Il panorama VR è densamente popolato di progetti minori ma comunque davvero interessanti, almeno sulla carta. E’ questo il caso di Theseus, sviluppato dai ragazzi italiani di Forge Reply, titolo action che si ispira alla mitologia greca per farci vivere una rivisitazione del mito di Teseo e del minotauro, sicuramente molto noto ai più di voi. Fate dunque le valigie e mettetevi una tunica bianca per prepararvi a questo viaggio alla riscoperta dell’antica Grecia! Più o meno.
Theseus non è proprio Teseo
Come si può intuire dal titolo, e anche delle reminescenze che avrete relativamente a questo racconto, vestiremo i panni di Theseus, e saremo guidati dalla voce di Ariadne attraverso il labirinto del minotauro, il nemico che ci minaccerà per tutto il corso del gioco. La storia, però, è molto diversa da quella che potreste ricordare: Theseus si risveglia nel labirinto senza ricordare molto di quanto accaduto, e niente viene detto al giocatore sul background dell’eroe. La narrazione viene affidata a brevi interventi da parte di Ariadne, che ci racconterà una nuova versione del mito di Teseo. Senza farvi spoiler, in questa variante della storia c’entrano la morte e la rinascita, in una sorta di eterno ritorno, per usare le parole di Friedrich Nietzsche. La storia non è il punto forte del gioco, però, e questo si capisce dal fatto che ben poco viene detto durante quasi tutta la durata del gioco: questa narrativa frammentaria, a nostro parere, rende fin troppo lento e blando l’incedere della trama, che avrebbe meritato almeno di essere approfondita attraverso oggetti e scenari.
Il labirinto in VR
Tecnicamente, il gioco ha una qualità altalenante: a scorci di ambientazioni molto belle ed efficaci, grazie a un ottimo gioco delle illuminazioni, se ne alternano altre fin troppo anonime e poco ispirate. Guardando al modello del protagonista e alle sue animazioni, abbastanza legnose, sembra quasi di tornare indietro di una generazione, ma questo difetto è comprensibile se teniamo a mente che stiamo parlando di una produzione a basso budget. A essere fastidioso, però, è l’effetto blur, fin troppo presente sia sugli oggetti vicini che su quelli lontani. E’ un difetto spesso associato al PS VR, ma qui si sente davvero molto rispetto ad altri titoli per la periferica.
E questo ci porta a un punto fondamentale, vale a dire l’implementazione della VR. Theseus è un action in terza persona: a differenza di molti altri titoli, non vedremo dunque l’azione attraverso i suoi occhi, ma saremo come spettatori esterni. In alcune ambientazioni potremo muovere la visuale per seguire meglio gli spostamenti del nostro eroe, mentre in altre la visuale sarà fissa, dandoci una visione completa della stanza in cui ci troviamo. Queste ultime riescono a dare un bell’effetto visivo, giustificando ampiamente l’utilizzo della realtà virtuale. Purtroppo, però, non si può dire lo stesso del resto del gioco: la VR non riesce a dare quel valore aggiunto che apporta invece ad altri titoli, rimanendo sempre un elemento marginale nel corso dell’avventura. Viene quasi da dire che il gioco sarebbe stato migliore senza l’utilizzo di PS VR, visto che si sentono più i difetti che i pregi della piattaforma. In positivo, però, c’è da dire che la sensazione di motion-sickness è stata praticamente nulla nel corso dell’intera partita.
Un’avventura degna di questo nome… o forse no
Pad alla mano, Theseus si rivela un action in terza persona piuttosto classico, senza particolari sorprese. Ci troveremo ad affrontare brevi sezioni fatte di arrampicate, salti e semplici enigmi, che ricordano un po’ titoli come Uncharted o Tomb Raider, se non fosse per la legnosità di tutte queste azioni, che allontanano il titolo dalla fluidità delle grandi produzioni appena citate. Sono presenti anche dei combattimenti, basati essenzialmente su due armi: una torcia, in grado anche di spaventare i nemici, e una spada. Purtroppo, però, anche il battle-system appare mal congegnato: è assente qualsiasi tipo di profondità, ci si limita ad attaccare e schivare, senza possibilità di variare nel tipo di attacchi o di innescare diverse tipologie di combo. Questo rende i combattimenti noiosi già dopo il primo scontro, facendo venire a mancare qualsiasi tipo di adrenalina nelle sfide che andremo ad affrontare. La varietà sembra mancare un po’ in tutti i reparti del gioco, dai nemici alle ambientazioni. E’ vero, il labirinto è, quasi per definizione, un luogo che tende a rimanere identico a se stesso, ma è anche vero che visitare stanze simili per quasi tutta la durata del gioco non ha un effetto positivo sul giocatore. Questa stanchezza si avverte nonostante la breve durata del titolo: potrete completare Theseus in circa tre ore, e non avrete molti motivi per tornare sui vostri passi una volta raggiunti i titoli di coda.
– Idea di base interessante
– La realizzazione di alcune ambientazioni è particolarmente ben riuscita
– Prezzo budget
– Gameplay legnoso e ripetitivo
– La VR porta più difetti che pregi
– Breve
Non è mai piacevole bocciare un gioco, specie quando si tratta dello sforzo di un team italiano con modeste risorse a disposizione. Theseus, però, non può avere altro destino: se da un lato abbiano una buona idea di fondo e qualche guizzo creativo degno di essere vissuto, tutto il resto, dall’impianto tecnico arretrato al gameplay legnoso e ripetitivo, contribuisce ad affossare un titolo che, sulla carta, avrebbe potuto risultare interessante. Speriamo che questo Theseus si riveli un banco di prova per i nostrani Forge Reply, e che in futuro sappiano imparare dai propri errori, perché le buone idee non mancano di certo.