The Witcher
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a cura di Threepwood
The Witcher, titolo edito da CDProjekt e distribuito da Atari, nel corso dell’ultima edizione dell’E3 era riuscito a guadagnarsi una buona visibilità, entrando di diritto nella schiera dei titoli più attesi. Finalmente il prodotto completo è fra le nostre mani e possiamo così scoprire se tutte le promesse sono state mantenute.
La dura vita dello sterminatore di mostriParlando di The Witcher è impossibile evitare di commentare uno dei suoi segni distintivi, probabilmente l’asso nella manica degli sviluppatori, la storia. Quando si sviluppa un Action RPG o un RPG è sempre buona norma assicurarsi di avere in mano un ottimo elemento narrativo in grado di rendere il gioco longevo e appassionante. Il team di CDProjekt ha rispettato in pieno questa sorta di dogma e ha deciso di sviluppare il titolo sfruttando le vicende del personaggio creato da Andrzej Sapkowski. Il mondo creato dalla penna dello scrittore polacco è frutto di un interessante incrocio tra i classici della letteratura di Tolkien, mitologia slava e folklore italiano. I libri che compongono l’opera sono ben cinque, più altri tre che sembrerebbero non essere direttamente collegati al filone narrativo principale. L’unica brutta notizia riguardante la serie è che nessuno dei suoi libri sembra essere stato tradotto nella nostra lingua e che dovrete quindi accontentarvi dell’edizione inglese. Lasciando da parte le vicissitudini editoriali del racconto, torniamo a parlare della trama del titolo. Vestiremo i panni di Geralt di Rivia, detto il lupo bianco, un famoso sterminatore di mostri, o per meglio dire un “Witcher”. Un fantastico filmato introduttivo mostrerà il nostro personaggio lottare contro un mostro, il cui vero aspetto è quello di una bella fanciulla, figlia del re. La ragazza è afflitta da una terribile maledizione, per questo motivo il coraggioso lupo bianco è stato assunto per combatterla e riportarla alla sua vita normale. La missione sembra essere andata a buon fine. Molto tempo dopo, però, ci risveglieremo fuori dalle mura del campo dei witcher in uno stato pietoso e senza memoria. A quanto pare il popolo sembra essere insorto, per colpa di qualche fomentatore, contro gli sterminatori di mostri. Questi sono stati decimati, anche grazie alla presenza di maghi fra il popolo infuriato. Per quanto ci riguarda, tutto il regno ci crede morti e sepolti. Una volta riportati al campo base avremo solo il tempo di metterci in piedi, perché verremo attaccati da alcune losche figure, inviate per trafugare un oggetto dalla nostra sala alchemica e magari per far saltare qualche testa. Terminata questa fase iniziale la trama sarà tutta da tessere e questo arduo compito sarà affidato alle nostre scelte. Dobbiamo fare qualche piccola premessa per meglio capire e apprezzare questo aspetto del titolo.
Abbiamo sempre una scelta…se giusta o sbagliata non sta a noi dirloGrazie alla narrativa dello scrittore polacco, gli sviluppatori hanno potuto dare al giocatore la possibilità di modificare la trama e di dare allo sviluppo narrativo diversi sbocchi. Dovete sapere che le ambientazioni proposte dalla penna di Sapkowski riproducono piuttosto fedelmente la vita medievale e il modus operandi dell’epoca. Il mondo sembra essere perennemente minacciato dalle forze oscure che covano da secoli sentimenti di una gloriosa rivalsa. Il popolo degli umani, spalleggiato dai non umani, persone dotate di capacità sovrannaturali, si è battuto per respingere l’esercito del male, ma ha commesso un grosso errore. Una volta terminata la grande guerra, così definita nel prologo, si è adagiato, dimenticando i valori che lo spinsero a lottare, facendo sorgere così il vizio, il razzismo verso i non umani e sviluppando odio verso tutto ciò che è diverso. Così facendo, bene e male, bianco e nero si sono mescolati, creando un mondo dove tutto è a sfumature, una civiltà nella quale anche le decisioni più insignificanti sono confuse e non riescono mai a essere pure, in un senso o in un altro. Gli sviluppatori hanno concretizzato tutto ciò nel gameplay. Nel momento in cui ci troveremo davanti a una scelta, sarà molto difficile capire quale delle alternative è più giusta, quale andrà a fare del bene e quale a fare del male. Inoltre la storia e il personaggio non saranno mai influenzati dalle nostre decisioni così nettamente come accadeva in giochi quali Fable o Star Wars: Knights of the Old Republic. L’incertezza e la paura di sbagliare saranno, per questo motivo, una costante nel corso della nostra avventura. Gli sviluppatori desideravano che il giocatore non riuscisse a intuire quale sarebbe stata la conseguenza delle sue scelte e, soprattutto, non volevano che si potesse prendere una decisione in base ad un rapporto di convenienza. Ciò implica che non sapremo quale sarà l’effetto delle nostre azioni o quale strada prenderà la nostra avventura, non potremo di fatto sapere quale delle alternative sarà in grado di offrirci il percorso più semplice, più comodo o a noi più congeniale. Scegliere una via piuttosto che un’altra potrebbe comportare la perdita di un compagno e un’accesa discussione potrebbe rovinare un rapporto, o consolidarlo nuovamente. L’unica pecca di questo sistema sembra consistere nella possibilità di rivedere alcune decisioni con il passare delle ore di gioco. Pecca che per qualcuno, però, potrebbe risultare interessante visto che spesso e volentieri, anche nella vita reale, il cosiddetto cambio di rotta è tutt’altro che raro.
Ferisce davvero la penna più della spada?L’implementazione di una storia travolgente, tutta da scoprire e da vivere, sul proprio monitor non è tutto, visto che lo sviluppo di un RPG come si rispetti richiede anche un sistema di comandi e di gestione del personaggio creato ad arte. Ebbene anche in questo campo il team di sviluppo ha cercato, nei limiti del possibile e senza grandi stravolgimenti, di essere originale. La struttura di combattimenti è un interessante incrocio action-RPG. Dovremo utilizzare il mouse per fare in modo che il personaggio attacchi il suo avversario, ma dovremo anche prendere in considerazione fattori nuovi, come colpi speciali, l’uso di segni e l’esecuzione di balzi e piroette per cavarci d’impaccio nelle situazioni più difficili. Ciò significa che non basterà più cliccare su un nemico per vedere il nostro personaggio fronteggiarlo in una modalità a turni o in stile D&D (come in NWN), ma dovremo essere noi a scandire i tempi di lotta. Il nostro compitò sarà quindi quello di cliccare sul nemico per infliggere nuovi colpi alla fine di ogni combo, eseguire mosse speciali cliccando celermente quando l’icona si trasforma in una spada infuocata o di usare il tasto destro per usare magie e spazzare via i nemici. Le animazioni conferite dagli sviluppatori al nostro personaggio non sono di certo sconfinate, ma sufficienti a farci divertire con colpi di grazia e fendenti devastanti. Come si accennava prima, avremo il compito di tirarci fuori da situazioni scomode. I nemici non mancheranno di attaccarci in gruppo, accerchiandoci e usandoci come pignatta umana. Usando il solito tasto sinistro del mouse in una zona libera, con un doppio clic potremo eseguire delle piroette che ci porteranno alle spalle dei nostri assalitori. In alternativa Geralt, come tutti i Witcher, sarà in grado di usare i segni, ovvero delle potenti magie, le quali ci permetteranno di abbattere i nostri nemici. Una delle prime che acquisiremo ci permetterà di scaraventare al suolo i nostri assalitori e di risparmiarci la fatica di doverli finire a colpi di spada, permettendoci di eseguire un bel colpo finale. Il team di sviluppo ha inoltre implementato la possibilità di usare diversi stili di combattimento che ci daranno modo di affrontare diverse situazioni. Questi, saranno facilmente selezionabili sia dalla comodissima schermata a video, sia tramite tastiera. In alcuni casi saremo attaccati da avversari agili e veloci, altre volte da armadi a quattro ante e in certi frangenti da orde di soldati insignificanti. Sfruttando un diverso stile, Geralt sarà in grado di adattarsi a tutte le situazioni. Optando per lo stile veloce, identificato dall’icona di un gatto, ad esempio, faremo in modo che il nostro personaggio si muova come un ninja. I suoi spostamenti saranno fluidi, veloci e avremo la possibilità di abbattere avversari di pari valore o di raggiungere gli arcieri, prima che questi riescano a prendere la mira e ridurci a un colabrodo con le loro frecce acuminate. Inoltre avremo modo di combattere usando le spade d’acciaio o quelle d’argento, legate a due fasi diverse del combattimento. La prima riguarda gli scontri classici, la seconda gli scontri con mostri sovrannaturali (vampiri, lupi mannari ecc). La capacità di Geralt di migliorare in queste due arti sarà separata, ma parleremo di questo in seguito. Per motivi di gameplay, per riuscire a ottenere qualche soldo, dovremo cimentarci in risse fra bifolchi. Entrando nelle locande potremo partecipare a tornei di scazzottate, nelle quali dovremo scommettere il nostro denaro per partecipare, sperando di vincere e di portare a casa il bottino. In questi tornei saremo 1vs1 e dovremo usare i due tasti del mouse per assestare un colpo o per eseguire una schivata. La meccanica, come potete intuire, è semplice e come nei combattimenti con le spade, prevede l’esecuzione di colpi speciali con il mutare del cursore. Bisogna dire che questi incontri non sono di certo impegnativi, ma rendono comunque il gameplay vario. L’unico difetto è che questi scontri risultano molto dannosi per la nostra salute. Quindi paradossalmente un pugno in questa situazione farà più male di una battaglia contro quattro energumeni armati di mazze e spade. Ne capiamo i fini, ovvero rendere lo scontro più adrenalinico, ma secondo noi si sarebbe dovuto fare in modo che nelle normali fasi di lotta, che ci vedono nella maggior parte dei casi uscire quasi illesi da scontri contro sei o più aggressori, fosse richiesto più impegno.
Lo sviluppo del personaggio è stato anch’esso portato fuori dagli schemi classici. La gestione del nostro eroe è immediata, forse troppo semplice, e lascia poco spazio alla personalizzazione delle abilità di Geralt. Guardandola sotto un altro punto di vista, dopo aver accantonato i nostri dubbi verso una struttura troppo semplificata e poco ingegnosa, dobbiamo dire che il risultato non è così male. Il pg è caratterizzato da diversi livelli di Witcher, ognuno dei quali è diviso in dieci tappe, corrispondenti ad ogni level up. Inizialmente saremo dei witcher principianti e non avremo libero accesso allo sviluppo di tutte le abilità, ribattezzate talenti. Ogni qual volta faremo dei progressi acquisiremo dei punti talento che si dividono in tre categorie: bronzo, argento e oro. Ognuno di questi talenti ci permetterà di sbloccare diverse abilità nelle varie sezioni. Le sezioni in questione sono quattro e riguardano le abilità di base, come forza, destrezza, vigore ecc. Poi troviamo la parte dei segni e infine le due sezioni, già citate, dello sviluppo del combattimento con spade d’acciaio e d’argento. Qualche riga più sopra avevamo premesso che il sistema era alquanto semplice e non lasciava spazio al giocatore nella personalizzazione delle abilità di Geralt. Ebbene il sistema di “sbloccaggio” delle abilità ci permette di rimarcare la nostra affermazione. Il tutto è implementato come una sorta di schema ad albero. Ad ogni capo del ramo troviamo l’abilità da sbloccare. Il problema sorge quando consideriamo che determinate abilità possono essere sbloccate solamente soddisfacendo certe condizioni. Ad esempio potremo accedere a determinate abilità solo possedendo i talenti d’argento o solo ad un determinato livello di witcher. In questo modo il nostro percorso è praticamente obbligato e quindi la schermata presentataci e la struttura con la quale si mostra è solo un’illusione di un promesso libero arbitrio, mai veramente reale. Le abilità di Geralt saranno, prima o dopo, tutte sbloccabili o accessibili. Ciò vuol dire che non potremo scegliere se diventare un esperto mago, piuttosto che un guerriero impavido, visto e considerato che non vi sono punti da distribuire fra diverse skill. In sostanza il sistema di gestione del personaggio è un percorso guidato che prima o poi deve essere completato. In un certo senso questo aspetto è perdonabile, visto che appartenendo già al clan dei witcher siamo caratterizzati da abilità specifiche, ma la libertà di lasciar decidere al giocatore in quale di queste diventare più abile sarebbe stato un aspetto importante per gli appassionati del genere.Un altro aspetto particolare, riguarda la modalità di accesso al menù di personalizzazione. La schermata sarà sempre visibile e potrà essere consultata in qualsiasi momento, ma una volta saliti di livello dovremo aspettare di poter meditare per utilizzare i talenti. La meditazione sarà un momento molto importante, visto che ci permetterà di riposare e allo stesso tempo di creare pozioni alchemiche, dandoci l’opportunità di apprendere le abilità acquisite con l’ausilio dei talenti. Per meditare dovremo obbligatoriamente recarci davanti ad un focolare o aspettare delle apposite fasi di gioco che prevedono questo evento. Dopo aver prodotto le pozioni o distribuito i talenti potremo scegliere per quanto tempo riposare in termini di ore, oppure selezionando i tre punti di riferimento della giornata: alba, mezzogiorno e notte. Abbiamo citato le pozioni e la possibilità di crearle durante la meditazione. Saremo quindi impegati nella ricerca degli ingredienti necessari, il che implica anche il “simpatico scuoiamento” di ogni sorta di mostro e animale o, in alternativa, la ricerca di erbe. Dopo questi compiti, non sempre facili, la composizione delle pozioni sarà praticamente automatica, visto che ricette e combinazioni ci verranno fornite e noi dovremo solamente entrare in meditazione, selezionare la pozione desiderata e aspettare che sia pronta.
Un sacco di cose da fare…e più di ottanta ore di gioco per farleSfruttiamo ancora una volta una citazione per introdurre un nuovo argomento. Visto che abbiamo parlato di missioni e pozioni su commissione, come possiamo non parlare di quest primarie e secondarie? Le quest primarie sono ovviamente tutte quelle missioni che dovremo svolgere per procedere con l’elemento narrativo, mentre quelle secondarie ci serviranno per racimolare qualche soldo e per accaparrarci preziosi punti exp. Parlando con i personaggi o andando ad osservare le bacheche nei villaggi, troveremo spesso e volentieri dei mandati di cattura oppure annunci di alchimisti, maghi, stregoni e uomini di chiesa che cercano un mercenario che faccia il lavoro sporco al posto loro. Queste missioni non ci ripagheranno solo in termini di oro, ma anche di preziosi punti esperienza, oggetti e soprattutto ci regaleranno dei momenti di sano divertimento per staccare dalla frenesia degli eventi del ciclo narrativo principale. Anche se può sembrare strano, in questi giochi le quest secondarie sono una delle componenti vitali, non solo in termini di longevità, ma anche di gameplay, visto che, se ben progettate, li rendono vari. Fortunatamente saremo equipaggiati di uno stupendo diario che, oltre a comprendere la schermata di evoluzione del personaggio e l’inventario, è arricchito da una pagina ben impostata di archiviazione di tutte le missioni, primarie e secondarie. Grazie a questa ottima separazione avremo accesso alle informazioni delle singole quest e potremo inoltre decidere di scegliere di seguirne una in particolare. Così facendo sulla minimappa presente nella schermata del giocatore avremo le indicazioni su dove andare, una sorta di “tom tom medievale” per così dire. Questa decisione è indiscutibilmente comoda e sarà gradita a tutti coloro che, come il sottoscritto, hanno bisogno di annotarsi qualsiasi cosa. Il diario non sarà solo un’ottima fonte per le quest, ma una risorsa infinita di informazioni che si aggiornerà man mano che progrediremo nella storia. Il prezioso oggetto memorizzerà le informazioni su tutti i personaggi incontrati, conterrà un elenco completo delle pozioni da trovare o che dovremo scoprire e infine una precisa catalogazione dei mostri presenti nel mondo.
Una stretta di mano decisa è il miglior modo per presentarsiSembra un argomento frivolo, ma come per una buona stretta di mano fra uomini d’affari, la presentazione grafica è un ottimo biglietto da visita. Il titolo ha dei requisiti minimi praticamente illusori, visto che con una configurazione come quella consigliata sul retro della confezione il prodotto risulta quasi ingiocabile. Provando il titolo su una macchina dotata delle caratteristiche richieste o superiore si comincia invece a ragionare. Il gioco diventa fluido anche sfruttando qualche dettaglio in più, le cutscene sono gradevoli e i movimenti in game dei personaggi sono pregevoli. È senza dubbio vero che i personaggi principali sono ben caratterizzati, il livello di dettagli su di essi è abbastanza alto e il motore, anche nelle fasi di gioco più concitate, non perde colpi. Con il cambiare delle ambientazioni e delle condizioni del tempo, noteremo dettagli ben fatti: il formarsi del fango, le pozzanghere, i riflessi e le luci nelle stanze con pavimenti di marmo. I problemi sopraggiungono quando diamo un occhiata più approfondita. Anche se sembra tutto ben fatto vi sono delle imprecisioni. Il paesaggio non è sempre impeccabile, molte volte durante le cutscene possiamo notare come gli elementi della scena appaiano sgranati e guardando con attenzione sembra che Geralt e gli altri personaggi siano attori che recitano davanti a un green screen. Volendo fare un piccolo esempio non siamo riusciti a capire perché i capelli di Trill siano sempre in movimento, mentre quelli di Gerart lo siano solo parzialmente e quelli di tutti gli altri personaggi siano completamente immobili. Parlando di Trill è facile notare come in alcuni movimenti il corpetto tenda a muoversi, simulando un movimento reale, mentre gli altri elementi dei personaggi, come spade ed equipaggiamenti vari, siano cementati al corpo dei pg. Infine abbiamo osservato come gli sviluppatori abbiano, in alcuni casi, tralasciato la caratterizzazione dei NPC (personaggi non giocanti). Entrando in un villaggio abbiamo notato che avevamo di fronte ben quattro NPC completamente identici, per non parlare poi del misero numero di questi ultimi in alcune ambientazioni. Entrando in una locanda l’audio lasciava presupporre la presenza di una bolgia di persone, ma in verità eravamo al cospetto di pochi personaggi. Passando al comparto audio la situazione rimane coerente con quella grafica. In più di una conversazione ci è capitato di non sentire più la voce del personaggio, ma di vedere solamente i sottotitoli a video. In altre occasioni abbiamo notato come i doppiatori siano praticamente gli stessi anche per cinque pg presenti in una stessa stanza. I doppiatori dei personaggi principali non sono niente male e sembrano azzeccati, tranne per Geralt, dal quale ci si aspetterebbe una voce piena di carattere, considerato il tipo di personaggio. Non pretendevamo certo di sentire Al Pacino o De Niro, ma almeno una voce forte, decisa, ricca di personalità. Volendo unire grafica e audio, dobbiamo far notare che, anche se non è indispensabile per questo titolo, la sincronizzazione di labbra, movimenti e audio è un obiettivo mancato. A favore dell’audio dobbiamo dire che l’accompagnamento musicale è impeccabile e conferisce la giusta atmosfera. Anche gli effetti sonori sono buoni, ma la pecca rimane nel parlato. Infine le telecamere, che in un certo senso riguardano ancora la grafica. Apprezziamo lo sforzo di dare un tocco cinematografico in certe conversazioni, ma durante le fasi di gioco lo spostamento è lento, in ritardo e talvolta poco sincronizzato rispetto ai movimento del personaggio.
HARDWARE
Configurazione consigliataWindows Xp SP2 / VistaIntel Core 2Duo(dual core) o AMD equivalente2048 RamVideo:256 Mb Ram Direct X9 Vertex Shader/Pixel Shader 2.0Nvidia 7900 o sup con 512mb ram
MULTIPLAYER
Assente
– Grafica tutto sommato buona…
– Belle musiche…
– Molto longevo
-…ma poco curata
-…ma doppiaggio mediocre
– Qualche difetto sul quale si poteva lavorare di più
8.0
The Witcher ha sicuramente mantenuto le aspettative suscitate al recente E3. Lo stile di gioco infatti rispetta le promesse di non linearità pubblicizzate dagli sviluppatori e la durata dell’avventura si assesta sulle ottanta ore. Le atmosfere sono coinvolgenti e lo sforzo da parte del team di riprodurre le tematiche del libro può considerarsi riuscito. L’elemento più interessante è il sistema di scelte che condiziona l’andamento dello sviluppo narrativo, la cui realizzazione è ottima e mette il giocatore sotto pressione e nella posizione di non riuscire a prendere una decisione che segua un’etica o una politica di convenienza.
Accanto agli elementi positivi appena descritti segnaliamo alcuni difetti. Il comparto audio è in parte rovinato dal doppiaggio in italiano e sono presenti alcune imperfezioni che riguardano il motore grafico che, pur essendo di alto livello, lascia trasparire alcune sbavature. Consigliamo il titolo a tutti gli appassionati del genere dotati di un computer abbastanza potente. Se ne foste sprovvisti c’è il rischio di non riuscire a godere al meglio delle potenzialità del titolo.
Voto Recensione di The Witcher - Recensione
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