Recensione

Theatrhythm Final Fantasy - Curtain Call

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Il sipario chiama. Espressione anglofona che rende benissimo la situazione in cui gli artisti, a teatro, vengono richiamati sul palco dall’insistente ed ammirato battimani del pubblico pagante. Theatrhythm Final Fantasy Curtain Call fa proprio questo: richiamato dagli incitamenti dell’utenza 3DS, divertita e coccolata circa due anni or sono dal primo capitolo, torna in esclusiva sulla console portatile della grande N, non prima di essersi rifatto il trucco in camerino, così da presentarsi in splendida forma per la passerella finale.

Nostalgia canagliaSebbene sembri paradossale che un titolo come questo, che sta in piedi soprattutto per la forza e la bellezza della sua ricchissima soundtrack, raccatti consensi di critica e pubblico proprio mentre la serie principale peggiora di capitolo in capitolo, ma tant’è.Nonostante questo, la storia recente di Square Enix sulla console portatile della grande N è infarcita di titoli di primissimo livello, Bravely Default su tutti, ed è quindi con un certo livello di aspettativa che mi sono avvicinato a questa seconda sortita della casa giapponese nel mondo dei rhythm game, sperando di godere delle stesse sensazioni che mi aveva dato l’originale.Nonostante Curtain Call offra una maggiore quantità di contenuti, una tracklist ancora più entusiasmante e una serie di piccoli perfezionamenti al gameplay del suo predecessore, non è riuscito a darmi le stesse emozioni provate due anni fa, probabilmente per lo stesso motivo per cui il primo episodio mi aveva invece entusiasmato, e cioè la nostalgia.Square Enix, da vecchia volpe del mercato videoludico, ha fatto enormemente leva sulla nostalgia dei giocatori e su melodie che hanno segnato gli anni più belli per tantissimi videogiocatori, ma questa tecnica, che ha pagato al lancio del nuovo brand, si rivela meno efficace a soli due anni di distanza, quantomeno per coloro che avevano già spolpato per bene Theatrhythm Final Fantasy.Eppure, ad analizzare le modalità e le dinamiche di gioco, non c’è nulla di sbagliato in questo secondo capitolo del franchise. Anzi.

BMS, EMS e FMS…che sono!?!?La struttura ludica che sorregge Curtain Call è la medesima del capostipite, e propone un rhythm game dei più classici, che tende a premiare il senso del ritmo, la precisione nell’input dei comandi e una buona coordinazione occhio-mano.Nonostante l’introduzione della possibilità di affidarsi ai pulsanti frontali di 3DS, il pennino rimane di gran lunga l’opzione migliore per impartire i comandi, nonostante tornino delle sporadiche imperfezioni nel riconoscimento di determinate gestures da parte dello schermo tattile della console.A partire dalla schermata di avvio, tutte le modalità di gioco (Opzioni comprese!) sono bloccate, e il giocatore è subito invitato a comporre un party di quattro personaggi tra alcuni dei protagonisti della serie, per poi lanciarsi nella mischia.Il tutorial è completo ma non eccessivamente invasivo e, onestamente, la naturalezza delle meccaniche non avrebbe richiesto di più: durante le prime battute la possibilità di scelta è limitata, ma qualsiasi azione compiuta in game porta il giocatore a guadagnare Rhytmia, ovvero la moneta di gioco, con cui sbloccare l’intera tracklist (che, DLC esclusi, conta oltre 225 canzoni) e le modalità di gioco aggiuntive, tra cui spicca Quest Medley, che va a sostituire il Santuario del Caos visto nel precedente capitolo.A questa modalità, dotata di fasi di esplorazione e di dungeon all’acqua di rosa, è delegato il grosso dei contenuti per il single player: l’inquadramento è più lineare e meno libero rispetto al passato, ed è apprezzabile il tentativo di avvicinare il gioco, un passo di più, al genere videoludico del brand originario.Di questa modalità ho apprezzato particolarmente le boss fight, alcune delle quali hanno veramente messo alla prova i miei polpastrelli (e l’integrità del mio 3DS).

Per chi tra i lettori non si fosse cimentato con Theatrhythm Final Fantasy due anni fa (male, recuperate!), le tre tipologie di eventi tornano virtualmente immutate: ecco spiegate le sigle che intitolano il paragrafo, ovvero BMS, EMS ed FMS.Durante le prime (Battle Music Stage), il giocatore sarà chiamato a cimentarsi con l’interezza dei battle theme della serie e con altre tracce particolarmente incalzanti, mentre su schermo il suo party, schierato da destra verso sinistra, si confronterà con nemici via via più forti.La possibilità di equipaggiare oggetti ed abilità per i membri del nostro party dona profondità a questa modalità, oltre a renderla quella più vicina al senso di progressione tipico dei gdr, e la velocità delle tracce assicura sempre un adeguato livello di sfida.Gli EMS (Event Music Stage), invece, si snodano sotto gli occhi del giocatore seguendo un ritmo più sinuoso e tranquillo, con sullo sfondo alcune tra le scene di intermezzo più memorabili che la saga di Final Fantasy ha prodotto. Qui al giocatore è richiesto di seguire il contorto percorso del cursore, che non sempre si allineerà perfettamente con le note della canzone.Chiudono il trittico gli FMS (Field Music Stage), dove più che il tempismo, viene premiata la precisione di una mano ferma: mentre il leader del nostro party si abbandona ad una passeggiata, il giocatore deve mimare con perizia le acrobazie cui le note di colore verde danno vita su schermo, il tutto inframezzato dalla consueta pioggia di note rosse e gialle.Personalmente, la modalità che più di ogni altra ha azzerato la mia barra della salute.L’unico boss che il gameplay di Curtain Call non riesce a sconfiggere è quello della ripetitività: giocare il titolo a piccole dosi aiuta, ma, alla lunga, le azioni da compiere sono sempre le stesse e la varietà latita.

Piccoli e belliDella sessantina scarsa di personaggi fin qui sbloccati durante le ore di test, non ne ho trovato uno la cui rivisitazione in chiave “mini” mi dispiacesse.Come a dire che il character design e le scelte artistiche di questa produzione si sono guardati bene dall’applicare una pennellata del tardo stile Square Enix (leggasi la trilogia di FFXIII) ai primi dieci capitoli della saga, omaggiando il passato piuttosto che rimodernandolo.Il risultato è delizioso, e, per quanto in questo genere di giochi l’aspetto tecnico sia decisamente secondario, anche l’occhio, oltre alle orecchie, ringrazia.Inutile soffermarsi sulla qualità della colonna sonora: semplicemente siamo dinanzi ad una selezione di alcune tra le tracce più belle mai composte per un videogioco, con una menzione particolare per la sempre magnetica One Winged Angel da FFVII e per la rilassante Zanarkand da FFX.I più giovani tra i nostri lettori impareranno a conoscere melodie senza tempo, mentre i vecchi lupi di mare come il sottoscritto non potranno che bearsi dei ricordi.

– Tracklist da sogno

– Immediato e divertente

– Sa essere difficile ma mai frustrante

– Continuo senso di progressione

– Manca dell’effetto novità del primo

– Ripetitivo sul medio e lungo periodo

8.0

Qualunque giocatore anche solo lontanamente interessato ai rhythm game non dovrebbe lasciarsi sfuggire Theatrhythm Final Fantasy Curtain Call: la selezione di musiche, personaggi e filmati da una delle serie di videogiochi più influenti di tutti i tempi è semplicemente fantastica.

Quest’affermazione è particolarmente vera per quanti non posseggano il titolo precedente, perché questa versione amplia e rifinisce quella di due anni fa.

Chi invece avesse già spolpato il primo Theatrhythm, DLC compresi, potrebbe trovare a confrontarsi, oltre che con il nuovo Quest Medley, anche con l’odioso spettro della ripetitività.

Voto Recensione di Theatrhythm Final Fantasy - Curtain Call - Recensione


8

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