L’avvento del 2012 e la conseguente profezia dei Maya riguardo un’ipotetica fine del mondo, hanno senza dubbio influito sulla produzione videoludica di quest’anno. Dopo I Am Alive, ambientato in una fittizia città americana post apocalittica, anche Tokyo Jungle ci viene a raccontare di una catastrofe e un degrado ambientale inverosimile.
Il titolo ci pone immediatamente davanti quale sarà la malcapitata città in rovina, in uno stato di completo abbandono: Tokyo, la bella “capitale d’oriente” che nella realtà si mostra in tutto il suo splendore, con luci al neon e forme di intrattenimento di ogni genere. Ci sentiamo di fare quindi i più sentiti complimenti a Sony C.A.M.P. per la profonda immaginazione, il paradosso che si viene a creare tra la città del gioco e quella effettiva risulta bizzarro e accattivante. Infatti, se la capitale giapponese vanta una popolazione di oltre 13 milioni di abitanti, nel videogioco sarà ridotta a… beh, poco più di un cumulo di cenere, probabilmente. Avete capito bene, nessun essere umano calcherà le strade di Tokyo e starà a noi scoprire il motivo per cui una delle metropoli più abitate al mondo è completamente deserta.
La severità della sopravvivenza
Protagonisti indiscussi sono gli animali: l’estinzione umana ha reso la città un mondo selvaggio, dove più nulla è regolato da leggi e l’unico imperativo è sopravvivere. Dopo un breve incipit, avremo modo di scegliere tra le due modalità principali: la sopravvivenza, una vera e propria survival mode, in cui dovremo cercare di vivere il più a lungo possibile, con gli anni sulla parte alta dello schermo che scorreranno ad ogni intervallo regolare di tempo; e la storia, i cui capitoli saranno sbloccabili soltanto progredendo nella modalità sopracitata. La differenza principale tra le due modalità è che nella storia affronteremo delle piccole quest in base all’animale assegnatoci, ad esempio prendere la guida di due piccoli volpini intenti a portare a casa una carogna per sfamare i propri genitori, o vestire i panni di un erbivoro che deve cibarsi di frutti e piante furtivamente, senza dare troppo all’occhio, evitando la minaccia di iene e rapaci. Nella sopravvivenza, al contrario, saremo noi a selezionare l’animale che più ci piace, anche se inizialmente disporremo solamente del volpino e del cervo sika. Per sopravvivere dovremo tenere conto di molte variabili: essere in grado di cacciare per sfamarci, ad esempio. Infatti con il passare del tempo la barra della fame si abbasserà in modo rapido, dovendo alimentarci e bere frequentemente per far sì che le carenze non vadano ad influire sulla barra dell’energia vitale. Per fronteggiare le avversità, potremo anche fare degli scatti veloci per agguantare prede o sfuggire a predatori, tenendo conto che la barra della resistenza non è infinita e che anch’essa si ridurrà facilmente. In più, marcare il territorio sarà una priorità, in quanto necessario per la conquista di una tana.
Giungendo in alcuni punti segnalati da delle bandierine rosse, che fungeranno da catalizzatori importanti di determinate zone, potremo renderli nostri facendo diventare queste di colore blu, assicurandoci così la “proprietà” della tana in cui dormire o accoppiarsi in maniera discreta con la nostra partner. La scena dell’accoppiamento ovviamente sarà oscurata, ma si lascia ben intendere. Per ottenere le attenzioni di una femmina, sarà necessario avere un rango elevato, dopo tutto anche gli animali tra di loro si scelgono. Per innalzare i punti del rango, non sarà sufficiente conquistare nuovi territori, ma giocherà un ruolo primario la caccia: utile sarà la furtività, i nostri animali dovranno acquattarsi tra l’erba alta o nascondersi dentro alcuni oggetti presenti nello scenario, come scatole ed altro. Essenziale è la tempestività, attendendo il momento propizio per scagliarci contro la nostra preda, otterremo sicuramente risultati più soddisfacenti. In Tokyo Jungle, pensare ed agire sono su due piatti diversi di una stessa bilancia, attenti dunque a dare il giusto peso ai due fattori. È proprio questo il motivo per cui il titolo può essere considerato una sorta di stealth: richiamando alcuni elementi tipici della serie di Metal Gear (vi ricorda niente uno scatolone che cammina?), dovremo porre attenzione a ciò che il radar ci segnala e, alcune volte, agire impulsivamente potrà costarci caro. Gli elementi presenti sul radar stesso saranno, almeno un minimo, riconducibili a quelli che vedevamo impersonando Solid Snake, con pallini verdi che ci mostreranno le altre forme di vita vicine e i loro movimenti. E se questo non bastasse a dimostrare la leggera ma evidente somiglianza, aggiungiamoci poi la percentuale di pericolo che scende ogni qualvolta stiamo seminando un nostro inseguitore ed il gioco è fatto.
La catena alimentare detta legge
Bella idea quella di poter spaziare tra carnivori ed erbivori, rispettando le caratteristiche della specie. Così, un cervo si nutrirà solo ed esclusivamente di erbetta fresca o piantine, mentre il volpino non ci darà l’opportunità di sfruttarle per saziarlo. Tuttavia, questo sarà senza dubbio più avvantaggiato negli scontri e capace di difendersi con i propri denti, mentre l’erbivoro sarà costretto alla fuga in molte occasioni. I parametri pertanto varieranno di animale in animale, rispettando considerevolmente le leggi della natura: un ippopotamo non sarà velocissimo ma avrà una difesa con i fiocchi, un gatto sarà molto agile ma facile come preda, un pulcino sarà totalmente indifeso ma appagherà poco il nostro stomaco affamato, e così via. Gli animali saranno dotati di vere e proprie statistiche, simili a quelle di un gioco di ruolo: tanto per citarne una, l’attacco indicherà l’indice di forza, cercando di essere più fedele possibile alla realtà dei fatti. Da qui, anche la grandezza diventa un fattore da non sottovalutare, più un animale sarà grande e più, nella maggior parte dei casi, sarà forte.
Per quanto riguarda la giocabilità, ci troviamo di fronte ad un titolo immediato, i tasti sono intuitivi ed il tutorial introduttivo all’inizio della modalità storia ci consentirà di apprendere subito come muovere i primi passi. La telecamera laterale fissa, che riprende molto i platform 2D, tutto sommato non fa storcere il naso, consentendo comunque all’animale di muoversi nelle tre dimensioni. Nota di demerito va invece alla grafica, e nonostante le animazioni facciano la loro parte, il numero dei poligoni presenti non è sicuramente elevatissimo vista la resa finale di tutti gli oggetti, animali compresi. Insomma, abbiamo visto di molto meglio, addirittura un gioco per PS2 in versione HD saprebbe mostrarci qualcosa di qualitativamente migliore. Una Tokyo in assoluta rovina e la riproduzione di posti riconoscibili come la stazione di Shibuya in uno stato alquanto pietoso, rendono le ambientazioni di gioco alternative e curiose, e il piacere di esplorare nuove località non verrà a mancare.
La longevità non è un gran che, il titolo dopo qualche ora risulta abbastanza ripetitivo, nonostante sia presente il fattore rigiocabilità visto il numero di animali utilizzabili. Divertente la possibilità di giocare in multiplayer, cacciare in compagnia e difendere un amico riuscirà certamente a strapparci più di un sorriso, anche se avremmo preferito di gran lunga una modalità online. Incentivo per spulciare maggiormente il titolo, è il ritrovamento di tutti gli archivi, sparsi qua e là per la città e grazie ai quali potremo risalire alla cronistoria dell’estinzione umana. Ovviamente non sarà questo l’obiettivo principale del gioco, la sopravvivenza in tutte le sue sfumature resta la base del titolo e cercare di non perire a causa di un predatore, o di una carestia, sarà il mezzo per resistere alla selezione naturale.
– Tanti animali sbloccabili
– Idea divertente e simpatica
– La modalità sopravvivenza è ben strutturata
– Gameplay vario
– Grafica scarna e poco dettagliata
– Alla lunga stanca
– Modalità online assente
Tokyo Jungle è un titolo divertente, su questo non ci piove. Viene certamente premiata l’idea, non a tutti verrebbe in mente di prendere degli animali, metterli in una metropoli e farli massacrare gli uni con gli altri. Il ritmo di gioco risulta frenetico e saranno assenti i momenti di stallo: la barra della fame, e talvolta della vita, che regredirà per allarmarci di un bisogno impellente, non ci concederà di sprecare tempo in futilità. Sono molte tuttavia le carenze di cui soffre, a partire da una trama lanciata giusto per giustificare la situazione, fino ad arrivare ad una grafica che rasenta la sufficienza. Per noi è comunque promosso, forte di un prezzo accessibile e della bizzarra esperienza di gioco che vuole proporci.