È piuttosto strano vedere come la Guerra dei Trent’anni, uno fra i momenti più bui della storia europea e che dilaniò il vecchio continente in una lotta confessionale fratricida tra cattolici e protestanti, in pochissimi casi abbia avuto una sua trasposizione videoludica. Senza nulla togliere alla Seconda Guerra Mondiale – recentemente da noi affrontata sia con Hearts of Iron IV e Decisive Campaigns: Barbarossa – e al periodo napoleonico – che vi abbiamo fatto rivivere con Wars of Napoleon – i tre decenni compresi fra il 1618 ed il 1648, hanno indelebilmente segnato il corso della storia europea, sono altrettanto ricchi di significato e, soprattutto, hanno visto svolgersi alcune fra le più cruente campagne della storia moderna, coinvolgendo regni, imperi, città indipendenti e, soprattutto, nomi del calibro Johann Tserclaes, conte di Tilly, Albrecht von Wallenstein e Gustavo II Adolfo Vasa, massimi esponenti dell’arte militare nell’era moderna. Fortunatamente, Ageod – nel ruolo di casa sviluppatrice – e Slitherine – nel ruolo di publisher – hanno voluto rendere omaggio alla Guerra dei Trent’anni e hanno portato su Steam – dopo circa un anno dalla sua pubblicazione sul catalogo di Slitherine – il loro ultimo prodotto, chiamato semplicemente Thirty Years’ War.
Più che un gioco, un corso di storia
Come ogni titolo sviluppato da Ageod – nome che non dovrebbe esservi nuovo se amate gli strategici e seguite SpazioGames – anche Thirty Years’ War poggia saldamente su due piloni: l’accurata ricostruzione storica e l’elevata dose di tattica. Per chi non lo sapesse, la Guerra dei Trent’anni non fu una singola campagna, ma piuttosto un insieme di guerre, cambiamenti di fronte, entrata in scena di nuovi attori e spesso si sovrappose e si mischiò con altri conflitti, come la Guerra degli Ottant’anni fra la Spagna e le Provincie Unite: per simulare ed analizzare al meglio tutte le singole fasi, dalla Defenestrazione di Praga (1618) fino alla firma della Pace di Westfalia (1648), il team di sviluppo ha così inserito nel suo prodotto ben otto scenari indipendenti, da affrontare sia dalla parte delle armate imperiali e cattoliche, sia vestendo i panni dell’esercito protestante e dei suoi potenti alleati. Fra gli aspetti più positivi delle singole campagne, emerge sicuramente il fatto che le prime tre rappresentino finalmente un tutorial degno di questo nome: se ben ricordate, uno dei principali difetti di Wars of Napoleon fu l’assenza del tutorial, mancanza che costringeva il giocatore da un lato ad apprendere le difficili meccaniche direttamente in una vera partita e dall’altro a leggersi le quasi 200 pagine del manuale di gioco. Non sperate di risparmiarvi qualche viaggio nel pesante pdf che racchiude tutti i segreti del gioco nemmeno questa volta, ma almeno tutte le meccaniche di base vengono già adeguatamente sviscerate nei tre tutorial, indispensabili per apprendere i movimenti delle truppe, la catena di produzione e soprattutto la decifrazione degli innumerevoli pannelli che compongono Thirty Years’ War. Purtroppo segnaliamo la cronica assenza della lingua italiana, mancanza a cui ci siamo dovuti rassegnare e che difficilmente verrà implementata in titoli così di nicchia. Superato il tutorial, gli altri scenari rappresentano come al solito, oltre che un trattato di strategia e di wargame, anche un corso in pillole di storia e ricostruiscono, turno dopo turno, scontro dopo scontro, tutto ciò che avvenne fra il 1618 e il 1648, senza tralasciare un singolo generale, un singolo assedio e nessuna delle città coinvolte nella guerra. In questo modo, andando in ordine di complessità, viene dato modo di rivivere la rivolta boema del 1630-1631 e l’entrata in scena di Cristiano IV di Danimarca a fianco delle città protestanti, fino alla sua rovinosa capitolazione dopo la battaglia di Lutter. A proposito di battaglie, non poteva di certo mancare uno scenario che simulasse le conseguenza della leggendaria battaglia della Montagna Bianca, nella quale le speranze delle città protestanti boeme si infransero contro il genio militare di Tilly e di Karel Bonaventura Buquoy, a cui seguirono le sollevazioni popolari delle città riformate, capitanate da Ernst von Mansfeld. Infine, fanno finalmente la loro apparizione sul palcoscenico della storia anche Gustavo II Adolfo Vasa e la Svezia, le cui truppe invasero la Germania baltica e misero in seria difficoltà la lega cattolica. Tutti questi scenari rappresentano infine l’antipasto per la portata generale, ossia la campagna vera e propria che prende in considerazione tutto il periodo storico. Purtroppo, è però proprio quest’ultima ad averci lasciato con l’amaro in bocca, una sensazione di incompiutezza poiché, proprio come i precedenti scenari, anche essa esamina solo una porzione del vecchio continente e non invita al balletto delle alleanze e degli schieramenti le altre potenze europee. Inoltre, anche l’utilizzo delle fazioni non ci ha convinto a pieno: ad inizio partita la scelta è infatti fra le sole truppe cattoliche o quelle protestanti, senza che venga data la possibilità di selezionare ad esempio da un lato fra l’Impero o la Baviera, e dall’altro fra la Svezia, la Boemia o il Palatinato. Inoltre, per lo meno in questo ultimo scenario, era lecito aspettarsi un sistema diplomatico degno di questo nome, che permettesse di stipulare alleanze, accordi commerciali o diritti di transito. Al posto di avvalersi di queste meccaniche, Ageod ha preferito snellire eccessivamente la diplomazia, affidandosi a script event che ricalcano l’andamento storico e che simulano l’ingresso sulla scena delle altre forze europee – che però possono anche abbandonare il fronte da un momento all’altro – e ad una delle principali novità, ossia delle vere e proprie carte da gioco che, se spese nel momento giusto, possono far pendere l’ago della bilancia a nostro favore, ad esempio aumentando l’influenza del nostro partito presso un regno o lo Stato Pontificio.
Come dovrebbe essere uno strategico
Nonostante queste piacevoli trovate e qualche somiglianza dovuta per lo più alla mappa, Ageod pare essersi allontanata con Thirty Years’ War dall’universo dei grand strategy, preferendo concentrarsi sulle meccaniche tipiche dei wargame: questo non è però necessariamente un male, perché a conti fatti, siamo ancora al cospetto del “solito” wargame dannatamente profondo ed appagante. Dal punto di vista del gameplay, sono piuttosto evidente le similitudini con il suo “cugino” Wars of Napoleon: la mappa è stata suddivisa in numerose provincie che permetto un’abbondante flessibilità nelle tattiche, i turni avvengono sempre simulando un lasso temporale – in questo caso un turno corrisponde a trenta giorni – e costringono il giocatore a prendere il considerazione anche questa variabile per imbastire una tattica, mentre le truppe vengono mosse dal classico sistema “drag & drop”. Arrivati a questo punto, è però doveroso aprire una parentesi sugli eserciti e togliersi ancora una volta il cappello davanti agli sforzi profusi dal team di sviluppo nel proporre unità, tattiche ed armamenti riprodotti in modo accuratamente storico. Thirty Years’ War è infatti una vera gioia per gli amanti della storia bellica, i quali rimarranno certamente colpiti in modo positivo dalla perfetta ricostruzione di un tipico esercito del XVII dove spiccavano archibugieri, corazzieri a cavallo, fanti armati di moschetto o di lunghe picche, in grado di respingere le oramai vetuste cariche corpo a corpo della cavalleria: tutte queste truppe – oltre ad essere ovviamente presenti – sono state tutte quante letteralmente disegnate a mano, con le loro armi ed armature, nelle icone di gioco. Un’attenzione particolare è stata poi rivolta dal team di sviluppo verso i generali, ognuno dei quali ha i propri bonus difensivi ed offensivi, è in grado di dare ordini in modo ordinato ed efficace ad un numero preciso di truppe ed ovviamente, anche personaggi del calibro di Tilly, Wallenstain o Gustavo II hanno una loro propria icona, nella quale spicca il loro esatto ritratto, degno di un opera del Brughel. Ritornando a parlare della componente strategica, Thirty Years’ War condivide molti dei suoi pregi con il già citato Wars of Napoleon e fa della profondità delle meccaniche, della necessità di una avveduta pianificazione strategica e di una conoscenza dei punti di forza e di debolezza dei propri eserciti, i suoi principali pregi. Affrontare Thirty Years’ War credendo di poter semplicemente muovere alla buona delle icone lungo la mappa senza nessuna reale conseguenza è una mossa quanto mai stupida, perché ogni azione ha il suo effetto: muovere ad esempio le truppe duranti i mesi invernali o protrarre troppo a lungo un assedio significa incappare in gravi perdite, così come fare affidamento solo sugli eserciti alleati, magari quelli spagnoli, arruolati con l’utilizzo di una delle carte da gioco, può rivelarsi un azzardo, poiché da un momento all’altro la fazione al nostro fianco può toglierci il suo appoggio. Thirty Years’ War è insomma una perfetta simulazione di cosa dovesse essere una guerra a quel tempo, dove, data l’assenza di efficaci mezzi di comunicazione, l’unico modo per conoscere la dislocazione delle truppe nemiche era l’utilizzo della cavalleria leggera per compiere delle ricognizioni, indispensabili anche per capire la conformazione geografica del territorio, e così evitare di trovarsi tagliati fuori per via di un fiume o di una montagna. Non mancano poi elementi classici come il sistema di rifornimenti, ed alcune novità che permettono di costruire fortificazioni attorno alle città o di compiere delle razzie sul territorio nemico per accaparrarsi cibo e materiali. Infine, ritorna ancora nelle battaglie principali la pianificazione dell’offensiva, la quale permette al giocatore di imbastire la tattica migliore prima dell’attacco e così di sfruttare un’eventuale supremazia del fuoco di linea, da concentrare nella parte centrale dell’esercito, oppure di una cavalleria più numerosa, con la quale eseguire una manovra di accerchiamento.
Difetti oramai cronici
Purtroppo, la conclusione dedicata al comparto grafico e tecnico di Thirty Years’ War non è affatto delle più rosee. Nonostante l’ultima fatica di Ageod possegga una direzione artistica degna di nota, dove spiccano le icone delle truppe e dei generali, ed anche una mappa molto dettagliata, arricchita dai modelli delle città, da fiumi e da montagne, è triste constatare come il già criticato motore di gioco proprietario, l’Athena, non riesca ancora una volta tenere il passo con la quantità di elementi presenti sullo schermo. Insomma, cambiano i titoli in questione, ma non cambia il risultato: spostare la visuale sulla mappa o zommare su una regione è una tra le azioni più fastidiose di Thirty Years’ War, ogni tanto la mini-mappa presente nell’angolo inferiore a sinistra semplicemente si incanta e, ad aggravare una generale sensazione si approssimazione, contribuisce inoltre il fatto che la colonna sonora – questa volta meno ispirata rispetto ad altri giochi Ageod – semplicemente ogni tanto sparisca assolutamente, lasciano così Thirty Years’ War del tutto muto.
HARDWARE
Requisiti minimi:– Sistema operativo: Windows XP/Vista/7/8/10 – Processore: Pentium 4 or higher – Memoria: 2 GB di RAM – Scheda video: 1024Mb video card – Memoria: 3 GB di spazio disponibile – Note aggiuntive: SCREEN: 1024 x 768 or higher
– Molteplici scenari e campagne
– Una cura ossessiva per i dettagli storici
– La strategia nella sua forma più pura
– Chi sceglierete: Wallenstain o Gustavo Adolfo?
– Scenari geograficamente limitati
– Assenza di un vero sistema diplomatico
– Fazioni secondarie non pervenute
– Va cambiato il motore grafico
7.5
Nel bene e nel male, Thirty Years’ War rappresenta il classico prodotto Ageod e Slitherine, un gioco di nicchia che ogni amante della strategia nella sua forma più pura e della storia europea – in particolar modo quella militare – assolutamente non possono lasciarsi sfuggire e che, dopo aver fatto pratica in un tutorial finalmente degno di questo nome, apprezzeranno di certo per le sue mille sfaccettature. Purtroppo, è triste constatare come al solito che tanta perizia nella creazione di un raffinato sistema di gioco e di una maniacale ricostruzione storica non sia stata adeguatamente supportata da un lavoro sulla componente tecnica di Thirty Years’ War, un gioco molto male ottimizzato ed il cui motore grafico oramai appare oramai troppo in là con gli anni.