Recensione

Tony Hawk's Proving Ground

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a cura di Jackazz

Anno nuovo, Tony Hawk “nuovo”: squadra che vince non si cambia. A dirla tutta questo motto, alla base di tutte le serie (sportive e non solo) attualmente presenti sugli scaffali, comincia a stancare. Madden, Fifa, Unreal Tournament e lo stesso Tony Hawk, a prezzo di una manciata di aggiornamenti grafici nemmeno troppo vistosi, proseguono con uscite quasi annuali. TH ha saputo rivoluzionare il genere del videogioco sportivo, mettendo letteralmente alla berlina sfide o testa a testa contro avversari controllati dal computer, preferendo una meccanica incentrata sull’agonismo e sul progressivo miglioramento delle vostre abilità. Il tutto a tempo di musica punk-rock.Proving Ground è l’ennesimo capitolo, rifacimento, continuazione, sfruttamento -chiamatelo come volete- del marchio originale. Sarà stata capace la Neversoft a tirare fuori qualcosa di buono e soprattutto originale?

Alter EgoDa qualche anno a questa parte, merito anche di The Sims, è in voga lasciare la massima libertà di personalizzazione nella creazione del vostro personaggio. Una modalità, questa, che comincia invero a sentire il peso degli anni e rappresenta la maggior parte delle volte un ostacolo alla velocità di un gioco. I venti minuti necessari alla elaborazione di fattezze e vestiario del vostro alter-ego saranno stati completamente inutili, dato che per l’80% del gioco vedrete il vostro personaggio di spalle. E a tal proposito non saranno un naso più lungo o uno zigomo leggermente pronunciato a fare la differenza quando, in seguito ad un Benihana andato male, vi sfracellerete a terra. Sono presenti tutte le più fanose marche di vestiti e alcuni di questi accessori sono bloccati all’inizio del gioco ma verranno resi disponibili man mano che completerete gli obiettivi proposti, così da poter far indossare al vostro Skater preferito il nuovo modello di Ray-Ban e migliorare in tal modo la vostra autostima. Il gioco vi pone a piede libero in una grande metropoli di chiaro stampo americano, inizialmente confinata da alcune fastidiosissime barriere invisibili che andrano scomparendo man mano che progredirete nel corso dell’avventura. La scena è dominata da diverse tipologie di skaters: da una parte abbiamo i cosiddetti “scolastici” che si limitano a far roteare la tavole secondo le storiche regole dello skate. Dall’altra vi sono invece questi pioneri del free-skating che “creano” letteralmente il proprio skate-park selezionando locazioni disabitate e servendosi di oggetti assolutamente non convenzionali.

Tony Lego HawkUna delle principali caratteristiche di questo Proving Ground è rappresentata dalla possibilità di modificare lo scenario in maniera del tutto simile alla “fucina” di Halo 3. Ovvero senza toccare la struttura base e le fondamenta di una mappa, costituite da strade, palazzi, automobili accostate, vi sarà data la possibilità di costruire vere e proprie rampe e posizionarle ovunque vogliate, così da rendere i vostri salti leggermente più emozionanti. L’editor sviluppato dagli studi Neversoft si dimostra in questa occasione largamente inferiore alle aspettative: più che una vera e propria implementazione sembra un semplice palliativo tra una sfida e l’altra. Gli oggetti utilizzabili sono pochi e molti simili tra loro, oltretutto non aggiungono particolare spessore ad una struttura di gioco che si dimostra invece palesemente in cerca di personalità. Il gameplay ricorda quanto già visto nei precedenti capitoli: al fine di superare il livello in corso sarete chiamati ad eseguire questo o quel trick, collezionare punti entro un certo limite di tempo, raggiungere aree solo apparentemente inacessibili (servendosi del soppraccitato editor) e via dicendo. PG non presenta novità degne di nota rispetto al passato: si tratta sempre di una edulcorata serie di scuse che vi costringe a girare (quasi) a vuoto per le trafficate vie di una metropoli qualunque. La noia sopraggiunge ben presto: la curva d’apprendimento è inesistente -poichè molti di noi hanno giocato a Tony Hawk almeno una volta nella vita, fosse anche su PSOne: da allora non è cambiato nulla!- la “trama” scialba e tutto l’impianto di gioco è afflitto da una terribile sensazione di deja-vu che sfocia nella mediocrità.

Trick.. Or Treat?I controlli sono rimasti sostanzialmente identici al primo, mitico e vetusto, episodio: la levetta sinistra del pad controlla i movimenti deil personaggio, mentre la gestione di flips e grabs è quasi interamente affidata ai pulsanti X e B. In questo modo ogni successione di tricks diventa un button-mashing forsennato che ha ben poca utilità, eccetto quella di ridurre le cellule epiteliali presenti sui vostri polpastrelli. Nulla a che vedere col rivoluzionario sistema progettato da EA per il suo Skate, che consente -anzi, esige- l’uso del twin-stick per finalizzare le mosse a vostra disposizione. Si potrebbe obbiettare che i due giochi hanno ben poco in comune, eccezion fatta per l’ambientazione ed il genere sportivo preso in esame. TH è un arcade puro e semplice, in cui gran parte del divertimento è condizionato dall’alto tasso di spettacolarità, raggiungibile esattamente con il minimo sforzo. Skate possiede una impalcatura pseudo-simulativa e richiede un certo grado di concentrazione e soprattuto coordinazione per essere padroneggiato. A voi la scelta, solita minestra riscaldata o nuova esperienza di gioco?

Comparto TecnicoLa realizzazione grafica di PG è pregevole ma non eccezionale: i modelli poligonali sono definiti ed il sistema di illuminazione svolge bene il proprio ruolo. La palette di colori utilizzata dai programmatori e vivace e sfavillante. Non è l’aspetto visivo a minare Proving Ground. La colonna sonora vi accompagnerà attraverso i momenti più emozionanti ed i salti più difficili. La tracklist comprende band del calibro di Foo Fighters, Jurassic 5, Bloc Party, Cramps e Sex Pistols. Persino sotto il profilo della parte audio, Proving Ground si dimostra tendenzialmente curato, con una scelta di brani assoluatmente non casuale ed ispirata. La modalità multiplayer appartiene al passato: anacronistica e terribilmente tediosa la possibilità creare arene ad hoc dove incontrare uno sfidante e batterlo a suon di trick e record vari. Pollice verso per una delle caratteristiche che, nell’era di PSN e XBL, non può permettersi di rimanere indietro.

– Buona colonna sonora

– Editor per costruire le rampe

– E’ Tony Hawk..

– ..è “sempre” Tony Hawk

– Multiplayer praticamente assente

– Annoia dopo poco

6.6

Tony Hawk Proving Ground è l’ennesimo prosieguo di una serie che comincia terribilmente a sentire il peso degli anni. E’ lo stesso gioco uscito nel 1999 con una serie di novità che ritengo fuori luogo e che non giustificano il prezzo pieno con cui si presenta sugli scaffali. Per gli appassionati di questa disciplina il consiglio è di rivolgersi a Skate che risulta sicuramente più tecnico e stimolante; il titolo Activison è indirizzato a chi ricerca un gioco più immediato e arcade ma che potrebbe annoiare dopo poco tempo.

Voto Recensione di Tony Hawk's Proving Ground - Recensione


6.6

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