Recensione

Trauma Center: New Blood

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a cura di AP

A volte ci si dimentica quanto un videogame possa essere evasivo. Quando la possibilità di interpretare eroi di ogni tipo e di qualunque epoca diventa la prassi, forse sarebbe bene ripensare a quello che da bambini si sognava di diventare. La professione del medico è una delle più apprezzate, ma come fare se siete sensibili al sangue o non avete mai studiato anni e anni alla facoltà di medicina all’università? A questa domanda ha risposto Nintendo nel 2005 con Trauma Center: Under the Knife, titolo per DS che faceva indossare per la prima volta il camice di un chirurgo capace di curare malattie di tutti i tipi. Con l’arrivo del Nintendo Wii si pensò di adattare il gioco in oggetto al Wii Remote con Second Opinion, facendoci operare gli stessi pazienti con questo nuovo e rivoluzionario controller e aggiungendo qualche ulteriore modifica. Visto l’apprezzamento del pubblico verso questo particolarissimo gameplay, Atlus ha deciso di dare un seguito a quel prodotto lanciando su Wii l’inedito Trauma Center: New Blood, sequel che per fortuna fa tutto quello che ci si aspetta da un numero “2”, offrendo novità di tutto rispetto accanto ad un gameplay che rimane ancorato alle origini. Siete pronti ad impugnare nuovamente il bisturi?

Prima di aprire occorre disinfettareSe non avete mai avuto la possibilità di giocare ad un qualunque Trauma Center, data la particolare tipologia, occorre spiegare come ci si comporta in sala operatoria. Il gioco si struttura in missioni differenti che obbligano il giocatore a procedere rapidamente, districandosi con dei controlli particolarmente affidabili. La configurazione standard permette di utilizzare Wii Remote e Nunchuk. Se il primo serve per muovere il cursore su schermo e agire nel punto indicato grazie alla pressione del tasto A, con il control stick si selezionano gli strumenti con i quali intervenire grazie alle otto direzioni disponibili. Per esempio, spingendo la levetta verso l’alto si sceglie un gel capace di disinfettare e curare delle piccole ferite, mentre premendo verso il basso si opta per il laser, utile per bruciare determinate escrescenze e utilizzabile anche in situazioni non propriamente mediche. Tra gli altri strumenti avrete il bisturi, le pinze per estrarre frammenti o collocare dispositivi, drenaggi, ago e filo per suturare le ferite, siringhe per iniettare insulina o anti infiammatori, e una sorta di ecografia, capace di visualizzare problemi sottocutanei e invisibili ad occhi nudo.Se leggendo queste righe può sembrare di dover imparare troppe cose tutte insieme sappiate che il primo capitolo, composto da sei interventi, più alcuni di esercitazione, fungerà da grande tutorial in cui vi verranno esplicate tutte le funzioni che vi serviranno per avanzare. Inoltre se doveste avere dei problemi ricordate che non sarete mai soli in sala operatoria poichè un’infermiera accanto a voi, sarà sempre pronta a dirvi come procedere. Ovviamente dovrete sempre tenere d’occhio il battito cardiaco del paziente aumentandolo con iniezioni di insulina, poichè arrivare alla classica “linea piatta” significherebbe il fallimento della missione.

Tutto iniziò in AlaskaQuesto freddo stato dell’America fa da sfondo alle vostre prime operazioni. In quest’ospedale dall’apparente semplicità lavorano due dei migliori chirurghi al mondo, ossia Markus Vaughn e Valerie Blaylock. Questi, che per motivi che non sveleremo in questa sede, dovranno lasciare presto questo luogo per entrare a far parte di un’equipe medica decisamente più avanzata e in grado di far fronte a situazioni molto più complicate rispetto all’aggressione di un orso.L’introduzione di due personaggi principali al posto di uno solo ha permesso delle aggiunte non indifferenti al gameplay. In primo luogo saranno dotati entrambi del Dono di Esculapio, ossia una facoltà quasi magica che una volta attivata (occorre eseguire una stella a cinque punte seguendo uno schema preciso) permetterà a Markus di rallentare il tempo, mentre impedirà la diminuzione dei battiti cardiaci del paziente nel caso stiate utilizzando Valerie. Altra novità ancora più importante, è data dalla possibilità di eseguire quasi tutte le operazioni della storia in modalità cooperativa con un secondo giocatore. In questo modo la collaborazione e l’affiatamento faranno la parte del leone permettendo di distinguere subito due giocatori allenati in questa modalità. Ogni operazione sarà rigiocabile in qualsiasi momento grazie ad un comodo pannello su cui far scorrere i livelli completati. Da qui si potrà selezionare se giocare da soli o con un amico e si potrà decidere a quale livello di difficoltà affrontare la sfida. Alla fine dell’intervento vi verrà assegnato un punteggio che potrà essere inviato online tramite la Wi-Fi Connection e paragonato con gli altri giocatori. Purtroppo è assente una modalità online vera e propria, ma si spera venga inserita in un eventuale terzo episodio, a questo punto decisamente probabile.

Operazioni per tuttiSe la giocabilità appare ottima grazie alla precisione del Wii Remote e ad una corretta tolleranza del software riguardo determinati movimenti, la rigiocabilità è garantità da un buon numero di interventi, dalle tre difficoltà disponibili e dalla modalità coop. A questo punto vi starete però domandando come si presenta tecnicamente questo Trauma Center: New Blood.Dunque, il gioco segue una storia che viene narrata da immagini statiche sullo sfondo e diverse animazioni dei personaggi. Questi oltre ad aver guadagnato qualcosa riguardo alla caratterizzazione grafica del titolo precedente, hanno finalmente il dono della parola. Tutto il plot narrativo si sviluppa attraverso un buon doppiaggio inglese sottotitolato ottimamente in italiano. Nonostante i temi trattati siano piuttosto adulti e ricchi di spunti di riflessione, non mancano elementi fantasiosi capaci di mantenere i toni generali su livelli adatti a tutti. Stesso discorso può essere fatto per la grafica in game che permette di mostrare organi interni colpiti da tumori multipli, corpi feriti gravemente, ossa rotte e molto altro, pur mantenendo uno stile piuttosto asettico e distaccato che non si impegna affatto nel mostrare ferite e malattie con cruda realtà, ma le ammortizza e le rende parte del gameplay senza velleità di simulazione alcuna. Dal primo capitolo viene quindi ereditato lo stile grafico, le meccaniche di gioco e gli strumenti principali, pur introducendo elementi inediti e alcune meccaniche che solo il Wii può sfoderare. Anche gli effetti sonori sono rimasti pressocchè identici, ma le musiche capaci di garantire la giusta tensione nei momenti più critici sopperiscono benissimo a questa mancanza di originalità.Nel complesso si tratta quindi di un’esperienza immersiva e coinvogente, molto giocabile e per la sua particolarità non ha parametri di confronto su altre console. Uno dei giochi più originali e riusciti per Wii, seppur con alcune minime riserve legate agli argomenti trattati, che potrebbero non interessare a tutti.

– Gameplay ancora fresco

– Storia accattivante

– Molta varietà nelle operazioni

– Stile grafico adatto a tutti

– Buon doppiaggio

– Schermate statiche un po’ datate

– Niente online “vero”

– Novità piacevoli ma non rivoluzionarie

8.0

Se avete amato Second Opinion non potrete che fare altrettanto con questo New Blood. La storia intrigante, insieme alle novità del sistema di controllo, ai due personaggi utilizzabili, alla modalità cooperativa e ai tanti nuovi interventi rendono questo seguito un netto miglioramento dell’originale. Non ancora perfetto e non più particolarmente innovativo, ma sicuramente apprezzabile da chi vuole affrontare una sfida decisamente diversa dai soliti canoni. Inoltre grazie ad un livello di difficoltà non particolarmente amichevole, gli appassionati di videogiochi più esigenti troveranno pane per i loro denti. In un terzo ipotetico capitolo però sarebbe auspicabile una vera modalità online e qualche ulteriore novità di rilievo.

Voto Recensione di Trauma Center: New Blood - Recensione


8

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