Se c’è una cosa che Toy Story ci ha insegnato, è che i giocattoli – quando li lasciamo soli – prendono vita. Anche se il film della Pixar è ormai entrato nell’immaginario collettivo, quando ci si approccia a Toy Soldiers War Chest non si può che pensare a un film meno noto e datato 1998: Small Soldiers. In questa pellicola un gruppo di soldatini, dotato di un chip militare, ingaggiava violente battaglie con una razza di alieni. Toy Soldiers War Chest fa esattamente lo stesso: ci mostra i giocattoli che, lontano da occhi indiscreti, si prendono a mazzate in un diorama realizzato da un appassionato di miniature disordinato e amante dei sigari.
Il gioco è un tower defense ibrido con alcuni elementi originali e ben adattato al pad di Xbox One e PS4. Dopo alcune battaglie tra kaiserjäger dell’esercito austro-ungarico, unicorni che sparano arcobaleni e improbabili sfide tra He-Man e Ezio Auditore, abbiamo scoperto un gioco non perfetto ma con alcuni elementi davvero divertenti.
Pianifica (poco) e passa all’azione
Come in ogni tower defense, il gioco consiste nel difendere la propria base da una serie di ondate nemiche che possono essere respinte attraverso la costruzione, il miglioramento e la manutenzione di una serie di torrette difensive di varia tipologia. Vi sono torrette in grado di respingere le unità di fanteria, obici che colpiscono gli attacchi aerei, bombarde anticavalleria e armi più versatili. Ogni torretta può essere migliorata nei suoi diversi parametri, che consentono di aumentarne la gittata, la potenza di fuoco e la resistenza agli attacchi nemici.
Il principale elemento che differenzia Toy Soldiers War Chest dalla maggior parte dei giochi di questo genere riguarda la commistione del genere tower defense con l’action, la quale avviene su due diversi livelli. In primo luogo, vi è la possibilità per il giocatore di prendere il controllo delle torrette e colpire i nemici da una visuale in terza persona. Tale azione non è soltanto possibile, ma è soprattutto incentivata dalla presenza di un moltiplicatore che sale in funzione delle azioni da noi compiute. Quando tale moltiplicatore raggiunge un determinato livello, il giocatore può evocare un eroe, il quale ha libertà di movimento sul campo di battaglia ed infligge enormi quantità di danno. Così, si è costantemente chiamati ad utilizzare le torrette per evocare un eroe da controllare sul campo di battaglia, senza però mai perdere di vista la gestione delle proprie risorse e il mantenimento delle proprie torrette.
Questo miscuglio di meccaniche si è rivelato particolarmente proficuo per il gioco, che risulta fresco ed originale e in grado di mantenere il giocatore costantemente impegnato. Toy Soldiers War Chest non è quel genere di tower defense che richiede di piazzare le proprie strutture difensive e di attendere l’esito della battaglia: questo gioco vi porta direttamente sul campo di battaglia e – quasi sempre – trasforma le vostre azioni sul campo in qualcosa di determinante per la vittoria. Vi è dunque una differenza profonda tra Toy Soldiers War Chest e i canonici giochi di questo tipo, un aspetto che potrebbe non piacere a chi ama i giochi con un’impronta gestionale ma che, al contrario, potrebbe entusiasmare chi ha sempre visto nei tower defense un genere passivo e noioso.
Troppe cose da fare?
Tra costruzione e gestione delle torrette, controllo delle stesse, evocazione degli eroi e utilizzo di alcune armi speciali che si controllano in terza persona, il giocatore potrebbe perdere presto il controllo della situazione. In effetti, Toy Soldiers War Chest è un gioco che ti sommerge sin dalle prime battute con le cose da fare e con elementi che non vengono spiegati a dovere nel tutorial. Occorrono alcune partite di rodaggio prima di riuscire a comprendere a fondo come muoversi sul campo di battaglia, e gli utilissimi tasti rapidi che consentono di passare con celerità da una torretta all’altra non vengono mai spiegati. All’inizio, dunque, si ha la netta sensazione di essere stati gettati in un campo di battaglia ingestibile, e se non fosse per la bassa difficoltà delle prime missioni della campagna il gioco potrebbe mandare nel panico anche i giocatori più avvezzi a questa tipologia di titoli.
Inoltre, il costante impegno e la concentrazione richiesti al giocatore implicano uno sforzo mentale non indifferente, in quanto le partite in Toy Soldiers War Chest sono piuttosto lunghe. Parliamo di 15-20 minuti per match, che possono addirittura superare la mezz’ora nelle battaglie in cui è necessario resistere al maggior numero di ondate. A differenza dei tower defense classici dove il giocatore può comportarsi in maniera passiva e “riprendere fiato” in alcuni momenti, in questo titolo si è costantemente in azione e i match troppo lunghi finiscono per stancare la mente. Questo aspetto non è necessariamente negativo, ma richiede senza dubbio uno sforzo mentale fuori dal comune per chi è abituato ai soliti tower defense. Se consideriamo, inoltre, che l’evocazione degli eroi è un processo laborioso che richiede parecchio “griding” con le torrette, la monotonia potrebbe prendere il sopravvento in alcune partite con ondate troppo simili tra loro.
Per il potere di Grayskull!
Ubisoft per Toy Soldiers War Chest si è assicurata i diritti di alcuni pupazzetti celebri negli anni Ottanta, inclusi nella Hall of Fame Edition del gioco. Troviamo nel gioco i mitici G.I. Joe e, soprattutto, i Masters of the Universe, con He-Man in prima linea. A questo si aggiungono le già citate miniature di Assassin’s Creed, che si affiancano a una serie di personaggi originali. Il fan-service per i trentenni è palese, ed è altrettanto scontato che chi è cresciuto con i cartoon dei MOTU si emozionerà nel sentire il tema di He-Man risuonare sul campo di battaglia mentre si cavalca Battle-Cat brandendo la Spada del Potere (ok, ammetto di essermi esaltato nello scrivere questa frase, ndr).
Alla conclusione di ogni partita il proprio esercito ottiene dei punti esperienza, i quali vengono utilizzati per sbloccare un set di carte che danno accesso a tre potenziamenti ad ogni passaggio di livello. Dopo alcune partite si avranno a disposizioni torrette più potenti, e si potranno affrontare le sfide che il gioco ci propone nella sua campagna e/o nelle sette sfide pubblicate ogni giorno. Il gioco, a quanto pare, si manterrà vivo a lungo e la sua longevità si attesta su ottimi livelli, complice anche un buon multiplayer che consente epiche sfide tra gli eroi delle diverse fazioni (G.I. Joe vs. Cobra, ad esempio). A patto che, come detto, siate in grado di apprezzare le particolarità di questo gioco e di soprassedere ad alcuni momenti davvero monotoni.
Qualche problemino tecnico
Toy Soldiers War Chest da un punto di vista visivo è un gioco colorato e con alcuni elementi davvero ben realizzati. Al contempo, però, la definizione dei modelli non è certo eccezionale su console, e una leggera nebbiolina rende il campo di battaglia meno definito e “vivo” di quanto potessimo sperare. Le animazioni sono ridotte all’osso, e alcuni modelli sono davvero privi di carisma.
Al contempo, si segnalano costanti episodi di compenentrazione poligonale e un aliasing – perlomeno su Xbox One – che non abbiamo fatto a meno di notare. In generale la resa grafica è più che sufficiente, ma con una maggiore attenzione a questo aspetto il gioco – nei suoi momenti amarcord – ci avrebbe probabilmente fatto urlare dalla gioia. Non è andata così, purtroppo.
– Alcuni elementi davvero originali
– Gli eroi sono molto divertenti
– Ottime licenze nella Hall of Fame Edition
– Sfide quotidiane
– Un po’ monotono in alcune fasi
– Qualche problema grafico
– Alcune partite sono troppo lunghe
Pur non essendo perfetto, pur avendo problemi di ritmo evidenti e pur affatticando il giocatore con sezioni ripetitive ma che richiedono un grande impegno mentale, Toy Soldiers War Chest è un buon gioco. Nel mondo dei tower defense su console questo titolo riesce a portare qualcosa di fresco, e la sua ottima quantità di contenuti vi terrà impegnati a lungo. Se a tutto questo aggiungiamo la presenza della Hall of Fame Edition con licenze di prim’ordine quali G.I. Joe e Masters of the Universe, vi è più di un buon motivo per tenere questo titolo in seria considerazione.