Dopo una partenza sotto tono ora The Walking Dead sembra esser tornato sulla retta via, quella fatta di tensione e situazioni complicate, dove la lotta per la sopravvivenza è una priorità impossibile da trascurare. Nel quinto episodio dell’ottava stagione torna Negan e con lui i monologhi di cui sentivamo terribilmente la mancanza: ora più che mai il leader dei Salvatori deve dare prova di essere un uomo forte anche se isolato dal suo esercito che tanto lo venera e protegge. La convivenza forzata con Padre Gabriel all’interno della roulotte circondata dai walkers potrebbe anche essere il giusto scenario per scoprire qualcosa di più sul suo iconico e amatissimo personaggio.
La mancanza di Negan e soprattutto di Jeffrey Dean Morgan è stata opprimente in questa prima fase della stagione: la serie prodotta da AMC ha infatti sofferto molto della mancanza del carisma dell’iconico villain dotato di mazza da baseball, che dopo quattro episodi torna a deliziarci con i suoi monologhi carichi di tensione, questa volta però arricchiti da un pizzico di umanità che non ci aspettavamo di trovare. Il focus dell’episodio ruota attorno alla dualità morale fra Negan e Gabriel, tematica tanto cara allo show che spesso tenta di mischiare i buoni e i cattivi, facendoci interrogare su quale sia la reale differenza fra i due. In questo caso Negan confessa, letteralmente, di non provare rimorso per le persone che uccide ma piuttosto è afflitto da un peso che si porta dietro da molto tempo, da prima che l’apocalisse zombie colpisse il mondo.
Quello che emerge è un quadro psicologico molto più interessante, dipinto sui tratti di uno psicopatico che in realtà dimostra di essere molto più comune e vulnerabile di quanto si pensasse. Nel frattempo anche Rick e Daryl hanno un breve scontro, segno che il mood di The Walking Dead vuole almeno tentare di riproporre i temi tanto caro al pubblico: se i walkers sono diventati marginali, non può diventarlo anche la moralità dei personaggi che in preda alla furiosa ricerca della pace e della sopravvivenza spesso dimenticano valori fondamentali che si erano promessi di rispettare. Insomma la puntata funziona praticamente dall’inizio alla fine, eccezion fatta per alcune parentesi dedicate a Eugene che risultano un po’ stucchevoli.
Jeffrey Dean Morgan ormai è una certezza
Approfondire la psicologia di Negan è stata una scelta azzeccata
Eugene continua a essere un personaggio un po’ fastidioso e sconclusionato
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The Walking Dead continua a migliorare, passo dopo passo. Questa settimana il merito è soprattutto del Negan di Jeffrey Dean Morgan e dell’approfondimento psicologico a lui dedicato, che nonostante sia solo accennato riesce a essere incisivo e in qualche modo significativo, segno che il personaggio ha ancora molto da dire e che il suo arco narrativo è ancora ben lontano da un eventuale epilogo.