Recensione

Tribes Vengeance

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a cura di pWi

Il dodicesimo ritorno La stragrande maggioranza dei videogiocatori italiani ha sicuramente sentito parlare di Tribes e della sua saga. Quindi non dico niente di nuovo descrivendola come una saga di shooter 3D online che ha riscosso un grande successo nel corso degli anni ’90 e che vanta una schiera di fan certamente ben nutrita. La serie si è sempre distinta per un approccio in termini di struttura di gioco assolutamente diverso rispetto agli altri shooter 3D online. Ne parleremo meglio nel corso dell’articolo, ma jetpack o armature differenti con caratteristiche contrastanti nel corso della singola partita sono elementi inediti che solo il gioco prima di Dynamix e ora di Irrational Games può vantare. Già, proprio il cambio di software house è l’elemento che dobbiamo sottolineare per primo. Si tratta del primo Tribes non sviluppato dall’ormai storico team di Dynamix ma, come vedremo, questo cambiamento, per i fan della saga abituati ad un certo tipo di approccio, non è assolutamente traumatico, anzi. Tribes Vengeance è quindi il dodicesimo gioco ambientato in un universo che Sierra/Vivendi ha riproposto con diversi nomi in altrettanto diversi giochi. Si parla di Metaltech, EarthSiege, Starsiege e ovviamente della serie Tribes. Si tratta di un universo sempre in preda alle guerre, alle rivoluzioni, all’odio dove, da una parte, si vivono le esperienze della corte imperiale, dall’altra i sordidi piani di spietati assassini o preparati ribelli. In realtà quest’ultima frase si addice di più a Tribes Vengeance dove il discorso trama non è relegato in secondo piano, ricoprendo invece un ruolo molto importante all’interno del gioco. Insomma, per la prima volta nella serie è stata introdotta una modalità single player assolutamente autonoma. Vediamo perché.

Il single player di uno shooter 3D multiplayer L’introduzione della modalità single player si spiega sotto due piani diversi, anche se il secondo è certamente più consistente del primo. Innanzitutto, per creare un gioco ancora più completo, adatto a chi ogni tanto magari si rilassa con una partita da solo piuttosto che giocare in continuazione online. Ma il motivo più pregnante riguarda certamente la difficoltà della struttura di gioco di Tribes e il conseguente spiazzamento in cui si trova il giocatore che per la prima volta si imbatte in una partita online. Insomma, voglio dire che il gameplay ha degli elementi particolari, sì facili da capire ma difficili da sfruttare per ottenere il meglio nelle partite multiplayer. Vedremo meglio questo discorso più avanti, per il momento vi basti sapere che è assolutamente impossibile poter fare anche un solo frag se non si sfruttano questi meccanismi, anche perché i giocatori che si trovano sui vari server dedicati sono assolutamente avvezzi al gioco. Quindi, pensate la modalità single player di Tribes Vengeance come un enorme tutorial. Di volta in volta, in accordo con le vicende narrate, ci vengono presentati i capisaldi della struttura di gioco. Questo non vuol dire che la trama che ci accompagna in queste imprese non sia di grande impatto, anzi ve la proponiamo succintamente.Le protagoniste sono due principesse: una madre che deve compiere scelte capaci di influenzare l’intero universo e sua figlia che, vent’anni dopo, deve affrontare le ripercussioni di queste decisioni. La peculiarità è che la storia viene raccontata da diversi punti di vista: esattamente tre. Il primo è quello della giovane principessa, Julia; si passa poi ad un soldato ribelle Phoenix ed, infine, ad un misterioso assassino senza volto. Inoltre, le sequenze dedicate ad un singolo personaggio sono a loro volta suddivise in tre tronconi: presente, futuro e passato. Questo vorrà dire che, ad esempio, ci capiterà di giocare con Julia nel suo aspetto attuale, ma anche nel suo aspetto da bambina (una sequenza veramente incredibile, che ancora non mi spiego neanche come possa essere pensata, in quanto una bambina di 7-8 anni non solo riesce a scappare dalle grinfie di centinaia di soldati ma anche a farli fuori tranquillamente!). Quello che dobbiamo dire è che se da un lato assisteremo ad una varietà impressionante in termini di locazioni e personaggi, dall’altro le caratteristiche dei tizi che impersoneremo non sono affatto differenti, non andando minimamente ad influire sul gameplay. Insomma, quest’ultimo non cambierà praticamente mai nel corso di tutto il gioco, e anzi si poggerà su elementi ben delineati e caratteristici da sempre della serie. Insomma, come intuirete da queste parole, la modalità single player non riesce mai a dare la sensazione di essere stata creata per far divertire effettivamente il giocatore, quanto piuttosto per far capire, come abbiamo detto, e quindi utilizzare nella componente vera e propria di Tribes Vengeance, quella online, con disinvoltura i vari meccanismi di gioco. Cosa semplice a parole ma non nei fatti perché, nelle varie partite, dovremo affrontare gente che ha fatto di Tribes il motivo portante della propria vita videoludica.

Sparare non vi servirà più a niente o, meglio, a poco… Come abbiamo detto, la struttura di gioco della serie Tribes è molto particolare e assolutamente differente rispetto agli altri shooter 3D online. Partiamo, però, nella nostra disamina dall’analisi delle tantissime modalità di gioco per capire meglio con quale spirito ci troveremo sul campo di battaglia. Eccovene la lista: arena, palla, carburante, lepre e cattura la bandiera. Ve le descrivo velocemente. Nella modalità arena si fronteggeranno due squadre composte da un certo numero di giocatori. La partita si svolge in round, la squadra che resta con più giocatori vince. Ovviamente, in questa modalità se si muore prima della fine del round, bisogna aspettare l’inizio del round successivo per tornare a giocare. Nella modalità palla bisognerà prendere le palla e lanciarla nella meta avversaria. Si tratta di una innovazione apportata da Tribes Vengeance, in quanto questa modalità non era presente nei precedenti episodi della serie. Nella modalità carburante ci saranno due enormi contenitori di carburante collocati nelle due basi delle due squadre. L’obiettivo è prelevare il carburante dalla base nemica e trasportarlo nella nostra. Potremo prelevarlo restando per qualche secondo sotto il contenitore avversario. Potremo, inoltre, trasportare al massimo 15 celle di carburante per volta e se moriamo il contenitore della nostra squadra perderà una cella. La modalità lepre è invece un vecchio classico di Tribes. Sostanzialmente, consiste nel mantenere il possesso della bandiera. Estremamente classica è anche l’ultima modalità di gioco: il cattura la bandiera. Come in ogni shooter 3D online, dovremo catturare la bandiera nemica e portarla nella nostra base, esattamente alla nostra bandiera. Se, però, a sua volta, anche la nostra bandiera è stata rubata dovremo aspettare che ritorni al suo posto per poter completare la giocata. Vi dico subito che, dal punto di vista delle modalità Tribes Vengeance presenta una soddisfacente varietà, tuttavia sui server online si gioca quasi esclusivamente al cattura la bandiera. Si tratta certamente della modalità nella quale le meccaniche di Tribes si rispecchiano più facilmente, però è abbastanza frustrante vedersi costretti a giocare sempre nella stessa modalità, soprattutto quando anche le altre sono molto valide.

Vediamo adesso le tanto decantate meccaniche di gioco di Tribes Vengeance e, più generalmente, della serie alla quale appartiene. Innanzitutto dobbiamo parlare del jetpack. Al momento dell’introduzione del primo Tribes si trattò di una grande miglioria al solito gameplay da shooter 3D e tutt’oggi rappresenta una valida alternativa in questa direzione. Sostanzialmente, il jetpack è un macchinario che ci consente di effettuare voli di grandissima portata, raggiungendo quote elevatissime. Insomma, potrà anche capitarci di sovrastare l’intera mappa e di poterla avvolgere tutta anche con un solo sguardo. Capite bene che questo è già, da solo, un elemento importantissimo per la struttura di gioco. Diciamo, molto schematicamente, che si ripercuote su due aspetti di gioco: sullo spostamento e sullo sparo. Nel primo caso, faccio riferimento alla velocità che è consentita per i vari spostamenti: si potranno raggiungere piattaforme o avamposti lontanissimi in brevissimi tempi o altezze considerevoli in un batter d’occhio. Quando faccio riferimento allo sparo voglio invece dire che, avendo la possibilità di spostarsi così rapidamente e in maniera estremamente frenetica, è difficile per gli avversari poter prendere la mira e colpire il bersaglio. Insomma, centrare un bersaglio in volo è un’operazione complicatissima non solo per il giocatore meno esperto, ma anche per chi a Tribes gioca da anni. Questo si ripercuote come un macigno su tutti gli equilibri di gioco. E’ un discorso che andrebbe fatto anche in rapporto alla mappa in cui si sta giocando, ma più banalmente si potrebbe dire che è paradossalmente più efficace dedicarsi al proprio obiettivo che cercare di fraggare gli avversari. Se a questo aggiungete che i giocatori possono avere anche 200 vite e che è abbastanza facile ricaricarle, vi renderete conto che questo non è assolutamente un aspetto casuale, ma assolutamente voluto dai programmatori della serie. Uccidere un giocatore avversario quindi è un episodio molto più raro rispetto ad un qualsiasi altro shooter 3D online. Ucciderlo porterà, peraltro, grossi vantaggi, in quanto potremo raccogliere vite, armi, kit e quant’altro lasciatoci dal giocatore fraggato. Detto questo la domanda che vi frullerà per la testa certamente è: “come si fa a fraggare un giocatore?”. La risposta non è semplice. Da una parte va considerato il fatto che, come in ogni shooter 3D, la stragrande maggioranza dei frag si realizza grazie a quel “sesto senso da giocatore incallito di shooter 3D” che permette di visualizzare la posizione dell’avversario, anticiparne i movimenti e colpire nella zona dove si ritiene si sposterà nell’immediato futuro. Aggiungiamo a questo il fattore fortuna che come sempre è presente in un gioco comunque enormemente incentrato sulla casualità come uno shooter 3D online. D’altra parte dobbiamo però introdurre un’innovazione assolutamente caratteristica di Tribes. Insomma, visto che in aria è quasi impossibile centrare gli avversari bisognerà sfruttare i tempi di ricaduta, studiando e memorizzando il movimento ascendente e discendente dei giocatori. Per capire questo dovete considerare che l’autonomia dei jetpack non è certo infinita: una volta consumata la loro carica piomberemo inesorabilmente al suolo (anche se un sistema di ripresa della carica comunque ci impedirà di trovarci spiaccicati ma di perdere solo poche vite). Quindi, immaginatevi i vari balzi dei giocatori come un andirivieni continuo tra alto e basso. Ebbene, dovremo sfruttare i momenti in cui gli avversari sono in basso per colpire la zona limitrofa e cercare di far loro più male possibile. Se siete riusciti a intravedere la dinamica di tutto questo, avete capito che la strategia di avvicinamento e di attacco agli avversari è enormemente innovativa rispetto ai canoni ai quali siamo abituati.Non ci dimentichiamo neanche degli stivali anti-attrito, molto usati dagli appassionati della serie. Questi, una volta selezionati, generano un campo magnetico attorno ai nostri piedi. Questa tecnologia crea tra la corazza e il terreno un cuscino d’aria compressa che si può sfruttare per scivolare su qualsiasi tipo di superficie (anche sott’acqua) sfruttando il proprio slancio. Questo ci permette di andare più rapidamente e di avere più inerzia in volo una volta passati dagli sci al jetpack: insomma, potremo fare voli di più ampia portata.Altro grande elemento relativo alle meccaniche di gioco è quello delle corazze. Nelle basi infatti troveremo dei macchinari chiamati “stazione di inventario”. Potremo accedere a queste e tramutare la nostra corazza in tre disponibili: leggera, media, pesante. Ogni corazza ci porterà ad interpretare il gioco in maniera assolutamente differente. Quella leggera ci consentirà movimenti più rapidi, ma avremo contemporaneamente meno salute e meno autonomia nel nostro jetpack. Quella media ci fornirà valori mezzani in tutto: sia per quanto riguarda la salute (100 vite) sia per quello che riguarda la velocità di spostamento e l’autonomia del jetpack. Infine, con la corazza pesante avremo ben 200 vite ma saremo lenti come pachidermi. La scelta di utilizzare una corazza piuttosto che un’altra è legata a diversi fattori e alla contingenza della situazione. Se, ad esempio, dovremo difendere un avamposto probabilmente sarà opportuno usare la corazza pesante se, invece, dovremo andare a catturare la bandiera nemica converrà mettere una corazza più agile. In ogni caso, al momento del respawn in seguito ad una morte, ci troveremo con la corazza media: potremo cambiarla facendo riferimento ancora una volta alla “stazione di inventario”.

Nella “stazione di inventario” potremo selezionare anche armi e kit. Per quanto riguarda le prime in Tribes Vengeance c’è una discreta varietà, ma questo va ponderato considerando bene l’importanza delle armi nella struttura di gioco. Come abbiamo detto, infatti, spesso può capitare di trovarsi dinnanzi a situazioni nelle quali conviene proseguire senza far fuori il nemico. Inoltre, servono armi con una portata di fuoco molto ampia proprio per la difficoltà intrinseca del gioco di centrare con precisione i bersagli che abbiamo citato prima. Tutto questo ha portato i programmatori a prediligere armi di grossa portata di fuoco ad armi veloci come mitragliatori o roba del genere. Ad ogni modo eccovi la lista delle armi presenti in Tribes Vengeance: lama a energia, lanciadischi Spinfusor, mitragliatore, fucile blaster, lanciagranate, grappino, bruciatore, lanciarazzi, fucile di precisione Jackal, scudo, lanciamortai. Per il discorso che abbiamo fatto userete molto più spesso armi come il lanciadischi (in assoluto la più usata), lanciagranate, lanciamortai, lanciarazzi rispetto ai vari mitragliatori, fucili blaster, bruciatori o, men che mai, fucili di precisione. Da questo punto di vista, insomma, Tribes Vengeance non eccelle particolarmente. La mancanza, o l’impossibilità, di usare armi rapide toglie molto carisma a questo aspetto del gioco, lasciando il compito di mantenere veloce e frenetica l’azione solo agli altri elementi del gameplay quali jetpack, sci e compagnia.Un discorso a parte meritano i kit. Anche questi possono essere selezionati grazie alle “stazioni di inventario”. Ne abbiamo di quattro tipi: energia, scudo, riparazione, velocità. Una volta scelti e immessi nella propria corazza, potremo utilizzarli quando lo riterremo più opportuno. Ognuno di essi ha inoltre un effetto attivo e un effetto passivo. Il primo scatterà solo quando lo decideremo noi, il secondo funzionerà semplicemente passando vicino a corpi che possono usufruire di tale effetto. Per esempio, con il kit riparazione, passando vicino ad un nostro compagno di squadra, ricaricheremo le sue vite. Per quanto riguarda le mappe, queste sono veramente enormi sia nel gioco in single player che in quello multiplayer. E’ ovvio che, considerata la portata dei jetpack e degli altri elementi della struttura di gioco di Tribes Vengeance, non poteva che essere così. Giocheremo quindi in mappe veramente sterminate, probabilmente tra le più ampie attualmente disponibili in un videogioco. Queste sono inoltre composte da diverse strutture o edifici che ovviamente possono essere sfruttati a seconda della strategia del momento. Nelle mappe sono presenti anche dei comandi territoriali. Si tratta di basi che possono essere catturate permanendo per alcuni secondi al loro interno. Una volta catturata una base essa ci fornirà diversi aiuti validi per lo svolgimento della partita. Gli enormi spazi delle mappe possono, inoltre, essere coperti non solo grazie ai jetpack ma anche ai veicoli presenti nel gioco. A dire il vero non c’è una grande varietà, solo quattro veicoli, ma essi sono comunque realizzati molto bene. Si tratta del Rover, del Jump Tank, del Fighter Pod e della Nave d’Assalto. Il Rover è un veicolo a quattro ruote molto veloce e capace di arrampicarsi un po’ dappertutto. Il Jump Tank è un potente carroarmato in grado di sparare con grande violenza ma poca velocità. Il Fighter Pod è una piccola navetta volante con un potente cannone. La Nave d’Assalto è, infine, una poderosa nave volante con più bocche di fuoco. Ogni veicolo può contenere diversi giocatori, i quali possono dividersi i ruoli di pilota o dei vari addetti alle armi.

Unreal e Tribes: un sodalizio vincente Tribes Vengeance è mosso dal motore grafico Unreal 2.5. Si tratta del motore già visto negli ultimi giochi della serie Unreal e che tutt’oggi, a distanza di due anni dalla realizzazione, mostra ancora di poter competere con i campioni della categoria. La grafica di Tribes Vengeance sfrutta quindi gli enormi spazi aperti che il motore di Unreal riesce a realizzare, occupando di fatto uno dei primi posti in assoluto in questa speciale classifica. Nelle enormi mappe, inoltre, vi sono anche strutture molto dettagliate e superfici montuose assolutamente realistiche. Agli spazi aperti aggiungiamo effetti di bump mapping o funzionali effetti di pixel shader, i quali rappresentano una consistente aggiunta rispetto alla versione base del motore di Unreal. I pixel shader contribuiscono nella ricostruzione di realistiche e spettacolari superfici d’acqua, le quali si estendono anche per porzioni non indifferenti delle varie mappe. Aggiungiamo anche texture di tutto rilievo, ottime animazioni ed effetti di illuminazione al passo con i tempi. Certo, non siamo ai livelli di un DooM 3 o di un Half-Life 2, ma l’impatto grafico di Tribes Vengeance si distingue per una certa spettacolarità anche se, d’altra parte, può apparire leggermente “cartoonesco” per chi pretende più fotorealismo dai videogiochi. Per il resto, Tribes Vengeance gira decentemente anche su macchine non potentissime, gestendo i grandi spazi aperti con disinvoltura.Dal punto di vista del sonoro siamo su livelli leggermente meno positivi. Intendiamoci, il comparto audio è comunque di buon livello, ma magari non così perfezionato come in altri giochi degli ultimi tempi. Rimangono comunque ottimi i sonori legati ai vari mortati o alle armi di lunga gittata. Meno d’atmosfera quelli legati alle armi più adatte agli attacchi ravvicinati. Poco presenti le musiche, mentre il parlato è un po’ monotono, soprattutto per quanto riguarda lo speaker che scandisce le varie fasi di gioco. Concludiamo la nostra recensione dicendo che Tribes Vengeance è commercializzato in Italia in una versione che vede tradotto nel nostro idioma unicamente il manuale, mentre il software rimane interamente in inglese. Non mancano comunque dei sottotitoli che permettono di seguire gli svolgimenti della trama della modalità single player anche a chi non è particolarmente avvezzo all’inglese parlato.

HARDWARE

Requisiti minimi:
Processore da 1,3 Ghz o equivalente, 256 MB RAM, scheda video 3D da 64 MB, 3 GB su disco fisso, modem 56K per giocare online.

MULTIPLAYER

Come detto, Tribes Vengeance è un gioco dedicato quasi esclusivamente al multiplayer. Sono presenti le modalità di gioco arena, palla, carburante, lepre, cattura la bandiera come descritto nella recensione.

– Adrenalinico

– Mappe enormi

– Sarà particolarmente apprezzato dai fan della saga

– Modalità single player poco convincente

– Alcune meccaniche di gioco potrebbero non essere gradite

8.0

Tribes Vengeance si conferma sicuramente come uno dei migliori shooter 3D multiplayer attualmente disponibili. Si tratta di un gioco estremamente veloce e adrenalinico, insomma un po’ come Unreal Tournament 2004. Tuttavia, la presenza dei jetpack e i risvolti che questi producono sul gameplay hanno un effetto controverso, il quale porta il giocatore ad occuparsi più dei salti che di sparare. Tutto questo farà comunque un baffo agli appassionati della saga che, ovviamente, considereranno questa struttura di gioco, per niente diversa rispetto al passato, l’ideale per uno shooter 3D multiplayer, per cui va certamente consigliato caldamente a loro questo terzo episodio della saga. Per i giocatori novizi, invece, si tratta di introduzioni spiazzanti, con le quali sarà difficile prendere confidenza. Anche perché la modalità single player, inserita proprio per entrare nell’ottica delle meccaniche di gioco, si rivela assolutamente poco funzionale ed estremamente monotona. Una volta imparati i meccanismi di gioco e capito come sfruttarli, però, Tribes Vengeance mostra tutta la sua freschezza, la sua originalità, le mirabilie legate alla grandezza delle mappe ed un gameplay, per molti versi, innovativo.

Voto Recensione di Tribes Vengeance - Recensione


8

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