Da quando è esplosa la mania dei titoli From Software, i cosiddetti “giochi difficili” stanno vivendo un periodo d’oro. Mettere a dura prova il giocatore con titoli impegnativi è in realtà una sorta di ritorno alle origini del medium videoludico, quando i videogiochi erano appannaggio di pochi appassionati dotati di pazienza, dedizione e abilità.
Non è un caso, dunque, che Titan Souls abbia la parola Souls all’interno del titolo, anche se le opere dello studio giapponese sono solo uno dei tanti giochi citati da questo videogame indipendente nato da un progetto sviluppato in una game jam di 48 ore. Perché in Titan Souls non troverete solo Dark Souls, ma anche Shadow of the Colossus, Ico e persino The Legend of Zelda.
Ma non è solo l’enorme lavoro di ricerca e referenzialità ad averci impressionato in questo gioco: Titan Souls, infatti, è un prodotto che ha messo a dura prova i nostri polpastrelli impegnandoci in una breve ma intensa avventura, capace di farci urlare dalla gioia e bestemmiare dalla rabbia e, infine, lasciandoci con un enorme senso di vuoto.
Caccia al titano
La premessa di Titan Souls è l’incubo dei giocatori abituati ad essere tenuti per mano. Nel gioco interpretiamo un eroe determinato a uccidere una serie di titani, il tutto con un solo arco, una sola freccia. Avete capito bene: in questo gioco abbiamo a disposizione una sola arma e un solo dardo, che può essere tuttavia recuperato attirandolo magicamente a sé dopo ogni colpo andato a vuoto. Se si viene colpiti da un nemico, si viene inesorabilmente uccisi: non ci sono seconde chance, e ogni boss deve essere affrontato in maniera perfetta per poter essere sconfitto.
Molti boss possono essere uccisi con un solo colpo mentre altri, in uno stile che ricorda le opere di Miyamoto, richiedono più fasi con relative trasformazioni e modifiche nel pattern e nelle routine di attacco. Un buon numero di combattimenti si passano a cercare di capire le tattiche dell’avversario e a scovare il suo punto debole. In molti casi, questo è sotto il naso del giocatore e non occorrono che pochi istanti per capire dove colpire. In altri casi, invece, scovare la vulnerabilità del nemico richiede numerosi tentativi, che si concludono con quell’“eureka” che vi permetterà di uscirne vittoriosi. Ma, anche quando avete capito dove colpire, la vittoria non è scontata: i nemici sono quasi sempre rapidi, scaltri e, talvolta, imprevedibili. Le finestre di vulnerabilità spesso non durano che un battito di ciglia, e ci vorrà ben più di un tentativo per riuscire ad affondare la propria freccia nella carne dell’avversario.
Il gioco è davvero tutto qui: alla prima run non farete altro che passare di titano in titano, esplorando un mondo di gioco non troppo vasto. Molto spesso, però, vi troverete di fronte a luoghi o stanze apparentemente insignificanti, che vi faranno grattare la testa lasciandovi pieni di dubbi. Quasi tutti i testi presenti nel gioco sono criptati, ed è quasi impossibile comprendere che cosa stia avvenendo e perché il nostro eroe si trovi coinvolto in questa vicenda. La verità verrà a galla solo dopo avere finito il gioco e iniziato una seconda run, ma per ovvie ragioni non vi riveleremo alcun dettaglio in merito: vi basti sapere che, anche in questo caso, appaiono evidenti i riferimenti ai giochi del Team Ico, anch’essi criptici e silenziosi fino alla fine dell’esperienza.
Troppo bello, troppo corto
Come avveniva nel celebre Shadow of The Colossus, in Titan Souls non ci sono altri nemici al di fuori dei titani. Una certa parte dell’esperienza la si trascorre a scovare l’ubicazione dei boss ma, nonostante la presenza di qualche enigma, non occorre che un po’ di esplorazione per scovare i luoghi dove si celano tutti i titani da affrontare. Nel classico del Team Ico il giocatore affrontava sedici colossi, un numero che si avvicina al totale dei titani presenti in Titan Souls. Il problema è che, a causa della scarsa vastità degli ambienti di gioco di Titan Souls e a causa del fatto che molti boss possono essere sconfitti con un solo colpo, la prima run si esaurisce in una manciata di ore. Siamo giunti ai titoli di coda in poco meno di tre ore, e abbiamo completato il gioco al 100% in poco meno di quattro, con la sensazione dolceamara di avere assistito sì a qualcosa di bello, ma di volerne ancora. Il counter delle morti si è fermato a 166 per giungere ai titoli di coda, al quale abbiamo dovuto aggiungere altre 90 morti per completare il gioco nella sua interezza.
Alla seconda run, per ovvie ragioni, si risparmiano parecchie morti, ma non crediate che tutto diventi una passeggiata: la longevità di Titan Souls è resa più che buona dalla sua difficoltà e da quattro diverse modalità accessorie che si sbloccano una volta terminato il gioco, due delle quali non abbiamo neppure voluto affrontare perché trascendono le capacità di un normale essere umano. Al contempo, come detto, avremmo davvero apprezzato qualche titano in più e una maggiore variazione negli ambienti di gioco.
– Gioco entusiasmante e pieno di emozioni
– Alcuni boss davvero ispirati
– Ambientazione affascinante
– Avremmo gradito qualche boss in più
– Esplorazione ridotta ai minimi termini
Durante la fase di recensione di Titan Souls, siamo stati attraversati da un crocevia di emozioni. Dalla più completa frustrazione alla gioia, da un’iniezione di sconforto a un’endovena di autostima: Titan Souls ci ha fatto gridare, ridere e disperare e ne siamo usciti soddisfatti, specie osservando i colleghi intenti a brancolare nel buio mentre noi ci crogiolavamo di fronte al game over. Crediamo che questo aspetto, questa capacità di creare forti emozioni contrastanti, sia uno degli elementi più interessanti di Titan Souls. Un gioco non perfetto, a tratti un po’ grezzo e con meno contenuti del previsto, ma che vi consigliamo di provare.