Recensione

The Witcher 2

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a cura di Pregianza

Il Verdetto di SpazioGames

9

Quello dei giochi di ruolo è uno dei generi più mutevoli e variegati in assoluto. Trattandosi di titoli dalla grande complessità, permettono agli sviluppatori di mettere in pratica numerose idee e sono aperti a svariate innovazioni, che possono spaziare da meccaniche incredibilmente profonde fino a vere e proprie ibridazioni con altri tipi di videogame. Questo grande potenziale è in parte un’arma a doppio taglio, poiché non è facile accontentare un’utenza dai gusti molto diversificati, che negli anni ha avuto per le mani ogni tipo di GDR immaginabile. Ad ogni trasformazione del genere il pubblico tende inoltre a dividersi tra coloro che chiedono a gran voce una struttura sempre più intricata, e chi invece apprezza la semplificazione in favore di un gameplay più action e una narrativa più scorrevole. Solo pochi giocatori accettano tutte le trasformazioni operate dagli sviluppatori.
CD Projekt nel 2011 è riuscità però a fare l’impensabile: ha reso felici entrambe le fazioni con un titolo dalla grande profondità, ma dotato di un gameplay action piuttosto raro nei GDR su PC. Parliamo di The Witcher 2, un’opera notevole che ha ottenuto giustamente un enorme successo, e ora è finalmente giunta anche su console sotto forma di esclusiva per Xbox360.
Grandi notizie per i possessori della scatola nera di Microsoft, ma quando si tratta di port per console l’ombra del disastro aleggia costantemente, specie quando in trasferta vanno titoli dal comparto grafico stratosferico. The Witcher 2 su computer è una gioia per gli occhi, e i ragazzi dello studio polacco hanno promesso una versione pensata e riprogrammata a dovere per Xbox, con un sacco di contenuti aggiuntivi e una grafica di tutto rispetto. Avranno mantenuto? Oggi ve lo sveliamo.
 
Inchinati, sei al cospetto di una testa coronata
La storia di The Witcher 2 si svolge cronologicamente dopo quella del primo capitolo, ma non è una continuazione diretta. Le vicende di Geralt sono legate alla prima avventura solo in parte, e sono tranquillamente comprensibili anche per chi non è un esperto del mondo creato da Andrezj Sapkowski
Comincerete anche stavolta in una situazione piuttosto infelice, il protagonista è infatti imprigionato nei sotterranei di un castello, poiché accusato di regicidio. Ovviamente il vero colpevole non è lui, bensì un enorme Strigo che sembra intenzionato a far cadere tutte le teste coronate di Temeria e dintorni. Il nostro eroe dovrà quindi trovare il modo di fuggire, e catturare il vero colpevole per dimostrare la sua innocenza. Come premessa può sembrare piuttosto semplice, ma la narrativa del gioco è in realtà più che degna. La storia di The Witcher 2 è costellata di colpi di scena, personaggi brillanti e intrighi di corte, ed è accompagnata dal lento riaffiorare della memoria di Geralt, il cui passato frammentato si intreccia alla perfezione con le vicende del gioco. La cosa che più colpisce tuttavia non è la narrazione in se, bensì l’impatto che il giocatore può avere su di essa. In questo titolo le scelte sono davvero significative, e possono salvare o condannare personaggi di una certa importanza, o addirittura cambiare completamente due terzi dell’avventura! Un GDR la cui campagna viene plasmata quasi del tutto attorno alle azioni compiute è una rarità, anche tra quelli che presentano numerose scelte legate alla morale.
L’ho visto uccidere venti uomini in un batter d’occhio
Il gameplay di The Witcher 2 riesce a fondere due facce solitamente difficili da accomunare, il combattimento action e la tattica complessa tipica dei giochi di ruolo. Per farlo i ragazzi di CD Projekt hanno congegnato un sistema di combattimento brillante basato su un misto di magie e corpo a corpo all’arma bianca. Geralt sferra fendenti con grazia felina, e può utilizzare attacchi potenti o veloci per tagliuzzare gli avversari. Tra un colpo e l’altro lo Strigo può utilizzare diversi poteri, tutti molto utili, tra cui trappole arcane, scudi energetici e incantesimi offensivi. Le magie possono venir scelte da un menu circolare, che rallenta il tempo una volta attivato e permette di pensare alla mossa successiva senza fretta. 
Il sistema è piuttosto intuitivo, ma vi sono molti fattori che lo rendono estremamente complicato se lo si spulcia a fondo. Da una parte abbiamo un vasto sviluppo del personaggio, diviso in quattro rami di cui tre sbloccano abilità legate agli incantesimi, alla spada o all’uso degli oggetti. Dall’altra ci sono avversari piuttosto agguerriti e una difficoltà nettamente superiore alla media. I nemici di The Witcher 2 sono infatti molto aggressivi, e spesso non è facile aggirarne le difese o, nel caso dei mostri, il numero. Tutto ciò costringe a un oculato uso delle abilità, della parata, degli oggetti e delle tecniche sbloccabili salendo di livello, come le contromosse e i colpi di grazia legati all’adrenalina. L’interessante necessità di usare armi d’argento per fare danni maggiorati contro i mostri aggiunge poi un pizzico di strategia al tutto. Questo è anche uno dei pochi titoli nel quale le pozioni e la preparazione prima di una battaglia risultano realmente utili. Il nostro eroe può preparare intrugli miracolosi durante la meditazione (non se ne può abusare però, a causa della loro tossicità), e trangugiarli per ottenere utili bonus alla rigenerazione o al danno. Sembrano pochezze, ma gli scontri impegnativi nel gioco sono parecchi, e una pozione in più o in meno può costarvi la vita, specialmente alla terribile difficoltà Dark. 
Uccisore di mostri, ammaliatore di donne, picchiatore di contadini smorti
Uno dei motivi per cui la narrativa di The Witcher 2 è così apprezzabile è l’ottimo ritmo della sua campagna. Le cose da fare per il buon Geralt non mancano mai, e le quest in generale risultano divertenti e appassionanti, persino molte delle minori sono alquanto curate. La versione Xbox presenta inoltre vari contenuti aggiuntivi, come ad esempio tutti i DLC gratuiti usciti finora (che verranno regalati ai possessori della versione PC del gioco tramite patch), e un paio di missioni completabili solo giocando a difficoltà Dark. Non mancano neppure i compiti triviali, come sfide a braccio di ferro, risse nelle locande, e partite a dadi. C’è anche qualche missione classica da Strigo, nella quale dovrete sterminare varie creature immonde. Questi lavoretti alternativi non sono nulla di superlativo, ma sono totalmente facoltativi e aiutano a immergersi ancor di più nell’atmosfera.  Una menzione d’onore in chiusura la meritano le battaglie contro i boss: rare, ma indubbiamente spettacolari. Abbiamo personalmente apprezzato molto anche alcune quest scanzonate a stampo comico, che riescono a strappare qualche sana risata qua e là.
Strappare un Caravaggio
Passiamo a uno degli elementi più importanti quando si parla di port, il comparto tecnico. The Witcher 2 su pc era una gioia per la vista, con pochi difetti e un livello di dettaglio mai visto in un GDR. La versione per Xbox360 è sicuramente degna, e il fatto che sia stata rilavorata a dovere si nota anche da alcuni cambiamenti netti nello schema di colore di certe scene e dal remake di alcuni modelli minori. La grafica del gioco su computer però è un’altra cosa.
Non fraintendeteci, The Witcher 2 su Xbox è comunque uno dei titoli per console più belli in commercio: vanta ambientazioni e personaggi dettagliati come non mai, animazioni fluide e realistiche, e effetti speciali di tutto rispetto. Tuttavia è pieno zeppo di bug e imperfezioni fin troppo facili da notare. In primis il caricamento delle texture, che rovina molte scene nonostante sia piuttosto rapido. Questo difetto del RED Engine di CD Projekt è simile al problema tipico dell’Unreal Engine, anche se il caricamento è più rapido. Meno evidenti ma comunque fastidiosi, i fenomeni di pop in (facile da notare in ambienti molto dettagliati come le zone boschive), e alcuni netti problemi di interpolazione poligonale. Ultimo ma non ultimo, ci si mette anche un po’ di tearing a dare fastidio. Perlomeno tutto si muove con una fluidità invidiabile, e ci è capitato di notare un netto calo di framerate in una sola occasione durante la partita (in una particolare boss fight l’uso di bombette provoca scatti a raffica, non accade in nessun’altra fase dunque pensiamo si tratti di un bug). Sono aumentati notevolmente anche i caricamenti tra una zona e l’altra, ma si parla di attese da pochi secondi l’una, che diminuiscono ulteriormente dopo l’installazione. Insomma il cambio di piattaforma non è avvenuto senza sbalzi, ma il fatto che in molti casi il motore di gioco riesca ancora a lasciare a bocca aperta è testamento dell’ottimo lavoro fatto da CD Projekt. In certe fasi pare di giocare con un PC di fascia media, non è assolutamente cosa da poco. 
Gran lavoro è stato fatto anche col sistema di controlli, un po’ arduo da assorbire alla perfezione durante le prime battute ma molto azzeccato per un pad, grazie anche a un buon sistema di puntamento. Presente persino un comodo tutorial extra molto esplicativo per chi vuole ripassare rapidamente le basi.
L’unica vera critica legata alla struttura di gioco che ci sentiamo di fare riguarda la mappa, spesso poco precisa nelle indicazioni. In parte è chiaro come gli sviluppatori abbiano voluto rendere le cose un po’ più ardue ai giocatori evitando di dare indicazioni precise per spingere all’esplorazione, ma ci è capitato di veder comparire segnali completamente sballati durante certe missioni. Ottimo il sonoro, con un doppiaggio spaventosamente migliorato rispetto a quello atroce del primo Witcher, e musiche molto piacevoli. Pollice su anche per la longevità. La campagna si può completare in circa 20 ore senza troppi problemi ma, considerando che può essere rigiocata in modo del tutto differente, ci troviamo davanti a oltre 40 ore di contenuti, senza contare le difficoltà avanzate che spingono a rigiocare tutto quanto e la piacevolissima usanza di CD Projekt di regalare contenuti aggiuntivi. 

– Ottimo gameplay, che ben si sposa con il pad

– Narrativa notevole e matura, con scelte dal grande impatto

– Profondo e molto più impegnativo della media

– Ricco di contenuti extra

– Zeppo di problemi visivi, tra cui tearing, che rovinano il notevole comparto grafico

9.0

La versione Xbox360 di The Witcher 2 non è paragonabile allo spettacolo visivo di quella per PC, a causa di un buon numero di fastidiosi problemi grafici che ne rovinano in parte l’impatto. Ciononostante, rimane uno dei titoli più belli da vedere e da giocare disponibili per console, e mantiene tutte quelle caratteristiche che lo hanno incoronato come uno dei migliori GDR recenti. Sono pochi i videogame di questo spessore, se amate il genere e non avete un computer su cui giocarlo non dovete farvelo assolutamente scappare.

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