Recensione

Tomb Raider Underworld

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a cura di Jack Right

La storia di Tomb Raider è parte integrante e fondante della più vasta storia dei videogiochi. Il primo titolo dedicato alla famosa archeologa fu sviluppato su Pc, Saturn e PSX nel 1996 ad opera di Core Design e pubblicato Eidos Interactive, ottenendo un successo che andò oltre le più rosee aspettative. Come spesso accade questo fu solo l’inizio di un lungo percorso che porto l’affascinante Lara Croft ad essere protagonista di svariati titoli, invero caratterizzati da una qualità piuttosto altalenante. Un viaggio proseguito fino ai giorni nostri quando Tomb Raider approda su Nintendo DS con una veste grafica in 3D ben realizzata e un gameplay, lo anticipiamo, senza particolari innovazioni.

Indiana Jones insegnaUn valido tutorial vi accompagnerà nei primi livelli di gioco introducendovi in maniera graduale ai comandi basilari e alle meccaniche del gameplay che ricalcano quelle tipiche del genere. Con il pulsante B salterete, con Y sparerete, con X interagirete con oggetti, userete il rampino (utilissimo per salvarsi magari dalle conseguenze di un salto poco preciso), con A sferrerete un calcio (attacco corpo a corpo); L servirà per lanciare granate ed R per puntare i nemici. Una volta puntato un nemico, i colpi sparati si dirigeranno automaticamente verso di lui, mentre quello che muterà repentinamente sarà il sistema di controllo in modo tale da consentire una migliore esecuzione di alcune mosse indispensabili: spostandoci verso il nostro avversario, infatti, e premendo al contempo il tasto B avremo la possibilità di evitare i colpi sparati verso di noi effettuando una capriola in avanti, mentre spostandoci indietro eseguiremo invece una capriola in senso opposto alla prima. Utile in molte fasi di gioco sarà altresì la scivolata, effettuabile attraverso la combinazione di tasti Giù più A. Quello che comunque, più in generale, colpisce positivamente il giocatore è l’implementazione di una grande varietà di mosse eseguibili in contesti molto differenti tra di loro, con la possibilità di arrampicarsi su pareti rocciose, piuttosto che nuotare sott’acqua. Il tutto all’insegna della massima varietà possibile.Il secondo schermo del Nintendo DS fungerà essenzialmente da menù: su di esso appariranno armi, granate e medikit: basterà toccare l’icona corrispondente e sarete in grado di usare l’item scelto. All’inizio avrete a disposizione due pistole con colpi infiniti ma, purtroppo, esse si riveleranno presto inappropriate nelle fasi seguenti di gioco a causa della loro inefficacia: per uccidere un nemico potrebbero infatti servire addirittura 20 o 30 colpi. Fortunatamente troverete da lì a poco un fucile che renderà maggiormente agevole l’eliminazione fisica degli avversari. Sparsi per i livelli, inoltre, ci saranno vari artefatti e scrigni. Ogni tre artefatti raccolti sbloccherete dewgli extra che comprendono, tra le altre cose, artwork piuttosto che video. Gli scrigni, invece, danno acceso sempre un gioco bonus. In pratica dovrete sistemare col pennino dei segmenti di varie forme negli appositi spazi in basso e nella maggior parte dei casi questo lavoro si rivelerà davvero semplice. La difficoltà generale del titolo è bassa e ciò potrebbe dispiacere ai fan della serie abituati dai primordi ad un grado di sfida più elevato. Ma cosa spinge in realtà Lara in questa avventura? La bella archeologa è alla ricerca della madre che ritiene essere imprigionata nella terra di Avalon, anche se presto scoprirà che si trova in realtà ad Helheim. Accanto a questa esigenza di natura familiare, Lara è anche alla ricerca del mitico martello di Thor, un artefatto dall’incredibile potere che si pensava fosse solo leggenda. L’unione di tutti gli artefatti di Thor (i due guanti, la cintura e il martello) consentirebbe, infatti, a Lara l’accesso ad Helheim grazie all’acquisizione di particolari abilità indispensabili per proseguire l’avventura. Di base Lara disporrà di uno scalpello (utile per staccare piccoli detriti da manufatti e tesori), un martello (stessa funzione dello scalpello, ma più potente), un accendino (utile per bruciare legno, erba, vitcci ed altri oggetti infiammabili) e del SIP, sistema di illuminazione portatile che si accende automaticamente al buio. In alcuni casi, infine, capiterà di affrontare dei classici QTE: in pratica l’azione rallenterà ed avremo pochi secondi per evitare una catastrofe. Potrebbe ad esempio caderci addosso una cassa con la conseguente necessità di spiccare un balzo in una certa direzione per evitare di essere schiacciati. Una scelta questa che garantisce al titolo una maggiore varietà, ma che non riesce comunque a risollevarne in maniera definitiva la sorti.

Grafica e sonoroIl motore 3D che muove il gioco è stabile e ben curato: difficilmente assisterete a sbavature o repentini cali di frame-rate. Le texture, chiaramente in bassa risoluzione, sono comunque apprezzabili, mentre il numero di poligoni che compone la maggiore parte delle strutture presentate è più che discreto. Buone anche le animazioni: i movimenti della protagonista risultano quasi sempre fluidi e ben collegati tra loro anche se in certi casi passaggi si nota una certa mancanza di realismo. Gli effetti sonori sono di discreta qualità,come il doppiaggio interamente in italiano.

– Comparto grafico di qualità

– Tutto sommato divertente

– Storia narrata a pezzi, gioco quasi incollato

– Caratterizzazione scarsa dei personaggi

– Molto facile

6.2

Tomb Raider Underworld non è un brutto gioco, ma l’eccessiva semplicità di fondo, unita ad una storia narrata “a pezzi”, mina il valore complessivo di un prodotto che avrebbe potuto essere migliore. Il doppiaggio in italiano è buono, gli intermezzi in computer grafica anche ma, purtroppo, la caratterizzazione dei personaggi è decisamente scarsa. Le mosse a disposizione di Lara non sono molte ed una certa ripetitività di fondo è avvertibile fin dalle prime battute di gioco. Consigliato ai fan della famosa archeologa, ma con qualche riserva.

Voto Recensione di Tomb Raider Underworld - Recensione


6.2

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