dopo chissà quale battaglia e lo accompagnerà durante tutta l’avventura. Una volta tornato nel pieno delle forze, il misterioso protagonista comincia il suo viaggio, durante il quale affronterà schiere di mostri meccanici. Il titolo propone una struttura platform a scorrimento laterale molto semplice, dove il nostro unico compito è quello di premere il pulsante del salto con il giusto tempismo, spostare il mirino sui nostri nemici e fare fuoco a profusione. La profondità del gameplay è veramente ridotta all’osso e il suo retaggio per piattaforme mobili è evidente sin dai primi istanti. I livelli sono lineari e l’unica variazione sul tema presente è uno schema in cui il nostro personaggio, invece di correre, fluttua nell’aria e dispone di una mobilità verticale slegata dal salto. A proposito del salto (utilizzabile anche nella sua versione doppia), questo serve, oltre che a evitare di cadere in fossi e strapiombi, anche ad oltrepassare ostacoli verticali. In realtà è possibile anche appostarsi dietro di essi, facendo partire una breve sequenza in cui una piccola orda di nemici ci si scaglierà contro, mentre noi saremo intenti a respingerla in sicurezza dietro al nostro riparo. Alla fine di ogni livello ce la dovremo vedere con un boss, nessuno di essi ha pattern di attacco particolarmente variegati o impegnativi, e sconfiggerli è sicuramente più semplice che affrontare le fasi platform più ostiche proposte nei vari schemi. Queste infatti sono le sezioni più sfidanti del gioco, che ci troveremo a ripetere più volte fino a quando la sequenza dei salti e la posizione dei nemici non ci sarà nota. Al termine del livello viene assegnato un punteggio legato alla nostra performance, ma non è presente alcuna classifica da esaminare per valutare come siamo messi rispetto agli altri giocatori
Nostalgia portami via
Che il titolo faccia leva sul fattore nostalgia è indubbio. La sensazione di avere a che fare con un prodotto per cabinati è forte, con tutti i pro e i contro del caso. La grafica in pixel art è gradevole e le musiche di sottofondo ben si adattano alla produzione, scandendo il rapido ritmo di gioco con sonorità galoppanti. Ciò in cui Trigger Runners è debole è invece è il gameplay, assolutamente semplicistico. Se i nemici non sono molto vari, e per la maggior parte si limiteranno a venirci contro, ci sarebbe piaciuto poter vedere un po’ di fantasia almeno nel level design o nella personalizzazione del nostro alter ego. I livelli invece sono tutti simili tra loro e, anche se le ambientazioni cambiano (solo tre volte), la struttura rimane simile, con i salti e la posizione dei nemici da memorizzare. Unica variazione degna di nota è il livello aereo sopra citato, che comunque non fa gridare al miracolo. Introdurre un sistema di armi diversificate tra loro avrebbe di certo reso più varia l’esperienza. Anche i livelli di difficoltà aggiuntivi non servono a granché, andando a incidere solo sulla resistenza ai colpi dei nostri nemici. Il titolo, esattamente come la maggior parte dei prodotti di questo tipo, è completabile in circa un’ora. In definitiva Trigger Runners è un “giochino” che costa meno di un euro e sicuramente vale ogni centesimo, almeno nella sua incarnazione per dispositivi mobili. Se avete intenzione di giocarlo su PC invece, con solo qualche spicciolo in più potete acquistare prodotti più consistenti. Consigliato solo se siete amanti sfegatati dei titoli per sala giochi e vi piace farvi irretire dal fattore nostalgia.

– Tutto il fascino dell’era coin-op

– Brani musicali azzeccati

– Costa meno di un euro

– Struttura semplicistica

– Un solo tipo di arma

– Breve

6.0

Trigger Runners è un titolo con meccaniche semplici e un gameplay veramente ridotto all’osso. L’operazione nostalgia che mette in atto per accalappiare gli amanti dei vecchi titoli per coin-op è riuscita, ma la sua formula non vi terrà incollati allo schermo a lungo. Grazie ai livelli brevi rimane un gioco che ci sentiamo di consigliarvi su dispositivi mobile, ma che perde molto del suo appeal su PC, dove fa a tutti gli effetti la figura del “giochino”. Se la formula fosse stata un po’ più profonda, e magari irrobustita da un maggior numero di armi o tipologie di nemici, sicuramente avrebbe avuto un impatto diverso anche su computer. Insomma, se avete un euro e non sapete come spenderlo prendetelo pure, sarà come giocare ad un Sunset Riders molto più semplicistico.

Voto Recensione di Trigger Runners - Recensione


6

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